Category: Energia

Sanitation Safety Plan acque depurate è realizzato da Gruppo CAP ed è un modello innovativo sviluppato in Italia e all’avanguardia a livello internazionale per assicurare acqua sicura e di ottima da impiegare in agricoltura e per usi civili.

Una riserva costante, abbondante e indipendente dalle precipitazioni stagionali.
È l’acqua che esce pulita dai depuratori, risorsa sempre più preziosa sia per l’utilizzo civile sia, soprattutto, per l’agricoltura.

Parte da Milano la sfida per rispondere alle pressioni della crisi climatica, della siccità sempre più frequente e a un meteo sempre più imprevedibile, Il Sanitation Safety Plan sviluppato da Gruppo CAP in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Politecnico di Milano e l’Università del South Carolina, è un sistema all’avanguardia a livello mondiale, per garantire acqua di ottima qualità, sicura e pronta per essere impiegata in agricoltura.

Dell’importanza crescente e del ruolo sempre più centrale delle acque depurate si è parlato nel corso del convegno “La depurazione ha un nuovo domani”, organizzato da Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, che ha visto confrontarsi esperti e professionisti del settore idrico italiani e internazionali, con contributi di ARERA, Unesco, Centro Ricerca della Commissione Europea, Legambiente, Coldiretti, dell’associazione Acqua Pubblica Europea e di esperti dai Paesi Bassi, da Berlino e da Israele.

“L’acqua non è un bene illimitato, e la Regione Lombardia è la prima regione in Italia nel comparto agricoltura, e quindi per fabbisogno idrico – ha commentato Massimo Sertori, Assessore Enti Locali, montagna, risorse energetiche e utilizzo della risorsa idrica di Regione Lombardia. – L’attuale sistema irriguo, fatto di controllo dei grandi laghi e di canali, deve sicuramente essere efficientato, magari adottando nuove tecnologie, ma va preservato, perché è al momento il sistema più efficace. In questo senso, l’impiego di acque reflue può essere un elemento da considerare, anche se da solo non potrà rispondere alle necessità dell’agricoltura lombarda”.

Il riutilizzo dell’acqua è considerato un modo efficace per aiutare a risolvere il problema della scarsità d’acqua e della siccità nell’UE e il loro impiego contribuisce a diminuire lo stress idrico del territorio, riducendo l’acqua prelevata dalle falde e consentendo il loro ripristino.
Si tratta quindi di una risorsa essenziale per fronteggiare la crisi climatica in atto.
Basti pensare a quanto accaduto negli ultimi due anni, nei quali si è assistito a periodi eccezionali di siccità, importanti diminuzioni dei livelli di tutti i bacini idrici (soprattutto al Nord) con drammatiche ripercussioni nel settore agricoli

In Italia, il tema era disciplinato da una legge del 2003 superata proprio nel giugno di quest’anno grazie al recepimento della normativa europea 741/2020/EU, che semplifica e promuove la possibilità di riuso delle acque trattate, e si fonda sull’ approccio della valutazione e gestione del rischio, lo stesso alla base del Sanitation Safety Plan di Gruppo CAP.
Allo stesso tempo, la nuova norma allarga la platea dei soggetti coinvolti a partire dal mondo agricolo e della gestione delle acque irrigue, fino all’utilizzatore finale.

L’utilizzo di acque depurate è oggi un tema dirimente, che va rivisto e adattato anche alla luce della nuova normativa europea, proprio recentemente recepita nel nostro Paese. Grazie al Sanitation Safety Plan, CAP è già pronto a rispondere in maniera adeguata alle nuove disposizioni di legge – ha detto Alessandro Russo, Amministratore delegato di Gruppo CAP. – Fin dal 2019, quando abbiamo adottato il nostro Piano di Sostenibilità, ci siamo dati obiettivi ambiziosi in questo senso: riutilizzare almeno il 50% delle acque che trattiamo entro il 2033. Già oggi siamo arrivati al 41%. Abbiamo calcolato che con i soli impianti gestiti da noi, saremmo in grado di soddisfare il 22% del fabbisogno idrico della Città metropolitana di Milano, pari a circa il 4% dell’intera Lombardia. La sfida ora è creare una sinergia con chi poi questa acqua la deve trasportare e usare: il mondo agricolo. Noi siamo pronti e convinti che la strada sia quella giusta. Il Sanitation Safety Plan è un modello creato in Italia, che rappresenta in assoluto il primo piano di rischio sperimentato nel Paese, e uno dei primi in Europa, Si tratta di un modello frutto della collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Politecnico di Milano e l’Università del South Carolina, che grazie a soluzioni 4.0, ha consentito il monitoraggio continuo e il controllo costante della qualità delle acque trattate. I risultati che abbiamo ottenuto sono stati più che positivi, e oggi siamo pronti a replicare il modello su scala industriale”.

Il Sanitation Safety Plan, frutto di una lunga sperimentazione realizzata presso l’impianto di Peschiera Borromeo, uno dei più moderni ed efficienti d’Italia, è uno strumento di gestione della sicurezza delle acque depurate, e offre a tutti gli stakeholder fino al consumatore finale una garanzia sulla sicurezza dei prodotti e dei servizi provenienti dal sistema depurativo. Si pensi agli ortaggi o alle colture irrigate con l’acqua depurata per le quali occorre garantire la massima sicurezza sanitaria.

“Il Sistema Idrico Integrato è cambiato moltissimo nel corso degli ultimi anni, basandosi sulla normativa adottata nel 2003, che ha portato a raggiungere risultati straordinari in termini di efficienza, come del resto ben testimonia il lavoro fatto da Gruppo CAP – ha proseguito l’Assessore Sertori. – Dobbiamo oggi guardare al futuro, per migliorare ancora il servizio, incrementando le economie di scala, contenendo le tariffe e cercando di dare, insieme a tutti gli attori del settore idrico, una risposta amministrativa al passo con le sfide del cambiamento climatico”.

Nel corso del convegno si è sottolineato come l’Italia ha recepito in maniera virtuosa la normativa europea che disciplina il riutilizzo di acque reflue depurate e in particolare ARERA, l’Autorità di Regolazione di Energia, Reti e Ambiente, ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di acque depurate anche attraverso i propri regolamenti, agendo contemporaneamente sia sul fronte delle utility, che saranno spinte a investire nel miglioramento dei sistemi di depurazione, sia sul fronte delle aziende agricole, operando sulla leva del prezzo delle acque reflue in modo che sia sempre più conveniente impiegarle.

Gruppo CAP è la realtà industriale che gestisce il servizio idrico integrato sul territorio della Città metropolitana di Milano secondo il modello in house providing, garantendo cioè il controllo pubblico degli enti soci nel rispetto dei principi di trasparenza, responsabilità e partecipazione. Attraverso un know-how ultradecennale e le competenze del proprio personale coniuga la natura pubblica della risorsa idrica e della sua gestione con un’organizzazione manageriale del servizio idrico in grado di realizzare investimenti sul territorio e di accrescere la conoscenza attraverso strumenti informatici. Per dimensione e patrimonio, Gruppo CAP si pone tra le più importanti monoutility nel panorama nazionale. Nel 2022 si è aggiudicato il premio Top Utility Ten Years come Utility italiana più premiata negli ultimi dieci anni.

www.gruppocap.it

Nuova offerta Consip energia elettrica per PA: la più grande negoziazione d’Italia pari a 18 TWh e un valore di oltre 3 mld/euro.
L’iniziativa, attivando l’Opzione Verde, permette anche di acquistare energia da sole fonti rinnovabili con garanzia di origine.

Consip ha aggiudicato il nuovo contratto per la fornitura di Energia Elettrica alle amministrazioni pubbliche per un quantitativo disponibile di 18 Terawattora (TWh) e un valore di oltre 3 mld/euro.
Con questa iniziativa, le amministrazioni possono beneficiare della più grande negoziazione di energia elettrica d’Italia, avendo la garanzia di utilizzare un contratto con prezzi e condizioni vantaggiose, prestabilite e trasparenti.

Nuova offerta Consip energia elettrica per PA

La gara per la nuova offerta Consip energia elettrica per PA– suddivisa in 17 lotti geografici – ha registrato eccellenti risultati sia in termini di partecipazione (5 concorrenti per un totale di 50 offerte), che economici (-18,15% rispetto al prezzo del Servizio di Salvaguardia 2023-2024), nonostante, a quasi 2 anni dall’inizio del conflitto Russia-Ucraina, lo scenario energetico rimanga ancora incerto.
La finestra di adesione avrà una durata di 12 mesi – ad eccezione del Lotto 16 Sicilia per il quale la durata è di 10 mesi – e permetterà di stipulare contratti di fornitura a prezzo variabile per un anno.
I corrispettivi delle forniture saranno aggiornati mensilmente in base ai prezzi rilevati sulla borsa elettrica italiana.
L’iniziativa consente, infine, la possibilità di attivare l’Opzione Verde, per ottenere la certificazione della fornitura da sole fonti rinnovabili tramite Garanzia di Origine (GO).

Consip S.p.A. è la centrale nazionale di e-procurement, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e in house allo stesso, che offre strumenti innovativi di digitalizzazione degli acquisti alle pubbliche amministrazioni e al tessuto imprenditoriale italiano.

www.consip.it

www.acquistinretepa.it

Renaissance of European solar manufacturing. On behalf of the SolarPower Europe Board, the secretariat has issued the following joint statement. This follows reports of European governments considering the application of trade barriers to solar PV products entering the single market.

This statement was issued during the quarterly meeting of the SolarPower Europe Board in Brussels, and can be attributed to SolarPower Europe Board of Directors“Right now, a perfect storm is hitting the solar PV market. A combination of market dynamics leading to overcapacity on the supply side, and overordering on the demand side during the last years, has, in turn, resulted in sharp drops in price of solar modules and other system components. 
The situation only adds to the critical urgency for the EU to develop and implement a strong and credible industrial strategy for solar PV.”

The balanced solutions are there, and are crystal clear:
– Adjust the EU State Aid framework (the Temporary Crisis and Transition Framework) to allow Member States to support running costs of factories – i.e. opex
– Allow for specific resilience auctions within Member States under a swiftly-adopted EU Net-Zero Industry Act
– Set up an EU-level financing instrument dedicated to European produced solar PV, like a Solar Manufacturing Bank

With the right political will, all these points can be implemented in a matter of weeks
In the emergency we find ourselves in, we have limited time to act. We urge EU leaders to spend this time focusing on these constructive solutions. We cannot risk slowing down the solar-led energy transition at this critical moment in time.

Trade barriers are not the solution
As history has shown, investigating and implementing trade barriers on solar is the ultimate lose-lose strategy for Europe.
The better strategy is to reward the European solar industry for the swift feat of strength they are prepared to deliver for Europe: A more resilient and less geopolitically dependent energy system, in line with the European Commission’s stated goals.”

Aristotelis Chantavas, President of SolarPower Europe, said: “We need diverse, sustainable and resilient solar supply chains. Trade barriers are not the way to do that. We urge EU leaders to deliver and implement an industrial strategy for solar, as clear, and ambitious as the US IRA. There are balanced, effective measures ready to go.”

Gunter Erfurt, Board Director at SolarPower Europe, said: “Tariffs are not a good answer to the current challenges in the European solar industry, there are better and especially faster instruments for the development of European solar production: Instead of sanctioning the entire industry through tariffs, we must incentivize solar installations that originate from resilient European solar production. This way, the deployment of solar energy can continue undisturbed while the European solar manufacturing can grow steadily. In the coming weeks, the EU has the chance to implement the basic principles of this resilience system in its planned Net Zero Industry Act.”

This statement follows SolarPower Europe’s related letter on record low solar PV prices, addressed to the leaders of the EU Institutions and dated 11 September 2023.

SolarPower Europe is the award-winning link between policymakers and the solar PV value chain. Our mission is to ensure solar becomes Europe’s leading energy source by 2030. As the member-led association for the European solar PV sector, SolarPower Europe represents over 300 organisations across the entire solar sector. With solar sitting on the horizon of unprecedented expansion, we work together with our members to create the necessary regulatory and business environment to take solar to the next level.

www.solarpowereurope.org

Talenti necessari per obbiettivi ESG. Il “Green Report” di ManpowerGroup rivela che il 94% delle aziende non ha ancora i talenti necessari per raggiungere gli obiettivi ESG.

La transizione ecologica e i cambiamenti che richiederà alle imprese saranno il principale fattore che influenzerà il mercato del lavoro nei prossimi anni ed entro il 2030 nei settori dell’energia pulita, dell’efficienza e delle tecnologie a basse emissioni si creeranno fino a 30 milioni di posti di lavoro nel mondo. Lo afferma il report The Greening World of Work di ManpowerGroup, che analizza l’evoluzione del mercato del lavoro di fronte alla sfida della sostenibilità.

A livello globale il 94% dei datori di lavoro riconosce di non avere in azienda i professionisti necessari per raggiungere i propri obiettivi ESG e per questo il 70% delle aziende già pianifica di assumere talenti nell’ambito della sostenibilità, i cosiddetti “green jobs”, cioè quelle posizioni che non possono essere svolte senza competenze specifiche rispetto ai diversi ambiti della sostenibilità. Questi profili richiedono di padroneggiare un’ampia varietà di “green skills” specializzate.

I settori verdi emergenti sono quelli dell’energia rinnovabile, della sostenibilità, della bonifica ambientale, ma l’interesse per l’assunzione di talenti green è trasversale a tutti i comparti, in particolare nell’ambito della produzione (36%), delle operazioni e della logistica (31%), dell’IT (30%), delle vendite e il marketing (27%), dell’ingegneria (26%), dell’amministrazione (25%) e delle risorse umane (25%).

L’impegno sui criteri ESG – ambiente, società e governance – è infatti considerato prioritario dalle aziende, anche grazie alla spinta data dai finanziamenti governativi per la sostenibilità, come il Green Deal europeo da 225 miliardi di euro. D’altra parte, come indica il report, mancanze nelle performance ESG possono avere un impatto negativo sui risultati fino al 21%. Mentre il 67% delle persone in cerca di lavoro preferisce candidarsi in aziende impegnate nel ridurre il proprio impatto ambientale. Distinguersi come azienda leader in materia di sostenibilità può dunque fare la differenza nel reclutamento di nuovi talenti.

In Italia, Manpower ha oltre 2.000 posizioni “verdi” aperte
Tra le figure più ricercate ritroviamo il meccatronico e meccanico industriale green, l’ingegnere per l’energia eolica, il manager ambientale, l’architetto green, il zero-waste program manager, l’ingegnere della mobilità elettrica. Inoltre, come rileva Jefferson Wells, brand di ManpowerGroup per la ricerca e selezione di senior ed executive manager, accanto a queste figure specializzate, esiste una necessità anche di profili strategici e manageriali, ad esempio analista per l’energia rinnovabile, manager dei rischi ambientali, chief sustainability officer, project manager ESG, director of sustainable manufacturing innovation, project manager per l’edilizia ecologica.

Ben il 55% dei datori di lavoro, infatti, è convinto che gli investimenti nella trasformazione ecologica delle imprese creeranno nuovi posti di lavoro nella propria azienda. Ma oltre a nuove assunzioni, un ruolo fondamentale sarà quello della formazione e dell’aggiornamento professionale dei dipendenti: il 61% della forza lavoro globale avrà bisogno entro il 2027 di ulteriore formazione in green skills che permettono alle aziende di migliorare il proprio impatto ambientale. Tra queste vi sono competenze in materia di mitigazione dell’inquinamento e prevenzione dei rifiuti, bonifica ambientale, acquisti sostenibili, produzione e gestione dell’energia, ecc.

“L’economia verde è in continua crescita, basti pensare come di recente gli investimenti globali nell’energia solare nel 2023 abbiano superato quelli nel petrolio. Davanti a questo scenario, i datori di lavoro devono ottimizzare la gestione dell’organico per attrarre, assumere e trattenere i lavoratori in un contesto di persistente scarsità di talenti e di crescente domanda di lavori in ambito sostenibilità”, ha dichiarato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. “A questo si aggiungono gli sforzi di upskilling e reskilling che devono essere incrementati per colmare le carenze di competenze green. ManpowerGroup è pronta a supportare le aziende in questa complessa ma fondamentale trasformazione attraverso le nostre Academy, per le quali solo nell’ultimo anno abbiamo attivato svariati corsi nei settori dell’energia e della sostenibilità”.

ManpowerGroup è in prima fila con le proprie Academy per formare i lavoratori nel guidare la transizione energetica. Nell’ultimo anno sono stati erogati, o lo saranno a breve, corsi per posatori e giuntisti di fibra ottica, manutentori e installatori per il settore dell’energia, addetti alla costruzione e installazione di impianti fotovoltaici e tecnici installatori e manutentori di impianti eolici.

ManpowerGroup Italia, presente in Italia dal 1994, la realtà nazionale di ManpowerGroup – multinazionale leader mondiale nelle innovative workforce solutions – realizza e offre soluzioni strategiche per la gestione delle risorse umane: ricerca, selezione e valutazione di personale per tutte le posizioni professionali; somministrazione di lavoro a tempo determinato e indeterminato; pianificazione e realizzazione di progetti di formazione; talent & career management; servizi di outsourcing. Unendo efficacemente la sua profonda conoscenza del potenziale umano e delle esigenze dei propri clienti, ManpowerGroup crea valore per imprese e individui affiancandoli nel raggiungimento dei propri obiettivi di business e di carriera. Attraverso una rete di oltre 200 uffici, impiega 1.800 persone su tutto il territorio nazionale. Per il 14° anno ManpowerGroup è stata inclusa nella classifica “World’s Most Ethical Companies” (2023) elaborata da Ethisphere, organizzazione internazionale specializzata nella creazione, nello sviluppo e nella condivisione di best practice a livello di etica aziendale, governance, misure anticorruzione e sostenibilità. La proposta di soluzioni di ManpowerGroup in Italia viene offerta attraverso Manpower®, Experis®, Talent Solutions e Jefferson Wells.

Linc Magazine è la rivista di cultura del lavoro di ManpowerGroup. Fondato nel 2008 è un sito e un magazine cartaceo che diffonde cultura attraverso le firme di giornalisti, scrittori, docenti, economisti, artisti che interpretano i cambiamenti del mondo del lavoro e raccontano le storie delle persone che “costruiscono” la società del lavoro.

www.manpowergroup.it

report

Nuova Direttiva UE sulle Rinnovabili. Il 12 settembre 2023 il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva RED III, ora spetterà al Consiglio dell’Unione Europea l’approvazione definitiva.

Ricordiamo che oltre all’approvazione del Consiglio dell’UE, la quale potrebbe comportare delle modifiche, essendo una Direttiva non ha effetti immediati ma spetta al singolo Stato membro recepirla e applicarla.

La Direttiva in questione, conosciuta anche come Renewable Energy Directive III, si pone come obiettivo la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili ma anche l’aumento della quota di energia rinnovabile nel mix energetico.

Di seguito, sinteticamente, i punti più salienti.

Autorizzazioni più snelle per gli impianti
Entro 30 giorni, 45 giorni nel caso di impianti ubicati fuori dalle zone di accelerazione, dal ricevimento della domanda di autorizzazione per gli impianti situati nelle zone di accelerazioni per le energie rinnovabili, l’autorità competente dovrà confermare la completezza della domanda o richiedere ulteriori informazioni.
Le procedure per il rilascio delle autorizzazioni nelle zone di accelerazione per le energie rinnovabili non dovranno durare più di 12 mesi.
Sempre in queste zone, le autorizzazioni per la revisione della potenza degli impianti di produzione di energia rinnovabile, per impianti di potenza elettrica inferiore a 150 kW non dureranno più di 6 mesi.
Poi, le nuove domande relative agli impianti di produzione di energia rinnovabile, situati in queste zone e in presenza di determinate condizioni, saranno esonerati dalla Valutazione di Impatto Ambientale.

Ricordiamo che, le cd zone di accelerazione per le energie rinnovabili sono specifici luoghi, sia terresti che marini, adatti all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, diversi dagli impianti di combustione di biomasse, dove non si prevede che l’impiego di una determinata tipologia di energia rinnovabile abbia significativi effetti ambientali.
Inoltre, l’individuazione di queste aree dovrà coincidere con le zone adatte allo sviluppo accelerato di tecnologie per le energie rinnovabili identificate a norma del diritto nazionale.

Nella stessa è stata prevista la possibilità di introdurre procedure alternative di risoluzione delle controversie relative alle procedure di rilascio delle autorizzazioni.
Inoltre, gli Stati membri dovranno provvedere a far sì che i ricorsi amministrativi e giurisdizionali potranno essere soggetti a una procedura amministrativa e giudiziaria più rapida.

Per le autorizzazioni al di fuori delle zone di accelerazione per le energie rinnovabili è stato previsto che le stesse non dovranno durare più di 2 anni.

Successivamente, all’art. 16 quater, nel caso di revisione della potenza non superiore al 15% di un impianto di produzione di energia rinnovabile, le procedure per il rilascio delle autorizzazioni non dovranno durare più di 3 mesi dalla presentazione della domanda.

Nel caso di autorizzazioni per l’installazione di apparecchiature di energia solare e di impianti di stoccaggio dell’energia, compresi quelli integrati negli edifici, in strutture artificiali esistenti o future, non dovranno durare più di 3 mesi.
Inoltre, la durata di un mese per il rilascio delle autorizzazioni è riconosciuta nel caso di impianti con capacità inferiore a 100 kW, anche per gli autoconsumatori di energia rinnovabile e comunità di energia rinnovabile.

Trasporti, idrogeno e biomassa
Nella stessa normativa è stato previsto di incentivare l’utilizzo dell’idrogeno, soprattutto nel campo dell’industria ma anche nel campo dei trasporti.
Infatti, lo scopo è quello di avere una riduzione del 14,5% di emissioni di gas serra entro il 2030 attraverso l’utilizzo di carburanti di origine non biologica.
Infine, è stata inserita la previsione per cui l’elettricità fornita da colonnine verdi elettriche private concorre alle quote per i carburanti verdi dei trasporti, il fine è quello di rispettare il quantitativo di combustibili rinnovabili e di energia elettrica da fonti rinnovabili fissato in capo ai fornitori stessi.
In tal contesto, è stata posta anche attenzione sull’incentivazione e lo sviluppo della biomassa nel rispetto della qualità del suolo e della biodiversità.
L’obiettivo finale è quello di raggiungere entro il 2030 una quota di energia da fonti rinnovabili pari almeno al 42,5%.

www.italiasolare.eu

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European Net-Zero Academies should accelerate training and address urgent skills shortages. The Renewable Energy Skills partnership has issued a statement of 10 recommendations to the European Commission, on the establishment of Net-Zero Industry Academies, as proposed by the Commission in the Net-Zero Industry Act.

Soon, the partnership will launch a set of training programmes for renewables across the EU.

Arthur Daemers, Policy Advisor at SolarPower Europe (he/him); “The challenge is twofold: we must ensure high-quality skills, while recruiting more solar workers. Stakeholders like the Renewable Energy Skills Partnership must be involved every step of the way, so that we can build up the skilled workforce needed to secure a carbon neutral Europe.”

The Renewable Energy Skills Partnership is urgently calling on the European Commission to take decisive action. European Net-Zero Academies should:

1. Accelerate training programmes across the EU.
2. Address urgent skills shortages.
3. Build on existing sectoral, initiatives.
4. Prioritise net-zero sectors with critical skills shortages.
5. Foster a comprehensive framework, mapping all net-zero skills initiatives.
6. Strengthen synergies across net-zero technologies.
7. Identify emerging topics for trainings.
8. Provide the necessary funding.
9. Strive for cross-border recognition of qualifications, and the harmonisation of certifications.
10. Industry and relevant stakeholders, such as the Renewable Energy Skills Partnership, should be an integral part of the European Net-Zero Academies framework’s governance mechanism.

This statement comes as SolarPower Europe has just published their latest EU Solar Jobs Report 2023, revealing that the solar sector will need 1 million workers in Europe as soon as 2025.

The Renewable Energy Skills Partnership brings together stakeholders from the entire spectrum of the Renewable Energy value chain.
It gathers organisations involved in the identification and analysis of skills needs and solutions in the renewable energy sector; and in the development, implementation, promotion or financing of educational and training programmes, frameworks, and institutions.

SolarPower Europe is the award-winning link between policymakers and the solar PV value chain. Our mission is to ensure solar becomes Europe’s leading energy source by 2030. As the member-led association for the European solar PV sector, SolarPower Europe represents over 300 organisations across the entire solar sector.
With solar sitting on the horizon of unprecedented expansion, we work together with our members to create the necessary regulatory and business environment to take solar to the next level.

www.solarpowereurope.org

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Coalition for sustainable raw material policies. Over 40 Civil Society Organisations converge to advocate for Sustainable and Just Raw Material Policies.
This coalition responds to the escalating demand for metals pivotal in ushering green and digital transitions globally.

The newly formed coalition underscores the critical need for more inclusive discussions on sustainable raw material policies, advocating for a stronger representation of civil societies in global forums that dictate the future of raw materials.

Background
The present demands on raw materials are experiencing exponential growth, a trajectory that accompanies severe repercussions including biodiversity loss, environmental infringements, and rampant human rights abuses.
These repercussions are inextricably tied to the encompassing value chains from mining to end-of-life management of raw materials.
This alarming trend, facilitated by corruption and inadequate regulations in many regions, poses a substantial threat to vulnerable ecosystems and wider communities, often leaving the concerns and voices of indigenous peoples and local communities unheard.

In July, the collective of CSOs voiced critical concerns before the Committee on Environment, Public Health and Food Safety (ENVI), and International Trade (INTA) voted on the Critical Raw Materials Regulation (CRMR).
It emphasized the urgent need for detailed evaluations of human rights and environmental impacts instead of a mere focus on certifications.
Additionally, the group called for a reduction in the EU’s raw material consumption by at least 10% by 2030, championing a circular economy approach in the CRMA as essential to fulfilling the goals of the European Green Deal.

Vision
The coalition aspires to a transformative future, aiming to guide EU policies towards sustainability, safeguarding both people and the planet.
The agenda is clear: to diverge from an unsustainable growth-based economic framework dependent on ceaseless extraction, to one prioritising the planet and human rights over profit.

Urgent Action Points
The coalition is urging for a transformative approach to consumption, moving away from a reliance on extractivism to a system that prioritizes resource efficiency and sufficiency.
This approach envisions the fostering of a circular society, one that not only reduces production and consumption but promotes sharing over ownership and encourages the adoption of initiatives such as urban and waste mining over the extraction of virgin materials.
To realize this, the coalition believes it is imperative for the EU to establish binding targets and robust legislative frameworks that can nurture alternative business models.

Additionally, the coalition calls for the strengthening of regulatory mechanisms that oversee global corporate operations.
This involves creating inclusive legislations that hold corporations accountable for upholding human rights and environmental standards.
The coalition proposes designating certain areas as environmentally sensitive and thus off-limits for mining, as well as imposing a moratorium on deep-sea mining in both international and EU waters.
Transparency is highlighted as a critical element in this new regulatory landscape, with a particular emphasis on engaging communities transparently through all stages of a mine’s life cycle and promoting openness in EU mining projects.

“Today, as we unveil the Raw Materials Coalition, we are not just launching an initiative; we are igniting a movement, one that thrives on cooperation, respects every voice, and honors the intrinsic value of our natural resources,” states Robin Roels, EEB Associate Policy Officer for Raw Materials and the Coordinator of the Coalition. “The Coalition is a call to action for a more equitable and just tomorrow, not as an option, but as the only way forward. For too long, the voices of civil society have been sidelined in critical discussions shaping our world’s future. It’s time to change that.”

The Raw Materials Coalition invites all stakeholders, including governments, businesses, and civil societies, to join hands in this endeavor, amplifying the voices that matter, promoting a discourse steeped in respect for human rights and environmental integrity, and echoing the sentiments of communities at the grassroots level.

The European Environmental Bureau (EEB) is Europe’s largest network of environmental citizens’ organisations, standing for environmental justice, sustainable development and participatory democracy. Our experts work on climate change, biodiversity, circular economy, air, water, soil, chemical pollution, as well as policies on industry, energy, agriculture, product design and waste prevention. We are also active on overarching issues such as sustainable development, good governance, participatory democracy and the rule of law in Europe and beyond.
We have over 180 members in over 38 countries.

eurmc.org

eeb.org

position paper

Energy-saving decisions for home renovations. 10 organisations join forces to build a digital platform empowering homeowners.

Increasing energy prices have affected millions of Europeans, causing widespread energy poverty to reach rates never seen before.
Consumers facing this situation are in dire need for support to reduce their energy consumption and costs (1), to make informed decisions, increase their knowledge on where and how to start the renovation process and find the right quality-proof professionals. Renovating residential buildings and installing energy efficiency measures can help consumers save energy – as well as Europe achieve its sustainability targets. The HORIS project will lead a people-centric approach to sustainable home renovation and energy efficiency for the next 30 months. 10 organisations from 4 countries (Italy, The Netherlands, Portugal, Spain) will partner to develop a digital platform aiming to simplify the home renovation process and help consumers identify the best options for their needs.
The transition to a low-carbon society requires us to renovate our buildings and make them more energy-efficient. In the European Union, buildings account for 40% of energy consumption and 36% of C02 emissions (2).
An estimated 75% of EU buildings are energy inefficient; implementing energy-saving measures is essential to achieve climate neutrality (3,4).
Due to multiple barriers impacting market deployment, building renovation is happening well below the rate required to reach climate targets.
For the residential sector alone, we need to double the current rate of building upgrades.
Renovating homes will not only reduce collective carbon emissions but help to alleviate energy poverty.

Breaking down barriers to sustainable home renovation
Homeowners face several barriers when deciding on which home renovation measures to take. In the most recent energy transition barometer survey by KfW, 2 in 5 homeowners in Germany say they can’t afford climate-friendly renovations, with cost concerns being the most important investment hurdle cited by homeowners, followed by the assumption that the investment is not worthwhile and by the lack of availability of craftsmen.
These are exactly the barriers HORIS wants to break by developing a digital one-stop-shop that simplifies the home renovation process. The project will empower homeowners in Italy, Spain, and Portugal to make informed decisions in sustainable renovation. The project funded by the EU LIFE programme will address the connected issues of energy efficiency and energy poverty by helping homeowners navigate the complexities of home renovation while speeding up the process. Project partners in 4 countries will further develop an existing digital platform, the Green Menu, and build upon existing tools to provide homeowners with a customised package of renovation solutions. Making homeowners aware of the benefits of home renovation and the financial support available is a central objective of the platform.

1 European Commission. Press release – Summer 2023 Economic Forecast: Easing growth momentum amid declining inflation and robust labour market https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_23_4408
2 Roscini, A.V.; Rapf, O.; Kockat, J. On the Way to a Climate-Neutral Europe: Contributions from the Building Sector to a Strengthened 2030 Climate Target; Buildings Performance Institute Europe (BPIE), 2020.
3 European Commission. A Renovation Wave for Europe—Greening our Buildings, Creating Jobs, Improving Lives; 14.10.2020, COM (2020) 662 Final; European Commission, 2020.
4 Shnapp, S.; Paci, D.; Bertoldi, P. Untapping Multiple Benefits: Hidden Values in Environmental and Building Policies; Joint Research Centre Technical Report (JRC120683), 2020.

HORIS will create a network of approved home renovation practitioners to help homeowners make necessary upgrades. By developing a user-friendly and engaging one-stop shop where they can access customised home renovation packages and connect with renovation practitioners, homeowners can be confident they are making the right choice for their properties.
HORIS will engage and collaborate with homeowners, renovation professionals, local and regional public authorities, and non-profit organisations to maximise the environmental, social, and economic benefits.
– Environmental Benefits: create sustainable communities by reducing energy demand, waste generation, and greenhouse gas emissions.
– Social Benefits: reduce energy poverty by helping consumers make energy saving decisions.
– Economic Benefits: stimulate the local economy and create green jobs.
HORIS project partners include 3 consumer organisations to bring energy-saving measures into the heart of citizens’ homes.
Co-funded by the European Union under project number 101120497. Views and opinions expressed are however those of the author(s) only and do not necessarily reflect those of the European Union or CINEA. Neither the European Union nor the granting authority can be held responsible for them.

– BYinnovation is Media Partner of IEECP

ieecp.org

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ENI sapeva impatti ambientali da decenni. In diverse sue pubblicazioni risalenti agli anni Settanta e Ottanta, il colosso italiano ENI, all’epoca interamente controllato dallo Stato, metteva in guardia sui possibili impatti distruttivi sul clima del pianeta derivanti dalla combustione delle fonti fossili.

Eppure, nonostante questi ammonimenti, l’azienda ha proseguito e continua ancora oggi a investire principalmente sull’estrazione e lo sfruttamento di petrolio e gas.

Inoltre sin dalla prima metà degli anni Settanta il Cane a sei zampe ha fatto parte dell’IPIECA, un’organizzazione fondata da diverse compagnie petrolifere internazionali che, secondo recenti studi, a partire dagli anni Ottanta avrebbe consentito al gigante petrolifero statunitense Exxon di coordinare “una campagna internazionale per contestare la scienza del clima e indebolire le politiche internazionali sul clima”.

È quanto denuncia «ENI sapeva», il rapporto diffuso da Greenpeace Italia e ReCommon e realizzato grazie a ricerche effettuate negli scorsi mesi presso biblioteche e archivi della stessa ENI o di istituzioni scientifiche come il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Lo studio, basato anche su recenti analisi simili riguardanti altre compagnie come la francese TotalEnergies, include inoltre contributi di storici della scienza come Ben Franta, ricercatore senior in Climate Litigation presso l’Oxford Sustainable Law Programme, tra i maggiori esperti del tema a livello mondiale, e Christophe Bonneuil, attualmente direttore di ricerca presso il più grande ente pubblico di ricerca francese, il Centre national de la recherche scientifique (CNRS).

«La nostra indagine dimostra come ENI possa essere aggiunta al lungo elenco di compagnie fossili che, come è emerso da numerose inchieste internazionali condotte negli ultimi anni, erano consapevoli almeno dai primi anni Settanta dell’effetto destabilizzante che lo sfruttamento di carbone, gas e petrolio esercita sugli equilibri climatici globali, a causa delle emissioni di gas serra», dichiara Felice Moramarco, che ha coordinato la ricerca per Greenpeace Italia e ReCommon. «Se ci troviamo oggi nel pieno di una crisi climatica che minaccia le vite di tutte e tutti noi, la responsabilità ricade principalmente su aziende come ENI, che hanno continuato per decenni a sfruttare le fonti fossili, ignorando gli allarmanti e crescenti avvertimenti provenienti dalla comunità scientifica globale».

Lo scorso 9 maggio Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadine e cittadini italiani hanno presentato una causa civile nei confronti di ENI per i danni subiti e futuri, di natura patrimoniale e non, derivanti dai cambiamenti climatici a cui la compagnia avrebbe significativamente contribuito con la sua condotta negli ultimi decenni, pur essendo consapevole degli impatti sul clima delle proprie attività, come dimostrato dal rapporto “ENI sapeva”.
La causa mira a costringere ENI a rivedere la sua strategia industriale e a ridurre le sue emissioni del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020, come raccomandato dalla comunità scientifica internazionale per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
La causa è stata presentata anche contro il Ministero dell’Economia e delle Finanze e contro Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., in quanto azionisti rilevanti di ENI.

www.greenpeace.org

www.recommon.org

documento

The Age of Resilience Reimagining Existence on a Rewilding Earth. Jeremy Rifkin: The Great Transformation from the Age of Progress in a new worldview.

What would happen if we were to awaken one day – all 8 billion of us – only to realize that the world we live in and experience and are deeply attached to suddenly appeared eerily alien as if we’d been teleported to some other distant world where identifiable markers by which we’ve come to understand our existence were simply missing – no less our sense of agency? That frightening prospect is now.
Apocalyptic spring floods, deadly summer droughts, heatwaves and wildfires, and catastrophic autumn hurricanes and typhoons, each devastating the planet’s ecosystems with the loss of human life and the lives of our fellow creatures along with untold destruction of the societal infrastructure, is taking us into the Sixth Extinction of life on Earth.

In his new book, The Age of Resilience: Reimagining Existence on a Rewilding Earth, social and economic theorist, and advisor to heads of state around the world, Jeremy Rifkin, addresses “the great unspoken.” Rifkin argues that the Age of Progress, which took our species to the commanding heights as the dominant species on Earth, but at the expense of the wholesale destruction of life on the planet, is on a death spiral and a nascent Age of Resilience is quickly trending with a new meta-narrative that fundamentally transforms the way our species will live and flourish on a rewilding Earth.

TABLE OF CONTENTS

Part One
EFFICIENCY VS. ENTROPY: THE DIALECTIC OF MODERNITY
1) Masks, Ventilators, and Toilet Paper: How Adaptivity Trumps Efficiency
2) Taylorism and the Laws of Thermodynamics
3) The Real World: Nature’s Capital

Part Two
PROPERTIZING THE EARTH AND PAUPERIZING THE WORKFORCE
4) The Great Disruption: The Planetary Enclosure of Time and Space
5) The Ultimate Heist: Commodifying the Earth’s Spheres, Gene Pool, and Electromagnetic Spectrum
6) The Catch-22 of Capitalism: Increased Efficiency, Fewer Workers, and More Consumer Debt

Part Three
HOW WE GOT HERE: RETHINKING EVOLUTION ON EARTH
7) The Ecological Self: We Are Each a Dissipative Pattern
8) A New Origin Story: The Biological Clocks and Electromagnetic Fields That Help Synchronize and Shape Life
9) Beyond the Scientific Method: Complex Adaptive Social/ Ecological Systems Modeling

Part Four
THE AGE OF RESILIENCE: THE PASSING OF THE INDUSTRIAL ERA
10) The Resilient Revolution Infrastructure
11) The Ascendance of Bioregional Governance
12) Representative Democracy Makes Way for Distributed Peerocracy
13) The Rise of Biophilia Consciousness

Jeremy Rifkin is an American economic and social theorist, writer, public speaker, political advisor, and activist. Rifkin is the author of 21 bestselling books about the impact of scientific and technological changes on the economy, the workforce, society, and the environment. The books have been translated into more than 35 languages. His most recent books include the international bestsellers, The Age of Resilience (2022), The Green New Deal (2019), The Zero Marginal Cost Society (2014), The Third Industrial Revolution (2011), The Empathic Civilization (2010), The European Dream (2004), The Hydrogen Economy (2002), The Age of Access (2000), The Biotech Century (1998), and The End of Work (1995).
Jeremy Rifkin has been an advisor to the leadership of the European Union since 2000. He has advised three past presidents of the European Commission – Romano Prodi, Jose Manuel Barroso, and Jean-Claude Juncker – and is advising the current European Commission under the presidency of Ursula von der Leyen, as well as the former president of the European Parliament, David Sassoli. Mr. Rifkin has also advised numerous EU heads of state over the past twenty years, including Germany’s Angela Merkel, on the ushering in of a smart green Third Industrial Revolution economy.
Mr. Rifkin’s New York Times bestselling book, The Third Industrial Revolution, provided the blueprint for the economic transition to a post-carbon ecological society across the European Union. According to The European Energy Review, “perhaps no other author or thinker has had more influence on the EU’s ambitious climate and energy policy than the famous American ‘visionary’ Jeremy Rifkin.” In the words of Vice Chancellor and Economy Minister of Germany, Sigmar Gabriel, Jeremy Rifkin “is the economic and ecological worldwide ambassador of the energy transition… Rifkin presents a grand scenario for the future: a visionary approach unlike anyone has dared to put forward in the last fifty years that will boost our thinking and help with our orientation.”

www.foet.org