Category: Energia

ESG adoption in EU construction and real estate. The new report by the CPEA ESG Working Group provides a snapshot of where different European players within the construction and the real estate industry currently stand in relation to ESG strategy development, implementation and related disclosures, looking at drivers, risks and challenges and potential solutions.

Against a background of a rapid rise in construction and real estate market engagement with ESG related topics and discourses and an equally growing number of ESG initiatives, this new report by the CPEA ESG Working Group provides a snapshot of where different European players within the construction and the real estate industry currently stand in relation to ESG strategy development, implementation and related disclosures, looking at drivers, risks and challenges and potential solutions.

Need for a multi-dimensional ESG approach
According to the findings of the report most of the industry’s ESG engagement and reporting is limited to environmental issues and even here the majority of market participants focus on energy and climate issues and to a much lesser extent on wider environmental aspects such as circularity, biodiversity, pollution or water management.

By mapping the interlinkages and interdependencies between all ESG components, i.e. environmental, social and governance ESG impact areas and associated criteria, Working Group industry experts illustrate that sector stakeholders need to take a wider view if they want to avoid risks of perceptions of ESG-washing in the future. For example, there are direct links between decarbonisation targets and social outcomes which in turn also have a bearing on an organisation’s governance performance.

Contrary to general belief within the industry that governance issues only relate to the organisational level, Working Group also members demonstrate that the corporate level governance structure strongly influences the policy and strategy framework for implementation at the building or site level and, that in turn, data and documentation from the latter help inform strategy development, proof of compliance and support delivery of top-level policies and commitments.

Recommendations
Based on Working Group members’ expertise and practical examples, the report features a series of recommendations for both policy makers and market participants. On the policy side, Working Group members call for the development of an “all in one” Sustainable Buildings Directive based on Level(s), the aggregation and prioritisation of policy initiatives and the introduction of digital building logbooks to overcome existing data barriers. In terms of market practice, recommendations include the creation of a new market rule book with the obligation to prove the case “ESG compliant” on the basis of third-party verified data with penalties for greenwashing and the setting of macro-objectives with ongoing monitoring and regular reviews as part of a longer-term perspective ESG roadmap.

www.bpie.eu

www.cpea.eu

Fotovoltaico Italia primo semestre 2023. Più che raddoppiata la potenza fotovoltaica connessa rispetto al 1° semestre 2022. Sfiorati 1,5 milioni di impianti fotovoltaici connessi in Italia. Iniziano a calare le installazioni nel settore residenziale.
Nei primi sei mesi dell’anno sono stati installati oltre 2.300 MW di nuova potenza fotovoltaica, con una crescita del 129% rispetto al primo semestre del 2022. Il 47% della potenza connessa nella prima metà del 2023 (1.096 MW) è da imputare al settore residenziale (P < 12 kW), ma riprendono anche se in misura ancora limitata le installazioni dei grandi impianti sopra i 10 MW. Sono questi i dati dell’ultimo rapporto di ITALIA SOLARE redatto sulla base dei dati Gaudì di Terna.

I dati del secondo trimestre
L’incremento delle connessioni degli ultimi 3 mesi è stato trainato dalla potenza connessa imputabile al settore C&I (impianti 20 kW ≤ P < 1 MW) e al settore utility-scale (impianti con potenza maggiore a 1 MW). La potenza connessa in tali settori nel Q2 23 ha registrato un aumento del 49% per il primo caso e del 89% nel secondo, rispetto al primo trimestre di quest’anno.
Nel secondo trimestre 2023 sono riprese le connessioni di impianti di potenza superiore a 10 MW che erano ferme da luglio 2022. In particolare, durante il secondo trimestre di quest’anno sono stati connessi in Italia 3 impianti: due da 10 MW, uno in Piemonte e uno in Puglia e uno da 36 MW in Sardegna.

Cala invece la potenza connessa degli impianti con taglia inferiore ai 20 kW che tra il primo e il secondo trimestre ha subito una riduzione del 7% e potrebbe rappresentare il declino dell’effetto Superbonus. Tale contrazione sarà probabilmente più che compensata dall’aumento di potenza delle connessioni di grandi impianti che stanno prendendo avvio. Nonostante ricopra una grande quota delle connessioni del primo semestre del 23, la potenza connessa mensilmente relativa al settore residenziale (P < 12 kW) per la prima da volta da maggio 2022 ha iniziato a calare, passando da 569 MW del primo trimestre 2023 a 528 MW nel secondo trimestre. Si ricorda che la potenza connessa relativa a tale settore nel 2022 era cresciuta in modo continuo toccando il picco tra gennaio e marzo di quest’anno (Q2 205 MW, nel Q3 268 MW e Q4 463 MW).

A novembre 2021 festeggiavamo il superamento del milione di impianti connessi in Italia
A fine giugno 2023 siamo a quasi un milione e mezzo di installazioni connesse, per la precisione 1.423.986. Considerando 30-35 mila impianti al mese (numeri mensili di connessioni nel Q2 2023) si può prevedere di superare la soglia del milione e mezzo di impianti connessi alla rete a fine settembre.

“Un dato interessante è certamente quello che registra una crescita di tutti gli impianti sopra ai 20 kW rispetto al primo trimestre del 2023. L’incremento nel settore C&I sta compensando il calo del residenziale perché continua a perdurare la spinta dettata dal caro energia, molto minore rispetto al 2022 ma ancora con prezzi 2 o 3 volte superiori rispetto a prima della crisi. Significa che le imprese hanno compreso che assicurarsi il prezzo dell’energia è fondamentale e tutela da qualsiasi rischio di impennata dei prezzi che può mettere in pericolo la redditività dell’azienda. Assolutamente positivo anche l’aumento delle installazioni oltre il MW e questo fa ben sperare per la seconda metà dell’anno, nonostante ci si trovi a operare in un contesto che vede ancora lontani i target di nuova potenza fotovoltaica da installare annualmente”, commenta Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE.

Andamenti regionali
La Lombardia si conferma la regione più solarizzata di Italia con i suoi 3,58 GW di potenza cumulata aumenta il gap con la Puglia, la quale conta 3,18 GW di potenza fotovoltaica connessa. Nei primi sei mesi la Lombardia ha corso decisamente più veloce delle altre regioni posizionandosi in testa per potenza connessa con 429 MW, seguita dal Veneto con 353 MW e dall’Emilia Romagna con 235 MW; mentre la Puglia si classifica sesta con 118 nuovi MW.

ITALIA SOLARE è un ente del terzo settore che sostiene la difesa dell’ambiente e della salute umana supportando modalità intelligenti e sostenibili di produzione, stoccaggio, gestione e distribuzione dell’energia attraverso la generazione distribuita da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico. Promuove inoltre la loro integrazione con le smart grid, la mobilità elettrica e con le tecnologie per l’efficienza energetica per l’incremento delle prestazioni energetiche degli edifici.
“ITALIA SOLARE è l’unica associazione in Italia dedicata esclusivamente al fotovoltaico e alle integrazioni tecnologiche per la gestione intelligente dell’energia”.

www.italiasolare.eu

Floating Offshore Wind Community è un’iniziativa di The European House – Ambrosetti, in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, che ha l’obiettivo di evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali.

Evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali. È questo l’obiettivo della Floating Offshore Wind Community, progetto creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia.
A presentare questa iniziativa in una conferenza stampa nell’ambito del Forum di Cernobbio sono stati Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti; Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri; Lucia Morselli, CEO di Acciaierie d’Italia; Carlos Martin Rivals, CEO di BlueFloat e Toni Volpe, CEO di Renantis, coadiuvati dall’advisor scientifico Tim Pick, già consulente del Governo del Regno Unito per lo sviluppo dell’Eolico Offshore.

“La decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa deve fare leva sul principio fondamentale della neutralità tecnologica: è necessario sfruttare il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie disponibili. In questo processo, l’eolico offshore galleggiante può essere la chiave per accelerare la transizione verde, grazie al potenziale energetico e ai limitati impatti ambientali e sociali, nonché alle ricadute positive sulla filiera industriale italiana”, ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

Piattaforme “Fixed-bottom” e “Floating”
Entrando nel merito dell’eolico offshore, si possono distinguere 2 macro-tipologie:
la “fixed-bottom”, la cui fondazione è radicata al fondale marino,
la “floating”, che è supportata da una struttura galleggiante e attraccata al fondale tramite un sistema di ancoraggio e cavi. Quest’ultima presenta notevoli vantaggi: può essere installata in acque più profonde e con venti più forti, il che aumenta il potenziale energetico; può essere posizionata più lontano dalla costa, risultando quasi invisibile nel paesaggio e riducendo i conflitti di interesse con altri usi del mare; ha minori impatti sull’ambiente e la fauna marina, restando maggiormente in superficie.

Il confronto internazionale
Effettuando un confronto con i principali player internazionali, emerge che, con una capacità installata di eolico offshore (a fondo fisso) al 2022 pari a 30 MW e un obiettivo al 2030 pari a 2,1 GW (tra impianti a fondo fisso e galleggiante), il nostro Paese viene ampiamente distaccato dalla Cina, leader mondiale, dal Regno Unito, 2o mercato mondiale, e dalla Germania, leader in UE – che, rispettivamente, vantano un installato nel 2022 pari a 30 GW, 14 GW e 8 GW e un target al 2030 pari a 60 GW, 50 GW e 30 GW (quasi interamente impianti a fondo fisso). Mentre le potenze globali puntano con decisione su questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti).

Perché l’Italia è il Paese ideale per l’eolico offshore galleggiante
Grazie alle caratteristiche morfologiche ed alla conformazione dei fondali marini, il nostro Paese ha un enorme potenziale per l’installazione di eolico offshore galleggiante: secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’Italia è il 3o potenziale mercato mondiale per eolico galleggiante. Inoltre, secondo il Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e il Politecnico di Torino, il potenziale italiano di eolico offshore galleggiante è pari a 207,3 GW (x3,4 le FER installate nel 2022) in termini di potenza, e 540,8 TWh/anno (x1,7 la domanda elettrica nel 2022) in termini di generazione.

Tra le aree del Paese con maggiore potenzialità di sviluppo di questa tecnologia si evidenziano la Sardegna, la Sicilia e la Puglia, in un contesto in cui queste Regioni mostrano un gap di rinnovabili da colmare, rispettivamente, del 128%, del 115% e del 50% (ai trend attuali vs target energetici al 2030, secondo la bozza del Decreto Aree Idonee). Un motivo in più per investire nell’eolico offshore galleggiante, evidenzia la Community, che ha coinvolto nel corso dei propri lavori i rappresentanti delle Regioni interessate.

La produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe, inoltre, alcuni settori chiave per l’Italia, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche – per un totale di 255,6 miliardi di Euro (2o Paese in UE dietro alla Germania) e 1,3 milioni di occupati.

Cosa distingue l’eolico offshore galleggiante da quello tradizionale
Dai lavori della Community è emerso anche che l’eolico galleggiante può aprire notevoli opportunità di sviluppo per il nostro Paese, con particolare riferimento a 3 elementi che distinguono questa tecnologia rispetto a quella dell’eolico tradizionale: le piattaforme galleggianti, l’utilizzo di navi e di infrastrutture portuali specifiche.
Per quanto concerne le piattaforme galleggianti, la produzione di acciaio sarà cruciale per il loro sviluppo e la loro costruzione. In questo contesto, l’talia potrà beneficiare della presenza di alcuni tra i più importanti impianti di produzione di acciaio dell’Unione Europea e della disponibilità di un sito siderurgico primario che negli ultimi anni ha compiuto un notevole sforzo di sviluppo sostenibile per la realizzazione di un acciaio “pulito” che rispetta l’ambiente. In questo contesto, il produttore di acciaio che partecipa allo sviluppo e alla costruzione di grandi impianti eolici offshore, essendo anche un consumatore di energia, crea un circolo virtuoso utilizzando la fornitura di energia per ridurre ulteriormente le emissioni.
Per installare, rendere operative e mantenere le turbine galleggianti, sono necessarie navi di supporto specifiche, per cui l’Italia può sfruttare la propria posizione di leader europea per produzione di navi, con un valore pari a 6,6 miliardi di Euro – triplicando il valore della 2a classificata, la Spagna, con 2,1 miliardi di Euro. Questa posizione di leadership è ancora più rilevante se si pensa che la fase di Operations&Maintenance rappresenta la prima voce di costo nella vita utile di un parco eolico offshore galleggiante (37% del totale).
Terzo elemento cruciale allo sviluppo di parchi eolici galleggianti sono i porti, dove viene svolta la maggior parte delle attività di assemblaggio, installazione e messa in funzione delle turbine galleggianti. Al momento, tuttavia, in Italia non esistono porti con i requisiti per sviluppare un progetto di eolico offshore galleggiante: sono necessari centinaia di milioni di Euro per adeguare le attuali infrastrutture.

Proposte per lo sviluppo in Italia
In conclusione, la Community ha messo in luce alcune questioni aperte da affrontare per permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Anzitutto, manca l’individuazione di un obiettivo ambizioso, che dovrebbe essere pari ad almeno 20 GW al 2050, che incentivi gli investitori nello sviluppo di questi progetti. In Italia manca, inoltre, una pianificazione strategica dello spazio marittimo: coerentemente con l’obiettivo di 20 GW al 2050, essa deve identificare, soprattutto nei mari di Sicilia, Sardegna e Puglia, aree che per numero e dimensioni permettano questi sviluppi. Un’ulteriore sfida è quella di efficientare gli iter autorizzativi – ad oggi, i progetti di eolico offshore richiedono tempistiche lunghe, includendo le attività organizzative legate alla filiera e al sito costruttivo. È inoltre auspicabile definire sistemi incentivanti a livello Paese che permettano uno sviluppo concorrenziale dell’eolico galleggiante, oltre ai necessari interventi per ampliare la capacità di rete a livello Paese.

The European House – Ambrosetti è un gruppo professionale di circa 300 professionisti attivo sin dal 1965 e cresciuto negli anni in modo significativo grazie al contributo di molti Partner, con numerose attività in Italia, in Europa e nel Mondo.
Il Gruppo conta tre uffici in Italia e diversi uffici esteri, oltre ad altre partnership nel mondo. La sua forte competenza è la capacità di supportare le aziende nella gestione integrata e sinergica delle quattro dinamiche critiche dei processi di generazione di valore: Vedere, Progettare, Realizzare e Valorizzare.
Da più di 50 anni al fianco delle imprese italiane, ogni anno serviamo nella Consulenza circa 1.300 clienti realizzando più di 250 Studi e Scenari strategici indirizzati a Istituzioni e aziende nazionali ed europee e circa 120 progetti per famiglie imprenditoriali. A questi numeri si aggiungono circa 3.000 esperti nazionali ed internazionali che ogni anno vengono coinvolti nei 550 eventi realizzati per gli oltre 17.000 manager accompagnati nei loro percorsi di crescita.
Il Gruppo beneficia di un patrimonio inestimabile di relazioni internazionali ad altissimo livello nei vari settori di attività, compresi i responsabili delle principali istituzioni internazionali e dei singoli Paesi.
Dal 2013 The European House – Ambrosetti è stata nominata nella categoria “Best Private Think Tanks” – 1° Think Tank in Italia, 4° nell’Unione Europea e tra i più rispettati indipendenti al mondo su 11.175 a livello globale (fonte: “Global Go To Think Tanks Report” dell’Università della Pennsylvania). The European House – Ambrosetti è stata riconosciuta da Top Employers Institute come una delle 141 realtà Top Employer 2023 in Italia.

www.ambrosetti.eu

Da pannelli solari a barattoli. Sogliano Ambiente Spa, azienda leader nel settore del riciclo dei rifiuti, ha trovato una soluzione innovativa per il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici grazie alla collaborazione con Cyrkl, la piattaforma globale dedicata alla compravendita di rifiuti industriali e all’approvvigionamento sostenibile.

L’azienda, da anni impegnata nel riciclo a 360 gradi dei rifiuti, ha recentemente ampliato le sue attività per includere il riciclo dei pannelli fotovoltaici.
Grazie a metodi di lavorazione avanzati, Sogliano Ambiente è in grado di estrarre una percentuale molto elevata dei materiali contenuti nei pannelli fotovoltaici, ottenendo risultati di efficienza senza precedenti.
Infatti, il 99% dei materiali in ingresso viene avviato al riciclo, mentre solo l’1% viene destinato allo smaltimento finale.

Attraverso il loro sistema di trattamento meccanico su linea, Sogliano Ambiente Spa ha raggiunto un importante traguardo: l’End-of-Waste sul vetro dei pannelli fotovoltaici, in conformità con il regolamento (UE) N. 1179 del 10/12/2012.
Questo significa che il vetro recuperato perde la qualifica di rifiuto e diventa una preziosa materia prima seconda, pronta per essere reintrodotta nel ciclo produttivo.

Per valorizzare il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici, Sogliano Ambiente Spa ha collaborato con Cyrkl
Attraverso la piattaforma di Cyrkl, l’azienda ha trovato un partner specializzato nella produzione di vasetti e bottiglie per il settore alimentare, ad esempio per sughi. La connessione facilitata da Cyrkl ha creato un mercato per il vetro dei pannelli fotovoltaici, precedentemente considerato un sottoprodotto di poco valore.

Simone Grasso, country manager italiano di Cyrkl, ha commentato: “Siamo entusiasti di supportare Sogliano Ambiente Spa nel loro impegno per il riciclo dei pannelli fotovoltaici. Questa connessione dimostra come la circolarità possa creare opportunità di business sostenibili, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle attività industriali. Siamo orgogliosi di facilitare tali connessioni e di fornire alle aziende gli strumenti necessari per trasformare i rifiuti in risorse preziose”.

La partnership tra Sogliano Ambiente Spa e il produttore di imballaggi in vetro è solo un esempio delle numerose connessioni di successo che Cyrkl ha facilitato nel settore della gestione dei rifiuti.
La piattaforma di Cyrkl ha già connesso migliaia di aziende in tutto il mondo, offrendo loro l’opportunità di trasformare i propri rifiuti in risorse preziose e contribuire alla transizione verso un’economia circolare.
Sogliano Ambiente Spa continua a essere all’avanguardia nel settore del riciclo dei pannelli fotovoltaici, dimostrando il suo impegno per l’efficienza e la sostenibilità.
Grazie alla collaborazione con Cyrkl, l’azienda è in grado di valorizzare il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale di questa importante fonte di energia rinnovabile.

Cyrkl è una startup green-tech la cui missione principale è di applicare i principi dell’economia circolare alla gestione dei rifiuti attraverso tecnologie innovative, analisi dei dati e apprendimento automatico.
Ad oggi Cyrkl aiuta migliaia di aziende a trasformare i rifiuti in risorse, grazie alla più grande piattaforma digitale sugli scarti in Europa dove è possibile caricare annunci virtuali di ogni tipo di scarto o rifiuto.
Grazie a Cyrkl le aziende risparmiano centinaia di migliaia di tonnellate di emissioni di CO2 che verrebbero altrimenti rilasciate nell’atmosfera.
Come parte delle sue attività di consulenza, il team di esperti di rifiuti si occupa inoltre di consulenze specifiche.
Gli esperti si recano presso gli stabilimenti industriali e analizzano tutti i flussi di rifiuti con l’obiettivo di trovare soluzioni alternative in termini di gestione dei rifiuti.
I risultati ottenuti sono analisi di mercato, risparmi ambientali ed economici (15% – 45%) e supporto nell’implementazione di nuove tecnologie di riciclaggio. Il portafoglio clienti include anche grandi aziende come LIDL e Škoda Auto.

cyrkl.com

www.soglianoambiente.it

Il sole per il Centro Cash di Olbia. SMARTEFFICIENCY per FOTOVOLTAICO. Il punto vendita è stato inaugurato nel giugno 2022 e si rivolge alla clientela professionale Ho.Re.Ca. alberghi e ristoranti.

Gli addetti del punto vendita sono circa 100.
L’attività del Centro Cash ha avuto inizio nella sede di Oristano nel 2005, a cui si è aggiunta la sede di Olbia, poi Nuoro e Cagliari.
Centro Cash è un brand facente parte del Gruppo Abbi che impiega 1200 dipendenti.

Recupero batterie di trazione. FPT Industrial, multinazionale leader nelle soluzioni propulsive a basso impatto ambientale – tra cui batterie per veicoli elettrici commerciali leggeri, autobus e minibus – e Reefilla, startup innovativa torinese che ha lanciato il primo servizio di ricarica mobile e predittiva, hanno dato vita a un progetto pilota finalizzato a dare una seconda vita alle batterie dei veicoli commerciali elettrici e in particolare al modello eBS37 montato sull’IVECO eDaily e minibus.

FPT Industrial e Reefilla hanno unito le loro forze in un processo virtuoso per dare una risposta concreta alla rilevante sfida di assicurare il riutilizzo delle batterie dei mezzi elettrici – una volta completata la loro vita utile – al fine di garantire piena sostenibilità e compliance con i nuovi regolamenti europei.

Prodotte da FPT Industrial nello stabilimento ePowertrain di Torino, dove vengono realizzati anche gli assali elettrici per veicoli commerciali leggeri e pesanti, minibus e auto ad alte prestazioni, alcune delle batterie eBS37, una volta non più idonee alla trazione elettrica, verranno riqualificate da Reefilla che si occuperà di recuperarne i moduli e oltre il 50% dei componenti interni.
I componenti vivranno nuova vita sui Fillee, power-bank mobili che Reefilla impiega per ricaricare i veicoli elettrici dei propri clienti. Grazie all’utilizzo di parti della batteria eBS37 ad alte prestazioni, Reefilla conta di incrementare notevolmente la capacità di ricarica dei propri Fillee.

Nata nell’aprile del 2021 a Torino, parte di i3P e accelerata dal Motor Valley Accelerator, Reefilla è una startup che ha sviluppato un ecosistema di prodotti e servizi di ricarica per la mobilità elettrica. È attiva oggi nelle città di Torino e Milano, dove offre un servizio di ricarica mobile e predittiva per flotte e privati. Una flotta di van elettrici porta alle vetture i Fillee, costruiti con batterie di seconda vita, garantendo un pieno di energia green grazie ai centri di ricarica dotati di pannelli fotovoltaici. Il tutto per permettere di trovare l’auto carica ovunque essa sia senza doverlo nemmeno richiedere.

Con l’avvio in soli sei mesi di questo progetto pilota, FPT Industrial crea un circolo virtuoso e responsabile per la gestione completa, dalla produzione al riutilizzo, delle batterie e contribuisce attivamente alla filiera carbon-neutral della mobilità elettrica.

La collaborazione con Reefilla è un perfetto esempio dell’approccio innovativo adottato da FPT Industrial per risolvere il problema delle batterie di trazione elettrica esauste. FPT vede infatti nella “seconda vita” di queste batterie sia un’opportunità di estrarne ulteriore valore, sia la possibilità di garantirne la massima circolarità.

Il Customer Service di FPT Industrial opera, d’altronde, già da tempo secondo l’approccio 5R – Riparare, Rigenerare, Riutilizzare, Riciclare e Recuperare – mettendo a disposizione dei clienti una metodologia di gestione del prodotto e una serie di servizi che hanno come obbiettivo la sostenibilità ecologica ma anche economica di tutta la vita utile del prodotto nel suo complesso e di tutti i suoi componenti.

Brand che ha nel proprio DNA la sostenibilità di progetti, processi e prodotti, FPT Industrial ha sviluppato il progetto pilota con Reefilla in una consolidata ottica di Open Innovation, creando cioè valore attraverso la collaborazione con start-up ad alto contenuto tecnologico.
Questa strategia agile e vincente consente a FPT Industrial di accelerare il proprio percorso di innovazione tecnologica in chiave sostenibile, schierandosi al fianco delle nuove realtà imprenditoriali presenti all’interno del suo ecosistema industriale.

“Oltre alle sue importanti ricadute in termini di second life delle batterie di trazione e di sostenibilità di tutto il processo,” afferma Andrea Cugnini, Head of ePowertrain Business Line di FPT Industrial, “questo progetto pilota realizzato con Reefilla dimostra che multinazionali e startup non solo possono, ma devono collaborare in un’ottica di scambio di idee e realizzazione di soluzioni innovative”.

“Innovare significa immaginare un futuro che rinnovi i paradigmi del passato; siamo orgogliosi di aver trovato stessa volontà e intenti in un grande player come FPT industrial”, afferma Marco Bevilacqua, Co-Founder & CEO di Reefilla, “Coniugare eccellenze industriali italiane nel mondo e startup è stato un processo tutt’altro che scontato, reso incredibilmente veloce da un team di persone votate al cambiamento e con grande immaginazione, tra i valori principali su cui abbiamo costruito Reefilla”.

Concluso positivamente il progetto pilota, le due aziende intendono procedere in discussioni di carattere tecnico e commerciale più ampie, al fine di interconnettere sempre di più le rispettive aree di business.

FPT Industrial è la società di IVECO Group dedicata alla progettazione, produzione e vendita di motori per applicazioni veicolari industriali, stradali e off-road, nonché di motori per applicazioni marine e power generation e di trasmissioni e assali. La società impiega nel mondo più di 8.000 persone in dieci stabilimenti e sette Centri di Ricerca & Sviluppo. La rete di vendita di FPT Industrial è formata da 73 concessionari e da più di 800 centri di assistenza in circa 100 Paesi. Una gamma di prodotti estremamente ampia che include sei famiglie di motori con una potenza da 42 a 1.006 cavalli, trasmissioni con coppia massima da 200 a 500 Nm, assali anteriori e posteriori da 2 a 32 tonnellate. FPT Industrial vanta inoltre la più completa gamma oggi presente sul mercato di motori a Natural Gas per applicazioni industriali, coprendo un intervallo di potenze da 50 a 460 cavalli. Questa offerta, unita alla grande attenzione alle attività di Ricerca & Sviluppo, rende FPT Industrial uno dei principali protagonisti a livello mondiale nel settore dei motori per uso industriale.

www.fptindustrial.com

0

Eolico offshore sostenibile: vantaggi ambientali per tutto il ciclo di vita. La ricerca del Politecnico di Milano sulla rivista internazionale Sustainable Production and Consumption analizza un impianto galleggiante al largo della Sicilia.

Gli impianti eolici offshore portano vantaggi ambientali per tutto il loro ciclo di vita. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Sustainable Production and Consumption in cui i ricercatori del Politecnico di Milano hanno analizzato i potenziali impatti ambientali di un impianto eolico offshore galleggiante in fase di autorizzazione al largo della Sicilia.

“Dai risultati emerge che gli impatti ambientali del parco eolico offshore con turbine galleggianti sono principalmente associati al ciclo di vita della turbina eolica e della struttura galleggiante, e in particolare alla produzione di acciaio – spiega Mario Grosso, docente di Gestione e Trattamento Rifiuti al Politecnico di Milano – Le altre fasi del ciclo di vita, invece, hanno contributi nettamente più ridotti rispetto alla fase di approvvigionamento”.

Nell’analisi sono state incluse le fasi di approvvigionamento dei materiali, trasporto dei componenti, assemblaggio e installazione con imbarcazioni specializzate, manutenzione durante la fase operativa, smontaggio e fine vita.

“L’analisi include anche gli altri componenti necessari alla realizzazione di un parco eolico in mare, con particolare attenzione per il sistema elettrico necessario per la trasmissione dell’energia prodotta, al fine di valutare quanto la complessità del sistema da implementare per installazioni lontane dalla costa, contribuisca ad aumentare gli impatti complessivi dell’impianto” spiega Lucia Rigamonti, docente di Metodologie per il life cycle thinking.

Dal confronto dei risultati, per 1 GWh di energia prodotta dal parco eolico con la medesima quantità di energia prelevata dalla rete elettrica nazionale, gli impatti complessivi dell’eolico risultano significativamente ridotti per quasi la totalità delle categorie di impatto analizzate: rispetto alla categoria “cambiamento climatico” il beneficio è pari ad una riduzione degli impatti del 92%, mentre si osserva un peggioramento solo per la categoria “esaurimento delle risorse abiotiche” (+95%). Inoltre, i risultati dimostrano che gli investimenti in termini di emissioni di gas a effetto serra ed energia verrebbero ripagati velocemente dall’evitata generazione di energia da fonti fossili, rispettivamente in 2 e 3 anni.

“Complessivamente, i risultati dell’analisi forniscono un’indicazione di massima, utile a prendere consapevolezza sui carichi ambientali di un sistema di generazione di elettricità da fonte rinnovabile e confrontarlo con altre fonti energetiche – spiega Gaia Brussa, ricercatrice al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’ateneo milanese – tuttavia, deve essere tenuto in considerazione il fatto che, attualmente, si tratta una stima preliminare basata sulle scelte progettuali presentate per la fase di scoping (verifica preliminare) della Valutazione di Impatto Ambientale”.

La letteratura scientifica è ancora carente quando si tratta di analisi del ciclo di vita (LCA) di parchi eolici offshore, con turbine di grande taglia (oltre 15 MW) installate su strutture galleggianti, che rispecchiano i recenti sviluppi del settore e le attuali tendenze di mercato. Tuttavia, per valutarne la reale sostenibilità ambientale, è significativo analizzare le tecnologie di generazione elettrica da fonti rinnovabili anche in ottica di ciclo di vita.

www.polimi.it

articolo