RE Italy: unione fa la forza. L’immobiliare italiano ha ripreso il percorso di crescita, ma vi sono ancora diversi ostacoli lungo la strada verso il ritorno ai livelli precrisi. Dalla burocrazia alle inefficienze della giustizia, fino ai diritti negati, occorre che il legislatore intervenga in maniera tempestiva. Gli operatori del settore possono fare molto per spingere il cambiamento, ma solo se si mostrano in grado di marciare uniti. Sono alcuni degli spunti emersi nel corso di RE ITALY Winter Forum 2018, che si è svolta giovedì presso la sede della Borsa di Milano.

Un evento che ha visto la partecipazione di oltre 600 addetti ai lavori dei settori immobiliare e risparmio gestito, di cui forniamo un primo resoconto in questo numero di REview (gli altri contributi saranno nei numeri delle prossime settimane), un progetto che cresce e riscuote sempre più successo nel comparto.

Il manifesto del settore
Nell’occasione è stato presentato il manifesto per il rilancio dell’immobiliare, firmato dalle associazioni (da Fiaip a Confedilizia, passando per Confassociazioni immobiliare e Finco) e dagli operatori che condividono l’idea di istituire un ministero per lo sviluppo dell’immobiliare, della casa e dell’edilizia.

Tra le proposte avanzate dal manifesto, la richiesta ridurre il carico fiscale sul settore, estendere la cedolare secca, liberalizzazione delle locazioni commerciali, stabilizzazione degli incentivi per le ristrutturazioni e approvare di misure di stimolo alla riqualificazione urbana. Tra le altre misure presenti figurano anche gli incentivi fiscali per le permute immobiliari, lo sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare privata e la creazione di un ministero dello sviluppo immobiliare, della casa e dell’edilizia.

Le parole dei protagonisti
“L’interesse degli investitori internazionali è evidente: sta sostenendo una domanda d’investimento di svariati miliardi, segno di una ritrovata fiducia verso il Paese“, ha sottolineato Federico Sutti, country managing partner studio legale Dentons. Un pensiero condiviso da Mario Abbadessa, amministratore delegato Hines, il quale ha sottolineato come tuttavia il mercato resti “selettivo, con un particolare interesse verso le soluzioni di qualità, che nel nostro Paese non abbondano“.

Per Carlo Puri Negri, presidente Aedes Siiq e Sator Sgr, “la svolta indubbiamente c’è, ma serve che non si proceda esclusivamente ognuno per la propria competenza e il proprio ambito di business, ma con uno spirito collaborativo“. Altrimenti, è la visione di Puri Negri, “continueremo a incidere poco nelle scelte del legislatore”. Queste ultime, ha ricordato Leo Civelli, managing director Duff & Phelps, “sono chiamate a intervenire in primo luogo per semplificare la normativa, oggi troppo complessa rispetto ai Paesi vicini”. Di positivo, per Civelli, c’è “il ritorno della propensione agli investimenti, anche se le prossime settimane potrebbero segnare una pausa con l’avvicinarsi della scadenza elettorale“.

Nel corso della mattina vi è stata anche una lectio dell’ex-ministro dell’Economia, nonché avvocato e tributarista Giulio Tremonti, che ha puntato l’indice contro “la sottomissione politica e la svendita di gioielli italiani in corso dal 2011 in avanti“, invitando le istituzioni e le forze sane della società a cambiare rotta in maniera tempestiva per non doversi rassegnare alla logica del declino.

Le interviste
Carlo Alessandro Puri Negri, presidente Aedes Siiq e Sator
“Il mercato italiano negli ultimi 10 anni ha fatto dei progressi straordinari. Il limite è che non riusciamo a presentarci come filiera unica. Questo è un grande problema. Se partiamo dai costruttori e arriviamo ai gestori e ai proprietari e in mezzo ci sono i servizi, siamo tra i settori più importanti per incidenza sul Pil sia italiano che europeo. Occorre unire le forze per dimostrare la nostra forza. Valiamo più dell’automotive e delle telecomunicazioni messe insieme: se riusciamo a farlo comprendere alle istituzioni, sicuramente possiamo ottenere risultati importanti. Come Aedes andiamo avanti sul progetto di Caselle, che è in assoluto uno dei più importanti. Un’iniziativa sfidante, che ci vede impegnati con grande attenzione”.

Vincenzo Gibiino, presidente Opmi – Osservatorio Parlamentare sul Mercato immobiliare
“La politica è stata assente in questi 5 anni sul versante dell’immobiliare. La conseguenza è 750mila posti persi, che probabilmente non torneranno più. Nelle periferie c’è la percezione che gli immobili siano divenuti un centro di costo e non di valore, con il risultato che si continua a pagare l’Imu, ma senza ottenere benefici. La proposta presentata oggi da Opmi e associazioni di categoria è di alleggerire la pressione fiscale, anche se non è facile, considerare che il 44% dei bilanci comunali ormai è dipendente dalle entrate legate agli immobili. Una situazione intricata, dalla quale non è facile uscire. Una delle proposte è di parametrare i costi che i cittadini devono pagare all’effettivo beneficio diretto o indiretto ricevuto”.

Gian Battista Baccarini, presidente nazionale Fiaip
Siamo impegnati per il rilancio del comparto immobiliare. Chiediamo una riduzione della pressione sul settore, attraverso una forma di deducibilità indiretta dei tributi locali dalle imposte sui redditi. Chiediamo anche un’imposta unica sulla casa e l’estensione della cedolare secca su tutti i contratti di locazione in modo da dare rendimenti certi ai proprietari. Inoltre, laddove è stata fin qui applicata, la misura ha consentito l’emersione di molto nero”.

Giorgio Spaziani Testa, presidente Confedilizia
“Ancora prima di misure normative nuove, da parte del legislatore servirebbe una reale comprensione del settore immobiliare. Così spesso assistiamo a misure spot o a iniziative che smentiscono quelle approvate in precedenza. Proviamo a pensare al dibattito sulla tassazione relativa alla prima casa. Servono misure concrete e stabili per consentire lo sviluppo dell’economia attraverso una normativa adeguata”.

Maria Pia Forgione, head of full appraisals Prelios Valuations:
“Il 2018 sarà l’anno del consolidamento dei dati positivi dal mercato, che confermano una presenza forte dell’investitore esterno nello scenario immobiliare italiano“.

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