Investire in decarbonizzazione dell’economia favorirà il rilancio dalla crisi generata dall’attuale pandemia e contribuirà a uno sviluppo socioeconomico di lungo periodo: la finanza sostenibile può ricoprire una funzione cruciale in questo processo attraverso l’integrazione del “fattore clima” nelle politiche d’investimento.
Il nuovo manuale del Forum per la Finanza Sostenibile individua 4 azioni prioritarie per gli investitori e 6 settori strategici d’intervento, anche in una dimensione di partnership pubblico-privato.
La pubblicazione è stata realizzata a partire dai contributi raccolti in un gruppo di lavoro organizzato in collaborazione con WWF e con il supporto di BPER Banca, Etica Sgr, Natixis Investment Managers e UBS Asset Management.
La presentazione del manuale si è svolta in occasione dell’evento conclusivo della nona edizione della Settimana SRI, che ha coinvolto circa 5.000 persone in 13 eventi online organizzati dal Forum (complessivamente, il calendario della Settimana SRI comprende 17 convegni e 2 eventi culturali).
Investimenti sostenibili per il clima: i contenuti
Il punto di partenza: l’attuale crisi legata alla pandemia di COVID-19 non deve oscurare il problema del cambiamento climatico
L’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature medie globali entro 1,5° non può passare in secondo piano rispetto all’uscita dalla crisi generata dalla pandemia di COVID-19 per due motivi. Anzitutto perché gli aspetti sanitari e ambientali sono strettamente connessi: l’alterazione degli ecosistemi aumenta i rischi per la salute umana e, viceversa, la tutela della biodiversità e il contrasto al riscaldamento globale comportano ripercussioni positive anche dal punto di vista sanitario. In secondo luogo, perché investire sul clima può creare opportunità di rilancio dell’economia. Occorre quindi allineare i portafogli agli obiettivi di decarbonizzazione e investire in soluzioni di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico. Come?
4 azioni strategiche e 6 settori prioritari
Il manuale esamina 4 azioni che gli investitori possono integrare nelle politiche d’investimento per tenere conto dei temi ambientali e climatici:
1) analizzare i rischi finanziari legati al clima;
2) migliorare la trasparenza sui temi di sostenibilità – essenziale è quindi la rendicontazione delle imprese e la disponibilità di dati ESG per gli investitori;
3) ridurre gli impatti ambientali negativi dei portafogli – attraverso la combinazione di engagement, esclusioni, disinvestimenti e riallocazioni;
4) investire in soluzioni di mitigazione e di adattamento.
Per la quarta azione, il manuale esamina 6 settori strategici, anche per interventi in partnership pubblico-privato:
1) energia;
2) agricoltura e foreste;
3) trasporto e mobilità;
4) città ed edilizia;
5) digitale;
6) economia circolare.
L’interconnessione tra dimensione ambientale e sociale del cambiamento climatico
Uno degli aspetti peculiari del manuale è l’analisi dei fenomeni sociali legati al cambiamento climatico e la loro rilevanza dal punto di vista finanziario, in termini sia di rischi (per esempio danni alla salute, aumento delle disuguaglianze e migrazioni involontarie), sia di opportunità (in chiave di giusta transizione e di maggiore resilienza di imprese e società umane).
Il convegno di presentazione
Gian Franco Giannini Guazzugli e Francesco Bicciato, rispettivamente Presidente e Segretario Generale del Forum per la Finanza Sostenibile, hanno aperto il convegno.
“Nell’evento di oggi, che conclude la nona edizione della Settimana SRI, trattiamo la stretta connessione tra azione per il clima e rilancio dell’economia. Il manuale “Investimenti sostenibili per il clima”, realizzato a partire dai contributi di un Gruppo di Lavoro che ha coinvolto i Soci del Forum, evidenzia il valore aggiunto della natura multistakeholder della nostra associazione”, ha sottolineato Giannini Guazzugli.
“L’emergenza climatica e quella sanitaria sono profondamente legate: gli strumenti di finanza sostenibile focalizzati sulla decarbonizzazione possono essere efficaci anche in ottica di ripresa dell’economia, inclusione sociale, salvaguardia del capitale naturale e tutela della salute. Questo è il presupposto per le otto proposte che abbiamo inviato al Governo sull’impiego di strumenti di finanza sostenibile per il rilancio dell’economia”, ha dichiarato Bicciato.
Arianna Lovera, Senior Programme Officer del Forum, ha illustrato i contenuti del manuale.
La mattinata è proseguita con una tavola rotonda moderata da Emanuele Bompan, Direttore Responsabile della rivista Materia Rinnovabile, con la partecipazione di: Ugo Biggeri, Presidente di Etica Sgr; Barbara Galliano, Deputy Country Head, Head of Retail Distribution di Natixis Investment Managers Italia; Eugenio Garavini, Vice Direttore Generale di BPER Banca; Matteo Leonardi, Energy Advisor di WWF e Valeria Piani, Strategic Engagement Lead di UBS Asset Management.
Ugo Biggeri ha dichiarato: “Etica Sgr conferma la sua attenzione alle tematiche socio-ambientali e il suo impegno per una finanza sostenibile nel suo ventesimo anno di vita. Con un pizzico di orgoglio possiamo affermare di essere stati tra i primi protagonisti in Italia e di aver agito sempre con coerenza. Oggi siamo sempre più convinti che occorre crescere ancora, rafforzando l’efficacia del proprio impegno per il clima: con prodotti, certo, ma anche numeri, dati e rendicontazioni. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio significa prendersi cura del futuro del nostro Pianeta. Questo è il nostro lavoro e il nostro impegno”.
“Per riuscire ad affrontare sfide ambientali, indissolubilmente legate a quelle sociali, come il cambiamento climatico e il degrado del territorio, della biodiversità, delle risorse idriche e marine, sarà indispensabile una combinazione tra investimenti pubblici e privati. La finanza sostenibile deve fare la differenza per essere parte integrante della soluzione. Dimostrare chiarezza seppur nella diversità degli approcci ESG, impegno attivo e convinzione, risultati e impatto: questo significa per Natixis IM essere un gestore responsabile”, ha detto Galliano.
“Emerge nuovamente come le Banche svolgano un ruolo determinante nell’evoluzione della società: è ciò che sta avvenendo nella transizione delle imprese e delle famiglie verso un’economia a basso impatto ambientale – ha dichiarato Garavini – BPER Banca, da sempre legata ai territori, ha intrapreso un percorso che l’ha portata a individuare le linee guida strategiche dello sviluppo dei processi aziendali e delle politiche creditizie e di investimento in chiave di sostenibilità. Per i mercati finanziari, questo termine è sinonimo di miglior gestione del rischio e di capacità di creare valore nel medio-lungo periodo: business e sostenibilità sono due facce della stessa medaglia”.
Leonardi ha affermato: “L’innovazione è l’elemento indispensabile per la crescita economica di oggi. Ancora di più per affrontare la ripresa post COVID. Gli investimenti in settori non compatibili con la decarbonizzazione non sono un’opzione percorribile. La politica deve riconoscere la decarbonizzazione come un’opportunità, tracciare una strategia coerente e solida nel tempo e innescare l’effetto moltiplicativo degli investimenti privati. L’innovazione implica una dimensione di rischio, per gestire il quale lo Stato deve mettersi in gioco con le risorse del Green Deal e di Next Generation EU, e altrettanto di opportunità, senza le quali non si cresce e non si potrà mettere mano alle disuguaglianze generate dalla crisi”.
Piani ha commentato: “Le conseguenze del cambiamento climatico non possono più essere ignorate. Sono necessari ingenti capitali per passare a un’economia a ridotte emissioni di carbonio e limitare il riscaldamento globale sotto i 2°C. Oltre ai benefici per il pianeta, l’impegno a contrastare il cambiamento climatico offre importanti opportunità di investimento e la possibilità di potenziare i rendimenti futuri in diverse asset class e regioni e su vari orizzonti temporali. In questa ottica, UBS AM ha creato la metodologia interna “Climate Aware” per sviluppare prodotti di investimento attivi e passivi che siano allineati con scenari di transizione verso una economia più pulita. Accompagniamo inoltre i nostri investimenti con un dialogo continuo con il management aziendale per accelerare il cambiamento”.
È seguita una relazione sull’azione per il clima di Stefano Caserini, Docente di Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano, che ha commentato: “Le recenti dichiarazioni del Primo Ministro cinese, la svolta negli Stati Uniti e l’European Green Deal mostrano che la transizione fuori dal sistema dei combustibili fossili è iniziata, ma deve essere accelerata enormemente se si vuole rispettare l’obiettivo dell’Accordo di Parigi. E i dati della scienza del clima confermano sempre più come non c’è più spazio per i rinvii e le azioni ambigue”. Il Forum per la Finanza Sostenibile
ll Forum per la Finanza Sostenibile è nato nel 2001. È un’associazione non profit multi-stakeholder: ne fanno parte operatori del mondo finanziario e altri soggetti interessati agli effetti ambientali e sociali dell’attività finanziaria. La missione del Forum è promuovere la conoscenza e la pratica dell’investimento sostenibile, con l’obiettivo di diffondere l’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei prodotti e nei processi finanziari. Il Forum per la Finanza Sostenibile è parte di Eurosif, l’European Sustainable Investment Forum.
Ridurre emissioni gas serra. La Commissione Europea adotta la strategia dell’UE sul metano nel quadro del Green Deal europeo
La Commissione adotta la strategia dell’UE sul metano
La Commissione europea ha presentato oggi la strategia dell’UE per ridurre le emissioni di metano.
La Commissione europea ha presentato oggi la strategia dell’UE per ridurre le emissioni di metano. Dopo il biossido di carbonio, il metano è il secondo più importante agente dei cambiamenti climatici. È anche un potente inquinante atmosferico locale che causa gravi problemi di salute. La lotta contro le emissioni di metano è pertanto essenziale per conseguire gli obiettivi climatici per il 2030, la neutralità climatica entro il 2050 e per contribuire all’ambizione della Commissione di azzerare l’inquinamento.
La strategia definisce misure per ridurre le emissioni di metano in Europa e a livello internazionale: contiene interventi legislativi e non legislativi nei settori dell’energia, dell’agricoltura e dei rifiuti, che insieme rappresentano circa il 95 % delle emissioni di metano associate all’attività umana nel mondo. La Commissione collaborerà con i partner internazionali dell’UE e con l’industria per conseguire riduzioni delle emissioni lungo la catena di approvvigionamento.
Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal, ha dichiarato: “Per diventare il primo continente climaticamente neutro l’Unione europea deve tagliare tutti i gas a effetto serra. Il metano è il secondo più potente gas a effetto serra e una causa determinante dell’inquinamento atmosferico. La strategia sul metano garantisce tagli delle emissioni in tutti i settori, in particolare l’agricoltura, l’energia e i rifiuti. Crea per le zone rurali l’opportunità di produrre biogas a partire dai rifiuti. La tecnologia satellitare dell’Unione europea consentirà di monitorare da vicino le emissioni e di innalzare gli standard internazionali.”
La Commissaria per l’Energia Kadri Simson ha dichiarato: “Oggi abbiamo adottato la prima strategia di lotta alle emissioni di metano dal 1996. I settori dell’energia, dell’agricoltura e dei rifiuti hanno tutti un ruolo da svolgere, ma l’energia è il settore in cui le emissioni possono essere ridotte più rapidamente al minor costo. L’Europa aprirà la strada ma non possiamo muoverci da soli. Dobbiamo collaborare con i partner internazionali per far fronte alle emissioni di metano dell’energia che importiamo.“
Una delle priorità della strategia è migliorare la misurazione e la comunicazione delle emissioni di metano. Attualmente il livello di monitoraggio varia secondo i settori e gli Stati membri e nell’intera comunità internazionale. Oltre alle misure a livello dell’UE volte a rafforzare le norme in materia di misurazione, verifica e comunicazione, la Commissione sosterrà la creazione di un osservatorio internazionale delle emissioni di metano in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, la Coalizione per il clima e l’aria pulita e l’Agenzia internazionale per l’energia. Il programma satellitare Copernicus dell’UE migliorerà la sorveglianza e contribuirà a individuare i super emettitori mondiali e le principali perdite di metano.
Per ridurre le emissioni di metano nel settore dell’energia si proporrà l’obbligo di migliorare il rilevamento e la riparazione delle perdite nelle infrastrutture del gas e si valuterà l’opportunità di legiferare per vietare le pratiche di routine di combustione in torcia e di rilascio in atmosfera. La Commissione avvierà un dialogo con i partner internazionali ed esaminerà l’eventualità di norme, obiettivi o incentivi per le importazioni di energia nell’UE, con i relativi strumenti di esecuzione.
La Commissione migliorerà la comunicazione delle emissioni prodotte dall’agricoltura attraverso una migliore raccolta di dati e promuoverà opportunità di riduzione delle emissioni con il sostegno della politica agricola comune. L’accento sarà posto principalmente sulla condivisione delle migliori pratiche nelle tecnologie innovative di riduzione del metano, diete animali e gestione della riproduzione. Contribuiranno anche la ricerca mirata sulla tecnologia, soluzioni basate sulla natura e cambiamenti alimentari. I rifiuti umani e agricoli organici non riciclabili possono essere usati per produrre biogas, biomateriali e prodotti biochimici, in modo da generare flussi di reddito supplementari nelle zone rurali ed evitare nel contempo le emissioni di metano. La raccolta di questi rifiuti sarà pertanto ulteriormente incentivata.
Nel settore dei rifiuti la Commissione valuterà l’opportunità di ulteriori azioni per migliorare la gestione dei gas di discarica, sfruttandone il potenziale di consumo energetico riducendo nel contempo le emissioni, e riesaminerà la legislazione pertinente sulle discariche nel 2024. Ridurre al minimo lo smaltimento dei rifiuti biodegradabili nelle discariche è fondamentale per evitare la formazione di metano. La Commissione valuterà la possibilità di proporre ulteriori ricerche sui rifiuti nelle tecnologie del biometano.
Riesaminerà inoltre il regolamento sulla condivisione degli sforzi e valuterà la possibilità di estendere il campo di applicazione della direttiva sulle emissioni industriali ai settori che emettono metano non ancora inclusi.
Contesto
A livello molecolare, il metano è più potente del biossido di carbonio. Contribuisce alla formazione di ozono troposferico ed è un potente inquinante atmosferico locale che causa gravi problemi di salute.
Al termine del ciclo di vita il metano è trasformato in biossido di carbonio e vapore acqueo, contribuendo ulteriormente ai cambiamenti climatici. La riduzione delle emissioni di metano contribuisce pertanto a rallentare i cambiamenti climatici e a migliorare la qualità dell’aria.
La valutazione d’impatto del piano dell’UE per il 2030 sugli obiettivi climatici ha concluso che un aumento del livello di ambizione per ridurre le emissioni di gas a effetto serra ad almeno il 55 % entro il 2030 richiederebbe uno sforzo accelerato per affrontare il problema delle emissioni di metano.
L’UE, che produce il 5 % delle emissioni mondiali di metano a livello interno, incoraggerà l’azione internazionale in quanto principale importatore mondiale di energia e come attore forte nei settori dell’agricoltura e dei rifiuti.
https://ec.europa.eu/energy/topics/oil-gas-and-coal/methane-emissions_en
Scenari Immobiliari Real Value 20.20 è la nuova piattaforma informativa dedicata agli operatori del real estate, realizzata da Scenari Immobiliari che, a partire dal 1990, analizza le principali variabili del mercato immobiliare italiano.
Negli ultimi anni il flusso di informazioni relative ai principali mercati è stato standardizzato ed archiviato in un unico database di valori immobiliari, che ora viene implementato con nuove funzionalità e nuovi set di informazioni per un’analisi completa del mercato immobiliare.
Una risposta per tante domande
In uno scenario economico e congiunturale complesso e in continua evoluzione, l’informazione qualificata è uno strumento fondamentale per guidare le scelte e le strategie di operatori e investitori.
Real Value 20.20 è in grado di sostenere non solo il monitoraggio dei valori (prezzi e canoni) per tutti i principali settori di mercato (residenziale nuovo e usato, uffici nuovi, usati e direzionali, negozi, high street e gdo, logistico e industriale ecc..), ma anche l’andamento dei mercati immobiliari (serie storiche per tutti i capoluoghi e aree metropolitane) e una valutazione più ampia della realtà immobiliare ed economica attraverso indicatori immobiliari specifici e analisi del contesto immobiliare e socioeconomico – indispensabili per conoscere e interpretare le dinamiche di città e territori.
Copertura territoriale completa con navigazione su mappa
Real Value consente di avere una copertura informativa completa per tutto il territorio nazionale:
– 1.827 microaree omogenee per 180 città
– 8.371 macroaree distribuite in tutti gli altri comuni
Valori per tutti i principali mercati – con aggiornamento semestrale
Real Value include i valori (prezzi e canoni) per tutti i principali mercati:
– Residenziale nuovo e usato con box e posti auto
– Terziario nuovo, usato e direzionale moderno
– Negozi, High Street, GDO
– Industriale e logistica
Serie storiche con aggiornamento annuale
Real Value include le serie storiche dal 2010, disponibili per microzona per tutti i capoluoghi e aree metropolitane e tutti i mercati (tranne la GDO).
Dal 2021 saranno coperti tutti i comuni italiani (residenziale).
Indicatori immobiliari – con aggiornamento annuale
Per tutti i capoluoghi sono presenti le serie storiche (dal 2010) degli indicatori immobiliari necessari per conoscere i mercati residenziale, terziario e commerciale/retail:
– Offerta
– Scambiato
– Assorbimento
– Fatturato
Corporate transactions – con aggiornamento mensile
Sono inserite le principali transazioni immobiliari rilevate sul mercato per tutte le destinazioni d’uso degli ultimi 5 anni.
I dati, ove disponibili, sono relativi a:
– Venditore
– Acquirente
– Prezzo
– Superficie
– Numero di camere (per gli alberghi)
– Valore a camera (per gli alberghi)
– Sono caricate circa 800 posizioni
Contesto immobiliare
Per i capoluoghi e per il resto della provincia/città metropolitana sono presenti i dati di inquadramento immobiliare:
– Stock residenziale
– Stock uffici
– Stock negozi
– Incidenza area
– Sconto abitazioni soggette a procedimento d’asta (solo capoluoghi)
– Sconto uffici soggetti a procedimento d’asta (solo capoluoghi)
– Sconto negozi soggetti a procedimento d’asta (solo capoluoghi)
Contesto socioeconomico
Per tutti i comuni sono disponibili i dati sul contesto socioeconomico locale e sull’andamento dei mercati residenziale e terziario:
– Popolazione residente
– Stranieri residenti
– Famiglie e numero componenti
– Saldo migratorio, naturale e totale
– Imponibile pro-capite
– Andamento delle transazioni
– Prezzi e canoni medi
– Sconto medio sull’offerta
– Tempo medio di vendita
– Indice di attrattività residenziale e terziaria
Analisi di mercato
Sono disponibili report con le analisi di mercato per i mercati residenziale e terziario per:
– Il mercato italiano (4 pagine descrittive)
– Tutti i capoluoghi (4 pagine descrittive)
– Tutti i comuni (2 pagine infografiche)
Città internazionali
Sono disponibili i valori correnti (minimo, massimo e massima frequenza) per il mercato residenziale suddivisi per microzone di:
– Londra
– Parigi
– Berlino
– Madrid
DATABASE GEOLOCALIZZATO QGIS – Offline
Disponibile il database geolocalizzato con le microzone e i valori di Scenari Immobiliari, che offre la massima integrabilità con basi dati proprie.
Real Value 20.20
I dati di Real Value sono ora geolocalizzati e possono essere consultati tramite navigazione diretta su mappe, su tutto il territorio nazionale.
È possibile effettuare una ricerca puntuale per indirizzo (via e numero civico) oppure tramite navigazione attiva.
Una volta individuata la localizzazione si seleziona il/i mercato/i di riferimento e si accede alla scheda dei valori (prezzi e canoni aggiornati semestralmente), che include anche dati sul contesto immobiliare e socioeconomico.
Gestione boschi e foreste: 21 novembre, Giornata nazionale degli alberi: in Italia in aumento i boschi gestiti responsabilmente. Se piantare alberi è riconosciuto come un potente mezzo per affrontare l’emergenza climatica, accompagnare la natura mentre svolge spontaneamente questo suo compito lo è ancora di più: lo afferma una ricerca realizzata da 31 scienziati e pubblicata recentemente sulla rivista Nature.
Una ricerca che conferma scientificamente l’attività di Ong come FSC – Forest Stewardship Council® – impegnate da vent’anni nella gestione forestale responsabile. A rendere conto di questo approccio è il Bilancio Sociale 2019 di FSC Italia, pubblicato in questi giorni, in corrispondenza con la Giornata nazionale degli alberi istituita dal Ministero dell’ambiente, che si tiene sabato 21 novembre: un appuntamento che dal 2013 celebra l’altissimo valore ambientale e l’indispensabile contributo alla vita offerto dai boschi e dal loro habitat.
I boschi certificati
Le aree boschive certificate in Italia dal Forest Stewardship Council sono in aumento: a fine 2019 erano 66.356,62 ettari, contro gli oltre 65 mila dell’anno precedente. 18 alla fine dell’anno scorso le aziende e gruppi di proprietari forestali che in Italia operavano secondo gli standard FSC: una parte consistente di queste realtà ha una superficie inferiore ai mille ettari, e rispecchia l’elevata frammentazione del patrimonio boschivo italiano. Per questo sono in aumento le adesioni alle cosiddette ‘certificazioni di gruppo’ da parte di realtà private di piccole-medie dimensioni: un approccio che consente alle imprese forestali di unirsi ed avere accesso facilitato al sistema FSC. Le attuali 5 certificazioni di gruppo coinvolgono infatti quasi 240 proprietari forestali: tra queste, la realtà più significativa è sicuramente la Federazione regionale dei pioppicoltori del Friuli Venezia Giulia (200 proprietari).
I boschi e le piantagioni certificate si concentrano soprattutto al Nord (Trentino-Alto Adige, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia) e al Centro (Toscana), per un totale di circa 270 proprietari forestali coinvolti. L’estensione totale delle piantagioni certificate FSC arriva oggi a 3.968 ettari, ossia il 5,9% del totale: si tratta prevalentemente di pioppeti della Pianura Padana. Rimane da esplorare un bacino ricco di potenzialità, costituito dai boschi del sud e delle isole.
I certificati di filiera
In Italia cresce anche la sensibilità delle imprese verso la gestione forestale sostenibile: fra il 2018 e il 2019, infatti, sono aumentati dell’11,5% i certificati di filiera rilasciati: questo dato rende FSC il principale schema di certificazione forestale nel nostro Paese per il settore legno-carta, al secondo posto nel mondo – dopo Cina – e al primo in Europa per numero di certificati: quelli rilasciati nel 2019 sono stati 2.558, per un totale di 3.275 siti produttivi coinvolti.
“Per il 2020 – spiega Diego Florian, direttore di FSC Italia – con la crisi economica legata al Covid-19 ci attendavamo una contrazione della domanda, ma i dati relativi all’anno in corso evidenziano che l’impatto negativo al momento non c’è stato: un segnale confortante, che sottolinea come l’investimento delle aziende nella sostenibilità non sia un fattore passeggero o di mercato ma una precisa scelta, che viene mantenuta anche in momenti difficili. Anzi, diventa un elemento positivo e di responsabilità sociale”.
Se le certificazioni di filiera (Catena di Custodia) nel 2019 segnano un sensibile aumento, rimane invece confermata, rispetto all’anno precedente, la loro geolocalizzazione: si concentrano infatti soprattutto al Nord con Lombardia (759), Veneto (504), Emilia Romagna (214) e Friuli-Venezia Giulia (196) in testa, e al Centro con Toscana (196), Marche (146) e Lazio (99). Al Sud, una crescita significativa è segnalata in Puglia, con 34 certificazioni. Fra le tipologie di prodotti, predominano gli stampati e la carta, ma si riscontra un incremento per packaging (+0,8% rispetto al 2018). Nel corso del 2019 si è registrato un incredibile aumento, poi, delle certificazioni nel settore fashion (+110%), passate da 28 a 59: “la certificazione FSC in questo caso riguarda in particolare la viscosa e i filati di origine forestale e consente a molte aziende di entrare in un mercato in forte evoluzione, impegnato a rendere sostenibili le filiere di approvvigionamento. Strategico si è confermato poi il settore dell’arredo, nel quale il nostro Paese primeggia a livello internazionale sia per i prodotti che il design” spiega Florian.
I servizi naturali delle foreste
Il 2019 si è rivelato un anno fondamentale anche nel consolidamento di un aspetto innovativo della certificazione, ossia la valorizzazione dei cosiddetti Servizi Ecosistemici (SE) forniti dalle aree forestali (acqua, suolo, biodiversità, cattura CO2, offerta turistico-ricreativa). Nel 2018, infatti, il Gruppo Waldplus (1.000 ettari) era stato il primo caso, in Italia e nel mondo, di verifica degli impatti positivi delle attività di gestione sui tutti e cinque i servizi naturali. Nel 2019 si sono aggiunti quello dell’Azienda Agricola Rosa Anna Rosa Luigia (352 ettari a Sabbioneta, nel mantovano) e quello dell’Ente Regionale lombardo per i servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF, 16.594 ettari), mentre nel 2020 si sono aggiunti l’Unione Comuni Valdarno Val di Sieve in Toscana e la Magnifica Comunità di Fiemme in Trentino.
Il Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione non governativa e no-profit che include tra i suoi 900 membri internazionali gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno e la carta, gruppi della grande distribuzione organizzata, ricercatori e tecnici, che operano insieme allo scopo di promuovere in tutto il mondo una gestione responsabile delle foreste.
FSC Italia nasce nel 2001 come associazione no-profit, in armonia con gli obiettivi di FSC International. Il marchio ha assunto un ruolo di primo piano nel mercato dei prodotti forestali quali legno, carta e prodotti non legnosi (come ad esempio il sughero), collocando il nostro Paese al secondo posto nella classifica internazionale di certificazioni FSC della Catena di Custodia (Chain of Custody, CoC).
Il marchio FSC identifica infatti i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. La foresta di origine viene infatti controllata e valutata in maniera indipendente in conformità a questi standard (principi e criteri di buona gestione forestale), stabiliti ed approvati dal Forest Stewardship Council International tramite la partecipazione e il consenso di tutte le parti interessate.
Nel 2018 l’Italia è stato il primo Paese al mondo a verificare scientificamente e certificare gli impatti positivi della gestione responsabile sui servizi naturali forestali, e le ricadute ambientali, sociali ed economiche di tali impatti.
EU energie rinnovabili offshore per un’Europa climaticamente neutra. Per contribuire a raggiungere l’obiettivo europeo della neutralità climatica entro il 2050, la Commissione europea ha presentato la strategia dell’UE per le energie rinnovabili offshore. La strategia propone di aumentare la capacità eolica offshore dell’Europa: dagli attuali 12 GW passare ad almeno 60 GW entro il 2030, e a 300 GW entro il 2050. La Commissione si propone di integrare questa capacità entro il 2050 con 40 GW provenienti da energia oceanica e da altre tecnologie emergenti, come l’eolico e il fotovoltaico galleggianti.
Questa crescita ambiziosa potrà contare sull’ampio potenziale dell’insieme dei bacini marittimi europei e sulla leadership mondiale delle imprese dell’UE nel settore. La crescita creerà nuove opportunità per l’industria, genererà posti di lavoro verdi in tutto il continente e rafforzerà la leadership mondiale dell’UE nel settore delle tecnologie energetiche offshore, assicurando inoltre la protezione dell’ambiente, della biodiversità e della pesca.
Nelle parole di Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo: “La strategia odierna evidenzia l’urgenza e l’opportunità di aumentare gli investimenti nelle energie rinnovabili offshore. Con i nostri vasti bacini marittimi e la nostra leadership industriale, l’Unione europea ha tutto il necessario per affrontare la sfida. Le energie rinnovabili offshore sono già un vero successo europeo: intendiamo trasformarlo in un’opportunità ancora maggiore per energia pulita, posti di lavoro di alta qualità, crescita sostenibile e competitività internazionale.“
La Commissaria per l’Energia Kadri Simson, ha dichiarato: “L’Europa è leader mondiale nel settore delle energie rinnovabili e può diventarne il motore di sviluppo a livello globale. Dobbiamo intensificare l’azione, sfruttando tutto il potenziale dell’energia eolica offshore e facendo avanzare più rapidamente altre tecnologie come quelle per l’energia del moto ondoso e delle maree e il fotovoltaico galleggiante. La strategia odierna delinea una direzione chiara e un quadro stabile – fondamentali per le autorità pubbliche, gli investitori e gli sviluppatori del settore. Dobbiamo stimolare la produzione interna dell’UE per conseguire i nostri obiettivi in materia di clima, rispondere alla crescente domanda di energia elettrica e sostenere l’economia nella ripresa post-COVID.”
Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, ha affermato: “La strategia odierna indica come sviluppare le energie rinnovabili offshore integrandole con altre attività umane – come la pesca, l’acquacoltura o il trasporto marittimo – e in armonia con la natura. Le proposte ci consentiranno inoltre di proteggere la biodiversità e affrontare possibili conseguenze socioeconomiche per i settori che dipendono dalla buona salute degli ecosistemi marini, promuovendo così una solida coesistenza all’interno dello spazio marittimo.”
Per promuovere l’espansione della capacità energetica offshore, la Commissione incoraggerà la cooperazione transfrontaliera tra gli Stati membri riguardo pianificazione a lungo termine e diffusione. Ciò richiederà l’integrazione degli obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili offshore nei piani nazionali di gestione dello spazio marittimo che gli Stati costieri sono tenuti a presentare alla Commissione entro marzo 2021.
La Commissione proporrà inoltre, nell’ambito del regolamento TEN-E riveduto, un quadro per la pianificazione a lungo termine delle reti offshore coinvolgendo le autorità di regolamentazione e gli Stati membri in ciascun bacino marittimo.
La Commissione stima che da oggi al 2050 saranno necessari investimenti per quasi 800 miliardi di € per conseguire gli obiettivi proposti.
Per contribuire a generare e sbloccare gli investimenti, la Commissione:
– fornirà un quadro giuridico chiaro ed efficace. A tal fine, in un documento di lavoro dei suoi servizi che accompagna la strategia, oggi la Commissione ha anche chiarito le norme sul mercato dell’energia elettrica e valuterà se siano necessarie norme più specifiche e mirate. La Commissione si assicurerà che il riesame della disciplina in materia di aiuti di Stato per la protezione ambientale e l’energia e della direttiva sulle energie rinnovabili faciliti una diffusione delle energie rinnovabili offshore efficiente sotto il profilo dei costi.
– contribuirà a mobilitare tutti i fondi pertinenti a sostegno dello sviluppo del settore. La Commissione incoraggia gli Stati membri a utilizzare il dispositivo per la ripresa e la resilienza e a collaborare con la Banca europea per gli investimenti e altre istituzioni finanziarie per sostenere gli investimenti nell’energia offshore attraverso InvestEU. I fondi di Orizzonte Europa saranno mobilitati per sostenere ricerca e sviluppo, in particolare per le tecnologie meno mature.
– assicurerà una catena di approvvigionamento rafforzata. La strategia sottolinea la necessità di migliorare la capacità produttiva e le infrastrutture portuali e di aumentare la disponibilità di manodopera adeguatamente qualificata per far fronte a tassi di installazione più elevati. La Commissione prevede di creare una piattaforma dedicata alle energie rinnovabili offshore nell’ambito del Forum industriale per l’energia pulita, che consenta di riunire tutti i soggetti coinvolti e facilitare lo sviluppo della catena di approvvigionamento.
Il mercato mondiale delle energie rinnovabili offshore è in rapida crescita, in particolare in Asia e negli Stati Uniti, con opportunità per l’industria dell’UE ovunque nel mondo. La Commissione sosterrà l’adozione di queste tecnologie a livello mondiale attraverso la diplomazia del Green Deal, la politica commerciale e i dialoghi dell’UE con i paesi partner incentrati sull’energia.
Per analizzare e monitorare gli impatti ambientali, sociali ed economici delle energie rinnovabili offshore sull’ambiente marino e le attività economiche che ne dipendono, la Commissione consulterà regolarmente una comunità di esperti provenienti dalle autorità pubbliche, dai portatori di interessi e dalla comunità scientifica. Oggi la Commissione ha adottato anche un nuovo documento di orientamento sullo sviluppo dell’energia eolica e la legislazione dell’UE in materia di natura.
Contesto
Oggi l’eolico offshore produce energia elettrica pulita in grado di competere con le tecnologie esistenti basate sui combustibili fossili, e talvolta addirittura meno costosa. Le industrie europee stanno rapidamente sviluppando una serie di tecnologie in grado di sfruttare la potenza dei nostri mari per produrre elettricità verde.
Dall’energia eolica offshore galleggiante, alle tecnologie basate sull’energia oceanica – come gli impianti che sfruttano il moto ondoso e le maree o gli impianti fotovoltaici galleggianti, oppure l’uso di alghe per produrre biocarburanti – le imprese e i laboratori europei sono attualmente all’avanguardia.
La strategia per le energie rinnovabili offshore stabilisce il più ambizioso obiettivo di diffusione delle turbine eoliche offshore (sia a fondazione fissa che galleggiante), dove l’attività commerciale è già a buon punto. In questi settori l’Europa ha già acquisito notevole esperienza tecnologica, scientifica e industriale e può già contare su forti capacità lungo tutta la catena di approvvigionamento, dalla produzione all’installazione.
Sebbene la strategia sottolinei le opportunità in tutti i bacini marittimi dell’UE — Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Nero, Mediterraneo e Atlantico — e per specifiche comunità costiere e insulari, i vantaggi di queste tecnologie non si limitano alle regioni costiere. La strategia mette in evidenza molte zone interne in cui la produzione e la ricerca sostengono già lo sviluppo energetico offshore.