Category: Circular Economy

Multiconsorzio Erion aumenta riciclo RAEE, ma denuncia arretratezza dell’Italia. Nel 2023, Erion – il più importante Sistema multiconsortile di Responsabilità Estesa del Produttore – ha istituito un nuovo consorzio, rafforzato il posizionamento degli altri cinque sistemi collettivi, assunto 8 nuovi professionisti e distribuito valore economico per 126.210.994 €, in crescita del 5% circa rispetto al 2022.
Non solo, Erion ha gestito su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti di cui 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (il 67% del totale nazionale), 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie, 2.896 tonnellate di RAEE Professionali e 11.500 tonnellate di Rifiuti di Imballaggi.

Questo il quadro che emerge dal Bilancio di Sostenibilità 2023 del Sistema che, rispetto all’anno precedente, ha però subito una flessione nelle quantità raccolte di circa il 2% (257.705 tonnellate nel 2022).

“I risultati presentati nel Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion evidenziano la centralità del riciclo dei rifiuti per lo sviluppo dell’economia circolare e l’approvvigionamento di materie prime strategiche necessarie a numerosi comparti industriali. Un processo fondamentale per l’Italia dato soprattutto il momento storico in cui ci troviamo, caratterizzato da una sempre più crescente scarsità di risorse e di dipendenza delle importazioni da Paesi Terzi.
Raccogliere e gestire correttamente RAEE, Rifiuti di Batterie e di Imballaggi e, presto, anche Rifiuti Tessili è un requisito strategico per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Per farlo, abbiamo bisogno di rendere più consapevoli i cittadini, soggetto primario di un modello di economia circolare, attivandoli su una corretta raccolta differenziata, offrendo loro modalità più semplici per consegnare i rifiuti ai sistemi come Erion e favorendo una maggiore collaborazione”
ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization. “Ecco perché i dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio affinché la leadership italiana nel settore del riciclo dei rifiuti sia raggiunta anche nelle filiere dei RAEE e delle batterie e, nel prossimo futuro, anche nel tessile.
Per riuscirci abbiamo bisogno di fare rete con le Istituzioni, i media, le organizzazioni, i cittadini, e creare un paradigma in cui il riciclo diventi una consuetudine culturale e sociale, un’abitudine imprescindibile. In quest’ottica Erion continuerà a lavorare sul versante della comunicazione, dell’educazione e della formazione per rafforzare quella cultura della sostenibilità che caratterizza il nostro Sistema fin dal suo primo giorno di lavoro”.

Nel 2023 Erion ha continuato ad appellarsi alle Istituzioni per migliorare la filiera, chiedendo azioni concrete: dalla riduzione e semplificazione della burocrazia a misure di incentivazione, sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di RAEE; da linee di intervento su settori specifici come la raccolta domiciliare e la micro-raccolta, a iniziative di comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori.
Il Sistema multi-consortile ha inoltre seguito direttamente le novità legislative del 2023 come l’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sulle Batterie, di quello che disciplina la responsabilità nella preparazione al riutilizzo dei RAEE e dell’obbligo per i Produttori di Prodotti del Tabacco di partecipare ad un sistema di Responsabilità Estesa del Produttore.
Il 2023 è stato anche l’anno della revisione, tanto attesa, delle Direttiva quadro sui rifiuti e della proposta di Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggi. Passaggi normativi compiuti o ancora in itinere, che Erion ha seguito direttamente contribuendo a informare a 360° i propri stakeholder, grazie a studi, eventi, dibattiti e programmi formativi e informativi.

Danilo Bonato prosegue: “Raccogliere e gestire correttamente RAEE, Rifiuti di Batterie e di Imballaggi e, presto, anche Rifiuti Tessili è un requisito strategico per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Per farlo, abbiamo bisogno di rendere più consapevoli i cittadini, soggetto primario di un modello di economia circolare, attivandoli su una corretta raccolta differenziata, offrendo loro modalità più semplici per consegnare i rifiuti ai sistemi come Erion e favorendo una maggiore collaborazione”

I RAEE domestici
Nel 2023, con un livello di servizio del 99,23%, Erion WEEE ha gestito 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (in calo di quasi il 6% rispetto all’anno precedente). La riduzione è dovuta principalmente ai minori volumi raccolti del Raggruppamento R3 (TV e monitor: 30.933 tonnellate, -31% rispetto al 2022) che ha registrato un calo dopo la crescita elevata degli anni precedenti trainata dall’introduzione del “bonus rottamazione TV”.
La contrazione della raccolta ha coinvolto anche i Raggruppamenti R1 (freddo e clima: 75.100 tonnellate, -3% rispetto al 2022) e R4 (piccoli elettrodomestici e informatica: 17.927 tonnellate, -7% rispetto al 2022).
Crescono, invece, il Raggruppamento R2 (grandi bianchi: 107.805 tonnellate, +3% rispetto al 2022) e il Raggruppamento R5 (sorgenti luminose: 258 tonnellate, + 18% rispetto al 2022).
Si tratta, comunque, di risultati di grande rilievo che evidenziano quanto i RAEE rappresentino un settore strategico per l’economia circolare, ancor più nell’attuale contesto caratterizzato da una forte carenza di materie prime.
Nel dettaglio, con un tasso di riciclo pari al 88% del totale di RAEE Domestici gestiti, sono state recuperate e reimmesse nei cicli produttivi 204.222 tonnellate di Materie Prime Seconde di cui 126.212 tonnellate di ferro, quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel, 29.070 tonnellate di plastica, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 11 milioni di sedie da giardino, 5.685 tonnellate di rame, equivalenti al rivestimento di 62 Statue della Libertà, 5.147 tonnellate di alluminio, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 321 milioni lattine.

Ai risultati operativi si aggiungono i benefici ambientali generati dalla corretta gestione dei RAEE Domestici: nel 2022 è stata evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq (corrispondenti alle emissioni generate da un’auto che percorre circa 177 mila giri intorno all’equatore), con un risparmio di più di 335 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 124 mila famiglie italiane in un anno).

I rifiuti di batterie
Durante il 2023 Erion Energy ha gestito 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie (RB) di cui 4.266 sono Batterie per Veicoli; 1.503 tonnellate Batterie Portatili e le restanti 84 tonnellate Batterie Industriali.
La raccolta complessiva di Rifiuti di Batterie (RB) da parte di Erion Energy ha subito una contrazione del 42% rispetto al 2022, dovuta principalmente alla decrescita del 50% nella gestione dei Rifiuti di Batterie per veicoli rispetto all’anno precedente. Al contrario i Rifiuti di Batterie Industriali gestiti hanno raggiunto un +79% rispetto al 2022, e i Rifiuti di Batterie Portatili hanno registrato un lieve aumento nel 2023 (+3%).
Nel 2023, Erion Energy ha sviluppato, con il supporto della società di consulenza dss+, uno strumento che permette di valutare i benefici della corretta gestione dei RB su tre indicatori ambientali. Dalla corretta gestione dei RB: nel 2023 è stata evitata l’immissione in atmosfera di più di 1.100 di tonnellate di CO2eq (corrispondenti a quelle assorbite in un anno da un bosco grande quanto 168 campi da calcio), con un risparmio di più di 3 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 674 famiglie italiane costituite da 4 persone) e oltre 1 milione di m3 di acqua risparmiata (corrispondenti al volume di 432 piscine olimpioniche).
Il Sistema Erion cresce

Il 2023 ha visto la nascita del sesto Consorzio del Sistema: Erion Textiles, dedicato alla gestione dei Rifiuti di Prodotti Tessili in Italia. Nato nell’aprile del 2023 a seguito della revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti che estenderà al settore tessile il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, il Consorzio ha accolto l’ingresso della proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti dell’Unione Europea, confermando il proprio obiettivo di assicurare la creazione di una legislazione ispirata alle buone pratiche EPR , coerentemente con le aspettative dei Produttori sui futuri scenari di circolarità per il settore tessile.

Per prepararsi al meglio a sostenere la crescita del Sistema Erion, nel 2023 ECO ha promosso il modello “Agile Future” che consiste in un nuovo approccio alla modalità di lavoro per una gestione efficace ed equilibrata del tempo delle persone, sia professionale che personale. Un’innovativa formula contrattuale che consente ai dipendenti di Erion di usufruire dello smart working per tre giorni a settimana e allo stesso tempo elimina il vincolo prefissato di orario di inizio e fine della prestazione lavorativa.

Infine, la survey sulla soddisfazione dei Soci condotta nel 2023 ha confermato l’apprezzamento dei Produttori per la qualità e la competitività dei servizi forniti da ECO. Da questa, infatti, è emerso che il 98% dei partecipanti consiglierebbe Erion ad altri Produttori e che secondo il 96% Erion fornisce un supporto adeguato ai propri Consorziati.

È possibile visionare i dati completi del Bilancio di Sostenibilità 2022 di Erion collegandosi al sito https://erionesseresostenibili.org/it/. Il sito e il Bilancio sono disponibili anche in lingua inglese.

Erion è il più importante Sistema multi-consortile no profit di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici, dei rifiuti di Prodotti del Tabacco e dei Rifiuti Tessili.
Nato nel 2020 rappresenta attualmente 2.500 aziende e ne garantisce l’impegno verso l’ambiente, la sostenibilità, la ricerca e l’innovazione tecnologica.
Il Sistema Erion è composto da Erion WEEE, Erion Professional, Erion Energy, Erion Packaging, Erion Care ed Erion Textiles, sei Consorzi di settore che assicurano ai Produttori i servizi di conformità normativa e il coordinamento delle attività di gestione dei rifiuti.
La piattaforma comune ECO (Erion Compliance Organization) armonizza le strategie operative dei consorzi e coordina le attività comuni al Sistema.

erionesseresostenibili.org/it

Riciclaggio batterie e-mobility su scala industriale. TRUMPF sviluppa processi laser efficienti per il riciclaggio delle batterie delle auto elettriche. I produttori di batterie possono riutilizzare le materie prime rare e rispettare gli obblighi di riciclaggio dell’UE.

Per la prima volta le case automobilistiche e i produttori di batterie possono riciclare su scala industriale le batterie usate o difettose delle auto elettriche utilizzando la tecnologia laser di TRUMPF.
L’azienda high-tech sviluppa sistemi laser che tagliano le batterie usate in modo sicuro e rimuovono le materie prime di valore dalla lamina della batteria.

“Il riciclaggio delle batterie ha senso dal punto di vista ecologico e, grazie alla tecnologia laser, ora può essere attuato anche dal punto di vista economico. TRUMPF può avvalersi di una vasta esperienza nella saldatura e nel taglio laser per la produzione di batterie per auto elettriche. Da anni collaboriamo con tutti i principali produttori di auto e batterie. Abbiamo incorporato questa esperienza nello sviluppo dei nuovi processi”, afferma Hagen Zimer, CEO della Tecnologia Laser di TRUMPF.

Un grande mercato per il riciclaggio delle batterie per auto elettriche
In assenza di materie prime rare come il cobalto, il litio o il nichel, attualmente non esistono batterie per auto elettriche. Tuttavia, l’estrazione di queste materie prime è costosa e non sempre sostenibile. I produttori devono inoltre accettare catene di approvvigionamento lunghe e incerte. Inoltre, l’UE richiede un tasso di riciclaggio delle batterie fino al 90%. “L’industria deve quindi riciclare su larga scala. Il mercato dei processi laser per il riciclaggio delle batterie, che sta emergendo, è enorme”, afferma Alexander Sauer, responsabile dell’Istituto Fraunhofer per l’ingegneria della produzione e l’automazione IPA. Solo in Europa, l’industria dovrà riciclare 570.000 tonnellate all’anno di materiale per batterie a partire dal 2030.

I laser assicurano alti tassi di riciclaggio
Gli elettrodi per le nuove celle delle batterie vengono creati sotto forma di strisce di pellicola rivestite di materiali di valore come il cobalto e il nichel. In un futuro impianto di riciclaggio, i processi laser possono rimuovere lo strato sottilissimo dalla lamina. I produttori possono raccogliere la polvere preziosa e lavorarla per nuovi rivestimenti. Finora non era insolito che chilometri di lamine rivestite finissero tra i rifiuti.
In futuro, la tecnologia laser potrebbe essere utilizzata anche per riciclare i pacchi batteria. La tecnologia laser è l’unico modo per garantire uno smontaggio efficiente e automatizzato, ad esempio per rimuovere le coperture dalle batterie o tagliare i cavi. Le materie prime possono poi essere selezionate e le celle della batteria ancora utilizzabili possono essere separate e riutilizzate direttamente. Finora lo smontaggio delle batterie delle auto elettriche è stato un processo manuale. È laborioso, lento e talvolta pericoloso per i lavoratori.

TRUMPF è un’azienda high-tech che offre soluzioni di produzione nei settori delle macchine utensili e della tecnologia laser. L’azienda promuove la connettività digitale nella produzione attraverso la consulenza, i prodotti della piattaforma e il software. TRUMPF è uno dei leader tecnologici e di mercato nelle macchine utensili altamente versatili per la lavorazione della lamiera e nel campo dei laser industriali.
Nel 2022/23, l’azienda ha impiegato circa 18.400 collaboratori e ha generato un fatturato di circa 5,4 miliardi di euro. Con oltre 80 società, il Gruppo TRUMPF è presente in quasi tutti i Paesi europei, oltre che in Nord America, Sud America e Asia. L’azienda ha impianti di produzione in Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Austria, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Messico e Cina.

www.trumpf.com

TWM Textile Waste Management Società Consortile per la Gestione dei Rifiuti Tessili. In vista degli obblighi di legge arriva la risposta di SAFE ai produttori del settore tessile e dell’abbigliamento per la costruzione di una filiera efficiente, verificata e controllata di economia circolare.

Mentre il settore tessile attende, l’entrata in vigore del regolamento EPRResponsabilità Estesa del Produttore – le imprese hanno già da tempo inserito la circolarità come asset fondamentale della loro strategia di sviluppo, in largo anticipo sulla normativa.
E’ su queste radici che SAFE presenta TWM (Textile Waste Management), la nuova società consortile che trasferisce anche in ambito tessile la ventennale esperienza che il principale hub italiano di economia circolare ha già espresso nella gestione delle filiere di pneumatici fuori uso, batterie esauste e rifiuti elettrici ed elettronici.
Costituito nel 2023 insieme a Envalue Consulting, società di consulenza che raccoglie in un’unica realtà professionisti altamente specializzati nei settori ambientale, della salute e sicurezza sul lavoro e della gestione dell’impresa, la nuova realtà consortile diventa ora pienamente operativa: un sistema efficiente, trasparente e controllato che si basa su una rete capillare di trasportatori, punti di stoccaggio e impianti di trattamento capaci di gestire le operazioni di raccolta e recupero in tutta Italia per consentire ai produttori del settore tessile e dell’abbigliamento di perseguire i propri obiettivi di circolarità ottenendo il massimo riutilizzo e riciclo.

Ogni anno vengono prodotti 100 milioni di tonnellate di rifiuti tessili come output delle fasi di produzione, distribuzione e consumo, causando un inquinamento che è secondo solo all’aviazione con il 10% delle emissioni serra a livello globale e il 4% del consumo di acqua dolce del pianeta. Attivo sull’intero territorio nazionale, con nel radar altri paesi dell’Europa e dell’Area Mediterranea, TWM offre ai Consorzi tessili e alle imprese assistenza tecnica, operativa e organizzativa nella costruzione di soluzioni circolari su misura, open loop o closed loop, progettando sistemi di riutilizzo e di riciclo per tutte le esigenze. E’ in corso anche un intenso lavoro di sperimentazione su una pluralità di fibre tessili secondarie fornite dai produttori.

“L’industria tessile, fra le più importanti del nostro sistema Paese e di gran lunga la più forte in Europa, con il 40% della produzione che arriva dall’Italia, da sempre si distingue per la sua eccellenza qualitativa – commenta Giuliano Maddalena, ceo di SAFE e direttore di TWM – Anche nella gestione dei rifiuti i leader del tessile italiano si dimostrano illuminati, scegliendo già da tempo la strada della circolarità, al di là delle indicazioni di legge, per farne il caposaldo della loro visione di sviluppo”.

La nuova realtà consortile ha già un partner di eccellenza, Retex.green, il consorzio costituito da Sistema Moda Italia – una delle più grandi organizzazioni mondiali di rappresentanza degli industriali del tessile e moda – e da Fondazione del Tessile Italiano.
TWM si caratterizza per la capacità di garantire filiere certificate e controllate in un settore che ancora è minacciato da derive al limite della legalità. Ogni singolo trasporto di rifiuti è, infatti, monitorato in tempo reale da un ufficio specializzato, che accerta che i veicoli siano autorizzati, le quantità trasportate coerenti, e gli impianti di destinazione non eccedano le giacenze autorizzate.
Inoltre ogni anno vengono compiuti audit di campo, controlli merceologici e verifiche reputazionali su ogni singolo operatore della filiera.
I controlli non si limitano a seguire il percorso del rifiuto, ma ‘vanno oltre’, approfondendo cosa accade a valle dell’End of Waste nelle filiere del riutilizzo e del riciclo.

“A spingerci su questa linea – prosegue Maddalena – è stata la consapevolezza degli scempi ambientali provocati fino a oggi dalle filiere del recupero tessile meno controllate. Abbiamo analizzato i fenomeni di smaltimento illecito in Africa e in India e i rapporti del giornalismo di inchiesta, gli articoli che sempre più frequentemente appaiono, le sentenze di magistratura e cassazione nel filone d’inchiesta rifiuti tessili e abiti usati. Da questa analisi è scaturita ancora più decisamente la volontà di sviluppare filiere a rischio zero, abbiamo pertanto adattato i criteri ECOGUARD® di SAFE all’ambito tessile”.

Safe – Consorzi economie circolari
Safe è l’Hub Italiano dei Consorzi per le Economie Circolari, che dal 2006 raggruppa quattro sistemi collettivi (Ecoped, Ridomus, Ecopower e Pneulife) senza fine di lucro per il corretto riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita (RAEE), climatizzatori domestici e industriali, pile e accumulatori esausti e pneumatici fuori uso (PFU). A questi si sono aggiunti a partire dal 2022 due importanti Consorzi per il recupero dei rifiuti tessili: il Consorzio Retex.green, fondato da Sistema Moda Italia, e il Consorzio Recrea, fondato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana. Grazie a un’organizzazione snella e competente, le 1000 aziende aderenti ai Consorzi di Safe dispongono di un motore condiviso che consente loro di adempiere in modo appropriato e competente a una corretta Gestione dei Rifiuti, andando anche oltre agli obblighi della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Safe garantisce infatti filiere di economia circolare che sono solide, garantite, qualificate, tracciate e controllate. Dal 2011, Ecoped, grazie a Safe, applica Ecoguard®, un sistema di garanzia e di controllo delle filiere RAEE (in particolare R4) ancora oggi unico a livello Europeo. Dal 2017 Safe adotta anche uno stringentissimo Protocollo di Legalità che gli consente di prevenire a monte le infiltrazioni criminali delle sue filiere.
Safe è anche promotore del progetto OltreilGreen, volto a dare un marchio/insegna a tutte le aziende aderenti ai Consorzi che si distinguono per l’impegno concreto in progetti di economia circolare, andando oltre il semplice rispetto delle normative vigenti.

gruppo-safe.it

Rapporto CONOU su oli usati. Rigenerazione a 98%. Impatto economico +12%. Il consorzio celebra il suo 40esimo anniversario con un Rapporto di sostenibilità che conferma il primato in Europa: 100% di raccolta e 98% di rigenerazione. Adottati gli standard europei di reporting di sostenibilità.

Italia leader nella raccolta e rigenerazione degli oli usati, una filiera più che virtuosa, con un tasso di circolarità prossimo al 100%, che non ha confronti in Europa e che continua a crescere, anche a livello economico, dove segna un +12% dall’anno scorso a oggi.

Ecco cosa emerge dal nuovo Rapporto di Sostenibilità 2023 del CONOU – primo ente ambientale nazionale dedicato alla raccolta e al riciclo di un rifiuto pericoloso, l’olio minerale usato – e alla sua filiera di raccolta e rigenerazione.
L’Italia, quindi, al primo posto in Europa nella gestione circolare degli oli minerali usati, provenienti dal settore industriale e dalle officine, un rifiuto che, se smaltito e rigenerato in modo corretto, può essere una risorsa, ma che, in caso contrario, potrebbe diventare una pericolosa fonte di inquinamento.
Con il Rapporto di Sostenibilità 2023, CONOU conferma gli ottimi risultati raggiunti e si adegua a nuovi standard normativi europei creati dall’EFRAG, (European Financial Reporting Advisory Group), che diventeranno presto obbligatori per tutte le aziende.

“La strada della trasparenza secondo gli standard UE richiede applicazione, continuità e competenza”, ha dichiarato il Presidente del CONOU Riccardo Piunti; “I Rapporti di Sostenibilità chiamano sempre più professionalità ampie e multiformi per gestire, a livello complessivo, gli input tecnici, economici, ambientali, organizzativi che le diverse funzioni aziendali mettono a disposizione. La realtà consortile, non un’azienda ma una galassia di aziende, rende questo compito ancora più complesso. Per questo siamo sempre molto soddisfatti del nostro rapporto di sostenibilità, certificato da un revisore di livello, che fotografa la nostra eccellenza in modo completo e veritiero, il nostro biglietto da visita in Europa”.

Raccolte 183 mila tonnellate di oli minerali esausti, rigenerazione al 98%
Il Rapporto conferma la continuità e il miglioramento dell’attività del consorzio: 183mila tonnellate raccolte, quasi la totalità della quota raccoglibile; di queste, il 98% è stato avviato a rigenerazione grazie al lavoro dei 59 concessionari che, nella attività di raccolta e micro-raccolta (si contano 6.641 conferimenti con 678 automezzi) hanno ritirato l’olio presso 103mila produttori su tutto il territorio nazionale.
Si tratta, in particolare, di siti industriali (12%) e officine (88%). Delle tonnellate raccolte, il 50% deriva dalla micro-raccolta, ovvero di quantitativi ridotti anche in località impervie e lontane dalla grande viabilità che CONOU incentiva favorire la esaustività della raccolta compensando i costi extra del servizio.
La maggior parte delle 183mila tonnellate sono state cedute ai tre impianti di rigenerazione; solo 2.800 tonnellate sono andate nei termovalorizzatori, mentre una quantità minima (600 tonnellate) è stata ceduta a appositi inceneritori per la termodistruzione.
Oltre il 58% del totale raccolto arriva dal Nord e vede in cima alla lista delle regioni produttrici la Lombardia (22%) seguita dal Veneto (12%); le regioni del Centro contribuiscono con una raccolta del 18% (solo dal Lazio arriva il 7% come per la Campania che ne raccoglie la stessa percentuale). Il Sud e le isole arrivano al 23%.

Impatti ambientali: – 127mila tonnellate di CO2 equivalente
Rigenerare gli oli minerali usati ha impatti positivi sull’ambiente. Nel 2023, grazie al lavoro del CONOU e della sua filiera, è stata evitata l’immissione in atmosfera di 127mila tonnellate di CO2 equivalente, gas responsabile dell’effetto serra, con una riduzione del 57% rispetto al sistema alternativo, che prevede la generazione di basi lubrificanti vergini, diesel e prodotti bituminosi.
I dati relativi all’impatto su ambiente e salute parlano chiaro: circa 7 milioni di GJ di combustibili fossili consumati in meno, un miglioramento della qualità del suolo e un minore sfruttamento (90%), 60 milioni di metri cubi di acqua risparmiata, un beneficio in termini di incidenza di malattie dovute all’emissione di particolato inferiore del 92%.

L’impatto economico totale supera 81 milioni di euro
Positive anche le ricadute economiche e occupazionali. L’attività del Consorzio, infatti, ha generato un impatto economico totale pari a 81,3 milioni di euro, registrando un aumento del 12% rispetto al 2022 e dà lavoro a 1.857 persone. Inoltre, l’attività di rigenerazione ha portato un considerevole vantaggio al nostro Paese, che ha diminuito fortemente il fabbisogno di materie prime fossili importate per circa 105 milioni di euro.

CONOU eccellenza in Europa dove la rigenerazione si ferma al 61%
I dati confermano il livello di eccellenza raggiunto dalla filiera CONOU nell’economia circolare in Europa, dove la raccolta monitorata è pari all’82% del raccoglibile, mentre si rigenera appena il 61% (nonostante il contributo dell’Italia) dell’olio raccolto.
Un’eccellenza nata in un Paese come l’Italia, povero di materie prime, che ha perfettamente applicato, grazie al modello consortile, sin dalla sua costituzione, il principio di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR); in base a esso i produttori di un bene non devono solo occuparsi di produrlo e distribuirlo, ma anche di gestirne nel modo migliore il destino, una volta che sia arrivato a “fine vita” e sia divenuto inidoneo all’uso.

www.conou.it

SOLIDS Parma 2024 chiude con successo. Superato del 30% il numero dei visitatori rispetto all’edizione precedente.

Anche la seconda ed ultima giornata di fiera ha visto protagoniste le aziende con le loro proposte tecnologiche per la lavorazione, la trasformazione, l’analisi, il trasporto e lo stoccaggio dei materiali in polveri, granuli e dei solidi sfusi.

“Siamo molto felici di come è andato l’evento: abbiamo aperto con la presenza di oltre il 30% di aziende in più rispetto allo scorso anno e possiamo già dire che anche il numero dei visitatori è notevolmente aumentato” – ha dichiarato Ginevra Colombo Ercole, Responsabile dell’evento SOLIDS Parma – “Abbiamo deciso di rendere questo evento biennale e di collocarlo a febbraio e non più a giugno. Una scelta concordata con i nostri partner, con gli espositori e con le industrie con cui lavoriamo, che crediamo possa permetterci di espanderci e di dare risposte sempre più adeguate alle esigenze del nostro mercato di riferimento”.

Grande spazio anche agli approfondimenti, a partire dalla conferenza sulla “Scorrevolezza delle polveri e dei materiali granulari”, tenuta dall’Ing. Andrea C. Santomaso, Professore Associato al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova.
La scorrevolezza è una proprietà che descrive la facilità con cui le particelle di polvere fluiscono o si muovono l’una rispetto all’altra ed è un parametro importante in diverse applicazioni industriali, come la manipolazione, il trasporto, il dosaggio e la miscelazione delle polveri.
Una buona scorrevolezza delle polveri può avere un impatto fondamentale nel settore industriale, perché consente di migliorare l’efficienza dei processi, garantire una miscelazione uniforme delle polveri in un prodotto, prevenire blocchi e intasamenti nei sistemi di movimentazione e ridurre il rischio di esplosioni, che possono verificarsi quando le polveri vengono disperse nell’aria.

Nel corso della mattinata si è tornati a parlare di plastica nella tavola rotonda dedicata al riciclo organizzata da RePlanet Magazine.
Ad intervenire, tra gli altri, Valentina Brunella, Prof.ssa in Chimica Industriale, Gruppo Materiali Polimerici, del Dipartimento di Chimica all’Università di Torino, che ha detto: “Nell’Università è aumentata l’attenzione all’industria, sia in termini di collaborazione sia nell’introduzione di argomenti correlati ai corsi di laurea. L’Università, grazie anche ai finanziamenti provenienti da Regione, fondi PNRR e altro, possiede strumentazioni all’avanguardia che un’azienda non necessariamente ha a disposizione o ha le competenze per utilizzare. Ecco perché spesso lavoriamo a progetti e ricerche ad hoc che coinvolgono i materiali giunti a fine vita che le aziende ci chiedono di rimettere in circolo, tra cui quelli polimerici: i PET sono quelli che si prestano maggiormente, ma c’è una grande attenzione anche alla devulcanizzazione. La plastica non deve essere abbandonata, è un materiale dotato di una forza incredibile, non solo all’inizio, ma anche alla fine della sua vita”.

Nel pomeriggio, si è tornati a parlare di Super Intelligenza nel talk show organizzato da Tecnoedizioni, dedicato alle tecnologie all’avanguardia e le innovazioni che stanno rivoluzionando l’industria. A questo proposito, particolarmente interessanti sono stati i sistemi di automazione industriale evoluta portati da PROTEO Engineering, una delle prime realtà italiane a misurarsi con i paradigmi legati a Industry 4.0 e, oggi, a Industry 5.0. In particolare, a catturare l’attenzione degli operatori professionali presenti in fiera sono state le tecnologie abilitanti per la lavorazione dei granuli e delle polveri che evidenziano la capacità di integrare l’intelligenza artificiale (AI), unità operative centralizzate (UOC), digitalizzazione e assistenti virtuali, come ProMate, nei sistemi impiantistici delle industrie, rendendoli estremamente efficienti e all’avanguardia.

A chiudere la serie di convegni sui temi caldi del settore, si sono tenuti l’incontro sui software di manutenzione preventiva integrati nei sistemi di vagliatura, con la case history portata da Cuccolini S.r.l Virto Group e quello sulle normative e la sicurezza nelle messe a terra con gli esperti di ATEX Italia.

SOLIDS IN BREVE
Il termine “SOLIDS” indica “tutto ciò che è possibile raccogliere in un mucchio”. Per questo l’evento è in grado di mettere insieme aziende che trattano diverse categorie merceologiche appartenenti a settori eterogenei: dall’alimentare (si pensi a chicchi di caffè, farina, pasta, cereali) all’agrario (mangimi, fertilizzanti, sementi), da quelli della gomma e della plastica a quelli chimico-farmaceutico e cosmetico, da quelli della lavorazione dei metalli e del vetro a quello del riciclo.

SOLIDS Parma fa parte del circuito di SOLIDS EUROPEAN SERIES, il più grande network europeo di fiere professionali per i solidi sfusi, che annovera le edizioni ad Anversa, Rotterdam, Cracovia, Dortmund e Parma. 1.150 espositori incontrano 15.000 visitatori.

REMBE, in qualità di pioniere nello sviluppo di sistemi per lo sfogo delle esplosioni senza fiamma, ha cambiato radicalmente il mondo della protezione contro le esplosioni già negli anni Ottanta. Con Q-Box R3leaf, gli ingegneri tedeschi ora un nuovo sviluppo destinato a rivoluzionare ancora una volta lo sfogo delle esplosioni senza fiamma.

Easyfairs organizza e gestisce eventi che riuniscono le community con l’obiettivo di “visitare il futuro”. Attualmente organizziamo 110 titoli di eventi leader di mercato in 12 paesi (Algeria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito) e gestiamo otto location per eventi in Belgio, Paesi Bassi e Svezia (Anversa, Gand, Mechelen-Bruxelles Nord, Namur, Gorinchem, Hardenberg, Malmö e Stoccolma). La nostra passione è quella di “semplificare” la vita dei nostri clienti e di aumentare il ritorno sugli investimenti e il ritorno sul tempo investito dalle community professionali grazie alle nostre formule all-in, alla tecnologia avanzata e all’approccio incentrato sul cliente. Le nostre iniziative digitali offrono a queste community eccellenti opportunità di networking e di business durante il corso dell’anno. Il Gruppo Easyfairs impiega 800 talenti altamente qualificati, utilizza i migliori strumenti tecnologici e di marketing e sviluppa brand con una forte attrattiva per i nostri stakeholder. Per il quinto anno consecutivo, Deloitte ha conferito a Easyfairs lo status di “Best Managed Company” nel 2023. Easyfairs è all’11° posto tra i migliori organizzatori di fiere al mondo, secondo la classifica annuale STAX.

SOLIDS Parma tornerà l’11 e 12 febbraio 2026, in Fiere di Parma

– BYinnovation è Media Partner di SOLIDS Parma 2024

www.solids-parma.it

www.easyfairs.com

CONAI per differenziata in 7 nuove città del Centro-Sud. Quasi un milione di euro solo nel primo anno per migliorare la differenziata a Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania e Reggio Calabria.

Un nuovo piano straordinario, progettato da CONAI, per intervenire in modo strutturale sulla raccolta differenziata nelle sette città principali del Centro-Sud: Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania e Reggio Calabria.
Un investimento di quasi un milione di euro solo nel primo anno, per un’attività che potrà estendersi su più anni e che vuole migliorare qualità e quantità delle raccolte differenziate dei rifiuti di imballaggio.

Nei sette Comuni su cui CONAI interverrà risiede il 30% degli abitanti delle cinque Regioni coinvolte (Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia): circa sei milioni su diciotto milioni.
«In questi sette Comuni si produce il 30% dei rifiuti prodotti nelle cinque Regioni» spiega Ignazio Capuano, presidente CONAI. «Intervenire su queste città, quindi, può significare un miglioramento dei tassi di intercettazione dei rifiuti di imballaggio, e del loro riciclo, a livello nazionale. L’Europa ci mette di fronte a obiettivi sempre più sfidanti, ma è soprattutto il Pianeta a chiederci un impegno serio e concreto per migliorare ulteriormente i nostri risultati di circolarità: tutelarne le risorse è diventato urgente ed essenziale».

«I Comuni coinvolti si trovano in cinque Regioni in cui ancora oggi la raccolta differenziata ha ampi margini di miglioramento, e si assesta su percentuali comprese fra il 51% e il 58%» commenta Fabio Costarella, vicedirettore CONAI. «Numeri che devono crescere e avvicinarsi a quelli di molte regioni del Centro e del Nord. Anche per questo l’investimento economico è importante: servirà sia alla progettazione sia alla formazione degli operatori, oltre che alle analisi merceologiche e ovviamente a tutte le campagne di comunicazione necessarie a informare e coinvolgere i cittadini».

Il totale degli abitanti di Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania e Reggio Calabria supera i cinque milioni
Il piano straordinario di CONAI, nel primo anno, ne coinvolgerà oltre un milione e duecentomila. E, nelle città più popolose come Roma, Napoli e Palermo, l’idea è quella di procedere per Municipi.

Il progetto, condiviso con Anci, coinvolge anche tutti i Consorzi di filiera del sistema CONAI (Ricrea, CiAl, Comieco, Rilegno, Corepla, Biorepack, CoReVe), e ha la supervisione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.

La sua fase operativa coprirà tutti gli step della gestione dei piani di raccolta. «Si partirà dalla mappatura delle criticità con analisi merceologiche puntuali e dalle valutazioni delle performance del territorio» spiega Fabio Costarella. «Per ogni Comune, poi, sarà effettuata un’analisi di costi e fabbisogni ad hoc, pianificando modelli attuativi e dimensionamento dei servizi sulle specifiche esigenze. CONAI e i Consorzi seguiranno tutte le fasi, da quella di start-up, che includerà la formazione di tutto il personale dedicato e dei facilitatori, fino alla creazione del materiale informativo e a tutta la campagna di comunicazione, oltre che l’assistenza alla fase di startup».

Ambiziosi gli obiettivi comunali di aumento della raccolta differenziata in un orizzonte annuale, anche in questo caso differenti per Comune.
Nei Municipi coinvolti, l’obiettivo per Roma è di passare dall’attuale 45,8% di raccolta al 47,6%, per Napoli dal 40,4% al 43,1%, e per Bari dall’attuale 40% al 45,5%.
Superiori i margini di crescita attesi nelle città più piccole e meno complesse. A Reggio Calabria, dal 41% di oggi, si mira a superare il 55% di differenziata. A Catania, che oggi sfiora il 22%, si vuole al 35%. A Palermo si vuole passare dal 15,1% al 27% circa. E a Messina, che oggi mette a segno il 53,4%, si mira a superare il 63%.

www.conai.org

La Terra è rivestita dai nostri rifiuti tessili. Solo l’1% trova nuova vita. In attesa della nuova normativa europea, serve attivarsi rapidamente per costruire una filiera virtuosa di riciclo, riuso e recupero per tonnellate di scarti e abiti usati che dall’Europa invadono Africa e Asia.

Safe, hub di consorzi di economie circolari punta i riflettori su tema sempre più urgente per tutelare la salute del nostro pianeta: il rifiuto tessile.

Nell’Unione europea, solo l’1% degli abiti usati viene riciclato in nuovi prodotti
Niente, se consideriamo che, mediamente, ogni cittadino dell’Unione acquista circa 26 chilogrammi di prodotti tessili all’anno, e ne butta via quasi 11.
Uno spreco che va a generare anche uno sfruttamento intensivo di risorse naturali: il settore del tessile e della moda è la terza fonte di degrado delle risorse idriche e del consumo di suolo.
Ad esempio, solo per fabbricare una unica maglietta di cotone, si stima che servano 2700 litri di acqua dolce, una quantità pari a quanto una persona dovrebbe bere in 2 anni e mezzo.
Inoltre, la produzione globale di fibre tessili continua a crescere: si stima che entro il 2030 arriverà a 145 mln di tonnellate, nel 2020 era di 109 mln. (dati 2020 Parlamento Europeo).

In attesa che entri in vigore la nuova normativa europea ‘EPR’ (Extended Producer Responsibility), che allarga a tutti i produttori di beni l’obbligo della gestione sostenibile dei rifiuti generati dalle loro filiere produttive, Safe è già attiva con importanti attori del sistema industriale Tessile – Moda per la gestione del rifiuto tessile.
Aziende che attualmente assumono in modo volontario un impegno importante, interpretando le direttive, previste e non ancora in vigore.

Già da alcuni anni, Re.crea e Retex.green, i consorzi rispettivamente di Camera Nazionale della Moda Italiana e Sistema Moda Italia, si sono affidati al Gruppo Safe per costruire una filiera di recupero del rifiuto tessile con standard tecnici e qualitativi ai massimi livelli.

“Il nostro obiettivo – dichiara Giuliano Maddalena, CEO di Safe – è realizzare filiere in grado di puntare al massimo recupero ma anche elaborare disciplinari e sistemi di controllo per evitare infiltrazioni delinquenziali e crimini ambientali. Per questo ci impegniamo tutti i giorni e anche in ambito tessile stiamo portando avanti progetti e attività specifiche per costruire un sistema di gestione del rifiuto tessile sempre più virtuoso”.

In partnership con i produttori associati Safe gestisce tutta la fase di post consumo dei prodotti, ovvero il momento in cui questi beni diventano rifiuti urbani, ma che possono costituire una miniera per filiere del riuso, del recupero di materie prime seconde.
Andando oltre il trattamento del rifiuto tessile, il consorzio prevede anche l’organizzazione di reti di riparazione, re-manufacturing e rivendita qualificata, un ‘riuso garantito’ a servizio delle imprese, e a beneficio dei consumatori.

Safe – Consorzi economie circolari – è l’hub italiano dei consorzi per le economie circolari, che dal 2006 raggruppa quattro sistemi collettivi (Ecoped, Ridomus, Ecopower e Pneulife) senza fine di lucro per il corretto riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita (RAEE), climatizzatori domestici e industriali, pile e accumulatori esausti e pneumatici fuori uso (PFU). A questi si sono aggiunti a partire dal 2022 due importanti consorzi per il recupero dei rifiuti tessili: il consorzio Retex.green, fondato da Sistema Moda Italia, e il consorzio Recrea, fondato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana. Grazie a un’organizzazione snella e competente, le oltre 950 aziende aderenti ai consorzi di Safe dispongono di un motore condiviso che consente loro di adempiere in modo appropriato e competente a una corretta Gestione dei Rifiuti, andando anche oltre agli obblighi della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Safe garantisce infatti filiere di economia circolare che sono solide, garantite, qualificate, tracciate e controllate. Dal 2011, Ecoped, grazie a Safe, applica Ecoguard®, un sistema di garanzia e di controllo delle filiere RAEE (in particolare R4) ancora oggi unico a livello Europeo. Dal 2017 Safe adotta anche uno stringentissimo Protocollo di Legalità che gli consente di prevenire a monte le infiltrazioni criminali delle sue filiere.
Safe è anche promotore del progetto OltreilGreen, volto a dare un marchio/insegna a tutte le aziende aderenti ai Consorzi che si distinguono per il l’impegno concreto in progetti di economia circolare, andando oltre il semplice rispetto delle normative vigenti.

www.gruppo-safe.it

CNR-Codiger-CdC RAEE per gestione rifiuti. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), la Conferenza permanente dei Direttori Generali degli Enti Pubblici di Ricerca Italiani (Codiger) e il Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), l’organismo centrale che si occupa in Italia di ottimizzare la raccolta, il ritiro e la gestione dei RAEE provenienti dai nuclei domestici, hanno sottoscritto un accordo quadro di collaborazione destinato a promuovere in tutti gli enti di ricerca pubblici nazionali la corretta gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ‘Dual use’ e a favorire la divulgazione scientifica sull’importanza del corret-to riciclo e recupero dei RAEE.

Il termine RAEE ‘Dual use identifica i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) generati dall’utilizzo in attività commerciali, industriali o istituzionali di apparecchiature utilizzate anche in ambito domestico.
Promotore dell’accordo quadro è il Consiglio Nazionale delle Ricerche che nel maggio del 2023 ha sottoscritto con il CdC RAEE un protocollo di collaborazione con le medesime finalità.

In qualità di utilizzatori di numerose AEE e produttori di RAEE ‘Dual use’, tutti gli enti di ricerca hanno infatti l’esigenza di avviare a corretto trattamento questi rifiuti tecnologici.
In base al recente protocollo viene facilitato il ritiro gratuito dei RAEE nei punti di prelievo presso le strutture identificate e il successivo conferimento agli impianti accreditati dal CdC RAEE ad opera dei sistemi collettivi consorziati.

Il Centro di Coordinamento metterà pertanto a disposizione il portale per l’iscrizione dei punti di prelievo dei RAEE dai singoli enti di ricerca ed effettuerà l’attivazione del servizio di ritiro gratuito tramite i sistemi collettivi.
A sua volta il Codiger si attiverà presso tutti gli enti associati per far conoscere e promuovere l’accordo e le relative procedure attuative e operative.
Sul fronte della comunicazione e della divulgazione scientifica, i tre soggetti firmatari svolgeranno attività di informazione e formazione sulla natura e la pericolosità dei RAEE per l’ambiente, ma anche sulle loro potenzialità economiche in termini di ‘sostenibilità’ e, pertanto, sull’importanza del loro corretto riciclo e recupero. Il Cnr metterà a disposizione il proprio know-how e le informazioni acquisite direttamente dall’esperienza attualmente in corso. Il CdC RAEE opererà in sinergia con il Codiger per identificare gli argomenti di maggiore interesse scientifico e per supportare e favorire la diffusione e la divulgazione culturale e scientifica sul corretto trattamento dei RAEE.

“Rafforzare ulteriormente una sinergia tra Enti di ricerca come interscambio di esperienza e opportunità per offrire soluzioni di impatto positivo per il Paese è l’intento del presente Accordo quadro e del lavoro comune tra le istituzioni di ricerca” commenta Giuseppe Colpani, direttore generale del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

“Gli Enti pubblici di ricerca giocano un ruolo importante, non solo e non tanto in qualità di utilizzatori – spesso rilevanti – di apparecchiature elettriche ed elettroniche, e quindi di generatori di rifiuti ma, soprattutto, quali generatori di conoscenza, e cultura, sulla gestione della tecnologia, in un’ottica di circolarità e sostenibilità” afferma Moreno Tivan, segretario generale del Codiger. “È in quest’ottica che va valutata l’importanza di un accordo che si vuole di sistema, indirizzato a promuovere e divulgare la conoscenza scientifica su temi che rivestono importanza crescente l’ambiente in cui viviamo”.

“Questo accordo quadro rappresenta la naturale estensione della collaborazione avviata lo scorso anno con il Consiglio Nazionale delle Ricerche e risponde nei fatti alla volontà del consorzio di ampliare la platea di soggetti a cui mettere a disposizione il servizio gratuito di ritiro dei RAEE provenienti dai nuclei domestici e ‘Dual use’, così da assicurarne il corretto avvio a riciclo e consentire il recupero delle materie prime critiche” dichiara Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “Al tempo stesso l’instaurazione di relazioni con nuovi e autorevoli enti nazionali di ricerca contribuirà alla diffusione delle informazioni scientifiche utili a incrementare la conoscenza dell’importanza di una corretta gestione di questa tipologia di rifiuto in Italia”.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è un ente pubblico di ricerca nazionale con competenze multidi-sciplinari, vigilato dal Ministero dell’università e della ricerca (Mur). Le attività vengono svolte attraverso un patrimonio di risorse umane di circa 8.500 dipendenti e la rete scientifica è costituita da 88 istituti di ricerca e da 7 dipartimenti per aree macro-tematiche. In particolare, l’Unità ambiente e gestione rifiuti del Cnr, tra le varie attività svolte, fornisce supporto e consulenza all’Ente sulla gestione dei rifiuti speciali, svolge compiti di indirizzo e di orientamento sulla tutela delle acque, l’inquinamento del suolo, le bonifiche di siti inquinati e l’inquinamento atmosferico. Inoltre, fornisce supporto alle strutture sulle modalità di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

La Conferenza permanente dei Direttori Generali degli Enti Pubblici di Ricerca Italiani (Codiger), associa-zione senza scopo di lucro fondata nel 1994, riunisce tutti gli Enti pubblici di ricerca con l’obiettivo di promuovere il miglioramento della gestione della ricerca italiana coordinando – e contribuendo a metterne a sistema – l’azione.

Il Centro di Coordinamento RAEE è un consorzio di natura privata, gestito e governato dai Sistemi Collettivi sotto la supervisione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e del Ministero delle imprese e del made in Italy. È costituito dai Sistemi Collettivi dei produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettro-niche (AEE), in adempimento all’obbligo previsto dal Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014.
Il compito primario del Centro di Coordinamento RAEE è garantire su tutto il territorio nazionale una corretta gestione dei RAEE originati dalla raccolta differenziata, assicurando che tutti i Sistemi Collettivi lavorino con modalità ed in condizioni operative omogenee; il Centro di Coordinamento RAEE stabilisce, inoltre, come devono essere assegnati i centri di raccolta RAEE ai diversi Sistemi Collettivi.

www.cnr.it

www.codiger.it

www.cdcraee.it

Economia circolare e rifiuti industriali: Deloitte e Omnisyst insieme per promuovere la gestione sostenibile. Nel 2022 l’Italia è risultata uno dei paesi dell’UE con la miglior performance nel settore del riciclo, registrando 147,8 milioni di tonnellate avviati a recupero
Il mercato dell’economia circolare, a livello globale, potrebbe raggiungere i 2-3 miliardi di dollari nei prossimi anni, generando circa 2 milioni di posti di lavoro

Deloitte Climate & Sustainability, Società Benefit di Deloitte Italia dedicata ai temi del cambiamento climatico e della sostenibilità, e Omnisyst, azienda partecipata in maggioranza da Algebris Green Transition Fund e leader nazionale nella gestione circolare dei residui industriali, annunciano una partnership che ha l’obiettivo di accompagnare i siti produttivi italiani nel percorso verso un’economia circolare. La collaborazione consentirà di combinare la competenza strategica e settoriale del network Deloitte con le soluzioni per le imprese sviluppate da Omnisyst, per affermare e consolidare modelli di business innovativi basati sulla circolarità, anche grazie a una gestione innovativa e sostenibile dei rifiuti industriali.

Secondo il Circularity Gap Report 2024 – presentato da Deloitte e Circle Economy Foundation in occasione del World Economic Forum dello scorso gennaio – nonostante la crescente rilevanza del tema all’interno del dibattito economico, mediatico e politico, soltanto il 7,2% dell’economia a livello globale è davvero circolare, registrando un calo del 2,1% negli ultimi cinque anni (dal 9,1% nel 2018). Nel Circularity Gap Report 2024 si stima che il graduale raggiungimento di un’economia circolare non solo contribuirà a ridurre le emissioni climalteranti del 40%, ma genererà anche quasi 2 milioni di posti di lavoro e diventerà un mercato da 2-3 miliardi di dollari nei prossimi anni.

Rispetto ai trend registrati a livello globale, l’Italia risulta uno dei Paesi dell’Unione Europea con la miglior performance nel settore del riciclo, con percentuali che superano l’80% di rifiuti speciali avviati a forme di recupero. Secondo l’ultimo rapporto Ispra, infatti, i rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia sono pari a circa 178,1 milioni di tonnellate, di cui 147,8 milioni di tonnellate avviati a recupero. Inoltre, il nostro Paese, già nel 2022, aveva raggiunto e superato di oltre 7 punti percentuali l’obiettivo al 2025 del 65% di riciclo del packaging post-consumo e di 1,5 punti percentuali il target del 2030.

La partnership tra Deloitte e Omnisyst mira, dunque, ad accelerare ancor di più i progressi verso l’economia circolare in Italia, attraverso un’offerta di servizi che consenta alle imprese di avvalersi di tecnici e specialisti per la valutazione del loro modello di business relativo alla gestione dei residui industriali.

“Il nostro obiettivo è quello di offrire alle imprese servizi innovativi e science-based, che consentano di integrare pienamente la sostenibilità nel modello di business – commenta Stefano Pareglio, Presidente di Deloitte Climate & Sustainability –. Con questa partnership puntiamo a unire le nostre competenze strategiche con quelle tecniche di un’azienda leader nel settore dei rifiuti industriali. Insieme, accompagneremo le imprese con soluzioni end-to-end mirate ad accrescere il livello di circolarità aziendale”.

Tra gli strumenti proprietari di Deloitte c’è DeCISA (Deloitte Circularity Index Self Assessment), che fornisce alle aziende l’opportunità di quantificare e monitorare la performance sulla circolarità, accompagnandole nell’analisi del proprio modello di business in ottica trasformativa.

“Questa collaborazione segna una tappa cruciale nella nostra missione di favorire un’economia circolare e sostenibile” – dichiara Chicco Testa, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Omnisyst. “Ci permette di potenziare l’impegno verso la trasformazione dei residui industriali da rifiuti a risorse di valore, contribuendo significativamente alla salute del pianeta. Un’ambizione va oltre la gestione tradizionale dei rifiuti. Aspiriamo a rivoluzionare il modo in cui i materiali industriali vengono trattati, puntando sull’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Questo impegno non soltanto tutela l’ambiente, ma stimola anche la creazione di valore economico, in perfetta sintonia con le proiezioni di crescita per il mercato dell’economia circolare. Il passaggio da intermediari nella gestione dei rifiuti a promotori attivi dell’economia circolare rappresenta per Omnisyst un’evoluzione naturale e un impegno verso un futuro più sostenibile”.

“Solo nell’Unione europea si producono ogni anno più di 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti, cifra che sottolinea l’urgenza di rivoluzionare il nostro approccio al consumo e alla gestione delle risorse. In questo contesto, il trattamento efficiente dei residui industriali non è solo una questione ambientale ma diventa un imperativo economico e operativo” aggiunge Luca Valerio Camerano, Managing Director e Senior Partner di Algebris Green Transition Fund. “Omnisyst rappresenta un esempio innovativo di come sia possibile creare valore attraverso la gestione efficiente del ciclo dei rifiuti, ponendosi come partner ideale nell’ottimizzazione dei processi di riciclo e nella gestione dei sottoprodotti, risorse preziose che invece di essere scartate possono essere reintegrate nel ciclo produttivo”.

Nel luglio 2022 Deloitte ha costituito Deloitte Climate & Sustainability, diventando la prima e unica Big Four a creare una Società Benefit interamente dedicata ai temi della sostenibilità e del cambiamento climatico, con lo scopo di affiancare i clienti in una delle più grandi sfide del nostro tempo: la transizione verso un’economia sostenibile. Deloitte Climate & Sustainability è guidata da una collaborazione cross-practice tra le divisioni di Deloitte Italia, garantendo trasversalità, completezza e continuità di servizio. L’offerta dei servizi si articola in otto macroaree: Sustainable Strategy & Governance; Climate & Decarbonization; ESG Disclosure; Circularity & Sustainable Value Chain; Regenerative Cities, Infrastructure & Buildings; Sustainable Finance; Sustainability Data Transformation; Social Framework.

Dal 1995, Omnisyst è il più grande gestore indipendente di rifiuti industriali in Italia. Un partner affidabile, innovativo, certificato e un’azienda per la gestione dei rifiuti industriali che lavora secondo i principi dell’economia circolare, nel rispetto rigoroso della normativa e dell’ambiente. Opera come intermediario senza detenzione, che dispone il recupero e lo smaltimento dei rifiuti per conto dei suoi clienti, e per questo pienamente integrato nel sistema di co-responsabilità amministrative e penali previste dalla legge. Omnisyst è iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, nella categoria 8A, la massima del settore. Non possiede impianti o mezzi di trasporto: così da proporre le soluzioni migliori e più vantaggiose per i propri clienti.

Algebris è una società di gestione del risparmio globale, storicamente specializzata nel settore finanziario. Algebris, ad oggi, conta diverse strategie che spaziano dal settore finanziario, all’azionario Italia, dal credito globale ai crediti immobiliari, fino alle strategie azionarie e obbligazionarie focalizzate sul tema della sostenibilità e scarsità. Una delle strategie del gruppo Algebris incentrate sulla sostenibilità è l’Algebris Green Transition Fund (il “Fondo”), fondo chiuso di private equity Art.9 riservato agli investitori professionali. Il Fondo, investendo in piccole e medie imprese che contribuiscono alla transizione verde, si fonda su tre verticali: transizione energetica, economia circolare e smart city ed è guidato da un team con più di 50 anni di esperienza industriale cumulata nei settori energetici e ambientali, oltre che quelli finanziari.

www2.deloitte.com/it/it

www.omnisyst.it