La Terra è rivestita dai nostri rifiuti tessili. Solo l’1% trova nuova vita. In attesa della nuova normativa europea, serve attivarsi rapidamente per costruire una filiera virtuosa di riciclo, riuso e recupero per tonnellate di scarti e abiti usati che dall’Europa invadono Africa e Asia.

Safe, hub di consorzi di economie circolari punta i riflettori su tema sempre più urgente per tutelare la salute del nostro pianeta: il rifiuto tessile.

Nell’Unione europea, solo l’1% degli abiti usati viene riciclato in nuovi prodotti
Niente, se consideriamo che, mediamente, ogni cittadino dell’Unione acquista circa 26 chilogrammi di prodotti tessili all’anno, e ne butta via quasi 11.
Uno spreco che va a generare anche uno sfruttamento intensivo di risorse naturali: il settore del tessile e della moda è la terza fonte di degrado delle risorse idriche e del consumo di suolo.
Ad esempio, solo per fabbricare una unica maglietta di cotone, si stima che servano 2700 litri di acqua dolce, una quantità pari a quanto una persona dovrebbe bere in 2 anni e mezzo.
Inoltre, la produzione globale di fibre tessili continua a crescere: si stima che entro il 2030 arriverà a 145 mln di tonnellate, nel 2020 era di 109 mln. (dati 2020 Parlamento Europeo).

In attesa che entri in vigore la nuova normativa europea ‘EPR’ (Extended Producer Responsibility), che allarga a tutti i produttori di beni l’obbligo della gestione sostenibile dei rifiuti generati dalle loro filiere produttive, Safe è già attiva con importanti attori del sistema industriale Tessile – Moda per la gestione del rifiuto tessile.
Aziende che attualmente assumono in modo volontario un impegno importante, interpretando le direttive, previste e non ancora in vigore.

Già da alcuni anni, Re.crea e Retex.green, i consorzi rispettivamente di Camera Nazionale della Moda Italiana e Sistema Moda Italia, si sono affidati al Gruppo Safe per costruire una filiera di recupero del rifiuto tessile con standard tecnici e qualitativi ai massimi livelli.

“Il nostro obiettivo – dichiara Giuliano Maddalena, CEO di Safe – è realizzare filiere in grado di puntare al massimo recupero ma anche elaborare disciplinari e sistemi di controllo per evitare infiltrazioni delinquenziali e crimini ambientali. Per questo ci impegniamo tutti i giorni e anche in ambito tessile stiamo portando avanti progetti e attività specifiche per costruire un sistema di gestione del rifiuto tessile sempre più virtuoso”.

In partnership con i produttori associati Safe gestisce tutta la fase di post consumo dei prodotti, ovvero il momento in cui questi beni diventano rifiuti urbani, ma che possono costituire una miniera per filiere del riuso, del recupero di materie prime seconde.
Andando oltre il trattamento del rifiuto tessile, il consorzio prevede anche l’organizzazione di reti di riparazione, re-manufacturing e rivendita qualificata, un ‘riuso garantito’ a servizio delle imprese, e a beneficio dei consumatori.

Safe – Consorzi economie circolari – è l’hub italiano dei consorzi per le economie circolari, che dal 2006 raggruppa quattro sistemi collettivi (Ecoped, Ridomus, Ecopower e Pneulife) senza fine di lucro per il corretto riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita (RAEE), climatizzatori domestici e industriali, pile e accumulatori esausti e pneumatici fuori uso (PFU). A questi si sono aggiunti a partire dal 2022 due importanti consorzi per il recupero dei rifiuti tessili: il consorzio Retex.green, fondato da Sistema Moda Italia, e il consorzio Recrea, fondato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana. Grazie a un’organizzazione snella e competente, le oltre 950 aziende aderenti ai consorzi di Safe dispongono di un motore condiviso che consente loro di adempiere in modo appropriato e competente a una corretta Gestione dei Rifiuti, andando anche oltre agli obblighi della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Safe garantisce infatti filiere di economia circolare che sono solide, garantite, qualificate, tracciate e controllate. Dal 2011, Ecoped, grazie a Safe, applica Ecoguard®, un sistema di garanzia e di controllo delle filiere RAEE (in particolare R4) ancora oggi unico a livello Europeo. Dal 2017 Safe adotta anche uno stringentissimo Protocollo di Legalità che gli consente di prevenire a monte le infiltrazioni criminali delle sue filiere.
Safe è anche promotore del progetto OltreilGreen, volto a dare un marchio/insegna a tutte le aziende aderenti ai Consorzi che si distinguono per il l’impegno concreto in progetti di economia circolare, andando oltre il semplice rispetto delle normative vigenti.

www.gruppo-safe.it