Luglio 2023

Vacanze in foreste FSC che combattono la crisi climatica. Si trovano in Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna: sono aree che producono servizi per la comunità circostante e aiutano a riconnettere le persone con alberi e Natura. Viverci una esperienza è il modo migliore per conoscere da vicino il ruolo dei boschi per combattere la crisi climatica.

Con 11 milioni di ettari di boschi, l’Italia è al secondo posto per copertura forestale in Europa e offre straordinarie possibilità per una vacanza o una esperienza “slow”, dove si concentrano ambiente e benessere, storia e culture, usi civici e antiche leggende. Meglio ancora se poi la scelta privilegia la scoperta di località dove le comunità locali hanno sviluppato nei secoli un forte attaccamento alla risorsa forestale, affinando sistemi di gestione e uso sostenibile che hanno permesso la convivenza di coltivazioni, pascoli e biodiversità.
Non solo: negli ultimi anni e complici gli effetti dei cambiamenti climatici, sono stati riscoperti i servizi di supporto alla vita che le foreste offrono costantemente: tra questi, la cattura e lo stoccaggio di CO2, la conservazione delle risorse idriche, della biodiversità e della ricchezza del suolo, oltre all’accogliere attività turistico-ricreative e culturali.
Ecco quindi quattro opportunità turistiche in aree certificate FSC in Italia, situate in altrettante regioni: qui si è deciso di puntare decisamente non solo sulla gestione responsabile ma anche sulla valorizzazione dei servizi naturali connessi ad alberi e boschi che posso diventare tappe interessanti di un itinerario estivo alla scoperta del Belpaese.

La Sughereta Sperimentale Cusseddu-Miali-Parapinta (Tempio Pausania, Sardegna)
Nello storico distretto del sughero sardo in provincia di Sassari (Comune di Tempio Pausania) è possibile scoprire questa foresta che si estende per circa 67 ettari e che secondo i dati dell’ultimo inventario (2021), conta oltre 30 mila piante di sughera, roverella, leccio e frassino.
È gestita dal Servizio della Ricerca per la Sughericoltura e la Silvicoltura di Agris Sardegna ed è sia un’area produttiva capace di fornire 1.600 quintali di sughero ogni dieci anni, sia un luogo dove si testa la resistenza delle piante a patogeni e le loro capacità di recupero, oltre che la rinnovazione artificiale del bosco – da qui appunto la definizione di “sperimentale”.
Ma è anche un luogo che ospita una particella, denominata “Bosco Naturale”: lasciata a libera evoluzione a partire dagli anni ’60, consente di testare le dinamiche di un bosco che non viene interessato da attività umane per lungo tempo.
È infine, casa di un’infinità di specie locali; tra queste, 400 specie di piante, 14 specie di Orchidee, 218 specie fungine, oltre che a 42 specie di uccelli e di mammiferi come il cinghiale, il riccio, la volpe, la donnola, la martora e la lepre.
Dal 2005 la Sughereta Sperimentale è certificata secondo gli standard di gestione forestale FSC, a cui è stata aggiunta nel 2021 la verifica della conservazione e valorizzazione dei servizi ecosistemici: a cominciare dallo stock di carbonio, equivalente a 8.881,78 tonnellate di anidride carbonica assorbita, e alla protezione della biodiversità.
Le attività di gestione hanno consentito il ripristino e la manutenzione di sorgenti, pozzi e canali di scorrimento, così come il consolidamento delle sponde con essenze adattate agli ambienti umidi.
Per conservare il suolo si è poi proceduto alla rinaturalizzazione di vecchi rimboschimenti e alla realizzazione di nuovi a scopo naturalistico, assieme ad una serie di indagini che hanno consentito di analizzare le caratteristiche fisico-chimiche del suolo e di predisporre le misure per la sua tutela e miglioramento.

L’Oasi Zegna (Biella, Piemonte)
Situata nelle Alpi a circa mezz’ora di auto dal centro di Biella, l’Oasi Zegna nasce dall’idea dell’imprenditore Ermenegildo Zegna di restituire alla comunità un’area di 100 chilometri quadrati che, grazie ad interventi di rimboschimento e messa in sicurezza, oggi ospita 700 ettari di faggete, 300 di abetine e 400 di boschi misti, completamente aperti al pubblico.
Qui sono oltre venti itinerari naturalisti per gli amanti del trekking o del nordic walking, della bicicletta, delle passeggiate a cavallo e dello sci nei mesi più freddi, ma si possono anche seguire corsi e seminari di yoga, meditazione e qi gong, oppure partecipare a percorsi di meditazione e mindfulness camminando nei boschi dell’Oasi.
Non manca ovviamente l’attenzione alla conservazione della biodiversità, che comprende un importante progetto di monitoraggio delle popolazioni Carabus Olympiae, un coleottero endemico che ha rischiato l’estinzione a causa della pressione antropica e che ora è tornato a occupare queste zone grazie ad una migliore gestione forestale e pastorale.
Certificata FSC dal 2022, oggi l’Oasi ha aggiunto la verifica di tutti e cinque i servizi ecosistemici forestali: stock di CO2; conservazione delle fonti idriche, della biodiversità e del suolo; miglioramento dei servizi turistico-ricreativi e culturali.

Il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
Trekking, arrampicate, pedalate in bici, sky running e escursioni a cavallo: nei 26.149 ettari del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano c’è davvero spazio per tutte le esperienze. Istituito nel 2001, ricade sotto il Man and the Biosphere-MAB, un programma scientifico intergovernativo avviato dall’Unesco per promuovere la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile.
Vanta una straordinaria ricchezza di ambienti abitati da specie come il lupo, il muflone, il capriolo, il cervo, la poiana, il falco pellegrino, l’aquila reale, il tritone alpestre ed endemismi come la festuca, la veccia, il palèo genovese e la primula appenninica.
I paesaggi vari ricompresi in questa area offrono al visitatore la possibilità di passeggiare alla scoperta di antichi pascoli (Giunchiglie di Logarghena), castagneti, abetine e faggete, nelle quali è possibile anche scorgere qualche pianta secolare e un’antica segheria idraulica, ora divenuta un rifugio per escursionisti (Abetina Reale). Al momento è l’unico parco nazionale italiano ad essere certificato secondo gli standard FSC, traguardo raggiunto nel 2022, a cui è seguita la verifica di tutti e cinque i servizi ecosistemici. La CO2 al momento stoccata in questa area è pari a 1.755.845,02 tonnellate.

Il Complesso forestale regionale di Rincine (Firenze, Toscana)
Situato in provincia di Firenze, con i suoi 1.448 ettari il Complesso forestale regionale di Rincine fa parte dell’area gestita dall’Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve e interessa i Comuni di Londa, S.Godenzo e Dicomano.
Le aree sono popolate in maggioranza da faggi e cerri, ma è possibile trovare anche conifere, impianti di douglasia, rimboschimenti di pino nero e castagneti. Oltre ai sentieri per trekking, bici o cavallo, è possibile scoprire le bellezze di quest’area attraverso una serie di percorsi specifici: il sentiero selvicolturale ad esempio, che permette di apprendere le tecniche di gestione del bosco appenninico; due percorsi specifici per famiglie, di facile accessibilità e pensati anche per le esigenze dei più piccoli; “le buone erbe”, una passeggiata tra boschi di latifoglie e conifere, prati, pascoli e brughiere alla scoperta delle piante da sempre utilizzate dall’essere umano per i più svariati impieghi.
I boschi di Rincine sono ricompresi, unici nel panorama italiano, all’interno del network delle Foreste Modello, una rete internazionale che promuove forme innovative e sostenibili di governance forestale. Sono inoltre certificati FSC dal 2013, e come altre 13 realtà forestali nel nostro Paese, hanno eseguito la verifica degli impatti di gestione sui servizi naturali per quanto riguarda miglioramento e mantenimento dello stock di carbonio e delle attività turistico-ricreative.

Il Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione non governativa e no-profit che include tra i suoi 900 membri internazionali gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commercializzano prodotti forestali, gruppi della grande distribuzione organizzata, ricercatori e tecnici, che operano insieme allo scopo di promuovere in tutto il mondo una gestione responsabile delle foreste.
FSC Italia nasce nel 2001 come associazione no-profit, in armonia con gli obiettivi di FSC International. Il marchio ha assunto un ruolo di primo piano nel mercato dei prodotti forestali quali legno, carta e prodotti non legnosi (come ad esempio il sughero), collocando il nostro Paese al secondo posto nella classifica internazionale e al primo in quello europeo per quel che riguarda le certificazioni FSC della Catena di Custodia (Chain of Custody, CoC).
Il marchio FSC identifica infatti i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. La foresta di origine viene infatti controllata e valutata in maniera indipendente in conformità a questi standard (principi e criteri di buona gestione forestale), stabiliti ed approvati dal Forest Stewardship Council International tramite la partecipazione e il consenso di tutte le parti interessate.

www.fsc-italia.it

Rimodulati i contributi CONAI per carta, legno e vetro. CONAI, dopo confronto con i Consorzi COMIECO, RILEGNO e COREVE, valutato lo scenario attuale della filiera del riciclo degli imballaggi ha rimodulato nuovamente il contributo ambientale (o CAC) per gli imballaggi in carta, legno e vetro.

Gli imballaggi in carta
Dal 1° ottobre 2023, il contributo per gli imballaggi in carta e cartone passerà da 5 euro/tonnellata a 35 euro/tonnellata.
Tra luglio 2020 e luglio 2022 il contributo per la carta si è progressivamente ridotto da 55 a 5 euro/tonnellata. Ciò grazie all’incremento dei valori della carta riciclata sul mercato e alla condizione delle riserve economiche di COMIECO.

La rimodulazione del contributo, oggi, è dovuta a diversi fattori
Rispetto alle previsioni per il 2023, si sono ridotti i ricavi dalla vendita del materiale. Sono inoltre diminuiti i volumi degli imballaggi immessi al consumo e assoggettati al CAC; questo decremento è dovuto principalmente alla contrazione della produzione industriale nelle principali economie mondiali, per le note congiunture internazionali. Il tutto in un contesto di aumento delle quantità di raccolta in convenzione.
Le riserve patrimoniali di COMIECO si sono quindi ridotte sensibilmente al di sotto della soglia voluta e necessaria per garantire la continuità rispetto agli impegni di raccolta e riciclaggio.
Non cambiano i valori degli extra CAC da applicare agli imballaggi poliaccoppiati a base carta idonei al contenimento di liquidi, a quelli di tipo C (con componente cellulosica superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%) e a quelli di tipo D (con componente cellulosica inferiore al 60% o non esplicitata).

I valori del CAC per la carta saranno i seguenti:

Gli imballaggi in legno
Dal 1° gennaio 2024, il contributo per gli imballaggi in legno passerà da 8 euro/tonnellata a 7 euro/tonnellata.
Il decremento è correlato a diversi fattori, tra cui un aumento dell’immesso al consumo nel 2021 e 2022 che ha determinato una situazione economica positiva.

Gli imballaggi in vetro
Dal 1° ottobre 2023, il contributo per gli imballaggi in vetro passerà da 23 euro/tonnellata a 15 euro/tonnellata.
Una variazione al ribasso che è conseguenza di diverse situazioni congiunturali. La continua crescita dei prezzi del materiale ceduto in asta, che nella prima parte del 2023 si sono mantenuti superiori a quelli già molto alti del 2022. E la riduzione dei costi di gestione legata al diminuire delle quantità conferite al sistema consortile.
Anche per COREVE, inoltre, le riserve patrimoniali si mantengono sufficientemente alte per permettere una diminuzione del CAC.

Le procedure semplificate per l’import
Le rimodulazioni avranno effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate per importazione di imballaggi pieni.
Il contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi (tara) delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà dagli attuali 59 a 70 euro/tonnellata dal 1° ottobre 2023 e a 69 euro/tonnellata dal 1° gennaio 2024.
L’aliquota da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in euro) diminuirà da 0,12 a 0,11% per i prodotti alimentari imballati, a decorrere dal 1° ottobre 2023; resterà invece invariata quella relativa ai prodotti non alimentari imballati (0,6%).

I contributi forfettari/aliquote saranno i seguenti:

conai.org

Corretto riciclo dei RAEE: Ecolamp costituisce il punto di riferimento per le imprese, puntando a massimizzare la raccolta non solo grazie alla gestione dei RAEE domestici ma offrendo servizi personalizzati al mondo professionale.

Ecolamp, Consorzio non profit per il recupero dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ogni anno assicura a corretto trattamento oltre 2.500 tonnellate di RAEE. Di questi, circa il 60 per cento arriva dal circuito domestico, grazie ai conferimenti dei privati cittadini presso le isole ecologiche o, con la formula dell’uno contro uno e dell’uno contro zero, presso i punti vendita della distribuzione. Il restante 40 per cento Ecolamp lo raccoglie attraverso i servizi dedicati al mondo professionale, sviluppati nel tempo per soddisfare le esigenze di grandi e piccole imprese e per ogni tipologia di rifiuto elettrico.

Oggi Ecolamp si rivolge al mondo B2B con un’offerta completa e modulabile
È possibile richiedere il ritiro e lo smaltimento di tutte le tipologie di RAEE attraverso una piattaforma digitale ( aladdin.ecolamp.it ) semplice e intuitiva, affiancata da un servizio clienti per un supporto completo.
In particolare, Extralamp è il canale storico del Consorzio, rivolto agli installatori illuminotecnici e a tutte le imprese che devono smaltire tubi neon e altre tipologie di sorgenti luminose;
ExtraPRO è destinato al ritiro e trattamento dei RAEE del raggruppamento R4 come piccoli rifiuti elettrici, plafoniere, cabine elettriche, pannelli fotovoltaici e molto altro;
ExtraRAEE è il canale per il conferimento di grandi bianchi, TV e monitor (RAEE dei raggruppamenti R1, R2, R3), pile, accumulatori e toner. Consente di mettere a confronto l’offerta dei migliori operatori di zona e selezionare la più vantaggiosa.
Infine, per i siti autorizzati allo stoccaggio di sorgenti luminose, la convenzione Waste-in prevede il trasporto ed il trattamento dei RAEE di illuminazione a condizioni preferenziali.

Ecolamp riserva inoltre, per i propri consorziati – Produttori e Importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche – il servizio EcoService, che consente di offrire alla clientela un pacchetto che non solo includa l’acquisto del prodotto nuovo, ma anche il ritiro e lo smaltimento a norma delle apparecchiature sostituite.

Il consorzio Ecolamp si propone quindi, con la gamma dei servizi offerti, come partner strategico per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità sempre più spesso perseguiti dalle imprese in un’ottica ESG ( Environmental, Social, Governance). Una collaborazione che favorisce al contempo l’incremento dei RAEE correttamente riciclati e la realizzazione di un’economia di tipo circolare.

“Le criticità nell’incrementare la raccolta dei rifiuti tecnologici, emerse con maggiore evidenza nell’ultimo anno, richiedono adeguamenti concreti del sistema RAEE. – commenta Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp – Sembra chiaro che le attività professionali di installazione, manutenzione e ammodernamento di impianti possano portare alla raccolta di quantità importanti di rifiuti elettrici, anche di natura domestica. Ecolamp, che da oltre quindici anni ha attivato canali dedicati ai conferimenti dei professionisti, oggi è in grado di offrire una gamma di servizi adatti alle diverse esigenze di questi utenti. L’obiettivo è sempre quello di contribuire alla crescita dei RAEE correttamente gestiti e riciclati”.

Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche giunte a fine vita (RAEE). Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi riunisce oltre 350 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Dal 2015 Ecolamp è tra i soci fondatori di Eucolight, l’associazione europea nata per dare voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione. Ecolamp porta avanti con impegno numerose attività per sensibilizzare cittadini e operatori del settore, coinvolgendo l’unione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE. Oggi Ecolamp, in un’ottica di economia circolare, garantisce il recupero di oltre il 95% dei materiali di cui questi rifiuti sono composti e il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti, evitando che vengano disperse nell’ambiente.

www.ecolamp.it

Carta dei Diritti degli Oceani. Il Genova Process per il riconoscimento dei diritti dell’Oceano presso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il Genova Process pone il capoluogo ligure al centro di un percorso straordinario, parallelamente allo svolgimento della The Ocean Race, il giro del mondo delle imbarcazioni a vela con equipaggio, terminato nei giorni scorsi con il traguardo per la prima volta in Italia, proprio a Genova.
Il Blue District ospita tutti i workshop del Genova Process, iniziativa che mette nuovamente il capoluogo ligure al centro dell’attenzione mondiale nell’ambito delle politiche e azioni di sostenibilità, per la salvaguardia dei mari e degli ambienti costieri, grazie anche alla sinergia con The Ocean Race.

Ad accogliere i partecipanti del primo workshop è stato il Sindaco di Genova, Marco Bucci: «Il mondo di Ocean Race porta ancora una volta la nostra città al centro dell’interesse internazionale. Non solo per lo sport, ma anche per i contenuti legati alla tutela dell’ambiente e del mare. E’ per noi un’occasione straordinaria e motivo di grande orgoglio essere sede degli incontri che porteranno alla definizione dei principi di una potenziale Dichiarazione dei Diritti degli Oceani. In quel documento, che verrà presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York nel settembre 2023, ci sarà molto di Genova, del nostro amore per il mare e del nostro legame con il pianeta blu: una risorsa fondamentale per la vita, la crescita sostenibile, che abbiamo il diritto e il dovere di tutelare in quanto parte integrante della nostra esistenza”.

Il Presidente di The Ocean Race, Richard Brisius, molto legato alla città, avendo vissuto in Liguria e partecipato al giro del mondo a vela su barche italiane ha delineato la genesi del Genova Process e come questa iniziativa si inserisca nel più ampio progetto di sostenibilità Racing with Purpose della regata. Nel suo ottimo italiano Brisius ha detto: «Come velista ho questo legame speciale con l’oceano. Lo sport della vela apprezza il fair play e regole giuste, ma non c’è fair play per l’oceano. Abbiamo bisogno di una governance e di una gestione più nitida, che possiamo creare attraverso una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano – un set di regole che permetta a tutti i mari di prosperare. Se succederà, vedremo un cambiamento di paradigma nella protezione dell’oceano».

Alla conferenza hanno preso parte anche Michelle Bender, giurista e direttore delle campagne sull’oceano dell’Earth Law Center, una ONG con sede negli Stati Uniti che lavora per il riconoscimento dei diritti della natura attraverso azioni di lobbying giuridica e di educazione e Antonio Di Natale, il biologo marino con importanti incarichi e relazioni internazionali, che ricopre il ruolo di consulente scientifico per conto del Comune di Genova. «Esistono già leggi sui diritti della natura – ha spiegato Michelle Bender – ma non partono da quelli che sono gli interessi superiori del mondo. Hanno un punto di vista legato all’uomo e ai suoi bisogni. La natura è una entità legale e deve avere una voce. Come esistono i diritti dei bambini, lo stesso deve accadere per la natura. Avere una carta dei diritti degli oceani significa avere più protezione e in questo senso va fatto un cambio etico per trattare il nostro ambiente in modo migliore. Gli oceano sono in grave pericolo. La plastica è solo uno dei problemi, il più visibile. Obiettivo di tutti noi deve essere quello della conservazione e tutela dell’ambiente marino e vogliamo che sia stabilito un diritto e che ci sia quindi una presa di responsabilità a livello globale».

Parte del gruppo centrale di esperti degli Innovation workshop, Antonio Di Natale ha sottolineato l’importanza di una migliore conoscenza dell’oceano per poter attuare efficaci politiche di protezione. «La ricerca scientifica e il patrimonio culturale legato al mare sono alla base del Genova Process, gli elementi fondamentali per conoscere meglio il contesto nel quale ci muoviamo, e dunque per la definizione dei principi dei diritti dell’oceano, che vogliamo presentare ufficialmente ai Governi e all’attenzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel Settembre 2023, durante gli eventi collegati a The Grand Finale a Genova. Sono felice di poter dare il mio contributo, insieme a molti altri scienziati ed esperti da tutto il mondo che ho contribuito a selezionare con The Ocean Race, e che la città di Genova abbia un ruolo di tale rilevanza sulla scena globale».

Al workshop partecipano 25 esperti di diritto internazionale, politica, diplomazia e scienze oceaniche, alcuni in presenza e altri collegati online dai propri paesi.

“Genova è in prima linea nel portare avanti iniziative in materia di sostenibilità ambientale e degli oceani”, ha sottolineato Matteo Campora, Assessore all’ambiente e alla transizione ecologica del Comune di Genova. «L’Action Plan Genova 2050 verso un’economia sostenibile resiliente, il Pums per una mobilità urbana ad emissioni zero, Genova come primo Green Port del mondo entro il 2030, il progetto C-City ed il protocollo d’intesa con ESA ed Enel per il monitoraggio delle microplastiche in mare, l’operazione Fondali Puliti, il lavoro del Centro di Educazione Ambientale e della Guardia Costiera Ausiliaria per la pulizia di spiagge e mari dai rifiuti, i sea-bin sono solo alcune delle azioni e dei progetti che fanno di Genova un modello nazionale e internazionale per la tutela dei mari e degli oceani. La nostra città è pronta ed orgogliosa di fare la sua parte per questo importante Genova Process».

I workshop del Genova Process raccoglieranno i risultati che emergono dai The Ocean Race Summit, sviluppati in collaborazione con 11th Hour Racing, premier partner di The Ocean Race, a cui prendono parte personaggi chiave del mondo dello sport, dell’industria, della politica e della scienza, insieme ad appassionati sostenitori degli oceani.
Nell’incontro a Genova sono analizzati i risultati del “The Ocean Race Summit” che si è tenuto lo scorso 21 marzo alle Seychelles con la partecipazione di Wavel Ramkalawan, presidente della Repubblica delle Seychelles, Patricia Scotland, segretario generale del Commonwealth, Mia Amor Mottley, primo ministro delle Barbados e Peter Thomson, inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’Oceano.
Si è discusso in particolare sui temi della mancanza di governance e protezione dei nostri mari, sull’impatto del cambiamento climatico, l’importanza delle donne nei ruoli di leadership per la conservazione degli oceani, piani di economia blu e la lotta all’inquinamento.
L’evento delle Seychelles fa parte di una serie di 12 i Summit che esplorano l’idea di dare diritti all’oceano per creare uno sforzo globale collettivo per proteggere i mari.
Il concetto può essere realizzato solo se i diritti dell’oceano sono accolti su scala globale, ed è per questo che The Ocean Race sta lavorando per raccogliere sostegno e slancio con i principali decisori e sostenitori dell’oceano.
Al termine di ogni Summit, gli esperti si ritroveranno a Genova per continuare a sviluppare i principi dei diritti dell’oceano.

smart.comune.genova.it

www.theoceanrace.com

Scarto acido fosforico a fertilizzante agricolo, grazie all’innovativo sistema ideato dalla sede bolognese del Gruppo Argos ST.

Argos Lualma, con la collaborazione di fornitori agricoli, ha introdotto una serie di procedure che permettono di trasformare l’acido fosforico, derivante dal trattamento di ossidazione anodica, da prodotto di scarto a fertilizzante ideale per l’agricoltura

Gruppo Argos ST riduce impatto ambientale delle proprie attività industriali
Presso lo stabilimento di Imola è stato messo a punto un procedimento che consente il riutilizzo degli scarti provenienti da uno specifico processo, ossia l’anodizzazione colorata.
Il trattamento di anodizzazione colorata, che protegge le superfici metalliche dalla corrosione, migliorando le proprietà di numerosi oggetti, determina però la produzione di rifiuti chimici, che possono essere nocivi per l’ecosistema.
Per ridurre l’impatto ambientale a favore di una maggiore sostenibilità Argos ST ha investito in ricerca e sviluppo e messo a punto un innovativo sistema in ambito industriale.

Argos Lualma sceglie di trasformare l’acido fosforico in fertilizzante per l’ambito agricolo
L’anodizzazione colorata è resa possibile dall’utilizzo di una combinazione di acidi, tra cui l’acido fosforico. Attraverso procedure specifiche, messe a punto grazie alla collaborazione di fornitori, Argos Lualma riesce a separare l’acido fosforico dalla miscela complessiva utilizzata per la lavorazione dei metalli anodizzati.
In questo modo, l’acido fosforico viene opportunamente trattato e trasformato in fertilizzante ricco di fosforo, dunque in prodotto finito utilizzabile e commercializzabile nel settore agricolo.

“Da anni ci rivolgiamo a fornitori che siano capaci di portare avanti questa soluzione innovativa – commenta Alberto Lelli, Amministratore Delegato di Argos Lualma – Indubbiamente i processi industriali comportano inquinamento e, nel nostro caso, l’ossidazione anodica determina la produzione di rifiuti chimici che possono avere un impatto negativo sull’ambiente. Essere riusciti a adottare questo sistema è davvero una grande soddisfazione: in questo modo riduciamo l’impatto ambientale delle nostre attività e favoriamo il riutilizzo di prodotti di scarto”.

Il riutilizzo dell’acido fosforico in agricoltura: alcuni vantaggi
Riutilizzare l’acido fosforico proveniente dagli scarti delle attività industriali per impiegarlo in agricoltura come fertilizzante offre diversi vantaggi: il fosforo, infatti, è un nutriente essenziale per le piante, poiché contribuisce allo sviluppo delle radici, alla fioritura e alla fruttificazione.
Inoltre, l’uso di questa tipologia di fertilizzante consente agli agricoltori di garantire alle colture un nutrimento adeguato, riducendo la dipendenza da fornitori esterni.

La pratica del recupero e riutilizzo del fosforo è un ulteriore progresso nella gestione degli scarti di produzione: permette di ridurre gli sprechi e trasformafli in un sottoprodotto utile.

“Come Gruppo siamo orgogliosi di aver sviluppato una soluzione che combina innovazione tecnologica, sostenibilità e processi agricoli. Il nostro obiettivo è continuare a investire nella ricerca e a studiare soluzioni che consentano il riutilizzo degli scarti di produzione, all’interno di ogni stabilimento parte di Argos ST. La tutela della sostenibilità ambientale ad oggi è una dimensione imprescindibile per ogni azienda e noi non possiamo che sentire la responsabilità di offrire anche il nostro contributo”. – conclude Alberto Lelli.

Argos Surface Technologies, nato nel 2020 con il fondo di private equity Gradiente II, gestito da Gradiente SGR. Prende vita dall’unione di importanti realtà nel panorama dei trattamenti e dei rivestimenti superficiali, con l’ambizioso intento di creare una leadership nel settore.
Nel 2020 il Gruppo prende avvio con le acquisizioni di Argos, Impreglon Italia e Aalberts ST. Nel 2021 il gruppo acquisisce le emiliane TSM (oggi Argos TSM) e Lualma Anodica (oggi Argos Lualma) e nel 2022 la bergamasca TEC.RI.MET, la mantovana Foresi e la torinese Rotostatic.
Il Gruppo vanta oggi nove stabilimenti: Borgaro Torinese (TO), Origgio (VA), Opera (MI), Cambiago (MI), Calcio (BG), Gonzaga (MN), Monteveglio (BO), Minerbio (BO) e Imola (BO), con oltre 350 dipendenti e un fatturato che supera i 50 milioni di euro.

www.argos-st.com

Da pannelli solari a barattoli. Sogliano Ambiente Spa, azienda leader nel settore del riciclo dei rifiuti, ha trovato una soluzione innovativa per il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici grazie alla collaborazione con Cyrkl, la piattaforma globale dedicata alla compravendita di rifiuti industriali e all’approvvigionamento sostenibile.

L’azienda, da anni impegnata nel riciclo a 360 gradi dei rifiuti, ha recentemente ampliato le sue attività per includere il riciclo dei pannelli fotovoltaici.
Grazie a metodi di lavorazione avanzati, Sogliano Ambiente è in grado di estrarre una percentuale molto elevata dei materiali contenuti nei pannelli fotovoltaici, ottenendo risultati di efficienza senza precedenti.
Infatti, il 99% dei materiali in ingresso viene avviato al riciclo, mentre solo l’1% viene destinato allo smaltimento finale.

Attraverso il loro sistema di trattamento meccanico su linea, Sogliano Ambiente Spa ha raggiunto un importante traguardo: l’End-of-Waste sul vetro dei pannelli fotovoltaici, in conformità con il regolamento (UE) N. 1179 del 10/12/2012.
Questo significa che il vetro recuperato perde la qualifica di rifiuto e diventa una preziosa materia prima seconda, pronta per essere reintrodotta nel ciclo produttivo.

Per valorizzare il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici, Sogliano Ambiente Spa ha collaborato con Cyrkl
Attraverso la piattaforma di Cyrkl, l’azienda ha trovato un partner specializzato nella produzione di vasetti e bottiglie per il settore alimentare, ad esempio per sughi. La connessione facilitata da Cyrkl ha creato un mercato per il vetro dei pannelli fotovoltaici, precedentemente considerato un sottoprodotto di poco valore.

Simone Grasso, country manager italiano di Cyrkl, ha commentato: “Siamo entusiasti di supportare Sogliano Ambiente Spa nel loro impegno per il riciclo dei pannelli fotovoltaici. Questa connessione dimostra come la circolarità possa creare opportunità di business sostenibili, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle attività industriali. Siamo orgogliosi di facilitare tali connessioni e di fornire alle aziende gli strumenti necessari per trasformare i rifiuti in risorse preziose”.

La partnership tra Sogliano Ambiente Spa e il produttore di imballaggi in vetro è solo un esempio delle numerose connessioni di successo che Cyrkl ha facilitato nel settore della gestione dei rifiuti.
La piattaforma di Cyrkl ha già connesso migliaia di aziende in tutto il mondo, offrendo loro l’opportunità di trasformare i propri rifiuti in risorse preziose e contribuire alla transizione verso un’economia circolare.
Sogliano Ambiente Spa continua a essere all’avanguardia nel settore del riciclo dei pannelli fotovoltaici, dimostrando il suo impegno per l’efficienza e la sostenibilità.
Grazie alla collaborazione con Cyrkl, l’azienda è in grado di valorizzare il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale di questa importante fonte di energia rinnovabile.

Cyrkl è una startup green-tech la cui missione principale è di applicare i principi dell’economia circolare alla gestione dei rifiuti attraverso tecnologie innovative, analisi dei dati e apprendimento automatico.
Ad oggi Cyrkl aiuta migliaia di aziende a trasformare i rifiuti in risorse, grazie alla più grande piattaforma digitale sugli scarti in Europa dove è possibile caricare annunci virtuali di ogni tipo di scarto o rifiuto.
Grazie a Cyrkl le aziende risparmiano centinaia di migliaia di tonnellate di emissioni di CO2 che verrebbero altrimenti rilasciate nell’atmosfera.
Come parte delle sue attività di consulenza, il team di esperti di rifiuti si occupa inoltre di consulenze specifiche.
Gli esperti si recano presso gli stabilimenti industriali e analizzano tutti i flussi di rifiuti con l’obiettivo di trovare soluzioni alternative in termini di gestione dei rifiuti.
I risultati ottenuti sono analisi di mercato, risparmi ambientali ed economici (15% – 45%) e supporto nell’implementazione di nuove tecnologie di riciclaggio. Il portafoglio clienti include anche grandi aziende come LIDL e Škoda Auto.

cyrkl.com

www.soglianoambiente.it

Recupero componenti gomma a fine vita. Oldrati Guarnizioni Industriali SpA, società del Gruppo Oldrati, tra i più importanti nella produzione di manufatti in gomma, plastica e silicone, annuncia un investimento di più di 6 milioni di euro.
Tale progetto sarà portato avanti grazie al supporto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), in particolare con le risorse gestite dal Fondo Nazionale Complementare (PNC) che ha integrato e completato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che fa parte del programma Next Generation EU (NGEU) elaborato dall’Unione Europea nel 2021.

Tra gli obiettivi del progetto di ricerca di Oldrati, lo sviluppo di una competenza innovativa finalizzata alla rigenerazione di articoli tecnici in gomma ormai giunti a fine vita.
Una volta rigenerata, sarà possibile reimmettere la nuova materia prima nella filiera produttiva, riducendo così i rifiuti in discarica, il consumo di materie prime vergini e le emissioni di CO2.
Un processo spiccatamente innovativo e sostenibile nel mondo dei polimeri.

Il processo di selezione e validazione della candidatura è stato particolarmente approfondito e rigoroso
Infatti la società ha presentato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un progetto in cui sono stati illustrati gli obiettivi, le risorse necessarie e gli esiti attesi alla fine dei 3 anni di ricerca.

“Ottenere il sostegno ad un progetto di ricerca particolarmente avanzato e innovativo come questo rappresenta un riconoscimento della nostra capacità di condurre progetti ad elevato tasso di innovatività. In particolare in un ambito chiave per migliorare la sostenibilità del comparto gomma e plastica.
Insieme a tutto il team dell’Area Ricerca e Sviluppo Oldrati, siamo particolarmente entusiasti di portare avanti un progetto così significativo. Lavorare su iniziative che contribuiscono fattivamente al miglioramento dell’ambiente ci fa sentire molto motivati e stimola un sempre maggiore orientamento all’innovazione sostenibile”, ha dichiarato Paolo Morandi, R&D Group Director.

Oldrati è un Gruppo internazionale tra i più importanti nella produzione di manufatti in gomma, plastica e silicone. Fondato a Villongo (Bergamo) nel 1964, è presente in Italia e a livello internazionale con 14 siti produttivi, circa 1700 dipendenti e 180 milioni di euro di fatturato.
La continua espansione del Gruppo si realizza con la progressiva integrazione di aziende ad elevato contenuto tecnologico e con la crescente internazionalizzazione.

oldrati.com

Ecodesign Circular Economy. Major success for sustainable products and the environment. Good news for consumers: members of the European Parliament took an important step to make sustainable products the norm.

Following an ambitious report from the Parliament’s environment committee agreed upon in June, today’s plenary vote has finalised the Parliaments position on the Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR).

The ESPR represents an important milestone in Green Deal legislation and will become the cornerstone of Europe’s product policy. It will replace the existing Ecodesign Directive, which is one of the EU’s most effective climate policies to date, ticking all the boxes: it substantially contributes to energy savings, cuts consumer electricity bills, while creating thousands of jobs and making products more repairable. Simultaneously, it advances a level playing field for industry. The proposal adopted today broadens the scope of ecodesign beyond energy products to anything from textiles, toys and furniture as well as intermediaries like steel. It also introduces new policy options such as introducing a product passport.

The EEB praises the Parliament’s vote today which confirmed a number of improvements on the Commission’s original proposal.
Key additions made by the Parliament include:
– Identifying high impact product groups to be prioritised in secondary legislation
– Strengthening the approach for tracking and restricting substances of concern found in products
– Introducing an outright ban on the destruction of unsold electronics and textiles
– Providing clearer measures to support a right to repair products and prevent early obsolescence

A blind eye on non-compliant online imports
The parliament failed to respond to calls from campaigners and industry to address the risk of non-compliant products entering the European market through online sales. On this point, the Parliament further reduced already weak responsibilities for online marketplaces. Effectively a green light to continue to flood the market with unsustainable products. Online marketplaces and retailers based outside the EU commonly sell products that do not meet European sustainability and safety requirements.

Campaigners also regretted that the Parliament’s position left open the possibility for weak voluntary initiatives to substitute legal requirements, and social sustainability and due diligence remained out of the scope.

Jean-Pierre Schweitzer, Policy Manager for Circular Economy at the EEB said: “On an important day for environmental policy making, the European Parliament’s vote on ecodesign introduces a much needed toolkit to drastically reduce the impact of our everyday products. Building on the success of ecodesign and energy labeling the new regulation should save emissions and consumer expenditure. It is regrettable, however, that lawmakers continue to ignore the risk of non-compliant products entering the market from online sales – creating unfair competition for European industry and undermining the effectiveness of future requirements.”

The Commission’s proposal on ESPR was published in March 2022. In May 2023 the European Council agreed upon a general approach. Now that the three institutions have defined their positions the legislation will be finalised in trilogues. Trilogues are hoped to commence quickly under the Spanish presidency.

The European Environmental Bureau (EEB) is Europe’s largest network of environmental citizens’ organisations, standing for environmental justice, sustainable development and participatory democracy. Our experts work on climate change, biodiversity, circular economy, air, water, soil, chemical pollution, as well as policies on industry, energy, agriculture, product design and waste prevention. We are also active on overarching issues such as sustainable development, good governance, participatory democracy and the rule of law in Europe and beyond.
We have over 180 members in over 38 countries.

eeb.org

EEB letter asking for an immediate ban on the destruction of unsold goods

Recupero bucce di arancia. Grazie a Cyrkl, la piattaforma globale dedicata alla compravendita di rifiuti industriali e all’approvvigionamento sostenibile, degli scarti di bucce arance derivanti dalla produzione di succhi sono state impiegate nella produzione di farine vegetali.

Dagli scarti dei succhi nasce una farina vegetale
Nel corso della produzione di prodotti alimentari, le aziende si trovano spesso nella situazione di dover scartare alcune risorse poiché non direttamente impiegabili nella loro produzione.
È il caso delle bucce di arancia che, sebbene non possano essere utilizzate direttamente nella produzione di succhi, possono avere moltissimi altri utilizzi.
Le bucce di arancia possono essere considerate come sottoprodotti, ossia scarti di produzione che vengono trattati come beni e non come rifiuti.
Riconoscendo questi scarti come tali, si eleva il livello di circolarità di questi materiali che vengono generalmente gestiti come rifiuti con destinazione compostaggio, permettendone un riutilizzo diretto nella produzione di alimenti per il consumo umano.
Spesso, a livello di gestione dei rifiuti, esistono molte soluzioni alternative a cui le aziende non pensano o di cui non sono a conoscenza.

In questo caso, Cyrkl ha supportato Prosit, azienda leader nel settore beverage, nella ricerca di un partner che lo aiutasse a valorizzare il proprio scarto. Grazie alla connessione facilitata da Cyrkl, Prosit ha potuto valorizzare queste bucce di arancia, inviandole alla trasformazione in farina vegetale. Si è così generato un beneficio economico dove in precedenza lo smaltimento presentava costi molto elevati.

La farina di bucce di arancia offre numerosi vantaggi sia per l’ambiente che per l’industria alimentare
Questo innovativo prodotto può essere utilizzato come ingrediente in vari prodotti alimentari, come biscotti, torte, pane e molto altro ancora. Inoltre, la farina di bucce di arancia è ricca di fibre e antiossidanti naturali, contribuendo a una dieta sana e bilanciata.

Come dare una seconda vita agli scarti industriali
Prosit ha potuto raggiungere nuovi clienti grazie alla rete di oltre 19.000 aziende di Cyrkl.
La piattaforma ha fornito a Prosit visibilità digitale, consentendo loro di connettersi con potenziali acquirenti interessati alla farina di bucce di arancia. Questa sinergia ha creato un mercato per un prodotto precedentemente considerato un sottoprodotto di poco valore.
Su questo principio si basa Cyrkl, un marketplace B2B che mette in contatto aziende produttrici tra di loro e/o con riciclatori.
Basata sui principi dell’economia circolare, la piattaforma consente alle aziende di caricare annunci dei propri rifiuti, materie prime seconde e sottoprodotti per trovare soluzioni di gestione migliori dal punto di vista sia economico che ambientale.
Il processo è molto semplice, attraverso una registrazione gratuita l’azienda può inserire un numero illimitato di annunci che dovranno contenere tutte le informazioni relative al rifiuto in vendita (quantità, localizzazione, foto, codice CER, caratteristiche, ecc.). Tramite un sistema di intelligenza artificiale, l’annuncio verrà visualizzato da tutti i potenziali acquirenti presenti sulla piattaforma in modo tale da fare incontrare domanda e offerta nel modo più trasparente possibile.

Cyrkl: Il motore della circolarità che connette aziende come Prosit per un futuro sostenibile
La connessione tra Cyrkl e Prosit ha dimostrato come la circolarità può creare opportunità di business sostenibili, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle attività industriali. Grazie a Cyrkl, le aziende possono trovare soluzioni creative e alternative per i propri scarti.

“Questa connessione tra Prosit e il produttore di farine vegetali è un esempio tangibile di come Cyrkl stia promuovendo un’economia circolare e sostenibile”, ha dichiarato Simone Grasso, country manager italiano di Cyrkl. “Siamo orgogliosi di facilitare queste connessioni e di fornire alle aziende le risorse e gli strumenti necessari per trasformare i rifiuti in opportunità”.

Prosit è solo uno dei numerosi partner che Cyrkl ha aiutato a trovare soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti.
La piattaforma di Cyrkl ha già connesso migliaia di aziende in tutto il mondo, offrendo loro l’opportunità di contribuire all’obiettivo globale di aumentare il livello di circolarità entro il 2030.

“E’ stato un privilegio poter collaborare con Cyrkl per valorizzare i nostri scarti di bucce di arancia. La piattaforma ha aperto nuove opportunità per la nostra azienda, connettendoci con acquirenti interessati alla farina di bucce di arancia. Grazie a questa sinergia, siamo riusciti non solo a ridurre il nostro impatto ambientale, ma anche a generare un nuovo mercato per un prodotto che in passato era per noi un costo ingente. Cyrkl sta dimostrando come l’economia circolare possa creare opportunità di business sostenibili trasformando gli scarti in un’opportunità di valore”, ha affermato Federico Fiaschi, CEO di Prosit Italia.

Cyrkl continuerà a promuovere la circolarità nel settore dei rifiuti, facilitando connessioni e creando opportunità per le aziende di trasformare i propri rifiuti in risorse preziose. Unendosi alla piattaforma, le aziende possono svolgere un ruolo attivo nella transizione verso un’economia circolare, contribuendo così alla salvaguardia dell’ambiente per le future generazioni.

Cyrkl è una startup green-tech la cui missione principale è di applicare i principi dell’economia circolare alla gestione dei rifiuti attraverso tecnologie innovative, analisi dei dati e apprendimento automatico. Ad oggi Cyrkl aiuta migliaia di aziende a trasformare i rifiuti in risorse, grazie alla più grande piattaforma digitale sugli scarti in Europa dove è possibile caricare annunci virtuali di ogni tipo di scarto o rifiuto. Grazie a Cyrkl le aziende risparmiano centinaia di migliaia di tonnellate di emissioni di CO2 che verrebbero altrimenti rilasciate nell’atmosfera. Come parte delle sue attività di consulenza, il team di esperti di rifiuti si occupa inoltre di consulenze specifiche. Gli esperti si recano presso gli stabilimenti industriali e analizzano tutti i flussi di rifiuti con l’obiettivo di trovare soluzioni alternative in termini di gestione dei rifiuti. I risultati ottenuti sono analisi di mercato, risparmi ambientali ed economici (15% – 45%) e supporto nell’implementazione di nuove tecnologie di riciclaggio. Il portafoglio clienti include anche grandi aziende come LIDL e Škoda Auto.

cyrkl.com/it

Spiagge per disabili, Udicon: “Azioni concrete per rendere le spiagge italiane più accessibili”. Le persone con disabilità affrontano ancora numerose difficoltà nell’accedere alle spiagge in modo inclusivo.

Difficoltà che implicano mancanza di accessi adeguati, presenza di barriere architettoniche, servizi limitati e un livello di conoscenza basso per quanto riguarda l’offerta proposta dagli stabilimenti di balneazione.
Tra le regioni più accessibili la Puglia risulta al primo posto, seguita da Marche, Lazio e Sicilia.
Maglia nera per la Calabria, la regione che ha registrato più barriere architettoniche.
È quanto emerge dall’indagine Udicon sull’accessibilità alle spiagge realizzata in alcune regioni italiane, grazie al supporto delle sedi territoriali dell’Associazione, con l’obiettivo di fornire una panoramica dettagliata della situazione attuale.

Meno di un intervistato su due (46,1%) ha evidenziato la presenza di accessi adeguati in spiaggia per persone con disabilità, mentre un cittadino su quattro (24,7%) ha segnalato ancora la presenza di barriere architettoniche.
Tra i servizi più comuni offerti dagli stabilimenti balneari ai disabili, la passerella per la discesa in spiaggia è risultato essere quello più offerto (61,7%), seguito dal parcheggio accessibile (54,8%) e dai servizi igienici per la cura della persona (46,5%).
Sul lato rincari è interessante notare che la maggioranza dei partecipanti (58,3%) ha notato un aumento significativo dei costi di affitto o accesso agli stabilimenti balneari rispetto agli anni precedenti.
Un ulteriore 22,6% ha registrato un incremento lieve, mentre soltanto il 2,2% ha affermato che i costi sono rimasti stabili e inalterati.

“È evidente che molti stabilimenti non offrono ancora un’esperienza adeguatamente inclusiva. Molte persone con disabilità si trovano ad affrontare diversi ostacoli che limitano la loro capacità di godere appieno dell’esperienza in spiaggia. Dai dati raccolti, emerge chiaramente la necessità di intraprendere azioni concrete. Per prima cosa è fondamentale migliorare l’informazione e la consapevolezza del pubblico attraverso campagne informative rivolte all’opinione pubblica, che possono contribuire a incrementare la conoscenza del problema. Inoltre, è necessario promuovere la collaborazione tra le parti interessate, che includa condivisione di risorse, formazione del personale e scambio di buone pratiche. È cruciale coinvolgere le persone con disabilità nel processo decisionale e nella pianificazione delle iniziative volte a migliorare i servizi dedicati. Ascoltare le loro esigenze può aiutare a ideare soluzioni più efficaci e orientate ai reali bisogni di cui necessitano. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo realizzare una società inclusiva e accessibile per tutti”, così in una nota il Presidente Nazionale di Udicon Martina Donini.

www.udicon.org

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