Agosto 2023

Fotovoltaico Italia primo semestre 2023. Più che raddoppiata la potenza fotovoltaica connessa rispetto al 1° semestre 2022. Sfiorati 1,5 milioni di impianti fotovoltaici connessi in Italia. Iniziano a calare le installazioni nel settore residenziale.
Nei primi sei mesi dell’anno sono stati installati oltre 2.300 MW di nuova potenza fotovoltaica, con una crescita del 129% rispetto al primo semestre del 2022. Il 47% della potenza connessa nella prima metà del 2023 (1.096 MW) è da imputare al settore residenziale (P < 12 kW), ma riprendono anche se in misura ancora limitata le installazioni dei grandi impianti sopra i 10 MW. Sono questi i dati dell’ultimo rapporto di ITALIA SOLARE redatto sulla base dei dati Gaudì di Terna.

I dati del secondo trimestre
L’incremento delle connessioni degli ultimi 3 mesi è stato trainato dalla potenza connessa imputabile al settore C&I (impianti 20 kW ≤ P < 1 MW) e al settore utility-scale (impianti con potenza maggiore a 1 MW). La potenza connessa in tali settori nel Q2 23 ha registrato un aumento del 49% per il primo caso e del 89% nel secondo, rispetto al primo trimestre di quest’anno.
Nel secondo trimestre 2023 sono riprese le connessioni di impianti di potenza superiore a 10 MW che erano ferme da luglio 2022. In particolare, durante il secondo trimestre di quest’anno sono stati connessi in Italia 3 impianti: due da 10 MW, uno in Piemonte e uno in Puglia e uno da 36 MW in Sardegna.

Cala invece la potenza connessa degli impianti con taglia inferiore ai 20 kW che tra il primo e il secondo trimestre ha subito una riduzione del 7% e potrebbe rappresentare il declino dell’effetto Superbonus. Tale contrazione sarà probabilmente più che compensata dall’aumento di potenza delle connessioni di grandi impianti che stanno prendendo avvio. Nonostante ricopra una grande quota delle connessioni del primo semestre del 23, la potenza connessa mensilmente relativa al settore residenziale (P < 12 kW) per la prima da volta da maggio 2022 ha iniziato a calare, passando da 569 MW del primo trimestre 2023 a 528 MW nel secondo trimestre. Si ricorda che la potenza connessa relativa a tale settore nel 2022 era cresciuta in modo continuo toccando il picco tra gennaio e marzo di quest’anno (Q2 205 MW, nel Q3 268 MW e Q4 463 MW).

A novembre 2021 festeggiavamo il superamento del milione di impianti connessi in Italia
A fine giugno 2023 siamo a quasi un milione e mezzo di installazioni connesse, per la precisione 1.423.986. Considerando 30-35 mila impianti al mese (numeri mensili di connessioni nel Q2 2023) si può prevedere di superare la soglia del milione e mezzo di impianti connessi alla rete a fine settembre.

“Un dato interessante è certamente quello che registra una crescita di tutti gli impianti sopra ai 20 kW rispetto al primo trimestre del 2023. L’incremento nel settore C&I sta compensando il calo del residenziale perché continua a perdurare la spinta dettata dal caro energia, molto minore rispetto al 2022 ma ancora con prezzi 2 o 3 volte superiori rispetto a prima della crisi. Significa che le imprese hanno compreso che assicurarsi il prezzo dell’energia è fondamentale e tutela da qualsiasi rischio di impennata dei prezzi che può mettere in pericolo la redditività dell’azienda. Assolutamente positivo anche l’aumento delle installazioni oltre il MW e questo fa ben sperare per la seconda metà dell’anno, nonostante ci si trovi a operare in un contesto che vede ancora lontani i target di nuova potenza fotovoltaica da installare annualmente”, commenta Paolo Rocco Viscontini, Presidente di ITALIA SOLARE.

Andamenti regionali
La Lombardia si conferma la regione più solarizzata di Italia con i suoi 3,58 GW di potenza cumulata aumenta il gap con la Puglia, la quale conta 3,18 GW di potenza fotovoltaica connessa. Nei primi sei mesi la Lombardia ha corso decisamente più veloce delle altre regioni posizionandosi in testa per potenza connessa con 429 MW, seguita dal Veneto con 353 MW e dall’Emilia Romagna con 235 MW; mentre la Puglia si classifica sesta con 118 nuovi MW.

ITALIA SOLARE è un ente del terzo settore che sostiene la difesa dell’ambiente e della salute umana supportando modalità intelligenti e sostenibili di produzione, stoccaggio, gestione e distribuzione dell’energia attraverso la generazione distribuita da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico. Promuove inoltre la loro integrazione con le smart grid, la mobilità elettrica e con le tecnologie per l’efficienza energetica per l’incremento delle prestazioni energetiche degli edifici.
“ITALIA SOLARE è l’unica associazione in Italia dedicata esclusivamente al fotovoltaico e alle integrazioni tecnologiche per la gestione intelligente dell’energia”.

www.italiasolare.eu

Floating Offshore Wind Community è un’iniziativa di The European House – Ambrosetti, in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia, che ha l’obiettivo di evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali.

Evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali. È questo l’obiettivo della Floating Offshore Wind Community, progetto creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia.
A presentare questa iniziativa in una conferenza stampa nell’ambito del Forum di Cernobbio sono stati Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti; Pierroberto Folgiero, CEO di Fincantieri; Lucia Morselli, CEO di Acciaierie d’Italia; Carlos Martin Rivals, CEO di BlueFloat e Toni Volpe, CEO di Renantis, coadiuvati dall’advisor scientifico Tim Pick, già consulente del Governo del Regno Unito per lo sviluppo dell’Eolico Offshore.

“La decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa deve fare leva sul principio fondamentale della neutralità tecnologica: è necessario sfruttare il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie disponibili. In questo processo, l’eolico offshore galleggiante può essere la chiave per accelerare la transizione verde, grazie al potenziale energetico e ai limitati impatti ambientali e sociali, nonché alle ricadute positive sulla filiera industriale italiana”, ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

Piattaforme “Fixed-bottom” e “Floating”
Entrando nel merito dell’eolico offshore, si possono distinguere 2 macro-tipologie:
la “fixed-bottom”, la cui fondazione è radicata al fondale marino,
la “floating”, che è supportata da una struttura galleggiante e attraccata al fondale tramite un sistema di ancoraggio e cavi. Quest’ultima presenta notevoli vantaggi: può essere installata in acque più profonde e con venti più forti, il che aumenta il potenziale energetico; può essere posizionata più lontano dalla costa, risultando quasi invisibile nel paesaggio e riducendo i conflitti di interesse con altri usi del mare; ha minori impatti sull’ambiente e la fauna marina, restando maggiormente in superficie.

Il confronto internazionale
Effettuando un confronto con i principali player internazionali, emerge che, con una capacità installata di eolico offshore (a fondo fisso) al 2022 pari a 30 MW e un obiettivo al 2030 pari a 2,1 GW (tra impianti a fondo fisso e galleggiante), il nostro Paese viene ampiamente distaccato dalla Cina, leader mondiale, dal Regno Unito, 2o mercato mondiale, e dalla Germania, leader in UE – che, rispettivamente, vantano un installato nel 2022 pari a 30 GW, 14 GW e 8 GW e un target al 2030 pari a 60 GW, 50 GW e 30 GW (quasi interamente impianti a fondo fisso). Mentre le potenze globali puntano con decisione su questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti).

Perché l’Italia è il Paese ideale per l’eolico offshore galleggiante
Grazie alle caratteristiche morfologiche ed alla conformazione dei fondali marini, il nostro Paese ha un enorme potenziale per l’installazione di eolico offshore galleggiante: secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’Italia è il 3o potenziale mercato mondiale per eolico galleggiante. Inoltre, secondo il Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e il Politecnico di Torino, il potenziale italiano di eolico offshore galleggiante è pari a 207,3 GW (x3,4 le FER installate nel 2022) in termini di potenza, e 540,8 TWh/anno (x1,7 la domanda elettrica nel 2022) in termini di generazione.

Tra le aree del Paese con maggiore potenzialità di sviluppo di questa tecnologia si evidenziano la Sardegna, la Sicilia e la Puglia, in un contesto in cui queste Regioni mostrano un gap di rinnovabili da colmare, rispettivamente, del 128%, del 115% e del 50% (ai trend attuali vs target energetici al 2030, secondo la bozza del Decreto Aree Idonee). Un motivo in più per investire nell’eolico offshore galleggiante, evidenzia la Community, che ha coinvolto nel corso dei propri lavori i rappresentanti delle Regioni interessate.

La produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe, inoltre, alcuni settori chiave per l’Italia, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche – per un totale di 255,6 miliardi di Euro (2o Paese in UE dietro alla Germania) e 1,3 milioni di occupati.

Cosa distingue l’eolico offshore galleggiante da quello tradizionale
Dai lavori della Community è emerso anche che l’eolico galleggiante può aprire notevoli opportunità di sviluppo per il nostro Paese, con particolare riferimento a 3 elementi che distinguono questa tecnologia rispetto a quella dell’eolico tradizionale: le piattaforme galleggianti, l’utilizzo di navi e di infrastrutture portuali specifiche.
Per quanto concerne le piattaforme galleggianti, la produzione di acciaio sarà cruciale per il loro sviluppo e la loro costruzione. In questo contesto, l’talia potrà beneficiare della presenza di alcuni tra i più importanti impianti di produzione di acciaio dell’Unione Europea e della disponibilità di un sito siderurgico primario che negli ultimi anni ha compiuto un notevole sforzo di sviluppo sostenibile per la realizzazione di un acciaio “pulito” che rispetta l’ambiente. In questo contesto, il produttore di acciaio che partecipa allo sviluppo e alla costruzione di grandi impianti eolici offshore, essendo anche un consumatore di energia, crea un circolo virtuoso utilizzando la fornitura di energia per ridurre ulteriormente le emissioni.
Per installare, rendere operative e mantenere le turbine galleggianti, sono necessarie navi di supporto specifiche, per cui l’Italia può sfruttare la propria posizione di leader europea per produzione di navi, con un valore pari a 6,6 miliardi di Euro – triplicando il valore della 2a classificata, la Spagna, con 2,1 miliardi di Euro. Questa posizione di leadership è ancora più rilevante se si pensa che la fase di Operations&Maintenance rappresenta la prima voce di costo nella vita utile di un parco eolico offshore galleggiante (37% del totale).
Terzo elemento cruciale allo sviluppo di parchi eolici galleggianti sono i porti, dove viene svolta la maggior parte delle attività di assemblaggio, installazione e messa in funzione delle turbine galleggianti. Al momento, tuttavia, in Italia non esistono porti con i requisiti per sviluppare un progetto di eolico offshore galleggiante: sono necessari centinaia di milioni di Euro per adeguare le attuali infrastrutture.

Proposte per lo sviluppo in Italia
In conclusione, la Community ha messo in luce alcune questioni aperte da affrontare per permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Anzitutto, manca l’individuazione di un obiettivo ambizioso, che dovrebbe essere pari ad almeno 20 GW al 2050, che incentivi gli investitori nello sviluppo di questi progetti. In Italia manca, inoltre, una pianificazione strategica dello spazio marittimo: coerentemente con l’obiettivo di 20 GW al 2050, essa deve identificare, soprattutto nei mari di Sicilia, Sardegna e Puglia, aree che per numero e dimensioni permettano questi sviluppi. Un’ulteriore sfida è quella di efficientare gli iter autorizzativi – ad oggi, i progetti di eolico offshore richiedono tempistiche lunghe, includendo le attività organizzative legate alla filiera e al sito costruttivo. È inoltre auspicabile definire sistemi incentivanti a livello Paese che permettano uno sviluppo concorrenziale dell’eolico galleggiante, oltre ai necessari interventi per ampliare la capacità di rete a livello Paese.

The European House – Ambrosetti è un gruppo professionale di circa 300 professionisti attivo sin dal 1965 e cresciuto negli anni in modo significativo grazie al contributo di molti Partner, con numerose attività in Italia, in Europa e nel Mondo.
Il Gruppo conta tre uffici in Italia e diversi uffici esteri, oltre ad altre partnership nel mondo. La sua forte competenza è la capacità di supportare le aziende nella gestione integrata e sinergica delle quattro dinamiche critiche dei processi di generazione di valore: Vedere, Progettare, Realizzare e Valorizzare.
Da più di 50 anni al fianco delle imprese italiane, ogni anno serviamo nella Consulenza circa 1.300 clienti realizzando più di 250 Studi e Scenari strategici indirizzati a Istituzioni e aziende nazionali ed europee e circa 120 progetti per famiglie imprenditoriali. A questi numeri si aggiungono circa 3.000 esperti nazionali ed internazionali che ogni anno vengono coinvolti nei 550 eventi realizzati per gli oltre 17.000 manager accompagnati nei loro percorsi di crescita.
Il Gruppo beneficia di un patrimonio inestimabile di relazioni internazionali ad altissimo livello nei vari settori di attività, compresi i responsabili delle principali istituzioni internazionali e dei singoli Paesi.
Dal 2013 The European House – Ambrosetti è stata nominata nella categoria “Best Private Think Tanks” – 1° Think Tank in Italia, 4° nell’Unione Europea e tra i più rispettati indipendenti al mondo su 11.175 a livello globale (fonte: “Global Go To Think Tanks Report” dell’Università della Pennsylvania). The European House – Ambrosetti è stata riconosciuta da Top Employers Institute come una delle 141 realtà Top Employer 2023 in Italia.

www.ambrosetti.eu

Raccolta dei RAEE Ecolamp 2023, primo semestre. Oltre 1350 tonnellate di rifiuti elettrici riciclati dal Consorzio grazie ai conferimenti di imprese e cittadini.

Nel primo semestre del 2023 Ecolamp ha gestito in tutta Italia 1.359 tonnellate di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Nello specifico il Consorzio, che dal 2004 si occupa del corretto recupero e riciclo dei RAEE, ha ritirato 633 tonnellate tra piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione e pannelli fotovoltaici giunti a fine vita (raggruppamento R4), e 726 tonnellate di sorgenti luminose esauste (raggruppamento R5).

Rispetto al primo semestre dello scorso anno i dati si mantengono stabili, con un lieve calo dell’R5 e un incremento dell’R4, trainato dai servizi di raccolta destinati al pubblico professionale che registrano un +14% rispetto al 2022.

Nella raccolta delle sorgenti luminose esauste, raggruppamento storico del Consorzio, tra le Regioni più virtuose c’è la Lombardia con un totale di 157 tonnellate di rifiuti conferiti, seguita dal Veneto e Lazio rispettivamente con 90 e 81 tonnellate avviate a riciclo. l’Emilia-Romagna registra una raccolta di 76, la Toscana ne conta 59, il Piemonte 56. Seguono alcune Regioni del Sud: prima fra tutte la Campania con 30 tonnellate, quindi la Puglia con 29,5. Tra le isole maggiori la Sicilia fa registrare 29 tonnellate di lampadine recuperate e riciclate.

A livello provinciale Latina risulta la più attiva, con 49 tonnellate, seguita due capoluoghi lombardi: Milano (38) e Bergamo (31). Roma, Torino e Pisa hanno raccolto rispettivamente 27, 26,5 e 26 tonnellate di RAEE R5. Prima tra le Province del Sud è Caserta con 14,5 tonnellate conferite, per le Isole Catania con 12 tonnellate.

“La quantità di rifiuti tecnologici gestiti da Ecolamp nel primo semestre del 2023 mostra un andamento complessivamente stabile.” Commenta Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp “L’impegno del Consorzio si conferma quello di contribuire al raggiungimento dei target Europei di raccolta differenziata dei RAEE, grazie all’offerta di servizi accessibili e di qualità, rivolti ai diversi detentori di questi rifiuti. A ciò si aggiungono campagne di informazione e comunicazione per diffondere tra cittadini e imprese, la conoscenza dei comportamenti più corretti e sostenibili in materia.”

Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche giunte a fine vita (RAEE). Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi riunisce oltre 350 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Dal 2015 Ecolamp è tra i soci fondatori di Eucolight, l’associazione europea nata per dare voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione. Ecolamp porta avanti con impegno numerose attività per sensibilizzare cittadini e operatori del settore, coinvolgendo l’unione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE. Oggi Ecolamp, in un’ottica di economia circolare, garantisce il recupero di oltre il 95% dei materiali di cui questi rifiuti sono composti e il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti, evitando che vengano disperse nell’ambiente.

www.ecolamp.it

Sustainability Week 2023 engagement collettivo proposto dal Forum per la Finanza Sostenibile. Come nelle edizioni 2021 e 2022, anche quest’anno i Soci del Forum hanno individuato una serie di temi ritenuti prioritari in ambito ambientale, sociale e di governance, che potrebbero essere sollevati con le società presenti all’Euronext Sustainability Week 2023 per verificare le strategie di sostenibilità adottate e i progressi compiuti.

Proseguire il dialogo costruttivo investitori-imprese su temi di sostenibilità
Si pone questo obiettivo l’iniziativa di engagement collettivo che il Forum per la Finanza Sostenibile ripropone in occasione dell’Euronext Sustainability Week 2023, promossa da Borsa Italiana – Euronext, in programma dal 4 all’8 settembre.

L’iniziativa rientra nelle attività di un gruppo di lavoro permanente avviato dal Forum nel 2021 e rivolto alla base associativa con l’obiettivo di favorire iniziative comuni di engagement.

I temi individuati
Per la parte ambientale,
l’allineamento alla tassonomia europea delle attività economiche ecosostenibili, la divulgazione di dati sugli aspetti ambientali tramite le rilevazioni di CDP (ex Carbon Disclosure Project), l’allineamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti agli standard della Science Based Targets initiative (SBTi), l’introduzione di politiche aziendali per la gestione sostenibile delle risorse idriche e per la tutela della biodiversità.

Nella sfera sociale, i temi condivisi dal gruppo di lavoro si incentrano su: la transizione giusta (Just Transition), la sicurezza sul lavoro, la sostenibilità nella catena del valore, l’interazione con le comunità locali, la parità generazionale e la stabilità della forza lavoro.

Per quanto riguarda la governance, i temi identificati per il 2023 riguardano: l’approvazione del piano di transizione climatica da parte degli azionisti, la parità di genere, le politiche di remunerazione, le politiche fiscali e di lobby.

I Soci del Forum hanno inviato una lettera alle società presenti all’Euronext Sustainability Week 2023 per annunciare l’iniziativa e informare le aziende che potrebbero essere coinvolte in azioni di engagement su questi temi. La lettera è firmata da 32 organizzazioni tra asset manager, casse di previdenza, fondi pensione, banche e imprese assicuratrici, con il supporto di altri 16 soggetti non investitori (ONG, società di consulenza, fondazioni e associazioni di categoria).

“L’engagement rimane tra le strategie più efficaci per prevenire il rischio di greenwashing e rappresenta un valido strumento a disposizione degli investitori per sollecitare le aziende a migliorare sempre di più le loro performance ESG, fissando tempistiche e obiettivi chiari. La dimensione collettiva dell’iniziativa di engagement coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile permette di potenziare il ruolo propulsivo degli investitori, con l’obiettivo di portare avanti il dialogo con le aziende investite nel solco dello sviluppo sostenibile e della trasparenza”, ha dichiarato Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile.

Il Forum per la Finanza Sostenibile (FFS), associazione non profit fondata nel 2001, è il punto di riferimento in Italia per gli investimenti sostenibili. La base associativa è multi-stakeholder e comprende 151 Soci, inclusi i principali asset owner e asset manager che operano in Italia oltre a banche, imprese assicuratrici, società di consulenza e rating provider, associazioni di categoria, fondazioni di origine bancaria, sindacati ed enti del terzo settore.
Dal 2015 il Forum ha assunto un ruolo chiave nel dibattito e nella formazione riguardanti l’engagement, inteso come dialogo costruttivo investitori-emittenti su temi di sostenibilità. Nel 2021 il FFS ha avviato un gruppo di lavoro permanente rivolto ai propri Soci con l’obiettivo di favorire iniziative comuni di engagement. I Soci del FFS hanno partecipato alle edizioni 2021 e 2022 della Sustainability Week promossa da Borsa Italiana, sottoponendo alle aziende alcuni temi ritenuti prioritari in ambito ambientale, sociale e di governance.
Anche per l’edizione 2023 della Sustainability Week i Soci del Forum hanno individuato argomenti di interesse comune che potrebbero essere sollevati negli incontri tra investitori (azionisti e/o obbligazionisti) e imprese. Poiché le società presenti alla Sustainability Week potrebbero essere coinvolte in azioni di engagement da parte dei soci FFS su questi temi, si è scelto di condividerli in anteprima con le aziende, dando così l’opportunità di approfondirli e di raccogliere le informazioni necessarie.

Investitori firmatari
Anima SGR, Arcano Partners, Azimut Capital Management SGR S.p.A., BancoPosta Fondi SGR, Banor SIM, Camperio SIM, Cometa, Coopfond, Ersel, Etica Sgr, Finint Private Bank, Fondaco SGR, Fondo Pegaso, Fondo Perseo Sirio, Fondo Priamo, Fondo Scuola Espero, Fondoposte, Solidarietà Veneto – Fondo Pensione, Groupama Asset Management, IMPact SGR, ITAS Mutua, Kairos Partners SGR, Nordea Asset Management, Raiffeisen Capital Management, Sella SGR, Zurich Italia

Si ringraziano tutti i Soci FFS partecipanti al Gruppo di Lavoro
ADVANT Nctm, ANASF, Arpinge, Assofondipensione, CFA Society Italy, DeA Capital Alternative Funds SGR S.p.A., ECCO, Finance & Sustainability SRL, Fondazione Sodalitas, Impronta Etica, Legambiente, NATIVA, Nummus.Info, Riello Investimenti Partners Sgr, WWF Italia.

Finanzasostenibile.it

Settimanesri.it

Investiresponsabilmente.it

Consip per il PNRR alle P.A. Le gare realizzate da Consip al 30 giugno 2023 sono 59 (valore bandito pari a 19,4 mld/€) per supportare i progetti PNRR delle PA. A fronte delle gare sono già stati attivati contratti “pronti all’uso” su 45 iniziative (e un totale di 171 lotti), per un valore complessivo di 14,6 mld/euro.

Sono tutte iniziative che recepiscono nella documentazione di gara o nella fase post gara i requisiti DNSH (Do No Significant Harm – in materia di impatto ambientale) e quelli previsti dall’art.47 del DL 77/2021 (tutela della parità di genere).

Per quanto riguarda i settori, 40 iniziative (su 59 totali) si concentrano nel settore ICT (servizi per l’adozione del cloud, per la sanità digitale, ma anche hardware e software), 13 sono realizzate in ambito Sanità (per il rinnovo del parco apparecchiature di diagnostica), 6 riguardano il settore Mobility (autobus e veicoli a basso impatto ambientale).

A seguito di queste gare, sono già stati attivati 45 contratti per un valore di 14,6 mld/€ (e un totale di 171 lotti). Il valore residuo dei contratti attualmente disponibile è di oltre 8 mld/€.

In ambito PNRR, oltre a mettere a disposizione delle PA contratti di acquisto “pronti all’uso” e strumenti di negoziazione per effettuare in modo rapido le acquisizioni funzionali ai progetti, Consip è impegnata su due ulteriori linee di azione:
– formazione e tutoraggio dei buyer pubblici per l’utilizzo degli strumenti digitali di acquisto. Al 30 giugno 2023 sono stati formati 22.894 buyer attraverso 324 webinar ed è stata svolto tutoraggio per la conclusione di 621 transazioni attraverso gli strumenti di e-procurement.
– progetti per l’evoluzione del sistema nazionale di e-procurement. Al 30 giugno 2023, prosegue l’implementazione dello Smart Procurement (estensione del perimetro di digitalizzazione degli strumenti di acquisto) e dell’interoperabilità fra sistemi gestionali (ANAC, RGS, Infocamere).

www.consip.it