Certificazione pesci di allevamenti intensivi. Un gruppo di attivisti di Essere Animali, organizzazione per la protezione degli animali, il 9 agosto è entrata in azione davanti a un allevamento intensivo di pesci in Italia, con lo scopo di mettere in luce l’incoerenza dell’etichetta rispetto alle reali condizioni degli animali in questi allevamenti.
Gli attivisti hanno portato davanti alle vasche dove sono allevati i pesci uno striscione di 10 metri con lo slogan “Acquacoltura INsostenibile per i pesci”.
L’azione si inserisce nella campagna “Acquacoltura INsostenibile”, lanciata a luglio dall’organizzazione italiana per denunciare le gravi lacune all’interno del sistema di certificazione promosso da API Associazione Piscicoltori Italiani.
La certificazione – inserita all’interno dei sistemi di qualità nazionale (SQNZ) del Ministero dell’Agricoltura – permette infatti di etichettare i prodotti ittici con il claim “acquacoltura sostenibile”, ma il disciplinare che regola quest’etichetta non fornisce una definizione di benessere animale, né menziona criteri chiari per eliminare le principali cause di sofferenza per i pesci negli allevamenti.
Si tratta di mancanze molto gravi considerando che l’OIE, Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale, riconosce i pesci come esseri senzienti, cioè in grado di provare sentimenti come paura e dolore, e il loro benessere è considerato un elemento ormai così importante da essere menzionato esplicitamente in tutti i documenti ufficiali che affrontano il tema della sostenibilità in acquacoltura, dagli orientamenti strategici 2021-2030 della Commissione europea alle linee guida per le aziende sviluppate dalla Global Reporting Initiative.
Secondo i dati dell’Associazione Piscicoltori Italiani, il fatturato dell’acquacoltura italiana nel 2022 ha registrato uno scatto in avanti rispetto all’anno precedente, parliamo di 303,8 milioni di euro di valore per un totale di 53.900 di tonnellate di pesce prodotto. Senza contare che d’estate le preferenze di acquisto e consumo dei consumatori sono più facilmente indirizzate verso i prodotti ittici.
Questo significa che i consumatori potrebbero imbattersi più facilmente in una etichettatura sulla “acquacoltura sostenibile” che rischia di confonderli e spingerli a comprare un prodotto sulla base di informazioni incomplete.
È fondamentale che una certificazione ufficiale incentrata sulla sostenibilità e validata dal Ministero tenga conto del benessere dei pesci in modo concreto e strutturato, integrando come minimo alcuni cambiamenti indispensabili per affrontare nella pratica le criticità di benessere più rilevanti per questi animali.
Per questo Essere Animali richiede al più presto le seguenti modifiche:
1. Integrazione nel disciplinare di una definizione chiara di benessere animale. Una definizione di riferimento è necessaria per poter identificare e interpretare con precisione i criteri di valutazione del benessere dei pesci.
2. Obbligo di stordimento efficace prima dell’abbattimento. Diversi regolamenti e linee guida europei e internazionali ritengono prioritario per il benessere dei pesci garantire uno stordimento efficace prima dell’abbattimento, così come già accade per gli animali terrestri. La maggior parte dei metodi attualmente utilizzati in fase di abbattimento, infatti, causano dolore profondo e sofferenza prolungata nei pesci, che possono anche impiegare interminabili minuti prima di morire. In tema di sostenibilità economica, un recente report prodotto da Essere Animali e Animal Ask mostra come l’implementazione di metodi di stordimento più rispettosi del benessere di trote, spigole e orate incide in modo contenuto, e quindi sostenibile, sui costi totali di produzione.
3. Densità massime e qualità dell’acqua nelle gabbie di mare. Nel disciplinare non vengono forniti parametri di qualità dell’acqua da rispettare per le gabbie di mare ma è fondamentale aggiungere i valori da monitorare regolarmente, e le rispettive soglie. In accordo con le raccomandazioni del report commissionato nel 2022 dall’Aquaculture Advisory Council, un organo composto al 60% da organizzazioni di settore e al 40% da altri portatori di interesse (tra cui le ONG) che ha il ruolo di fornire consulenza alla Commissione europea e agli Stati membri su nuove misure legislative o regolatorie a livello europeo o nazionale in tema di acquacoltura, per poter parlare di benessere animale le densità massime per spigola e orata non dovrebbero superare i 15 kg/m3.
4. Densità massime e qualità dell’acqua per allevamenti a terra. In accordo ancora una volta con le raccomandazioni del report commissionato nel 2022 dall’Aquaculture Advisory Council, le densità massime non dovrebbero superare i 15 kg/m3 per spigola e orata e i 25 kg/m3 per le trote. In linea con le più recenti pubblicazioni scientifiche, andrebbero rivisti e migliorati anche altri parametri di qualità dell’acqua, come temperatura, livello di ossigeno disciolto, concentrazione di ammoniaca e velocità di corrente.
Dichiara Brenda Ferretti, Campaigns Manager di Essere Animali: “Allevare animali in condizione di sovraffollamento per cui non è previsto nemmeno uno stordimento efficace non può essere certificato “Acquacoltura Sostenibile”. Con questa azione abbiamo voluto spronare l’Associazione Piscicoltori Italiani ad accogliere le nostre richieste di integrare nel loro disciplinare le modifiche proposte e ribadire anche che il Ministero dell’Agricoltura può giocare un ruolo importante con queste certificazioni, tenendo conto di tutti i fattori – come il benessere animale e le misure concrete per tutelarlo – e tutti i cittadini, anche quelli che hanno a cuore gli standard di benessere animale, che si sentono e si dovrebbero sentire sempre rappresentate dalle istituzioni”.
documento AAC ethology to improve farmed fish welfare and production