Marzo 2024

Gestione PFU Pneumatici Fuori Uso: record per SAFE che nel 2023 supera la media nazionale con il 104% di raccolta. 16.223 tonnellate prese in carico nel 2023, a fronte dei dati dichiarati dal Mase che ammontano a poco più di 384mila tonnellate.

Sono numeri record quelli che comunica SAFE, l’Hub italiano dei Consorzi per le Economie Circolari, che include Pneulife, il Consorzio nazionale per la gestione dei pneumatici fuori uso (PFU): un impegno che si traduce in una percentuale di raccolta pari al 104% nel 2023, rispetto al 96% dell’immesso sul mercato nell’anno precedente (384.615 tonnellate), reso noto dal Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) nel suo ultimo incontro trimestrale che coinvolge le principali associazioni del settore e che vuole analizzare le performance del sistema di gestione dei PFU.

Numeri importanti, superiori agli obblighi di legge e alla media nazionale, che confermano l’attenzione di Safe a offrire un servizio di qualità, con tempi di intervento ridotti e una disponibilità che riesce a raggiungere tutte le zone di Italia, anche le aree più difficoltose e remote dove la percentuale nazionale di raccolta è generalmente bassa. Attraverso Pneulife, infatti, Safe ritira PFU in tutta Italia e la tracciabilità dei suoi processi registra, in zone come Reggio Calabria o Sassari, servizi effettuati del valore di oltre trenta volte rispetto a quanto assegnato dagli accordi.

A supportare questi dati c’è anche l’indagine realizzata da CNA (Confederazione Nazionale dell’artigianato) che evidenzia una situazione di emergenza vissuta dai gommisti sulla stringente problematica dei tempi di ritiro, attualmente inadeguati al flusso degli pneumatici fuori uso. Secondo i dati presentati al tavolo del Mase, nella maggioranza dei casi l’attesa del servizio varia da tre a nove mesi, nel 38% da uno e tre mesi, e solo il 6% viene erogato entro un mese dalla richiesta.

“La nostra tempistica media di intervento è di dieci giorni lavorativi, sensibilmente inferiore alle indicazioni emerse dall’indagine. A nostro avviso, questa netta differenza è legata ai modelli di gestione delle richieste di ritiro differenti dal nostro”, commenta Giuliano Maddalena, Ceo di Safe.

Disponibilità e, soprattutto, qualità del servizio sono stati molto apprezzati dalle aziende, la survey di CNA ha attribuito a Pneulife una notorietà doppia rispetto al suo posizionamento nella filiera.

“Non siamo rimasti insensibili – prosegue Maddalena – all’emergenza dei gommisti intasati da PFU e abbiamo intensificato il nostro impegno nella raccolta, andando anche oltre agli obblighi di legge. Un approccio che contraddistingue il nostro modello di business e che ci rende un punto di riferimento nel settore per la trasformazione di rifiuti, come i PFU, in risorse di economia circolare”.

Sulla base di questa importante esperienza, in occasione dell’incontro con il MASE, Giuliano Maddalena ha illustrato alcune proposte per migliorare l’efficienza nel trattamento del rifiuto PFU.

“Bisogna avere una certezza di tracciabilità” ha premesso il Ceo di Safe. “In generale servono controlli lungo tutto il processo, per incoraggiare comportamenti virtuosi, con particolare attenzione al servizio di ritiro, alla esatta gestione dei documenti di carico che riportano, fra l’altro, il peso verificato a destino, elemento fondamentale ai fini delle dichiarazioni annuali e delle rendicontazioni economiche”.
Per effettuare adeguati controlli, Safe supporta la creazione di un gruppo di lavoro per attivare la formazione di soggetti ed enti incaricati delle verifiche, spesso non specificamente preparati al loro compito.
Inoltre, Maddalena auspica una revisione dei meccanismi di assegnazione dei target di raccolta, oggi calcolati in base a macroaree senza suddivisione di obiettivi interni alla zona, questo in qualche caso penalizza la raccolta in zone logisticamente ed economicamente meno convenienti. “L’accordo – precisa Maddalena – dovrebbe essere strutturato per provincia, in proporzione al numero degli abitanti, sarebbe più coerente con il territorio”.

Safe è l’Hub Italiano dei Consorzi per le Economie Circolari, che dal 2006 raggruppa quattro sistemi collettivi (Ecoped, Ridomus, Ecopower e Pneulife) senza fine di lucro per il corretto riciclo di apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita (RAEE), climatizzatori domestici e industriali, pile e accumulatori esausti e pneumatici fuori uso (PFU).
A questi si sono aggiunti a partire dal 2022 due importanti Consorzi per il recupero dei rifiuti tessili: il Consorzio Retex.green, fondato da Sistema Moda Italia, e il Consorzio Recrea, fondato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana.
Grazie a un’organizzazione snella e competente, le 1000 aziende aderenti ai Consorzi di Safe dispongono di un motore condiviso che consente loro di adempiere in modo appropriato e competente a una corretta Gestione dei Rifiuti, andando anche oltre agli obblighi della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR).
Safe garantisce infatti filiere di economia circolare che sono solide, garantite, qualificate, tracciate e controllate. Dal 2011, Ecoped, grazie a Safe, applica Ecoguard®, un sistema di garanzia e di controllo delle filiere RAEE (in particolare R4) ancora oggi unico a livello Europeo. Dal 2017 Safe adotta anche uno stringentissimo Protocollo di Legalità che gli consente di prevenire a monte le infiltrazioni criminali delle sue filiere.
Safe è anche promotore del progetto OltreilGreen, volto a dare un marchio/insegna a tutte le aziende aderenti ai Consorzi che si distinguono per il l’impegno concreto in progetti dii economia circolare, andando oltre il semplice rispetto delle normative vigenti.

gruppo-safe.it

ITALIA SOLARE commenta bozza DM Fer X: accelerare l’approvazione per evitare lo stop del mercato in attesa dell’entrata in vigore del decreto.

ITALIA SOLARE ha scritto al ministro Gilberto Pichetto Fratin per chiedere una rapida approvazione del decreto Fer X relativo al sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili più competitive e l’introduzione di alcune modifiche e precisazioni. Il Ministero ha così organizzato un incontro tra i vertici dell’associazione e il Capo Dipartimento del MASE, Federico Boschi.

“Ringraziamo il Ministero, nella persona del Dr. Boschi, che ha fornito importanti chiarimenti in merito a diversi punti della bozza di decreto circolata in queste settimane, pur sottolineando che si tratta di una bozza in corso di ulteriore affinamento. Il Capo Dipartimento ha inoltre manifestato grande attenzione alle nostre segnalazioni rispetto alle urgenze da risolvere, affinché lo stesso Fer X possa esprimere il suo enorme potenziale. Obiettivo primario rimane infatti che si faccia chiarezza sulle aree da solarizzare e in particolare sulle cosiddette aree di accelerazione previste dall’ultima direttiva sulle rinnovabili e oggetto di una delle riforme del Pnrr.”, ha commentato Paolo Rocco Viscontini, presidente di ITALIA SOLARE, a valle dell’incontro.

In generale l’associazione esprime soddisfazione per il DM Fer X che sta venendo alla luce e il prezzo di riferimento a base d’asta di 85 €/MWh è sfidante ma realistico. È il segnale che il fotovoltaico è finalmente visto come una fonte matura e fondamentale per garantire all’Italia energia pulita ed economica. Accoglie inoltre positivamente le previsioni che garantiscono il pagamento dell’incentivo anche in caso di prezzi negativi e tagli all’immissione di energia, così come la previsione dell’indicizzazione delle tariffe. Secondo l’associazione il pieno successo del Fer X dipende dalla capacità del sistema di garantire un numero di autorizzazioni annue adeguate ai contingenti previsti dal Fer X – al momento adeguate per le aste, ma da rivedere per i registri -, e di assicurare connessione e valorizzazione dell’energia producibile dagli impianti.

Nella lettera ITALIA SOLARE chiede che il decreto diventi operativo al più presto poiché, fatta eccezione per gli incentivi alle CER, al momento non è attivo alcun meccanismo di sostegno alla produzione elettrica da rinnovabili. “È evidente – si legge nella letterache l’attesa del DM Fer X limita anche l’interesse per i PPA e ciò, unitamente alle incertezze connesse al credito di imposta del DL Transizione 5.0, può causare un severo blocco del settore. Invitiamo a segnalare l’urgenza anche alle strutture comunitarie, per giungere a una rapida conclusione del confronto”.

Nel testo di bozza vi sono alcuni punti cruciali, in particolare quelli con i quali si dà mandato a Terna e GSE di predisporre, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, la proposta di progressione temporale dei contingenti messi a disposizione nelle aste per i successivi 5 anni e la proposta dei coefficienti da applicare alle offerte di riduzione del prezzo di riferimento per ciascuna zona di mercato (commi 7 e 8 dell’articolo 4).

“È del tutto evidente che questi passaggi sono fondamentali per le decisioni di investimento – scrive ITALIA SOLARE -. Riteniamo indispensabile che siano svolti ascoltando le associazioni di categoria in modo da semplificare gli adempimenti successivi all’emanazione del decreto e da indirizzare gli incentivi verso impianti che, considerati anche i vincoli di rete, possano da subito dare un contributo agli obiettivi 2030”.

Allo stesso modo il tema della determinazione dei costi di esercizio soggetti a indicizzazione deve essere concertato con le associazioni. In particolare, il testo deve essere integrato per tenere conto non solo delle richieste di autorizzazione, ma anche delle autorizzazioni già rilasciate e della tipologia di impianti che sono stati autorizzati e della loro localizzazione geografica. Poiché i consumi sono concentrati nelle regioni settentrionali, mentre gli impianti di grandi dimensioni sono prevalentemente al Sud, ITALIA SOLARE chiede di considerare l’opportunità di coefficienti che stimolino l’insediamento di impianti anche nel Nord.

ITALIA SOLARE è un ente del terzo settore che sostiene la difesa dell’ambiente e della salute umana supportando modalità intelligenti e sostenibili di produzione, stoccaggio, gestione e distribuzione dell’energia attraverso la generazione distribuita da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico. Promuove inoltre la loro integrazione con le smart grid, la mobilità elettrica e con le tecnologie per l’efficienza energetica per l’incremento delle prestazioni energetiche degli edifici.
“ITALIA SOLARE è l’unica associazione in Italia dedicata esclusivamente al fotovoltaico e alle integrazioni tecnologiche per la gestione intelligente dell’energia”.

www.italiasolare.eu

Retail Efficienza Energetica e Real Estate. Si è svolto It’s All Retail, dedicato alle diverse tematiche che interessano il settore Retail. In particolare, due tavoli di lavoro, moderati da Enrico Rainero, hanno approfondito gli aggiornamenti su:

— EFFICIENZA ENERGETICA —

Marco Oliva, Direttore Impianti BENNET, si è focalizzato sulle attività di manutenzione, che in questo settore richiedono competenze meccaniche, elettriche, digitali, la cui progettazione e pianificazione è una necessità per la continuità dell’attività retail, un must per la sicurezza alimentare, ma anche una grossa opportunità di efficienza tecnica ed energetica.
La proprietà di molti siti richiede la personalizzazione per ciascuno, ma la gestione manageriale centralizzata necessita di un’unica piattaforma per impostare, controllare e ripristinare funzionalità ed efficienza di tutti gli impianti, .
I sistemi digestione BEMS aiutano con dati oggettivi ad Identificare per tempo la “fine vita utile” di un impianto, cioè il momento di avere il coraggio di dismetterlo perché obsoleto e quindi investire sul nuovo che funziona meglio e consuma meno.
Infine, è stata condotta una analisi puntuale di tre diversi modelli: manutentori prevalentemente interni, mix interni ed esterni, solo esterni.
Le informazioni ottenute dalla piattaforma di ticketing manutenzione indicano per gli impianti di refrigerazione alimentare e climatizzazione un sensibile svantaggio del modello con manutentori solo esterni rispetto a quello con interni sia per la qualità del servizio che per la sostenibilità economica dello stesso (+100% numero interventi, + 280% costi totali di manutenzione); sono oggi un driver per proseguire con competenza professionale, agire in modo predittivo e risparmiare sprechi con interventi inutilmente di routine o in ritardo rispetto a un danno tecnico.

Ivo Gattulli Managing Director e BU Autoconsumo Diffuso SOLARELIT, ha presentato le nuove opportunità per il mondo retail in termini di energy savings e di generazione di nuovi ricavi. Infatti, grazie alle novità normative della Direttiva Rinnovabili introdotta da poche settimane e riguardante Autoconsumo Diffuso ed Autoconsumo Collettivo, sarà conveniente sfruttare specificamente le situazioni con pluralità di POD come si trovano, ad esempio, nei centri commerciali, con la presenza di multitenant all’interno dello stesso edificio. Una sfida per il prossimo futuro saranno i sistemi di storage sempre più efficaci.

Gianfranco Ferraro Chief Engineering & Construction Officer di CHEF EXPRESS, azienda leader della ristorazione in concessione, evidenzia le difficoltà del lavorare in edifici non di proprietà, con metrature varie da 50 a 4000 mq, dove gli stessi investimenti negli impianti core per l’attività di erogazione sono soggetti ai limiti di tempo contrattuali. In questo contesto, dai primi sistemi di metering agli attuali BMS i passi sono stati importanti ed efficaci. Si tiene la mappatura dei consumi da 10 anni, si agisce sulla climatizzazione utilizzando la Building Automation, si controllano le performance dei vari impianti di lavorazione.
Oggi il settore richiede, con importanza crescente, la compliance con i criteri ESG.

Andrea Casartelli, Country Manager di EDP ENERGIA ITALIA, operatore attivo nell’installazione e finanziamento di impianti per la produzione in autoconsumo ed efficienza energetica B2B, ricorda che la prima forma di energia pulita è quella non consumata.
Il settore delle imprese è estremamente sensibile alle formule di finanziamento degli impianti, avendo la certezza che la proposta più concreta è quella di “vendere risparmio”.
Sul tema storage, ci sono già applicazioni aziendali con tecnologie a “batterie termiche”.
Come utility internazionale, EDP si è posta il target di immettere nella propria rete commerciale energia da fonti rinnovabili al 100% entro il 2030.

Fortunato Della Guerra, Direttore Tecnico di INRES COOP, ha parlato nel proprio intervento dell’importanza dell’illuminazione nei punti vendita, non solo per il risparmio nei consumi elettrici dei nuovi apparecchi LED, che durano anche molte più ore, ma anche per le possibilità di gestione delle variazioni cromatiche e della modulazione dei lux in base agli afflussi.
La sapiente combinazione degli accostamenti dei colori della pavimentazione e degli arredi genera comfort per il cliente e quindi maggiore permanenza nello store, a beneficio delle opportunità commerciali.
E’ molto importante, tuttavia, riuscire a bilanciare la quantità di nuove proposte di prodotti innovativi con le esigenze di standardizzazione dei punti vendita ed il rispetto di sostenibili ritorni dell’investimento finanziario.
A proposito della gestione impiantistica e dei target di risparmio energetico, ha sottolineato la necessità dell’approccio olistico delle tecnologie, che non devono essere considerate a sé stanti, ma vanno supervisionate e controllate come un ambiente complessivo di sistemi e sottosistemi.

— REAL ESTATE —

Fabrizio Frombola, Business Development Director 12OZ, coniuga la formula del prodotto “street coffee”, con scontrino medio di pochi euro, con le esigenze della clientela in movimento, proponendo due format di riferimento: quello per consumazioni con sedute oppure solo al banco. Quindi vengono presi in analisi sia punti vendita nei luoghi di transito come le stazioni, ma anche nei flussi dei centri commerciali e in quelli dei centri turistici, luoghi vicini a punti di aggregazione dove la formula grab-and-go è prediletta dai consumatori, escludendo le ore serali in cui queste consumazioni non sono significative.
Per poter selezionare i luoghi più appropriati per i potenziali punti vendita, si utilizzano anche i dati forniti dai gestori telefonici e delle app, contenenti le informazioni sui flussi di posizione e movimento degli utenti telefonici.

Francesco Arduin, Responsabile Sviluppo e Asset Management COOP ALLEANZA 3.0, ha spiegato le sette tipologie dei punti vendita del gruppo, soffermandosi su quelli di prossimità, con superficie di vendita fino a 250 mq, che in questo momento stanno sviluppandosi al servizio della spesa quotidiana di pochi pezzi e basso scontrino nelle città, con assortimento di prodotti freschi, spesso da produttori locali, e organizzazione logistica “ultimo miglio” giornaliera, anche più volte.
Il format è al servizio di quartieri cittadini centrali, con clienti di tipologia trasversale.

Michele Aiello, Direttore Tecnico MD, impegnato nelle aperture di grandi superfici di vendita, cita il problema delle autorizzazioni delle amministrazioni locali, che impongono tempi di attesa di anni. I siti devono soddisfare la caratteristica di trovarsi inseriti in una buona viabilità, quindi facilmente accessibili sia dai centri città, sia dalle periferie.
Il tema della sostenibilità si è sviluppato negli anni con le tecnologie appropriate, fino all’illuminazione che si parzializza secondo la presenza di clientela. I gas per la refrigerazione si sono evoluti dai vecchi e inquinanti R404A a quello attuale, di sintesi, specificatamente sperimentato e utilizzato da MD, con bassissimo GWP.
Una control room centrale governa le operazioni su tutta la rete, che conta circa 820 punti vendita di cui 230 in franchising.

Filippo Muratore Responsabile Sviluppo Retail & Franchising INVIDIA DAL 1973. L’azienda nacque dalla prima attività di camiceria maschile situata all’interno di centri commerciali, poi sviluppatasi nella catena dei 40 punti vendita odierni.
Vengono ancora privilegiate le location in centri commerciali, ma anche nelle vie del turismo, selezionando i locali con molta attenzione ai canoni di affitto ed alle conformazioni del layout, come ad esempio le posizioni angolari che offrono possibilità di più vetrine su più flussi di traffico della clientela.

Michele Tollardo Real Estate Development Manager TECNOMAT, il nuovo marchio della ex Bricoman, che gestisce spazi di vendita di materiale edile per professionisti ed aziende del settore, all’ingrosso e dettaglio. I centri in tutta Italia sono 31, con prospettiva di arrivare a 70, coprendo tutte le regioni italiane.
Questa tipologia di prodotti richiedono spazi mediamente di 30.000 mq di cui 10.000 coperti. Anche per questo si ripropone il tema della lentezza delle pubbliche amministrazioni, che intralciano gli iter di sviluppo dei nuovi magazzini, fino ad un caso limite di 8 anni.
Il settore si sta sempre più specializzando e la prospettiva è di aprire nuovi store con un format più contenuto rispetto agli attuali.

Matteo Ligas, Head Of Sales URBAN FITNESS, sottolinea la propensione sempre più diffusa dell’abitudine italiana alle attività di fitness. La tipologia dei layout è più piccola della media del settore, per avvicinarsi al cliente, posizionandolo anche lungo arterie viarie di scorrimento nelle periferie, nelle città con 30/40.000 abitanti piuttosto che nei grandi centri urbani, dislocate in tutta Italia, personalizzando i prezzi alla clientela secondo l’area geografica, adeguati anche alla diminuzione della capacità di spesa.
Il programma prevede 100 aperture entro il 2025, considerando che le normative alle quali è necessario essere conformi sono molto stringenti e quindi lunghe da espletare.

Bruno Berretta Real Estate Development Manager CAPRI. Anche questa azienda è impegnata nel settore dell’abbigiiamento, con due marchi dedicati a due profili di target di clientela: Alcott da 30 anni si rivolge alla clientela giovane. con circa 100 punti vendita e previsione di altri 50 nei prossimi tre anni. Gutteridge è il brand più di lusso con proposte più formali. Coerentemente con il tipo di acquirenti, le due insegne sono posizionate la prima con preferenza nei centri commerciali, la seconda nelle vie del turismo dei centri città e negli aeroporti.
Infine, l’azienda sviluppa con successo anche il format degli outlet, con grande varietà di presenze commerciali.

About Brainz. We are an innovative and dynamic organization that provides networking opportunities, skills and strategies to strengthen and develop meaningful & relevant relationships for Business-to-Business.
Thanks to 15 years’ experience of our staff, we are able to organize events that stimulate creativity, development of synergies and networking.
Our events are important meetings focused on strategy, innovation and technology.
To grow your career or your business, it is crucial the experience of meeting people face to face and sharing experiences, skills, knowledge and know-how.

– BYinnovation è Media Partner di It’s All Retail

its-all-retail.com

EPO record brevetti italiani 2023: Per la prima volta gli inventori italiani depositano all’Ufficio Europeo dei brevetti (EPO) più di 5.000 domande di brevetto.

Nel 2023 le aziende e gli inventori italiani hanno depositato un totale di 5.053 domande di brevetto presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO), registrando il numero più alto di sempre per il Paese.
Questo uno dei dati principali per l’Italia che emergono dall’EPO Patent Index 2023.
Si tratta di un aumento del +3,8% rispetto all’anno precedente, superiore alla crescita media europea del +1,4%. Un trend di crescita positivo, che trova conferma nel lungo periodo; infatti, le domande di brevetto dall’Italia sono cresciute del + 38% rispetto a 10 anni fa e del +15% rispetto a 5 anni fa.

Italia undicesima tra tutti i Paesi che presentano le domande all’EPO
Si trova al quinto posto tra i 27 Paesi dell’Unione Europea, dopo Germania (24.966), Francia (10.814), Paesi Bassi (7.033) e Svezia (5.139).
Complessivamente nel 2023, l’EPO ha ricevuto 199.275 domande di brevetto, registrando una crescita del +2,9% rispetto al 2022, stabilendo un nuovo record.

“L’ultimo indice dei brevetti pubblicato mostra che nel 2023 l’innovazione è in costante fermento nel mondo”,” ha dichiarato il presidente dell’EPO António Campinos.L’EPO è stato incaricato di esaminare un numero di domande mai visto prima, a riprova dell’attrattiva del mercato tecnologico europeo e dell’elevata qualità dei nostri prodotti e servizi. Le piccole e medie imprese europee fanno sempre più ricorso ai brevetti: lo scorso anno la quota di domande presentate dalle PMI ha raggiunto il livello più alto di sempre. Anche queste imprese possono ora beneficiare del nuovo Brevetto Unitario, che migliora significativamente l’ecosistema dell’innovazione in Europa, fornendo un’opzione più semplice ed economica agli innovatori per proteggere le loro invenzioni e portarle sul vasto mercato dell’UE.”

Donne inventrici: 23% delle domande di brevetto provenienti dall’Italia
Il Patent Index 2023 analizza anche il contributo all’innovazione delle donne. Tra tutte le domande di brevetto depositate presso l’EPO lo scorso anno e provenienti dall’Italia, il 23% vedeva almeno una donna nel ruolo di inventrice. Questo dato colloca l’Italia al di sotto della media dei 39 Stati membri dell’EPO (27%) e notevolmente indietro rispetto ai singoli maggiori Paesi europei depositari di brevetti (con oltre 2.000 domande di brevetto all’anno) tra i quali troviamo la Spagna (46%), la Francia (33%) e il Belgio (32%).

Le tendenze dell’innovazione in Italia: forte crescita delle tecnologie per l’energia
I tre settori tecnologici che nel 2023 hanno totalizzato la maggior parte di domande di brevetto dall’Italia sono l’Handling, che comprende anche le tecnologie di imballaggio, (+14,6% rispetto al 2022), il settore dei Trasporti (+13,5%) e le Tecnologie Mediche (+8,2%).
Tra i primi cinque settori italiani, quello che ha riscontrato la crescita più forte di domande di brevetto all’EPO nel 2023 è stato il settore dei Macchinari elettrici, apparati e energia (+15% rispetto al 2022) nel quale vengono depositate molte invenzioni relative alle tecnologie per l’energia pulita. Si tratta di un dato importante che riflette la crescente attenzione alla sostenibilità.

Italia quinta tra tutti i paesi richiedenti brevetti nel settore tecnologico
Altri macchinari speciali (un comparto che comprende ad esempio le macchine utensili per vari settori industriali e la stampa 3D), mentre nel campo dei Trasporti si classifica in 7° posizione e in 10° per le Tecnologie Mediche.

Coesia, Ferrari e Iveco Group sono le aziende italiane che hanno presentato più domande di brevetto nel 2023
Coesia, società specializzate in soluzioni industriali e di imballaggio altamente innovativo, con sede a Bologna, si classifica, per il secondo anno consecutivo, come prima società italiana per numero di domande di brevetto presentate all’EPO nel 2023.
Al secondo posto segue Ferrari (che invece nel 2022 si posizionava solo al 7° posto) mentre sale in terza posizione Iveco Group.
Nella Top 5 di questa classifica figurano anche Pirelli, (l’anno scorso era al 2°posto) e Chiesi Farmaceutici (che nel 2022 era al 3° posto).

Brevetto Unitario: Pirelli S.p.a. tra i principali richiedenti nel 2023
Dal 1° giugno 2023, gli inventori hanno la possibilità di usufruire del sistema del Brevetto Unitario, un nuovo modo di godere di una tutela brevettuale più semplice e meno costosa in 17 Stati membri dell’UE, in cui un brevetto europeo ha un effetto giuridico unitario e può essere fatto valere o contestato davanti al nuovo Tribunale unificato dei brevetti.
Il nuovo sistema si è già dimostrato popolare tra i titolari di brevetti: dal suo lancio, la protezione unitaria è stata richiesta per il 17,5% di tutti i brevetti europei concessi nel 2023 (oltre 18.300 richieste) e per il 22,3% di quelli concessi nella seconda metà del 2023 dopo l’introduzione del sistema.
I richiedenti europei (39 Stati membri dell’EPO) hanno registrato il tasso di utilizzo più alto del Brevetto Unitario, pari al 25,8%, seguiti dagli Stati Uniti e dalla Cina (entrambi al 10,9%), dalla Repubblica di Corea (9,7%) e dal Giappone (4,9%).
L’Italia ha registrato un’adesione al brevetto unitario del 29% nel 2023 (con 972 richieste presentate), superiore alla media UE del 26,2%.
Pirelli&Co S.p.a. si posiziona al 25° posto tra coloro che hanno registrato il maggior numero di Brevetto Unitario nel 2023, al pari delle francesi Saint-Gobain SA e Commissariat à l’Energie Atomique et aux Energies Alternatives (CEA).

I principali richiedenti di Brevetto Unitario nel 2023 sono: Johnson & Johnson (300), Siemens (272), Qualcomm (224), Samsung (2015) e Ericsson (181). Dei titolari che hanno trasformato i loro brevetti europei in brevetti unitari, circa due terzi sono europei.

Salgono a tre le regioni italiane tra le prime 20 dell’Unione Europea
Lombardia rimane prima in Italia per domande di brevetto. Tre le regioni italiane entrate nella classifica delle prime 20 regioni dell’UE per numero di domande di brevetto presentate all’EPO: Lombardia (11° posto), Emilia-Romagna (17°) e Veneto (20°), tra queste l’Emilia-Romagna, è la regione che ha registrato una delle crescite più forti (+21,6%), e il Veneto che è salita dal 22° al 20° posto nel 2023. (Grafico: Top EU regions at the EPO in 2023)
La Lombardia rimane la prima regione italiana per domande di brevetto, con quasi un terzo del totale. La regione, con 1.626 domande (+5,1% rispetto al 2022), si colloca anche al 26° posto tra tutte le regioni che presentano domande di brevetto presso l’EPO.
Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano quasi due terzi di tutte le domande di brevetto presentate dall’Italia all’EPO. In generale, tra le diverse regioni italiane permane una forte disparità tra il Nord del Paese, che rappresenta oltre il 70% delle domande di brevetto depositate all’EPO, rispetto al Centro e al Sud, che depositano il 26%.

Tendenze globali: Più invenzioni nelle tecnologie della comunicazione digitale e nell’energia
Su un totale di 199.275 domande di brevetto ricevute dall’EPO nel 2023, il 43% proviene da uno dei 39 Paesi dell’EPO rispetto al restante 57% proveniente da altri Paesi non EPO. I sei principali Paesi di provenienza delle domande di brevetto europeo per il 2023 sono: gli Stati Uniti, la Germania, il Giappone, la Cina, la Repubblica di Corea e la Francia.
La crescita complessiva delle domande di brevetto presentate all’EPO nel 2023 è stata sostenuta soprattutto dai forti aumenti della Repubblica di Corea (+21%) e della Repubblica Popolare Cinese (+8,8%).
Le principali aree tecnologiche per le domande di brevetto sono state la Comunicazione digitale (che comprende le tecnologie delle reti mobili), le Tecnologie Mediche e l’IT. La crescita maggiore, tuttavia, si è registrata nel settore delle Macchine elettriche, apparati, energia (+12,2% rispetto al 2022), che comprende le invenzioni relative alle tecnologie per l’energia pulita, comprese le batterie (+28%).
I cinque principali richiedenti all’EPO nel 2023 sono stati Huawei, Samsung, LG, Qualcomm ed Ericsson, con l’azienda Huawei che ha depositato più domande di brevetto di tutti gli inventori italiani messi insieme.

Con 6.300 dipendenti, l‘Ufficio Europeo dei brevetti (EPO) è una delle più grandi istituzioni di servizio pubblico in Europa. Con la sede centrale situata a Monaco di Baviera e uffici a Berlino, Bruxelles, L’Aia e Vienna, l’EPO è stata fondata con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione sui brevetti in Europa. Grazie alla procedura centralizzata di concessione dei brevetti dell’EPO, gli inventori possono ottenere una protezione brevettuale di alta qualità in 45 Paesi, coprendo un mercato di circa 700 milioni di persone. L’EPO è anche la principale autorità mondiale in materia di informazioni e ricerca di brevetti.

epo.org

Ecolamp ricicla 2600 tonnellate di RAEE. Il consorzio Ecolamp ha pubblicato i numeri di raccolta relativi al 2023: sono 2.599 le tonnellate di Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE) raccolte e smaltite dal consorzio durante l’anno, di cui il 52% appartiene alla categoria delle sorgenti luminose esauste (R5) e il 48% è rappresentato da piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione e pannelli fotovoltaici giunti a fine vita (R4).
I numeri, pur segnando un leggero calo rispetto al 2022, evidenziano anche interessanti aree di crescita.

RACCOLTA PICCOLI ELETTRODOMESTICI (R4)
Nel 2023 sono state 1.250 le tonnellate di piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo e apparecchi di illuminazione giunti a fine vita – il cosiddetto raggruppamento R4 – gestite dal Consorzio, segnando un +5% rispetto all’anno precedente. L’aumento è stato trainato dai servizi Ecolamp rivolti ai professionisti, che hanno visto una raccolta cresciuta di quasi tre volte e mezzo, raggiungendo 228 tonnellate smaltite. In questo raggruppamento la categoria più significativa e destinata a crescere ulteriormente è stata quella dei pannelli fotovoltaici, con oltre 100 tonnellate raccolte.

RACCOLTA SORGENTI LUMINOSE (R5)
All’interno del raggruppamento delle sorgenti luminose (R5), che si conferma il principale in cui opera Ecolamp, nell’ultimo anno il consorzio ha avviato agli impianti di trattamento specializzati 1.349 tonnellate fra tubi fluorescenti e a LED e lampadine esauste.
Di queste, il 32% è stato conferito da installatori e manutentori, attraverso i servizi volontari di raccolta che da sempre Ecolamp mette a disposizione del canale professionale. Il 68% arriva, invece, dai centri di raccolta comunali e dai luoghi di raggruppamento della distribuzione dedicati ai conferimenti dei privati cittadini.

L’ANDAMENTO SUL TERRITORIO (R5)
A livello nazionale, al primo posto per la raccolta di sorgenti luminose si conferma la Lombardia, con 304 tonnellate smaltite, seguita da Veneto (156), Emilia-Romagna (140), Lazio (116) e Toscana (111). Per quanto riguarda le provincie, Milano (81), Bergamo (61, salendo di due posizioni) e Latina (58) sono quelle che hanno avviato a riciclo il maggior numero di sorgenti luminose esauste. Si segnalano inoltre dati positivi per la provincia di Caserta, che passa dalle 22,5 alle 36 tonnellate, e Bari, da 23 a 30.

“Nonostante il dato complessivo mostri un leggero calo della raccolta a livello nazionale – commenta Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp – ci sono diversi indicatori che attestano la qualità del lavoro svolto. In particolare, abbiamo visto una crescita della raccolta per quanto concerne il comparto R4, in cui lo smaltimento attraverso i servizi Ecolamp sul territorio nazionale rivolti ai professionisti è più che triplicato. La flessione dei quantitativi conferiti presso le isole ecologiche evidenzia la necessità per tutto il settore di trovare nuove e più efficaci strategie di raccolta e l’importanza di fare comunicazione e informazione. Giornate mondiali e ricorrenze come quella di oggi devono ricordare a filiere produttive, professionisti e consumatori l’importanza del riciclo e della corretta gestione dei rifiuti.”

Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche giunte a fine vita (RAEE). Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi riunisce oltre 400 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Dal 2015 Ecolamp è tra i soci fondatori di Eucolight, l’associazione europea nata per dare voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione. Ecolamp porta avanti con impegno numerose attività per sensibilizzare cittadini e operatori del settore, coinvolgendo l’unione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE. Oggi Ecolamp, in un’ottica di economia circolare, garantisce il recupero di oltre il 95% dei materiali di cui questi rifiuti sono composti e il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti, evitando che vengano disperse nell’ambiente.

www.ecolamp.it

0

Nuclear not needed to decarbonise Europe. Renewables, energy savings, and flexibility options are positioned to replace nuclear power in the EU’s energy mix.
A new report highlights the feasibility of phasing out Europe’s ageing nuclear fleet and achieving climate neutrality by 2040.

Building new nuclear power plants remains an unrealistic strategy for decarbonisation due to high cost overruns and lengthy construction times. However, the debate over extending the lifetime of existing nuclear plants in the name of climate neutrality persists.

In response, the European Environmental Bureau (EEB) released a report showing that the existing nuclear fleet can be phased out alongside fossil fuels as EU countries transition to a drastically more efficient energy system, powered by renewables and backed by flexibility options.

As renewables grow and energy demand shrinks, nuclear power’s role in Europe becomes redundant. Take Spain, where soaring wind, solar, and hydro power have dropped electricity prices and forced energy companies to halt nuclear to avoid financial losses. For times with low wind or sunlight? Flexibility options like storage, demand-side measures and interconnection are better placed than nuclear to complement the energy mix. Increasing costs of maintenance, fuel chain and decommissioning will further incentivise earlier nuclear plant retirements.” Cosimo Tansini, Policy Officer for Renewables at EEB, said.

Building on the Paris Agreement Compatible (PAC) scenario, which outlines a viable path for Europe to reach 100% renewables by 2040, the report examines the combination of drivers displacing nuclear power from the energy mix:
– A sharp energy demand reduction, driven by efficiency and sufficiency measures, optimised demand management and flexibility, alongside the electrification of processes currently relying on fossil fuels.
– A quick renewable energy deployment, whose energy production costs are lower than those of fossil fuels and nuclear power and whose potential for decarbonisation is higher.
– A mix of flexibility options, including cross-border network interconnection, storage and demand-side response, outperform nuclear in terms of cost efficiency and security of supply even when renewables production fluctuates.

Nuclear’s declining trajectory in the PAC scenario is consistent with current energy trends and policies in Europe. The report looks at multiple factors leading to the decline of nuclear power in favour of renewables and energy savings:
– Nuclear’s contribution to Europe’s energy needs is relatively small. Only 12 of the 27 EU countries generate nuclear power, which accounts for 10% of their combined final energy consumption, including the consumption of the electricity sector itself.
– EU nuclear production relies on an ageing fleet. All nuclear plants in Europe were built before the 2000s except two. Without further extensions, most existing EU reactors, averaging around 40 years old, will be shut down by 2030.
– EU nuclear production is already in decline: The contribution of nuclear power to the EU electricity mix has been declining steadily over the last two decades. Generation fell from 860 TWh in 2000 to 619 TWh in 2023, after peaking at 928 TWh in 2004.
– Nuclear power costs are escalating. Rising maintenance, fuel, and decommissioning costs should incentivise earlier retirements.
The report concludes that EU States’ decarbonisation efforts should prioritise reducing energy consumption in industry, buildings, and transport, while ramping up the deployment of renewable energies. The scale of these challenges significantly outweigh any efforts to denuclearise the 12 EU countries with existing nuclear capacity, as outlined in the PAC scenario. As EU countries advance in energy demand reduction and renewables, the contribution of nuclear power could rapidly become redundant.

The report also examines detailed trajectories modelled by the PAC scenario for five EU countries with current nuclear capacity: France, Slovakia, Finland, Belgium, and Spain.

The European Environmental Bureau (EEB) is Europe’s largest network of environmental citizens’ organisations, standing for environmental justice, sustainable development and participatory democracy. Our experts work on climate change, biodiversity, circular economy, air, water, soil, chemical pollution, as well as policies on industry, energy, agriculture, product design and waste prevention. We are also active on overarching issues such as sustainable development, good governance, participatory democracy and the rule of law in Europe and beyond.
We have over 180 members in over 38 countries.

eeb.org

report