Category: Tecnologie

Mercato Smart city 2023 vale 1 miliardo di euro in Italia. Il 2023 ha segnato un risultato storico per il mondo delle Smart City.

Per la prima volta, infatti, il mercato italiano ha raggiunto un miliardo di euro, +11% rispetto al 2022. Allo stesso tempo, però, l’anno appena trascorso ha segnato una crescita meno marcata rispetto agli anni precedenti (+23% nel 2022), frenata dalle priorità dettate dal PNRR e dai tentennamenti su alcuni fondi del Piano destinati ai comuni. Altre zone del mondo corrono di più. Nel 2023 il mercato della Smart City è cresciuto mediamente del 21,9% in Europa, nel 20% negli Stati Uniti e del 20,6% in Asia.

Nel 2023 aumentano i comuni che hanno avviato progetti legati alla Smart City (12% contro il 10% del 2022). Considerando gli investimenti pubblici nel 2023, il 23% del valore di mercato è dato da iniziative legate all’illuminazione pubblica e il 21% alla Smart Mobility. A seguire Smart Metering e Smart Grid. Permangono però ostacoli significativi allo sviluppo di queste tecnologie: la carenza di personale (52%), la mancanza di risorse economiche (48%) e di competenze interne ai comuni (47%). I comuni che sono riusciti, nonostante tutto, a portare avanti progetti di Smart City hanno poi effettivamente colto benefici in linea o addirittura superiori alle aspettative (78%). L’86% dei comuni ha inoltre intenzione di avviare progetti nei prossimi tre anni.

Le città Smart sono percepite dai loro abitanti come più sostenibili (50% vs 36% di chi abita in città non considerate Smart), inclusive (50% vs 32%), innovative (49% vs 25%) ed efficienti (49% vs 34%). Gli Italiani considerano Milano come la città più smart d’Italia. A seguire Bolzano e Trento.

Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano*, presentata oggi al convegno “Smart City: alla ricerca di una strategia vincente”.

“Nell’ultimo anno il mercato della Smart City è aumentato, ma a ritmi più contenuti rispetto agli anni precedenti – spiega Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Smart City -. Un rallentamento legato al PNRR, una vera e propria “lama a doppio taglio” per i comuni italiani. Da una parte ha portato con sé ingenti investimenti e riforme che potranno abilitare molte progettualità per rendere più smart i nostri territori. Dall’altra, è stato uno strumento “totalizzante”, che non ha lasciato ai comuni molte risorse per sviluppare progetti caratterizzati da un alto livello di “smartness”. Il confronto con le principali economie mondiali, poi, non è positivo: 11 nazioni del G20 hanno già adottato una strategia sulle Smart City, ma tra queste non figura l’Italia”.

“Il futuro dei centri urbani intelligenti passerà anche da due trend che, seppur in ambiti diversi, stanno raccogliendo un grande interesse da parte dei comuni italiani – commenta Matteo Risi, direttore dell’Osservatorio Smart City -. Da una parte, la volontà di collaborare tra comuni per creare un ecosistema intelligente più ampio in un’ottica di Smart Land, un approccio ancora poco diffuso (23%), ma prospettato dal 59% di coloro che hanno sviluppato progetti. La seconda tendenza riguarda l’Intelligenza Artificiale. Circa un comune su 3, infatti, intende lavorare nel prossimo futuro utilizzando l’AI a supporto dei propri processi e delle proprie decisioni, sfruttandone la potenza e la versatilità, ma con un occhio attento alla gestione dei rischi e alle regole imposte dal nuovo AI Act”.

I Comuni
Una delle principali problematicità legate alle Smart City è che mancano figure tecniche con le competenze necessarie. Solo il 23% dei comuni italiani le possiede all’interno del proprio organico, il 21% si affida a esperti esterni, mentre il 56% non ha alcun tipo di competenza né interna né esterna (69% nei comuni di piccola dimensione). Le principali lacune riguardano l’uso di tecnologie innovative (67%), come IoT, AI e Digital Twin, oltre al possesso di concrete capacità di gestione di progetti (47%). Nel triennio 2021-2023 gli ambiti applicativi più adottati e di maggior interesse sono stati: Sicurezza e sorveglianza (65%), Coinvolgimento attivo dei cittadini (55%) e Illuminazione (51%). Nei prossimi tre anni, fino al 2027, crescerà ancor di più l’ambito della Sicurezza e sorveglianza (76%), mentre al secondo posto si collocheranno le Comunità energetiche rinnovabili (66%). A seguire il Coinvolgimento attivo dei cittadini (63%).

Quasi metà delle 44 città italiane con più di 100.000 abitanti possiedono una strategia o un approccio che presuppone un pensiero strategico riguardo alle Smart City. 9 comuni possiedono una strategia formalizzata e pubblica, mentre altri 12 hanno in corso e/o hanno concluso iniziative che si inseriscono in un approccio strategico non formalizzato o, se formalizzato, non di pubblico dominio. Non c’è, invece, alcuna parvenza di un piano strutturato per i restanti 23 comuni sopra ai 100.000 abitanti. Considerando tutti i comuni Italiani, sono il 7% le realtà locali che hanno dichiarato di adottare una strategia incentrata su questi temi, una scelta che ha poi garantito ottimi risultati dall’implementazione dei progetti di Smart City (oltre le loro aspettative nel 33% dei casi contro l’11% della media).

I cittadini
Il tema della Smart City si fa sempre più strada tra il grande pubblico. Secondo l’indagine svolta in collaborazione con BVA Doxa, il 69% degli intervistati, infatti, conosce il concetto, ma spesso ancora in modo superficiale. Milano è percepita come la città più Smart, seguita da Bolzano e Trento. Seguono diverse città del Centro-Nord, mentre il Sud e le Isole non rientrano nella top 10. La percezione dei cittadini sembra poi essere disallineata rispetto alla realtà: se i comuni italiani nell’ultimo triennio si sono occupati prevalentemente di sicurezza, engagement e illuminazione, agli occhi dei cittadini le principali iniziative realizzate sono altre e riguardano, ad esempio, la gestione digitale degli adempimenti e dei pagamenti (48%), il potenziamento della connettività (38%) e la raccolta dei rifiuti (38%). Nonostante questi disallineamenti, le città Smart sono comunque percepite dai loro abitanti come più sostenibili, inclusive, innovative ed efficienti rispetto a quelle che presentano un grado minore di “smartness”. Queste osservazioni mettono in luce la stima che i cittadini nutrono per i comuni attivi nel promuovere progetti che garantiscano benefici tangibili ai loro residenti. Infine, i cittadini pongono particolare enfasi sulla sicurezza urbana (60%) come priorità che essi darebbero ai comuni per i prossimi anni. Chiedono poi di investire nella sostenibilità, in energie rinnovabili e incentivi economici. Molti di loro, d’altronde, conoscono le CER e 6 italiani su 10 si dichiarano pronti a parteciparvi, aspettandosi vantaggi sia in termini di riduzione dell’impatto ambientale sia nel risparmio economico sulle bollette energetiche.

*La ricerca del 2023 è stata realizzata in collaborazione con: A2A Smart City, BVA Doxa, Dassault Systèmes, Edison Next, Enel X, Google Cloud e TIM Enterprise, IFAB – International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development, Movyon, Municipia – Gruppo Engineering, Targa Telematics – Viasat; Almaviva, Blimp, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Cellnex Italia, Cyclomedia Technology B.V., Drimlab, Easypark Group, Gruppo Maggioli, Hikvision Italy, Lutech, Rekeep, Schréder, Simet, Urmet

Gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano nascono nel 1999 con l’obiettivo di fare cultura in tutti i principali ambiti di Innovazione Digitale. Oggi sono un punto di riferimento qualificato sull’Innovazione Digitale in Italia che integra attività di Ricerca, Comunicazione e Aggiornamento continuo. La Vision che guida gli Osservatori è che l’Innovazione Digitale sia un fattore essenziale per lo sviluppo del Paese. La mission è produrre e diffondere conoscenza sulle opportunità e gli impatti che le tecnologie digitali hanno su imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini, tramite modelli interpretativi basati su solide evidenze empiriche e spazi di confronto indipendenti, pre-competitivi e duraturi nel tempo, che aggregano la domanda e l’offerta di Innovazione Digitale in Italia.
Le attività sono svolte da un team di quasi 100 tra professori, ricercatori e analisti impegnati su circa 50 differenti Osservatori che affrontano i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle Imprese (anche PMI) e nella Pubblica Amministrazione: 5G & Beyond, Agenda Digitale, Artificial Intelligence, Big Data & Business Analytics, Blockchain & Web3, Business Travel, Cloud Transformation, Connected Car & Mobility, Contract Logistics “Gino Marchet”, Customer Experience B2b, Cybersecurity & Data Protection, Data Center, Design Thinking for Business, Digital & Sustainable, Digital B2b, Digital Content, Digital Identity, Digital Transformation Academy, Droni e Mobilità Aerea Avanzata, eCommerce B2c, EdTech, Export Digitale, Extended Reality & Metaverse, Fintech & Insurtech, Food Sustainability, FUTURES | Sense Making by System Thinking, HR Innovation Practice, Innovative Payments, Innovazione Digitale nella Cultura, Innovazione Digitale nel Retail, Innovazione Digitale nelle PMI, Intelligent Business Process Automation, International Observatory on Electronic Invoicing, Internet Media, Internet of Things, Life Science Innovation, Omnichannel Customer Experience, Platform Thinking Hub, Professionisti e Innovazione Digitale, Quantum Computing & Collaboration, Sanità Digitale, Smart AgriFood, Smart City, Smart Working, Smart Working nella PA, Software & Digital Native Innovation, Space Economy, Startup Hi-tech, Startup Thinking, Supply Chain Finance, Supply Chain Planning, Tech Company – Innovazione del Canale ICT, Travel Innovation

osservatori.net

Smart Building Community per efficienza immobiliare. L’Italia è caratterizzata da un parco immobiliare obsoleto, che vede l’84,5% degli edifici italiani costruiti prima del 1990 (contro il 65,6% della Francia e il 75,3% della Germania), e da un basso tasso di rinnovamento edilizio, che in Italia è pari allo 0,85% all’anno (contro l’1,7% di Francia e Germania).

Considerando la posizione in cui l’Italia si trova attualmente, il tema della riconversione in ottica efficiente e smart degli edifici è di assoluta rilevanza, proprio in virtù dei benefici a livello ambientale ed economico per i cittadini attivabili.
Infatti, da un punto di vista ambientale, secondo le stime di The European House – Ambrosetti, nel Paese l’efficientamento degli edifici può portare ad una riduzione fino al 33% dei consumi energetici e fino al 5% di quelli idrici, abbattendo inoltre le emissioni di CO2 di circa il 20-24%. Da un punto di vista economico, invece, se gli edifici più vetusti del parco immobiliare italiano fossero dotati di tecnologie smart i cittadini risparmierebbero 17-19 miliardi di Euro netti all’anno e verrebbero abilitati investimenti per oltre 330 miliardi di Euro. Non per ultimo, in questo scenario potenziale, la filiera sarebbe in grado di abilitare la creazione di ulteriori 200 mila posti di lavoro qualificati e specializzati.

Tre sono le possibili direzioni chiave per agire a favore della trasformazione in chiave smart del patrimonio immobiliare del nostro Paese in modo da facilitare il contributo agli obiettivi di decarbonizzazione e riduzione dei consumi energetici previsti dal “Fit for 55” e dalla Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (EPBD).

1. Promuovere una revisione del sistema di incentivi
Secondo la Community Smart Building, è urgente una revisione del sistema di incentivi che permetta di valorizzare e includere tutte le componenti che rendono smart un edificio, legate sia all’organismo edilizio esterno che a quello interno. Gli incentivi sono uno strumento imprescindibile per favorire gli interventi da parte di cittadini, aziende e pubbliche amministrazioni, con aiuti fiscali ed economici che possono facilitare i lavori. La revisione dovrà essere finalizzata a incentivare la messa a norma digitale delle abitazioni, sia per gli edifici in fase di nuova costruzione sia per gli edifici in ristrutturazione.

2. Introdurre un “Libretto della casa” a valenza legale
Per mappare in modo puntuale gli interventi e perché questi abbiano un riscontro dimostrabile per il proprietario, sia in termini di sicurezza che di valore dell’immobile, la Community propone di istituire un “Libretto della casa” a valenza legale che sia riconosciuto da tutti gli stakeholder connessi al settore residenziale. Per essere efficace, il Libretto dovrebbe rispettare alcune caratteristiche, quali:
– Essere rilasciato da un esperto qualificato e certificato
– Certificare e tenere traccia di tutti gli interventi effettuati negli edifici, sia di nuova costruzione sia in via di ristrutturazione o riqualificazione energetica
– Garantire una mappatura delle tecnologie smart disponibili, aggiornata annualmente e coordinata con gli incentivi disponibili
– Indicare i benefici attesi in termini di risparmio energetico, economico e di riduzione delle emissioni, nonché i benefici legati alla salute e al comfort
– Contenere informazioni sul potenziale sostegno finanziario e tecnico
Mettere a norma per mettere a reddito: valorizzare dal punto di vista monetario gli interventi smart che permettono la messa a norma digitale dell’edificio

3. Rafforzare e costruire le competenze necessarie alle filiere industriali delle tecnologie dell’Edificio Intelligente
Sul tema formazione e competenze, la Smart Building Community ha identificato alcune linee d’azione concrete, tra le quali le principali sono:
– Sviluppare nuovi programmi di formazione in materia di Smart Building, attraverso esperienze pratiche e con chiari risultati di apprendimento, in termini di qualifiche professionali, a supporto di tutti gli operatori della filiera estesa.
– Creare un cluster nazionale sulle tecnologie degli Edifici Intelligenti e istituire in questo contesto un centro di competenza e di trasferimento tecnologico che colleghi sistema della ricerca e mondo delle imprese, dove è possibile consultare online i corsi disponibili.
– Rendere obbligatoria la formazione nel caso di grandi appalti pubblici di riqualificazione edilizia, istituendo ad esempio una clausola condizionata alle competenze in tema di riqualificazione smart.

Oltre a un lavoro sulle competenze mancanti e quindi da “costruire”, è necessario anche rafforzare i sistemi di formazione già esistenti potenziando i programmi formativi attraverso curricula dedicati al settore degli Smart Building, incentivando la collaborazione tra aziende e ITS attraverso tirocini mirati a sviluppare le competenze necessarie alla filiera e istituendo percorsi di formazione dedicati alle competenze informatiche necessarie per la gestione di un Edificio Intelligente.

In occasione dell’evento, sono state inoltre portate all’attenzione degli interlocutori istituzionali le evidenze della ricerca realizzata da The European House – Ambrosetti sulla conoscenza del concetto di Smart Building, che confermano la necessità di favorire una maggiore consapevolezza sul tema. Una vasta maggioranza degli italiani (oltre il 64%) ha dichiarato di avere informazioni scarse, generiche o nulle riguardo al concetto di Smart Building e oltre un quarto ha la percezione di costi elevati delle tecnologie e degli interventi (26,9%).

“Con la recente pubblicazione della Direttiva sull’Efficienza Energetica degli Edifici (Energy Performance of Building Directive – EPBD), si rafforza il ruolo del settore degli edifici per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione stabiliti per il prossimo futuro. L’obiettivo prioritario di ridurre del 16% i consumi energetici degli edifici entro il 2030 rappresenta senza dubbio una sfida per l’Italia. Tuttavia, il nostro Paese può contare su una filiera legata agli Edifici Intelligenti in grado di generare un elevato valore economico e occupazionale. Nel 2022, la filiera estesa degli Smart Building ha generato 174 miliardi di Euro di fatturato e 38 miliardi di Euro di Valore Aggiunto, dando occupazione a circa 515.000 individui. Non solo. La filiera ha un significativo potenziale moltiplicativo nel sistema economico: ogni 100 Euro investiti nella filiera estesa dell’Edificio Intelligente in Italia se ne generano ulteriori 187 nel resto dell’economia e per ogni 100 unità di lavoro dirette se ne attivano ulteriori 178 nel Paese”, ha sottolineato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti.

La Community Smart Building è un’iniziativa lanciata nel 2022 da The European House – Ambrosetti con l’obiettivo di rappresentare una piattaforma di confronto di alto livello e di produzione di conoscenza sui temi più rilevanti in tema di «edificio intelligente» all’interno di una visione strategica integrata e di un modello operativo condiviso, per favorire il dialogo e le relazioni tra gli attori dell’industria e il sistema istituzionale, producendo contenuti e proposte per promuovere l’evoluzione del parco immobiliare italiano come opportunità di crescita e di modernizzazione del Paese e garantire il miglior contesto normativo e le migliori policy a supporto.
Secondo la Community, lo Smart Building è “un hub di servizi automatizzati real time e adattivi, integrabile con l’organismo edilizio e l’ecosistema esterno, dotato di tecnologie connesse, interoperabili e sostenibili che permettono l’ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse idriche e energetiche, dei costi di realizzazione e gestione, la massimizzazione del well-being e della sicurezza degli individui”.

Il concetto di “Smart Building” sottende una filiera industriale e di servizio ad alto valore aggiunto, che produce un significativo valore economico ed occupazionale per il sistema-Paese, coinvolgendo 350mila aziende che, considerando solo il “pro-quota” relativo all’ambito dell’Edificio Intelligente, producono un fatturato di 174 miliardi di Euro e 38 miliardi di Euro di valore aggiunto, occupando 515mila professionisti. Inoltre, attivando ulteriori 187 Euro nell’economia per ogni 100 Euro di investimento diretto nella filiera. La Community Smart Building 2024 include realtà fortemente rappresentative della filiera di riferimento, quali: ABB, ANCE Lombardia, BTicino, Celli Group, Comoli Ferrari, KONE, MCZ, Principe Ares, Progetto CMR, Tekser e Veos.

The European House – Ambrosetti è un gruppo professionale di circa 300 professionisti attivo sin dal 1965 e cresciuto negli anni in modo significativo grazie al contributo di molti Partner, con numerose attività in Italia, in Europa e nel Mondo.
Il Gruppo conta tre uffici in Italia e diversi uffici esteri, oltre ad altre partnership nel mondo. La sua forte competenza è la capacità di supportare le aziende nella gestione integrata e sinergica delle quattro dinamiche critiche dei processi di generazione di valore: Vedere, Progettare, Realizzare e Valorizzare.
Da più di 50 anni al fianco delle imprese italiane, ogni anno serviamo nella Consulenza circa 1.300 clienti realizzando più di 250 Studi e Scenari strategici indirizzati a Istituzioni e aziende nazionali ed europee e circa 120 progetti per famiglie imprenditoriali. A questi numeri si aggiungono circa 3.000 esperti nazionali ed internazionali che ogni anno vengono coinvolti nei 550 eventi realizzati per gli oltre 17.000 manager accompagnati nei loro percorsi di crescita.
Il Gruppo beneficia di un patrimonio inestimabile di relazioni internazionali ad altissimo livello nei vari settori di attività, compresi i responsabili delle principali istituzioni internazionali e dei singoli Paesi.
Dal 2013 The European House – Ambrosetti è stata nominata nella categoria “Best Private Think Tanks” – 1° Think Tank in Italia, 4° nell’Unione Europea e tra i più rispettati indipendenti al mondo su 11.175 a livello globale (fonte: “Global Go To Think Tanks Report” dell’Università della Pennsylvania). The European House – Ambrosetti è stata riconosciuta da Top Employers Institute come una delle 141 realtà Top Employer 2023 in Italia.

www.ambrosetti.eu

Energy Efficiency First made easy: a new tool empowers regions in their local action. Regions and cities play a key role in the energy transition across Europe, as they are the main channel for the implementation of the Green Deal (1), and of its climate and energy objectives.

They are the main players involved in energy transition on-site being in direct contact with the reality and challenges on the ground. (2)
To achieve a reduction of energy consumption of at least 1.7% in 2030 in the EU, as expected in the revised Energy Efficiency Directive (EED), the implementation of the Energy Efficiency First 1st) principle, introduced by its article 33, is crucial.
This will require local and regional authorities to assess energy efficiency solutions in the planning, policy and major investment decisions related to energy systems.

The concerned stakeholders will have to ensure a careful monitoring of the application of the EE1st principle and promote the application of methodologies that allow a proper assessment of the wider benefits of efficiency solutions.
This is where the brand-new online tool launched by the Regio1st LIFE-CET project comes into play: the Regio1st Planning Framework provides a comprehensive, structured approach for regional energy planners in Europe to develop and implement sustainable, cost-effective energy strategies while prioritising energy savings in buildings and energy efficiency solutions in line with the EE1st principle.

The interactive tool is delivering a thorough methodology assessing the various benefits of a wide-range of energy-efficiency solutions.

“The Regio1st online decision-support framework will not only raise awareness about the Energy Efficiency First principle (EE1st) among regional governments and their agencies but will also provide them with a strong benefit assessment methodology. Starting from six regions, we plan to expand the provision of appropriate guidance to regional authorities to embed the EE1st principle in their decisions and implement their energy plans to over 100 regions in the EU.Vlasis Oikonomou, managing director of the Institute for European Energy and Climate Policy (IEECP), coordinator of the Regio1st LIFE-CET project.

Energy efficiency shouldn’t be overlooked at any level of governance, since it is a key lever to achieve further emissions reduction and be Fit for 554, to phase out fossil fuels and to boost EU competitiveness by the development of energy-efficient technologies industry.
By using the Regio1st Planning Framework, planners can address the challenges of energy planning, develop strategies that maximize the benefits of energy efficiency and renewable energy, and create a sustainable, resilient, and economically viable energy future for their communities.

(1) The European Green Deal – European Commission (europa.eu)
(2) Cities and regions are impacted by 70% of the new EU legislation: https://cor.europa.eu/en/about/Pages/default.aspx
(3) Directive – 2023/1791 – EN – EUR-Lex (europa.eu)
(4) European Climate Law – European Commission (europa.eu)

About the Energy Efficiency First Principle
The Energy Efficiency First principle is defined by the European Commission as a far-reaching guiding principle that complements other EU objectives, in the areas of sustainability, climate neutrality and green growth.
While considering security of supply and market integration, the Energy Efficiency First principle aims to ensure that:
– only the energy really needed is produced;
– investments in stranded assets are avoided;
– demand for energy is reduced and managed in a cost-effective way.

Therefore, as described in the Article 3 of the revised Energy Efficiency Directive, the EE1st implementation involves the “Member States to ensure that energy efficiency solutions, including demand-side resources and system flexibilities, are assessed in planning, policy and major investment decisions.”
According to the Directive, in applying the energy efficiency first principle, “Member States shall: […] promote and, […], make publicly available, cost-benefit methodologies that allow proper assessment of the wider benefits of energy efficiency solutions […], taking into account the entire life cycle and long-term perspective, system and cost efficiency, security of supply and quantification from the societal, health, economic and climate neutrality perspectives, sustainability and circular economy principles in transition to climate neutrality”.

The Regio1st project thus developed an online Planning Framework for energy planners in Europe, regional authorities’ technical staff and interested stakeholders involved in formulating sustainable and affordable energy strategies aligned with the EE1st principle.

About the Regio1st Planning Framework
The REGIO1st Planning Framework is organized into eight stages, each containing specific steps that are key to the process. Planners are encouraged to follow the framework in a sequential manner, moving through each stage from preparation to implementation, monitoring, and review. Throughout the process, planners should engage with stakeholders and prioritize energy efficiency measures in accordance with the EE1st principle.
The framework also includes a suite of readily available tools (Excel, PDF, etc.) designed to assist planners through different stages of the process. These tools aid in data collection, analysis, scenario modelling, multi-criteria analysis, and other essential tasks while emphasizing the importance of energy efficiency. By leveraging these tools, planners can streamline the planning process, ensure a thorough and accurate analysis, and make informed decisions that align with the EE1st principle.
The framework is organized into eight stages, each containing specific steps that are key to the process.

About Regio1st
REGIO1st, a project co-funded by the EU LIFE programme, aims to raise awareness about the Energy Efficiency First Principle (EE1ST) among regional authorities and their agencies, as well as support them to incorporate this in decisions related to energy planning. It does so through the provision of appropriate guidance to regional authorities to embed the EE1st principle in their decisions and in the implementation of their energy plans. It starts from six participant regions and expands its reach to over 100 regions in the EU. Within the framework of the project a community of practice for EE1st is also being established, in cooperation with the Covenant of Mayors.
Co-funded by the European Union under project ID 101076088. Views and opinions expressed are however those of the author(s) only and do not necessarily reflect those of the European Union or CINEA. Neither the European Union nor the granting authority can be held responsible for them.
Coordinator: Institute for European Energy and Climate Policy (IEECP)

Partners
– South East Energy Agency (SEEA)
– Medjimurje Energy Agency (MENEA)
– Lokalna energetska agencija Spodnje Podravje
– Fundación Asturiana de la Energía (FAEN)
– Infrastrutture Recupero Energia Agenzia Regionale Ligure (IRE-Liguria)
– FEDARENE
– Institute of Communication and Computer Systems (ICCS)
– Fraunhofer
– Cluster of Bioeconomy and Environment of Western Macedonia (CluBE)

– BYinnovation is Media Partner of IEECP

ieecp.org

project

Riqualificazione smart immobiliare: secondo le stime di The European House – Ambrosetti per la Community Smart Building, la riqualificazione in chiave smart del patrimonio immobiliare italiano avrebbe benefici economici netti positivi tra i 17 e i 19 miliardi di Euro all’anno per i cittadini, equivalenti a una riduzione del 15-19% delle spese per consumi energetici.

Il ritardo dell’Italia nel raggiungimento degli obiettivi “Fit for 55”, ulteriormente evidenziato anche dalla recente Direttiva Europea sulle Prestazioni Energetiche degli Edifici (EPBD), conferma l’importanza di intervenire sul settore edilizio per obiettivi di decarbonizzazione e riduzione delle emissioni di CO2.

La riqualificazione smart del patrimonio immobiliare italiano non solo attiverebbe diversi benefici dal punto di vista ambientale, ma garantirebbe anche un impatto considerevole sul tessuto economico e sociale del Paese.

Riqualificare in ottica smart gli edifici vetusti del patrimonio immobiliare italiano , infatti, abiliterebbe investimenti per oltre 330 miliardi di euro, con benefici economici netti positivi pari a 17-19 miliardi di euro all’anno per i cittadini diminuendo loro le spese per consumi energetici del 15-19%.

Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalle stime elaborate da The European House – Ambrosetti nell’ambito dei lavori della Community Smart Building, iniziativa nata nel 2022 e che coinvolge le più importanti imprese di questa filiera.

“Affinché la filiera degli edifici italiana sia pronta a rispondere alle esigenze di decarbonizzazione poste dalla Direttiva europea “Case Green”, è fondamentale investire in competenze smart&green”, ha sottolineato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti. “La rigenerazione del patrimonio immobiliare nazionale passa attraverso le mani di professionisti qualificati e specializzati, per cui sarà chiave rafforzare i programmi di upskilling e reskilling dei lavoratori e sviluppare percorsi di formazione innovativi a partire dalle scuole superiori, gli ITS e le università ”.

Proprio per questo, per fare fronte alla trasformazione del parco immobiliare è essenziale valorizzare anche la professionalità e le competenze qualificate investendo sulla formazione di professionisti che possano rappresentare una risorsa per tutta la filiera.
La diffusione degli Smart Building in Italia potrebbe infatti portare alla creazione di 200.000 nuovi posti di lavoro qualificati e specializzati, considerando 124 mila operatori specializzati, 54 mila installatori, 14 mila tecnici, 11 mila ingegneri e 10 mila progettisti.
Questi sono i dati che emergono dalla mappatura dei profili chiave necessari per il settore sia in termini di competenze che in termini di nuovi posti di lavoro che si verranno a creare, realizzata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con le aziende partner della Community Smart Building.

L’Italia parte anche da una posizione privilegiata, dimostrando una forte spinta all’innovazione nell’ingegneria civile classificandosi al 3° posto per richiesta di brevetti in UE-27+UK e confermando quindi una buona propensione in questo ambito.

Anche nel 2023 il focus dei nuovi occupati è stato chiaramente indirizzato verso le competenze smart e green, relative quindi agli interventi di efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale: nell’83,7% delle nuove assunzioni nel settore le aziende hanno richiesto competenze di questo tipo.
Aspetto cruciale per sviluppare nuovi profili adatti all’evoluzione del settore edilizio e degli Smart Building, le aziende si stanno attivando con programmi di formazione e upskilling della forza lavoro come training on-the-job che prevedono percorsi di formazione ad hoc per ciascuna professione, collaborazione con aziende partner e professionisti esterni per formarsi sulle applicazioni e sulle soluzioni innovative richieste dal mercato e partnership con il sistema delle Università e ITS Academy.

The European House – Ambrosetti è un gruppo professionale di circa 300 professionisti attivo sin dal 1965 e cresciuto negli anni in modo significativo grazie al contributo di molti Partner, con numerose attività in Italia, in Europa e nel Mondo.
Il Gruppo conta tre uffici in Italia e diversi uffici esteri, oltre ad altre partnership nel mondo. La sua forte competenza è la capacità di supportare le aziende nella gestione integrata e sinergica delle quattro dinamiche critiche dei processi di generazione di valore: Vedere, Progettare, Realizzare e Valorizzare.
Da più di 50 anni al fianco delle imprese italiane, ogni anno serviamo nella Consulenza circa 1.300 clienti realizzando più di 250 Studi e Scenari strategici indirizzati a Istituzioni e aziende nazionali ed europee e circa 120 progetti per famiglie imprenditoriali. A questi numeri si aggiungono circa 3.000 esperti nazionali ed internazionali che ogni anno vengono coinvolti nei 550 eventi realizzati per gli oltre 17.000 manager accompagnati nei loro percorsi di crescita.
Il Gruppo beneficia di un patrimonio inestimabile di relazioni internazionali ad altissimo livello nei vari settori di attività, compresi i responsabili delle principali istituzioni internazionali e dei singoli Paesi.
Dal 2013 The European House – Ambrosetti è stata nominata nella categoria “Best Private Think Tanks” – 1° Think Tank in Italia, 4° nell’Unione Europea e tra i più rispettati indipendenti al mondo su 11.175 a livello globale (fonte: “Global Go To Think Tanks Report” dell’Università della Pennsylvania).
The European House – Ambrosetti è stata riconosciuta da Top Employers Institute come una delle 141 realtà Top Employer 2023 in Italia.

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Retail Efficienza Energetica e Real Estate. Si è svolto It’s All Retail, dedicato alle diverse tematiche che interessano il settore Retail. In particolare, due tavoli di lavoro, moderati da Enrico Rainero, hanno approfondito gli aggiornamenti su:

— EFFICIENZA ENERGETICA —

Marco Oliva, Direttore Impianti BENNET, si è focalizzato sulle attività di manutenzione, che in questo settore richiedono competenze meccaniche, elettriche, digitali, la cui progettazione e pianificazione è una necessità per la continuità dell’attività retail, un must per la sicurezza alimentare, ma anche una grossa opportunità di efficienza tecnica ed energetica.
La proprietà di molti siti richiede la personalizzazione per ciascuno, ma la gestione manageriale centralizzata necessita di un’unica piattaforma per impostare, controllare e ripristinare funzionalità ed efficienza di tutti gli impianti, .
I sistemi digestione BEMS aiutano con dati oggettivi ad Identificare per tempo la “fine vita utile” di un impianto, cioè il momento di avere il coraggio di dismetterlo perché obsoleto e quindi investire sul nuovo che funziona meglio e consuma meno.
Infine, è stata condotta una analisi puntuale di tre diversi modelli: manutentori prevalentemente interni, mix interni ed esterni, solo esterni.
Le informazioni ottenute dalla piattaforma di ticketing manutenzione indicano per gli impianti di refrigerazione alimentare e climatizzazione un sensibile svantaggio del modello con manutentori solo esterni rispetto a quello con interni sia per la qualità del servizio che per la sostenibilità economica dello stesso (+100% numero interventi, + 280% costi totali di manutenzione); sono oggi un driver per proseguire con competenza professionale, agire in modo predittivo e risparmiare sprechi con interventi inutilmente di routine o in ritardo rispetto a un danno tecnico.

Ivo Gattulli Managing Director e BU Autoconsumo Diffuso SOLARELIT, ha presentato le nuove opportunità per il mondo retail in termini di energy savings e di generazione di nuovi ricavi. Infatti, grazie alle novità normative della Direttiva Rinnovabili introdotta da poche settimane e riguardante Autoconsumo Diffuso ed Autoconsumo Collettivo, sarà conveniente sfruttare specificamente le situazioni con pluralità di POD come si trovano, ad esempio, nei centri commerciali, con la presenza di multitenant all’interno dello stesso edificio. Una sfida per il prossimo futuro saranno i sistemi di storage sempre più efficaci.

Gianfranco Ferraro Chief Engineering & Construction Officer di CHEF EXPRESS, azienda leader della ristorazione in concessione, evidenzia le difficoltà del lavorare in edifici non di proprietà, con metrature varie da 50 a 4000 mq, dove gli stessi investimenti negli impianti core per l’attività di erogazione sono soggetti ai limiti di tempo contrattuali. In questo contesto, dai primi sistemi di metering agli attuali BMS i passi sono stati importanti ed efficaci. Si tiene la mappatura dei consumi da 10 anni, si agisce sulla climatizzazione utilizzando la Building Automation, si controllano le performance dei vari impianti di lavorazione.
Oggi il settore richiede, con importanza crescente, la compliance con i criteri ESG.

Andrea Casartelli, Country Manager di EDP ENERGIA ITALIA, operatore attivo nell’installazione e finanziamento di impianti per la produzione in autoconsumo ed efficienza energetica B2B, ricorda che la prima forma di energia pulita è quella non consumata.
Il settore delle imprese è estremamente sensibile alle formule di finanziamento degli impianti, avendo la certezza che la proposta più concreta è quella di “vendere risparmio”.
Sul tema storage, ci sono già applicazioni aziendali con tecnologie a “batterie termiche”.
Come utility internazionale, EDP si è posta il target di immettere nella propria rete commerciale energia da fonti rinnovabili al 100% entro il 2030.

Fortunato Della Guerra, Direttore Tecnico di INRES COOP, ha parlato nel proprio intervento dell’importanza dell’illuminazione nei punti vendita, non solo per il risparmio nei consumi elettrici dei nuovi apparecchi LED, che durano anche molte più ore, ma anche per le possibilità di gestione delle variazioni cromatiche e della modulazione dei lux in base agli afflussi.
La sapiente combinazione degli accostamenti dei colori della pavimentazione e degli arredi genera comfort per il cliente e quindi maggiore permanenza nello store, a beneficio delle opportunità commerciali.
E’ molto importante, tuttavia, riuscire a bilanciare la quantità di nuove proposte di prodotti innovativi con le esigenze di standardizzazione dei punti vendita ed il rispetto di sostenibili ritorni dell’investimento finanziario.
A proposito della gestione impiantistica e dei target di risparmio energetico, ha sottolineato la necessità dell’approccio olistico delle tecnologie, che non devono essere considerate a sé stanti, ma vanno supervisionate e controllate come un ambiente complessivo di sistemi e sottosistemi.

— REAL ESTATE —

Fabrizio Frombola, Business Development Director 12OZ, coniuga la formula del prodotto “street coffee”, con scontrino medio di pochi euro, con le esigenze della clientela in movimento, proponendo due format di riferimento: quello per consumazioni con sedute oppure solo al banco. Quindi vengono presi in analisi sia punti vendita nei luoghi di transito come le stazioni, ma anche nei flussi dei centri commerciali e in quelli dei centri turistici, luoghi vicini a punti di aggregazione dove la formula grab-and-go è prediletta dai consumatori, escludendo le ore serali in cui queste consumazioni non sono significative.
Per poter selezionare i luoghi più appropriati per i potenziali punti vendita, si utilizzano anche i dati forniti dai gestori telefonici e delle app, contenenti le informazioni sui flussi di posizione e movimento degli utenti telefonici.

Francesco Arduin, Responsabile Sviluppo e Asset Management COOP ALLEANZA 3.0, ha spiegato le sette tipologie dei punti vendita del gruppo, soffermandosi su quelli di prossimità, con superficie di vendita fino a 250 mq, che in questo momento stanno sviluppandosi al servizio della spesa quotidiana di pochi pezzi e basso scontrino nelle città, con assortimento di prodotti freschi, spesso da produttori locali, e organizzazione logistica “ultimo miglio” giornaliera, anche più volte.
Il format è al servizio di quartieri cittadini centrali, con clienti di tipologia trasversale.

Michele Aiello, Direttore Tecnico MD, impegnato nelle aperture di grandi superfici di vendita, cita il problema delle autorizzazioni delle amministrazioni locali, che impongono tempi di attesa di anni. I siti devono soddisfare la caratteristica di trovarsi inseriti in una buona viabilità, quindi facilmente accessibili sia dai centri città, sia dalle periferie.
Il tema della sostenibilità si è sviluppato negli anni con le tecnologie appropriate, fino all’illuminazione che si parzializza secondo la presenza di clientela. I gas per la refrigerazione si sono evoluti dai vecchi e inquinanti R404A a quello attuale, di sintesi, specificatamente sperimentato e utilizzato da MD, con bassissimo GWP.
Una control room centrale governa le operazioni su tutta la rete, che conta circa 820 punti vendita di cui 230 in franchising.

Filippo Muratore Responsabile Sviluppo Retail & Franchising INVIDIA DAL 1973. L’azienda nacque dalla prima attività di camiceria maschile situata all’interno di centri commerciali, poi sviluppatasi nella catena dei 40 punti vendita odierni.
Vengono ancora privilegiate le location in centri commerciali, ma anche nelle vie del turismo, selezionando i locali con molta attenzione ai canoni di affitto ed alle conformazioni del layout, come ad esempio le posizioni angolari che offrono possibilità di più vetrine su più flussi di traffico della clientela.

Michele Tollardo Real Estate Development Manager TECNOMAT, il nuovo marchio della ex Bricoman, che gestisce spazi di vendita di materiale edile per professionisti ed aziende del settore, all’ingrosso e dettaglio. I centri in tutta Italia sono 31, con prospettiva di arrivare a 70, coprendo tutte le regioni italiane.
Questa tipologia di prodotti richiedono spazi mediamente di 30.000 mq di cui 10.000 coperti. Anche per questo si ripropone il tema della lentezza delle pubbliche amministrazioni, che intralciano gli iter di sviluppo dei nuovi magazzini, fino ad un caso limite di 8 anni.
Il settore si sta sempre più specializzando e la prospettiva è di aprire nuovi store con un format più contenuto rispetto agli attuali.

Matteo Ligas, Head Of Sales URBAN FITNESS, sottolinea la propensione sempre più diffusa dell’abitudine italiana alle attività di fitness. La tipologia dei layout è più piccola della media del settore, per avvicinarsi al cliente, posizionandolo anche lungo arterie viarie di scorrimento nelle periferie, nelle città con 30/40.000 abitanti piuttosto che nei grandi centri urbani, dislocate in tutta Italia, personalizzando i prezzi alla clientela secondo l’area geografica, adeguati anche alla diminuzione della capacità di spesa.
Il programma prevede 100 aperture entro il 2025, considerando che le normative alle quali è necessario essere conformi sono molto stringenti e quindi lunghe da espletare.

Bruno Berretta Real Estate Development Manager CAPRI. Anche questa azienda è impegnata nel settore dell’abbigiiamento, con due marchi dedicati a due profili di target di clientela: Alcott da 30 anni si rivolge alla clientela giovane. con circa 100 punti vendita e previsione di altri 50 nei prossimi tre anni. Gutteridge è il brand più di lusso con proposte più formali. Coerentemente con il tipo di acquirenti, le due insegne sono posizionate la prima con preferenza nei centri commerciali, la seconda nelle vie del turismo dei centri città e negli aeroporti.
Infine, l’azienda sviluppa con successo anche il format degli outlet, con grande varietà di presenze commerciali.

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EPO record brevetti italiani 2023: Per la prima volta gli inventori italiani depositano all’Ufficio Europeo dei brevetti (EPO) più di 5.000 domande di brevetto.

Nel 2023 le aziende e gli inventori italiani hanno depositato un totale di 5.053 domande di brevetto presso l’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO), registrando il numero più alto di sempre per il Paese.
Questo uno dei dati principali per l’Italia che emergono dall’EPO Patent Index 2023.
Si tratta di un aumento del +3,8% rispetto all’anno precedente, superiore alla crescita media europea del +1,4%. Un trend di crescita positivo, che trova conferma nel lungo periodo; infatti, le domande di brevetto dall’Italia sono cresciute del + 38% rispetto a 10 anni fa e del +15% rispetto a 5 anni fa.

Italia undicesima tra tutti i Paesi che presentano le domande all’EPO
Si trova al quinto posto tra i 27 Paesi dell’Unione Europea, dopo Germania (24.966), Francia (10.814), Paesi Bassi (7.033) e Svezia (5.139).
Complessivamente nel 2023, l’EPO ha ricevuto 199.275 domande di brevetto, registrando una crescita del +2,9% rispetto al 2022, stabilendo un nuovo record.

“L’ultimo indice dei brevetti pubblicato mostra che nel 2023 l’innovazione è in costante fermento nel mondo”,” ha dichiarato il presidente dell’EPO António Campinos.L’EPO è stato incaricato di esaminare un numero di domande mai visto prima, a riprova dell’attrattiva del mercato tecnologico europeo e dell’elevata qualità dei nostri prodotti e servizi. Le piccole e medie imprese europee fanno sempre più ricorso ai brevetti: lo scorso anno la quota di domande presentate dalle PMI ha raggiunto il livello più alto di sempre. Anche queste imprese possono ora beneficiare del nuovo Brevetto Unitario, che migliora significativamente l’ecosistema dell’innovazione in Europa, fornendo un’opzione più semplice ed economica agli innovatori per proteggere le loro invenzioni e portarle sul vasto mercato dell’UE.”

Donne inventrici: 23% delle domande di brevetto provenienti dall’Italia
Il Patent Index 2023 analizza anche il contributo all’innovazione delle donne. Tra tutte le domande di brevetto depositate presso l’EPO lo scorso anno e provenienti dall’Italia, il 23% vedeva almeno una donna nel ruolo di inventrice. Questo dato colloca l’Italia al di sotto della media dei 39 Stati membri dell’EPO (27%) e notevolmente indietro rispetto ai singoli maggiori Paesi europei depositari di brevetti (con oltre 2.000 domande di brevetto all’anno) tra i quali troviamo la Spagna (46%), la Francia (33%) e il Belgio (32%).

Le tendenze dell’innovazione in Italia: forte crescita delle tecnologie per l’energia
I tre settori tecnologici che nel 2023 hanno totalizzato la maggior parte di domande di brevetto dall’Italia sono l’Handling, che comprende anche le tecnologie di imballaggio, (+14,6% rispetto al 2022), il settore dei Trasporti (+13,5%) e le Tecnologie Mediche (+8,2%).
Tra i primi cinque settori italiani, quello che ha riscontrato la crescita più forte di domande di brevetto all’EPO nel 2023 è stato il settore dei Macchinari elettrici, apparati e energia (+15% rispetto al 2022) nel quale vengono depositate molte invenzioni relative alle tecnologie per l’energia pulita. Si tratta di un dato importante che riflette la crescente attenzione alla sostenibilità.

Italia quinta tra tutti i paesi richiedenti brevetti nel settore tecnologico
Altri macchinari speciali (un comparto che comprende ad esempio le macchine utensili per vari settori industriali e la stampa 3D), mentre nel campo dei Trasporti si classifica in 7° posizione e in 10° per le Tecnologie Mediche.

Coesia, Ferrari e Iveco Group sono le aziende italiane che hanno presentato più domande di brevetto nel 2023
Coesia, società specializzate in soluzioni industriali e di imballaggio altamente innovativo, con sede a Bologna, si classifica, per il secondo anno consecutivo, come prima società italiana per numero di domande di brevetto presentate all’EPO nel 2023.
Al secondo posto segue Ferrari (che invece nel 2022 si posizionava solo al 7° posto) mentre sale in terza posizione Iveco Group.
Nella Top 5 di questa classifica figurano anche Pirelli, (l’anno scorso era al 2°posto) e Chiesi Farmaceutici (che nel 2022 era al 3° posto).

Brevetto Unitario: Pirelli S.p.a. tra i principali richiedenti nel 2023
Dal 1° giugno 2023, gli inventori hanno la possibilità di usufruire del sistema del Brevetto Unitario, un nuovo modo di godere di una tutela brevettuale più semplice e meno costosa in 17 Stati membri dell’UE, in cui un brevetto europeo ha un effetto giuridico unitario e può essere fatto valere o contestato davanti al nuovo Tribunale unificato dei brevetti.
Il nuovo sistema si è già dimostrato popolare tra i titolari di brevetti: dal suo lancio, la protezione unitaria è stata richiesta per il 17,5% di tutti i brevetti europei concessi nel 2023 (oltre 18.300 richieste) e per il 22,3% di quelli concessi nella seconda metà del 2023 dopo l’introduzione del sistema.
I richiedenti europei (39 Stati membri dell’EPO) hanno registrato il tasso di utilizzo più alto del Brevetto Unitario, pari al 25,8%, seguiti dagli Stati Uniti e dalla Cina (entrambi al 10,9%), dalla Repubblica di Corea (9,7%) e dal Giappone (4,9%).
L’Italia ha registrato un’adesione al brevetto unitario del 29% nel 2023 (con 972 richieste presentate), superiore alla media UE del 26,2%.
Pirelli&Co S.p.a. si posiziona al 25° posto tra coloro che hanno registrato il maggior numero di Brevetto Unitario nel 2023, al pari delle francesi Saint-Gobain SA e Commissariat à l’Energie Atomique et aux Energies Alternatives (CEA).

I principali richiedenti di Brevetto Unitario nel 2023 sono: Johnson & Johnson (300), Siemens (272), Qualcomm (224), Samsung (2015) e Ericsson (181). Dei titolari che hanno trasformato i loro brevetti europei in brevetti unitari, circa due terzi sono europei.

Salgono a tre le regioni italiane tra le prime 20 dell’Unione Europea
Lombardia rimane prima in Italia per domande di brevetto. Tre le regioni italiane entrate nella classifica delle prime 20 regioni dell’UE per numero di domande di brevetto presentate all’EPO: Lombardia (11° posto), Emilia-Romagna (17°) e Veneto (20°), tra queste l’Emilia-Romagna, è la regione che ha registrato una delle crescite più forti (+21,6%), e il Veneto che è salita dal 22° al 20° posto nel 2023. (Grafico: Top EU regions at the EPO in 2023)
La Lombardia rimane la prima regione italiana per domande di brevetto, con quasi un terzo del totale. La regione, con 1.626 domande (+5,1% rispetto al 2022), si colloca anche al 26° posto tra tutte le regioni che presentano domande di brevetto presso l’EPO.
Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto rappresentano quasi due terzi di tutte le domande di brevetto presentate dall’Italia all’EPO. In generale, tra le diverse regioni italiane permane una forte disparità tra il Nord del Paese, che rappresenta oltre il 70% delle domande di brevetto depositate all’EPO, rispetto al Centro e al Sud, che depositano il 26%.

Tendenze globali: Più invenzioni nelle tecnologie della comunicazione digitale e nell’energia
Su un totale di 199.275 domande di brevetto ricevute dall’EPO nel 2023, il 43% proviene da uno dei 39 Paesi dell’EPO rispetto al restante 57% proveniente da altri Paesi non EPO. I sei principali Paesi di provenienza delle domande di brevetto europeo per il 2023 sono: gli Stati Uniti, la Germania, il Giappone, la Cina, la Repubblica di Corea e la Francia.
La crescita complessiva delle domande di brevetto presentate all’EPO nel 2023 è stata sostenuta soprattutto dai forti aumenti della Repubblica di Corea (+21%) e della Repubblica Popolare Cinese (+8,8%).
Le principali aree tecnologiche per le domande di brevetto sono state la Comunicazione digitale (che comprende le tecnologie delle reti mobili), le Tecnologie Mediche e l’IT. La crescita maggiore, tuttavia, si è registrata nel settore delle Macchine elettriche, apparati, energia (+12,2% rispetto al 2022), che comprende le invenzioni relative alle tecnologie per l’energia pulita, comprese le batterie (+28%).
I cinque principali richiedenti all’EPO nel 2023 sono stati Huawei, Samsung, LG, Qualcomm ed Ericsson, con l’azienda Huawei che ha depositato più domande di brevetto di tutti gli inventori italiani messi insieme.

Con 6.300 dipendenti, l‘Ufficio Europeo dei brevetti (EPO) è una delle più grandi istituzioni di servizio pubblico in Europa. Con la sede centrale situata a Monaco di Baviera e uffici a Berlino, Bruxelles, L’Aia e Vienna, l’EPO è stata fondata con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione sui brevetti in Europa. Grazie alla procedura centralizzata di concessione dei brevetti dell’EPO, gli inventori possono ottenere una protezione brevettuale di alta qualità in 45 Paesi, coprendo un mercato di circa 700 milioni di persone. L’EPO è anche la principale autorità mondiale in materia di informazioni e ricerca di brevetti.

epo.org

Coordinamento FREE Comunità Energetiche: Soddisfazione per il via libera di Bruxelles, ma ora attendiamo il Decreto del Governo in tempi rapidi.

«Siamo molto soddisfatti del via libera della Commissione Europea al Decreto italiano sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Ora che si sono superati questi ostacoli ci aspettiamo una rapida pubblicazione del decreto affinché le CER possano essere rapidamente operative e far imboccare al nostro Paese, anche grazie al grande interesse fino ad ora dimostrato da tutti, la direzione di una decarbonizzazione che possa generare benefici diffusi, soprattutto per cittadini e imprese. – dichiara il Presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli, commentando le notizie sulle CER provenienti dal MASE e dalla Commissione Europea – Notiamo con piacere che non ci sono differenze sostanziali rispetto alle bozze circolate in questi mesi, se non il limite che impone un tetto ai benefici per le imprese in caso di superamento di determinate soglie di condivisione dell’energia. In tal caso la destinazione dei benefici economici conseguenti potrà essere solo a favore di membri o soci delle CER, diversi dalle imprese, e/o per finalità sociali aventi ricadute sui territori ove sono ubicati gli impianti. Tutto il resto del provvedimento sembra rimanere invariato, ma è necessario emanare rapidamente, oltre al Decreto, anche il bando da 2,2 miliardi di euro a favore dei piccoli comuni previsto dal PNRR».

« Un suggerimento che ci sentiamo di offrire è quello di monitorare lo sviluppo delle CER nelle aree metropolitane. Infatti, per quel che riguarda il criterio geografico limitato all’appartenenza della stessa cabina primaria di consumatori facenti parte della CER e degli impianti di produzione, si segnala che, pur riconoscendone una logica di ottimizzazione del carico sulle reti, l’applicazione nelle grandi città potrebbe trovare qualche difficoltà per le poche superfici a disposizione per la realizzazione degli impianti di produzione. – prosegue Piattelli – In tal caso, in futuro potrebbe valere la pena, solo per le aree metropolitane e dopo un primo periodo di attuazione del decreto, ipotizzare di estendere il perimetro delle cabine primarie anche ad aree limitrofe alle città per inglobare, zone industriali e artigianali con maggiori superfici a disposizione. Le aree metropolitane hanno bisogno delle CER perché queste faciliterebbero certamente l’elettrificazione dei consumi domestici e della mobilità ma anche perché potrebbero svolgere un ruolo rilevante a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione, che spesso si trovano nelle periferie dei grandi centri abitati. Come sempre il Coordinamento FREE è a disposizione delle istituzioni per fornire il proprio contributo».

Il Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) è un’Associazione che raccoglie attualmente, in qualità di Soci, 24 Associazioni in toto o in parte attive in tali settori, oltre ad un ampio ventaglio di Enti e Associazioni che hanno chiesto di aderire come Aderenti (senza ruoli decisionali) ed è pertanto la più grande Associazione del settore presente in Italia.
Il Coordinamento FREE ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro di un modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazione dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando un’azione più coesa delle Associazioni e degli Enti che ne fanno parte anche nei confronti di tutte le Istituzioni.

www.free-energia.it