Marzo 2023

Plus Reti d’Impresa. Per le imprese in rete, crescita superiore rispetto alla media dello scorso quadriennio. Il 65% delle realtà analizzate registra anche un incremento dei ricavi.

A 14 anni dalla sua introduzione, il contratto di rete continua il suo percorso di crescita e diffusione
Nello scorso quadriennio, 2019-2022, le reti sono cresciute del 40,5%. Solo nell’ultimo anno i contratti di rete sono aumentati del 10% (+751 rispetto al 2021) e le imprese in rete del 6,7% (+2.846 rispetto al 2021), nonostante la turbolenza del quadro economico e internazionale.
Dai dati elaborati da InfoCamere sulla base del Registro delle Imprese delle Camere di commercio, al 1° marzo 2023 emerge che il numero totale di imprese coinvolte in progetti di collaborazione è di 45.288 per 8.382 contratti registrati.

Le evidenze dell’Osservatorio Nazionale sulle Reti d’Impresa 2022 – curato da InfoCamere, RetImpresa e dal Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia – confermano la crescita delle imprese in rete e delle reti sul piano dei risultati economico-finanziari e del potenziamento delle capacità organizzative e gestionali delle aziende coinvolte, facendo emergere caratteristiche, punti di forza e opportunità derivanti dall’evoluzione dell’esperienza collaborativa in Italia.

La forza delle Micro-reti
Anche per il 2022 si conferma il consolidamento delle micro-reti con 2-3 imprese, che rappresentano il 52% del totale, e il prevalere delle reti regionali (71,6%) e uniprovinciali (50,9%) con un leggero incremento delle reti interregionali (+4%).
Le microimprese in rete (fino a 9 addetti) occupano oltre 69mila lavoratori (5%), mentre le piccole imprese (10-49 addetti) concentrano quasi 189mila lavoratori (13,7%). Il maggior volume occupazionale è assorbito dalle medie e grandi imprese, che pur essendo un numero minore (quasi 3.240) danno lavoro a 1,1 milioni di lavoratori (81% del totale).
È il Nord ovest ad assorbire il maggior numero di addetti (quasi un terzo), in ragione della più elevata diffusione di medie e grandi imprese, seguito dal Centro, dove si concentrano quasi il 31% degli addetti. Un quinto dell’occupazione lavora nelle regioni del Nord est, mentre il restante 13% trova lavoro nel Mezzogiorno.

La geografia delle reti
A registrare la concentrazione più elevata di imprese retiste sono le regioni del Centro (35%). Nelle regioni del Sud operano quasi il 26% delle imprese retiste, mentre il 21% si colloca nelle regioni del Nord est. Il restante 18% si concentra nel Nord ovest.
I dati mostrano inoltre una spiccata vocazione per l’agroalimentare sia tra le realtà imprenditoriali in rete del Mezzogiorno (28,5%) che del Nord est (24,8%), mentre nelle regioni del Centro è il commercio a prevalere su tutti gli altri settori (19,8%). L’edilizia raggiunge un’incidenza piuttosto marcata tra le imprese del Nord (15,6%), mentre le aziende del Centro e del Mezzogiorno propendono maggiormente per i servizi turistici (12,8% e 10,2% rispettivamente).

I numeri dei bilanci
Analizzando i bilanci relativi al 2021 (gli ultimi disponibili) depositati dalle imprese in reti, l ’Osservatorio ha riscontrato una crescita dei risultati economico-finanziari delle imprese in rete superiori rispetto alla media del quadriennio precedente (2017-2020). Complessivamente, oltre il 65% delle imprese analizzate ha registrato un incremento dei ricavi, del valore aggiunto e del valore delle immobilizzazioni.
Distinguendo per macroaree, il Nord ovest registra la maggior percentuale di imprese che hanno realizzato un miglioramento di ricavi (69%) e valore aggiunto (72%), mentre Sud e Isole si nota la percentuale più alta di imprese che hanno migliorato la misura delle immobilizzazioni rispetto al passato (64%).
Analizzando gli indici di redditività (ROI, ROS, ROA, ROE) negli stessi anni Il 56% delle imprese retiste ha sperimentato un miglioramento dei quattro indicatori. La macroarea Sud e Isole è quella con le percentuali più alte di imprese che hanno registrato un miglioramento di tutti e quattro gli indicatori.

L’innovazione si fa strada in rete
Le reti rappresentano una forma di collaborazione efficace anche per l’innovazione. Rispetto alla performance legata alla capacità della rete di sviluppare nuovi prodotti e servizi, il focus di questa edizione dell’Osservatorio ha esplorato l’adozione di logiche di open innovation nelle reti.
Il primo risultato che emerge dall’analisi è che più aumenta il numero e l’importanza delle relazioni per l’open innovation che si instaurano tra la rete e i suoi partner esterni (fornitori, concorrenti, università, centri di ricerca pubblici e privati, ecc.) più cresce il numero di innovazioni introdotte dalla rete.

Le reti possono inoltre essere strumento di coordinamento e governance
Come noto, la storica frammentazione delle catene del valore nazionali costituisce un limite strutturale e strategico soprattutto quando aumentano turbolenza e incertezza dell’ambiente competitivo. Per questa ragione, l’Osservatorio 2022 ha approfondito il ruolo dei contratti di rete per il coordinamento delle filiere, evidenziando come le reti che nascono e danno forma alle relazioni tra imprese nell’ambito delle filiere produttive nazionali siano idonee a creare sviluppo e valore per PMI e territori, ad attivare dinamiche volte a rendere il network più solido e organizzato, a migliorare le performance singole e aggregate, consentendo di mettere a fattor comune investimenti e risorse complementari.
Questi aspetti peculiari del contratto di rete portano a considerare le reti come strumento idoneo ad affrontare il tema dell’evoluzione e della crescita delle filiere sotto molteplici profili (organizzativo e di governance, finanziario/fiscale, lavoristico, tecnologico, economico/valoriale, ecc.).

Reti e lavoro: cresce l’attenzione alla co-datorialità
Nella direzione di un’ottimizzazione delle risorse condivise nonché di un rafforzamento organizzativo va anche l’introduzione dell’istituto della co-datorialità, che l’Osservatorio analizza per sensibilizzare imprenditori e policy maker sulle potenzialità di questo nuovo strumento lavoristico, operativo da poco più di un anno. Infatti, la co-datorialità mette a disposizione delle imprese in rete la possibilità di assumere insieme personale qualificato, dotato delle competenze tecniche e manageriali necessarie ad affrontare le sfide della transizione verde e digitale e, quindi, a raggiungere obiettivi di maggiore competitività ed efficienza nella gestione dei network collaborativi, anche in periodi di incertezza e recessione. I primi dati disponibili sui rapporti di lavoro attivati in regime di co-datorialità evidenziano la presenza di 1.416 imprese in posizione di co-datori all’interno di 264 contratti di rete.

www.infocamere.it

www.confindustria.it

www.unive.it

Retail nella tenaglia dei costi crescenti dei prodotti e delle spese correnti, da una parte, e la riduzione dello scontrino nella capacità di spesa del cliente, dall’altra. Sempre più importanti la gestione dell’energia, dell’immobile, della sicurezza dei flussi.
A It’s All Retail i relatori delle tavole tematiche, moderate da Enrico Rainero, hanno approfondito numerosi temi determinanti.

REAL ESTATE

Armando Strano – Business Unit Director & Real Estate Development Director COOP ALLEANZA 3.0
La struttura è il risultato della fusione delle Coop Consumatori Nordest, Coop Adriatica e Coop Estense.
Il gruppo è presente anche in IGP, società che sviluppa a gestisce centri commerciali. Le proprietà immobiliari sono consistenti ed evolvono costantemente, anche con cessioni in locazione o sviluppo con contratti di franchising.
L’impegno gestionale è gravoso, avendo tutti i format, dal centro commerciale, gli iper, i supermercati e le superette, evoluzione accelerata negli ultimi anni.
La sfida è di ottimizzare il rapporto euro/mq, riducendo i metri quadri espositivi – e quindi i relativi costi gestionali – mantenendo e incrementando il fatturato delle vendite.
Si deve cioè identificare non solo il layout migliore per consumo di spazio, ma anche quei tenant che siano partner commerciali specializzati e quindi più appropriati per quel punto vendita in quel territorio.
La gestione del Real Estate deve dialogare con il marketing per raggiungere le performance commerciali attese, sapendo che il pay back time deve rientrare nei 10 anni che è il periodo mediamente programmato per il turnover di riqualificazione.
Rimane purtroppo sempre ed ovunque la problematica dei rapporti con le istituzioni, le pubbliche amministrazioni, coinvolte nei processi autorizzativi dei progetti e sempre in drammatico ritardo.
In alcuni comuni è stato istituito l'”urban manager” che rappresenta il riferimento univoco per queste attività, risolvendo la parcellizzazione infinita delle competenze, l’enorme perdita di tempo e conseguentemente di redditività dell’investimento.

Orfeo Borgato – Corporate Real Estate, Property management CARREFOUR ITALIA
Nell’evoluzione dei vari format, oggi, la richiesta è quella di essere sempre più vicini al consumatore: si sono già molto affermati quelli “di quartiere”, anche nei centri urbani storici.
Forse anche questo posizionamento ha fatto sì che in Italia l’e-commerce si è stabilizzato intorno al 10% del fatturato globale, ben distante dal 40% dell’UK.
E’ necessario, quindi, conciliare le esigenze dettate dai costi delle superfici espositive, sia quelli immobiliari (in acquisto o in locazione) sia di gestione.
Si sviluppano sempre più format “ibridi”, sfruttando al massimo i metri quadri per lo scopo espositivo e per l’attività commerciale. Si riduce inesorabilmente l’area “magazzino”, che non sarebbe più economicamente sostenibile nei centri urbani.
Ci si avvale opportunamente dei nuovi sevizi della logistica che si è nel frattempo riorganizzata con le disponibilità dei depositi situati in prossimità delle prime periferie urbani e della velocità delle consegne “ultimo miglio”,

– Alessandro Melzi – Franchising & Expansion Manager South Europe LEVI STRAUSS & CO. EUROPE
La sostenibilità come valore fondante della strategia di espansione: sostenibilità ambientale ed economica sono i due pilastri fondamentali per uno sviluppo equilibrato della rete dei negozi fisici.
Nell’abbigliamento gli utenti sono sempre più attenti alle caratteristiche “green” che devono essere evidenziate come valori anche nei punti vendita, che continuano ad essere il luogo di riferimento per consulenza e per maturare la fidelizzazione del cliente.
Lo stesso store fisico richiede particolare attenzione, dovendo acquisire immobili possibilmente certificati a basso consumo energetico, verificandone le caratteristiche delle vetrine e degli ingressi, i due punti maggiormente critici in termini di dispersioni termiche.
Sono infinite le variabili che influenzano il successo del punto vendita, dalla posizione nel contesto urbano alla tipologia dei negozi vicini, alle ore di insolazione delle vetrine, tutto coordinato con i sistemi di “geomarketing”.
Una innovazione importante nell’azienda è la costituzione di un team dedicato all’Intelligenza Artificiale, che gestisce tutti i big data e le informazioni per promuovere i consigli per gli acquisti, anche “bundle”, da parte dei clienti.

EFFICIENZA ENERGETICA

Emiliano Di Penta – Group Energy Manager MIROGLIO
Da tempo il Gruppo Miroglio si è impegnato sulle azioni di efficentamento sia dei siti industriali di produzione, sia della rete dei circa 600 punti vendita, che classicamente consumano il 40% per l’illuminazione ed il 50% per il condizionamento.
Negli ultimi 12 mesi, con la crisi energetica, gli effetti degli aumenti si sono così parzialmente mitigati, assorbiti nel saving del circa 20% che si era riusciti nel frattempo ad ottenere, lavorando sulle ottimizzazioni degli spazio ma anche molto con attività di sensibilizzazione.
Il gruppo si è impegnato anche in attività di supply chain finance a favore dei fornitori, creando una nuova opportunità di affiancamento per ottimizzare le performance nelle forniture, sensibilizzando e razionalizzando i flussi.
Infine, è stata accelerata la decisione di dotare lo stabilimento di un impianto fotovoltaico per produrre energia in autoconsumo, progetto che era stato avviato alcuni anni fa, ma che poi è rimasto fermo in attesa di delibera.
Le politiche di efficienza spesso partono “dal basso” con le proposte dei manager, se non addirittura dei dipendenti, con l'”energy team” spontaneo e vengono convogliate alla direzione che ne recepisce le opportunità propositive e migliorative.
Un’area di grande efficienza si è raggiunta con il progetto “water free”, un altro è l’ottimizzazione della Carbon Footprint, che convergono per migliorare il bilancio di sostenibilità.

— Marco Oliva – Energy Manager BENNET
Responsabile della più strategica area tecnologica dei punti vendita, gli impianti HVAC e di refrigerazione alimentare. Obiettivo sfidante: mantenere sotto controllo e competitivi i costi energetici e di manutenzione garantendo nel contempo il desiderato livello di prestazioni.
Per gestire la complessità impiantistica è necessario “progettare” la giusta strategia: eliminare le facili soluzioni “pronte all’uso”, ma costruire e mantenere un team di persone motivate e sempre aggiornate.
La qualità delle persone è fondamentale: i tecnici devono avere competenze meccaniche, elettriche, informatiche, per una manutenzione predittiva ed ordinaria. I manager devono avere una visione olistica e saper dialogare sia con il linguaggio dei tecnici, sia con la mentalità della proprietà, per essere l’anello di congiunzione laddove necessitano le decisioni per gli investimenti finalizzati.
La sfida è di mantenere costante la curva di regressione dei consumi, senza alterare le richieste termiche.
E’ necessario ricordare che ogni impianto inizia a deteriorarsi sempre inevitabilmente dal momento della sua prima accensione, in un permanente doppio stato di OFF e ON DEGRADATO.
Proprio a causa di questo secondo stato ON DEGRADATO, bisogna stare sempre allerta, alla ricerca continua del migliore bilanciamento consumo/ prestazione, un equilibrio in perenne cambiamento.
Per ottenere ciò sul campo, è stata organizzata una control room molto puntuale, perseguendo due finalità: la prima controllare e progettare le performance e la seconda modificare laddove è necessario.
Si dà la precedenza a ristrutturare gli impianti via via più energivori, sapendo che il ROI si attesta tra i 3 ed i 5 anni, spesso abbreviato da incentivi ed agevolazioni.
Il lavoro è sfidante ma genera saving che ricompensano ampiamente le difficoltà e gli investimenti affrontati.

— Francesco Barbera – Energy Manager TECNOMAT – BRICOCENTER – LEROY MERLIN
Tecnomat (ex Bricoman) ha raggiunto l’ambizioso obiettivo, nel 2019, della certificazione volontaria ISO 50001 per tutti i propri siti. Considerando che la certificazione è su base volontaria e che lo sforzo è stato duplice, non avendo nessuna altra certificazione precedente che potesse fare da piattaforma di partenza, i risultati ottenuti stanno restituendo un valore ben superiore agli impegni richiesti.
Infatti è un ottimo strumento di lavoro per il miglioramento continuo, garantito nella sua affidabilità da audit esterni. Non si rincorrono i problemi cercandone le soluzioni, ma si programma la “replicabilità” tramite la “centralizzazione” che agisce su “cluster” ben identificati.
Gli sforzi di saving si sono concentrati sulle caratteristiche dei punti vendita che sono la grande estensione lineare e le altezze che, se non presidiate con soluzioni appropriate, determinerebbero dispersioni cospicue dell’energia per la climatizzazione.
I consumi si ripartiscono fra il 30% per la climatizzazione, 30% per i mezzi di movimentazione interna (muletti elettrici) 30% per l’illuminazione. Il monitoraggio permanente riferisce ad una control room cui fa riferimento un contact center che, nella necessità, genera direttamente il ticketing al manutentore.
Da gennaio le competenze sono allargate anche per gli altri punti vendita del gruppo Adeo in Italia, con i brand Bricocenter e Leroy Merlin, più piccoli rispetto ai Tecnomat.
Tutte le azioni devono essere finalizzate per impostare il miglior rapporto prestazioni / benessere dei clienti e degli addetti nei punti vendita.

— Marco Calzavara – Head of Industrial Solutions Italia IBERDROLA
Il gruppo Iberdola ha il proprio quartier generale in Spagna ed opera in tutta Europa come produttore, trasmissione e fornitura di energia, oltre a gestire nuovi servizi come la mobilità elettrica.
Uno degli obbiettivi è raggiungere la decarbonizzazione accelerando la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno verde come nuovo vettore energetico.
La produzione di energia green è incentrata su grandi campi fotovoltaici e sulla generazione eolica. Questa energia, che viene immessa in rete e venduta agli utilizzatori finali, si aggiunge al servizio di efficienza energetica finalizzato all’autoconsumo dei clienti, prevalentemente industriali.
L’offerta è declinata su due soluzioni commerciali: la vendita diretta al cliente dell’impianto fotovoltaico oppure la vendita dei kWh di energia prodotti dall’impianto per un periodo di tempo predeterminato.

SECURITY e SORVEGLIANZA

— Fabio Guarino – Loss Prevention Manager SCARPE & SCARPE
L’insegna conta circa 135 punti vendita di 600-800 mq ciascuno. In questo periodo stiamo collaborando con l’ufficio marketing per sfruttare le telecamere dei negozi non solo ai fini di sicurezza ma anche per avere informazioni sui comportamenti dei clienti e dei potenziali malintenzionati, i cui movimenti seguono precisi modelli comportamentale già ben classificati.
La procedura seguita per accelerare l’introduzione della tecnologia è stata quella di installare le telecamere specializzate, più costose, laddove era necessario comunque aggiornate il sistema, inserendone una implementando le altre standard.
La formazione specifica dell’addetto al punto vendita concilia l’aiuto al cliente con consigli appropriati, ma anche scoraggia le azioni indesiderate del malintenzionato, costringendolo ad uscire dalla sua consuetudinaria zona di comfort.
La seconda area in cui la tecnologia ha permesso di raggiungere maggiore sicurezza e risparmio nei tempi operativi, e quindi vantaggi finanziari, è quella dei sistemi intelligenti di versamento.
Siccome i clienti per il 40% degli acquisti usano il contante, questi sistemi si traducono in maggiore garanzia di sicurezza dei valori e del personale, che fra l’altro non è più costretto alla trasferta per depositare all’agenzia di banca, costanza nella gestione del cash flow a vantaggio della tesoreria: quindi accredito immediato e abbassamento del rischio assicurativo.

– Nicola Morchio – Direttore Organizzazione SOGEGROSS
Il Gruppo comprende supermercati, discount, cash & carry con superfici massime di 1500 mq. Le performance dei punti vendita sono da sempre soggette alle stagionalità ed alla posizione geografica, quindi il controllo degli inventari è vitale per rendere efficiente la redditività.
Le tecnologie efficaci di monitoraggio della merce sono ormai diffuse, come gli RFID, ma è necessario stare bene attenti che il costo non esca dai margini di redditività del prodotto, spesso di basso costo e che quindi non giustifica il prezzo del rilevatore.
Il controllo degli inventari rotativi è sempre più affidato a piattaforme informatiche, con sempre minore presidio “umano”. Tuttavia, le risorse umane hanno una grande rilevanza nell’attenzione ai potenziali rischi delle perdite lungo la filiera della merce.
Quindi un investimento in formazione a tutto il personale è altrettanto importante quanto quello negli item tecnologici.

prossima edizione 19 marzo 2024

– BYinnovation è Media Partner di It’s All Retail

its-all-retail.com

Il sole per il Centro Cash di Sassari. SMARTEFFICIENCY per FOTOVOLTAICO. Il sole della Sardegna per il centro di distribuzione alimentare Ho.Re.Ca. dedicato ai clienti professionali di hotel e ristoranti

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Concreto riciclo plastica: un obiettivo comune per governi, imprese e consumatori. Cosa c’è da sapere sul recupero e il riciclo della plastica, aspetto fondamentale per proteggere l’ambiente e garantire un futuro sostenibile. In occasione della giornata mondiale del riciclo, programmata per il 18 marzo 2023, la visione di TÜV Italia che, grazie alle attività svolte dai laboratori pH, può offrire supporto alle aziende.

La plastica non biodegradabile accumulata negli oceani e sulla terra rappresenta una minaccia per la fauna selvatica e l’ecosistema.
Il riciclo della plastica permette di ridurre l’impatto ambientale, conservare le risorse naturali e produrre materiali nuovi a basso impatto ambientale. Tuttavia, per ottenere un impatto significativo, è necessario che vi sia una maggiore consapevolezza e un impegno da parte dei governi, delle industrie e dei consumatori per aumentare la quantità di plastica riciclata e ridurre la produzione di nuovi materiali a base di plastica non riciclabile.

Un primo passo è stato fatto grazie alla cosiddetta direttiva SUP, ovvero il Decreto Legislativo n. 196 dell’8 novembre 2021, pubblicato in GU del 30 novembre 2021, dove è stata recepita la Direttiva del 5 giugno 2019, n. 2019/904/UE “sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti in plastica sull’ambiente”.

“La finalità di questo decreto, molto importante a nostro avviso, è quella di prevenire e ridurre l’incidenza di prodotti monouso di plastica sull’ambiente, in particolare l’ambiente acquatico, e di conseguenza sulla salute umana”, dichiara Silvia Arrigoni, Sales Area Manager Food Contact dei laboratori pH – Gruppo TÜV Italia. “In aggiunta, si prefigge l’obiettivo di incentivare misure volte a promuovere l’utilizzo di plastica riciclata idonea al diretto contatto alimentare nelle bottiglie per bevande”.

Tra le misure introdotte, il decreto prevede specifici requisiti per le bottiglie per bevande e relativi tappi e coperchi, con una capacità fino a tre litri.
I tappi delle bottiglie sono, infatti, tra i rifiuti più comuni che si possono trovare a terra e tra i dieci prodotti inquinanti più spesso rinvenuti sulle spiagge europee perché possono staccarsi facilmente dai loro contenitori e andare perduti per semplice distrazione. In generale, secondo un dossier di Legambiente, la plastica è il materiale più rinvenuto, rappresentando l’81% dei rifiuti sulle spiagge italiane.

A decorrere dal 3 luglio 2024, i prodotti di plastica monouso, elencati all’interno del decreto, i cui tappi e coperchi sono di plastica, possono essere immessi sul mercato solo se questi restano attaccati ai contenitori per la durata dell’uso previsto del prodotto.
Molte aziende si sono già adeguate, senza aspettare il 2024, e hanno iniziato a produrre tappi – denominati tethered – che non si staccano da bottigliette o contenitori, assicurando così il suo corretto smaltimento.

In aggiunta, il Decreto Ministeriale n. 113 del 18 maggio 2010 imponeva l’utilizzo di almeno il 50% di materia vergine nella produzione. Con la Legge 13 ottobre 2020 n. 126, bottiglie e vaschette alimentari possono essere interamente costituite da PET riciclato al 100%.
La direttiva 2019/904 SUP (Single Use Plastic) ha posto dei target per limitare l’uso delle bottiglie in plastica monouso a favore dell’utilizzo di riciclato:
– 77% di raccolta separata delle bottiglie di plastica entro il 2025
– 90% di raccolta separata delle bottiglie di plastica entro il 2029
– integrare il 25% di plastica riciclata nelle bottiglie in PET a partire dal 2025
– integrare il 30% di plastica riciclata in tutte le bottiglie di plastica a partire dal 2030

L’uso di R-PET (Recycled PET) può essere una delle soluzioni da seguire dato che, essendo ottenuto da processi di recupero e riciclaggio del comune PET, permette di abbassare i valori dell’impronta di CO2 legata alla produzione. Secondo i dati del The New Plastics Economy Global Commitment 2019 Progress Report, riciclare 1kg di R-PET equivale infatti a ridurre le emissioni di CO2 di 3kg.

“Ovviamente vi sono alcuni aspetti critici nell’utilizzo di plastica riciclata”, aggiunge Arrigoni. “Dalla ricerca della Brunel University di Londra che afferma che le bevande imbottigliate utilizzando R-PET possono contenere, rispetto alle bottiglie di nuova produzione, concentrazioni più elevate di sostanze chimiche potenzialmente dannose come gli interferenti endocrini. Oppure l’ONG ambientalista Zero Waste Europe, che dichiara che non tutta la plastica riciclata torna sul mercato sotto forma di nuove bottiglie e, soprattutto, i produttori di bottiglie in PET non hanno sempre accesso a questo materiale a favore di un circuito chiuso di riciclo”.

TÜV Italia, grazie ai propri laboratori pH, ha la possibilità di supportare le aziende del settore effettuando numerose attività e offrendo vari servizi, tra cui test accreditati e specifici in conformità alle leggi nazionali e a standard europei e internazionali, attività di screening di sostanze chimiche non intenzionalmente aggiunte (NIAS) e di costituenti (IAS), oltre che con la valutazione della loro migrazione entro i limiti di legge negli imballaggi R-PET e pratiche di risk assessment sui materiali non normati in maniera specifica.
Affinché queste normative abbiano successo è necessario valutare attentamente la sicurezza del processo di riciclaggio, preferendo fasi superclean, un design attento delle bottiglie, e incentivare un sistema di riciclaggio e riutilizzo a circuito chiuso, oltre che a un controllo rigoroso del prodotto finito.
Fondato nel 1866 come associazione di controllo delle caldaie a vapore, il Gruppo TÜV SÜD è cresciuto diventando un’impresa globale. Opera con oltre 25.000 dipendenti dislocati in oltre 1.000 sedi in circa 50 paesi allo scopo di migliorare costantemente tecnologia, sistemi e competenze. TÜV SÜD contribuisce attivamente a rendere innovazioni tecniche come Industria 4.0, guida autonoma ed energie rinnovabili sicure e affidabili.

TÜV Italia fa parte del gruppo TÜV SÜD ed è presente in Italia dal 1987. TÜV Italia ha una struttura di oltre 700 dipendenti e 400 collaboratori, con diversi uffici operativi sul territorio nazionale, a cui si affiancano i laboratori TÜV Italia e Bytest a Volpiano (TO) e pH a Barberino Tavarnelle (FI), acquisite rispettivamente nel gennaio 2012 e nel gennaio 2013.
TÜV Italia organizza periodicamente webinar e seminari gratuiti, dove vengono affrontati I temi tecnici più attuali, altre ai numerosi corsi formativi professionali, dedicati ad approfondire e sviluppare competenze in tutti i settori in cui l’ente opera.

www.tuv-sud.com

www.tuvsud.com/it-it

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Buyer garante continuità produttiva dell’azienda. Esperienze e contenuti professionalmente appassionanti sono stati approfonditi durante il Procurement Forum di IKN, moderato da Enrico Rainero.

Il valore aggiunto del procurement per la propria azzienda non è più quello della caccia al prezzo più basso, ma quello di poter garantire continuità e qualità degli approvvigionamenti.
Flessibilità, collaborazione, uso appropriato delle tecnologie risultano gli strumenti vincenti per superare le crisi a ripetizione di questi anni.

In sintesi, ecco i relatori e gli argomenti trattati, “in ordine di apparizione”
— Giovanni Contino – Direttore e Docente Bologna Business School & CEO & Senior consultant Contino & Partners
Il contesto economico e l’impatto sul cambiamento del ruolo nella funzione acquisti. La funzione ha necessità cogente di acquisire peso nell’organigramma aziendale.
Secondo una recente survey di KPMG, i Responsabili del Procurement riferiscono, a seconda dei settori e delle aziende, per il 27% al CFO, per il 21% al COO, per il 16% al Direttore Supply Chain, per il 15% al CFO o Presidente, per il 8% a Direzione Acquisti, per il 5% al CCO Commercial, per il 6% a funzioni varie, per il 2% al CTO.

— Cesare Ferrari Ardicini – Chief Procurement Officer De Agostini Publishing
I prodotti sono i “collezionabili”, dispense o modelli a iniezione in plastica o in lega metallo, venduti in edicola ogni 15 gg e tramite abbonamento. Sono distribuiti in 20 paesi, incluso il Giappone. I nuovi mercati sono i paesi balcanici ed est europei.
La stampa dei fascicoli e la confezione avvengono in Europa, perchè le spese di trasporto del “vuoto” sarebbero non convenienti. La produzione avviene 80% Cina.
Si sta studiano un “reshoring” in est Europa, ma con problemi di capacità produttiva, non comparabile con i volumi realizzabili nel far east.
Un aggravio del 2022 sono stati anche i tassi di cambio impazziti, che si sono aggiunti ai costi delle materie prime carta ed energia.

— Fabrizio Guerra – Group Procurement Manager Gruppo Sapio
Sapio, produttore di gas tecnici, ha sofferto molto l’incremento dei costi energetici, che costituiscono 90% dei costi produttivi. Infatti i gas lavorati – come ossigeno e azoto, si trovano in natura, mentre la CO2 derivata dai residui di lavorazione di fertilizzanti (prevalentemente in Turchia), con andamenti stagionali in base alla richiesta agricola di tale produzione.
Nel comparto alimentare la carenza di CO2 si è in parte sopperita con l’utilizzo,dell’azoto. Oggi il focus fondamentale per l’azienda è lo shortage.
Nel comparto medicale è strategica anche l’offerta commerciale dei piccoli device, apparati la cui produzione in Italia è caratterizzata da eccellenze a livello mondiale.

— Bernardo Nicoletti – Operations Management Temple University
Come il procurement può contribuire alla sostenibilità degli acquisti, monitorando specificamente la filiera dei propri fornitori in funzione ESG.

— Giampiero Carozza – Group Procurement Director Amadori
Il paradosso che si sta verificando è che il rischio di fornitura per l’azienda alimentare risiede nel packaging, avendo necessità di grandi quantità di CO2 che permette di bloccare la proliferazione batterica nelle carni. In parte si è sostituita con l’azoto.
Le grandi quantità di cartoni per gli imballi sono fornite da un paio di produttori multinazionali che decidono i prezzi indicizzati, mentre la disponibilità è soggetta molto all’assorbimento che ne fanno i grandi player dell’e-commerce, utilizzatori prevalenti di tale tipologia di packaging.
Oggi si negozia poco il prezzo, ma la disponibilità delle forniture.

— Vincenzo Madonna – Supply Chain Manager Biolchim
Come adattarsi a un processo di negoziazione completamente stravolto? E’ necessaria la sinergia fra gruppi, anche perchè in questo settore spesso i clienti sono anche fornitori.
Il Vendor Rating è completamente cambiato. Rating di affidabilità continuativo, dinamico, con diversi indicatori. Dalle vecchie ISO e solidità CRIF finance oggi bisogna utilizzare un criterio affidabile ESG, che comprende tutto.
Si deve dare una valutazione al valore del fornitore, sempre più importante del costo della fornitura.

— Alessandra Tavella – Head of Account Management Amazon Business Italy
Navigare il procurement digitale secondo Amazon Business: flessibilità, velocità e trasparenza. Oltre alla infinità di prodotti in catalogo, una azienda cliente ottiene semplificazioni amministrative gestendo su unica piattaforma più fornitori, oltre a poter accreditare, personalizzandoli, i vari utilizzatori interni dell’azienda.
può avere il servizio Amazon per un ufficio acquisti anche di una grande azienda?” (=piattaforma di e-procurement integrabile con quelle del cliente e compliance con approvazione acquisti utilizzatori interni)

— Guido Bailo – Head of Operations Kyriba
Una piattaforma multitenant completa per la gestione della Supply Chain Finance e della liquidità. Digitalizzazione della filiera in SaaS e automazione dei servizi di approvvigionamento, incluso confirming e reverse factoring.

— Andrea Cozzi – Country Sales Manager Ivalua
— Gianfranco Netti – Digital Procurement Director PwC Italy
Oltre i processi: come declinare il TPRM (Third-Party Risk Management) nella tecnologia, con una piattaforma collaborativa. Ottimizzazione della gestione dei rischi in aree finanza, reputazione, geografico geopolitico ed ambientale-clinatico)delle terze parti.

— Antonio Altomonte – Head of Supplier Payments American Express Italia
— Federica Casini –
Credit Manager STEF Italia
La sostenibilità nella supply chain finance ai tempi della pandemia e della guerra: il caso American Express-Stef. L’azienda di logistica con headquarter francese, con sede anche in Italia, utilizza il sistema della carta di credito per agevolare i pagamenti da parte dei propri clienti.
Un vantaggio ulteriore è la tutela dell’esposizione al rischio e si gode della assicurazione del credito. Non è una cessione del credito ed inoltre, non si gravano le linee di credito bancarie e non si rientra in centrale rischi in quanto AmEx non è una banca.
Il rating è determinato dal merito di credito. Le operazioni possono essere effettuate in modalità spot, agevolando, ad esempio, i picchi di lavoro stagionali.

— Vito Diana – Head of Industrial & Specialized Services Procurement Snam
L’azienda è oggi più che mai strategica per l’economia del paese. Il settore fatturava 800 milioni 2 anni fa, oggi 4 miliardi. Il core business del procurement in Italia è focalizzato sull’acquisto di tecnologie per trasporto e stoccaggio di gas.
Un impegno attuale è la messa in opera dei degassificatori con navi M&A a Ravenna e Piombino, soggetti al Codice Appalti
Acquista servizi specializzati nel settore: macchine spinta gas nei pipeline e controllo qualità fornitori.

— Mario Termine – Responsabile Acquisti & Spend Analysis Autoguidovie
Azienda familiare fondata alla fine del 1800; nel 2022 ha vinto il Mobility Innovation Award. L’attività professionale nell’azienda è stata caratterizzata dall’esperienza maturata precedentemente in una multinazionale strutturata che aveva generato una delle piattaforme di e-procurement oggi più utilizzate.
Queste skill hanno strutturato il trasferimento delle attività su sistemi difitali strutturati, velocizzando, ad esempio, la partecipazione a molti bandi di gara per il pubblico trasporto che sarebbero stati impossibili, perchè necessitano di troppe personalizzazioni da poterle gestire con i “vecchi” sistemi.
Il metodo ha permesso di passare dalla gestione di 400 a 2.000 mezzi circolanti, con diverse caratteristiche di portata e vari sistemi di propulsione. I bandi per il PNRR, ad esmpio, richiedono bus elettrici.
La chiave del successo è stata di agire su 3 assi: scambio fra stakeholders, governance del processo, gestione dei risultati.

— Diego Pedroli – Procurement Director illycaffè
L’azienda è nata nel 1933 ed ha caratterizzato varie tappe anche tecnologiche nel commercio del caffè, far cui la prima applicazione del sottovuoto nelle confezioni. Illy è stata nominata nel 2013 Most Ethical Company. Oggi è Società Benefit.
La sostenibilità è duplice: caffè etico (controllo della filiera agronomica) e finanziaria (la materia prima si acquista con futures). Il percorso di valorizzazione della funzione acquisti stimolato e raggiunto poco a poco nei 20 anni di attività passati nell’azienda, hanno visto passare il giro di affari degli acquisti da 80 a 234 milioni.
Leadership del CPO. La difficoltà maggiore è stata quella di acquisire autorevolezza verso tutti i clienti interni, per instaurare un costruttivo rapporto di collaborazione. in precedenza tutte le funzioni aziendali facevano da sé.
Oggi l’hub degli acquisti utilizza lo stasso metodo per tutte le aree, diventando un catalizzatore di saving e affidabilità negli approvvigionamenti.

— Stefano Galli – Partner Sprint Reply
— Alessandra Cecilia – Head of Procurement Strategy Generali
— Giulia Marinoni – Senior BU Manager & Digital Procurement Reply Consulting
Inspiring leaders to master their digital journeys: Smart Procurement Platform. La piattaforma permette di avere sotto controllo 5 aree strategiche per il procurement:
Procurement KPIs dashboard – Vendor sustainability rating – Saving Finder – Self-service procurement tracker – Automated Price checking – Automated Smart vendor qualification.

— Paolo Brossa – Territory Sales Director F2A Outsourcing
Organizzazione Sostenibile e Solidale: la piattaforma permette di governare il rischio economico e di immagine, verificando il rispetto delle normative in vigore in Italia come la responsabilità solidale dei committenti, nell’utilizzo di società fornitrici che spesso intermediano l’azienda verso il cliente finale.
Il servizio personalizzato è abbinato alla tecnologia. La piattaforma gestisce anche la Responsabilità Solidale per i contributi INPS della filiera dei fornitori. F2A gestisce in Italia 220.000 cedole/mese.

— Andrea Gubbinelli – CFO Fabiana Filippi
Supply Chain Finance: l’implementazione del Progetto Confirming da parte di Fabiana Filippi Spa, azienda leader mondiale nella moda situata in Umbria. La Supply Chain Finance è stata progettata a supporto della filiera produttiva rispondente a tematiche Environmental Social Governance per la quale l’Azienda pone particolare attenzione.
E’ stato siglato un accordo quadro con un primario Istituto bancario nazionale di riferimento; hanno aderito 40 fornitori strategici per un ammontare complessivo pari a 12 Mln Euro annui (circa 1 Mln al mese con trend crescente).

— Francesco Figus – Category Land Business Developer IKEA Group
Gestisce la supply chain sud Europa, da Portogallo a Dubai. Molta produzione dell’arredo bvenduto da Ikea avviene in Italia. Quindi la movimentazione è export ed import. L’Italia, grazie ad IKEA, è il maggior esportatore di mobili in USA.
Il problema è trovare qualità del servizio sulle grandi rotte (puntualità) legata alla stagionalità (ad es le bibite estive monopolizzano i trasporti verso la Grecia in estate, stagione che servirebbe per approvvigionare i magazzini Ikea in vista del Natale.)
Fondamntale per le aziende che esportano in modo consistente è avere un ufficio doganale interno, che snellisce le pratiche, accellera i tempi di trasporto e libera i clienti destinatari dalle preoccupazioni di ritardi di consegna e perdite economiche legate all’allungamento del time-to-market.

— Andrea Morelli – Responsabile Reparto applicazione tributi Ufficio delle Dogane di Brescia – Sezione Tributie URP
Come fronteggiare i tempi di percorrenza e quindi l’allungamento dei leadtime di consegna?
Se il trasporto non è stato programmato nelle dovute modalità, lo stazionamento nelle dogane per gestire le complessità internazionali ed i nuovi regolamenti import-export, può essere un disastro per i costi di parcheggio dei containers e quelli del ritardo della messa in vendita nel canale commerciale.
La cultura aziendale deve maturare la consapevolezza di agire con una “Dogana amica”, una entità di consulenza che agevola le strade dell’export, così necessarie per le nostre imprese.

— Graziano Fumarola – COO & Procurement Ancorotti Cosmetics
L’azienda produce cosmetici per conto terzi, che sono i grandi marchi e le griffe di tutto il mondo. Il 65% dei cosmetici commercializzati in tuttto il mondo viene prodotto nel triangolo MI-Crema-Lodi. I contenitori per il packaging sono prodotti in far east. Ultimamente si è incrementato l’uso delle ferrovie, pur riscontrando problemi di transito per le note vicende attuali.
Le esigenze di una così massiccia esportazione richiedono un sistema di gestione doganele organizzzato e snello. La collaborazione con l’istituzione è d’obbligo. Grandi vantaggi risultano dall’essere Operatore Doganale Certificato AEO.

— Mariadonata Palmiotti – ESG Specialist Ecomate
La piattaforma permette – gratuitamente – di tracciare le performance ESG nella supply chain: sviluppare il monitoraggio della filiera nel Onboarding del fornitore.
EU Green Public Procurement: processi di procurement soggetti a criteri ESG monitorare la sostenibilità delle loro filiere.
Corporate Sustainability Reporting Directive: rendicontazione delle informazioni di sostenibilità sia nell’azienda che dei suoi fornitori.
Corporate Due Diligence Directive: garanzie contrattuali ai fornitori sulla sostenibilità e sviluppo eventuale di piano di azione e prevenzione.

I tavoli interattivi sono stati un momento di confronto diretto tra relatori e partecipanti.

Tavolo 1 – Supply chain sostenibile: qual è il costo reale della sostenibilità
— Bernardo Nicoletti – Operations Management Temple University
Il Procurement sostenibile è un processo che integra I fattori economici, ambientali, sociali e di governo nei processi di approvvigionamento e nel processo decisionale, garantendo le esigenze di tutti gli stakeholder nell’ecosistema.
L’obiettivo è ottenere il minore impatto ambientale possibile ed i risultati sociali ed economici più positivi.

Tavolo 2 – Appalti pubblici: quale sarà l’impatto del Nuovo Codice degli Appalti nel processo acquisti?
— Giuseppe Barone – Avvocato – Legale Appalti Centrale di Committenza Invitalia – Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.
L’esperto – lato stazione appaltante – elenca gli alert più importanti per partecipare con successo anche ai bandi PNRR che hanno nuovi principi guida – come le pari opportunità.
Queste linee guida saranno ispiratrici ed anticipatrici dei vincoli inseriti nei bandi in arrivo con il Nuovo Codice degli Appalti atteso entro il 2023. E’ necessario incrementare al massimo possibile l’utilizzo delle procedure telematiche per le forniture alle P.A., che agevolerebbe gli standard operativi, la garanzia di trasparenza ed il rispetto dei requisiti qualitativi.

Tavolo 3 – Automazione e Digitalizzazione: come scegliere la “giusta” tecnologia
— Arianna Valente – Regional Sales Manager OneSpan
L’azienda è stata leader nei sistemi di sicurezza e riconoscimento di identità con i “token”. Oggi sviluppa i sistemi di firma digitale. Tale procedura dovrebbe essere diffusa anche per evitare contestazioni conseguenti ad errori con evidenti costi di processo, costi di recupero, costi di errore.

– BYinnovation è Media Partner di Procurement Forum

website

Eco-compattatori PET. Sono già 19 gli eco-compattatori inaugurati nella rete di negozi di Etruria Retail, che hanno già raccolto oltre 550 mila bottiglie di plastica PET.

Circa 10 tonnellate di bottiglie Pet raccolte per riprodurre bottiglie, con più di 30.000 passaggi da parte dei clienti.
Sono questi i numeri del progetto “bottle to bottle” per la raccolta e il riciclo delle bottiglie ad uso alimentare in PET (polietilene tereftalato), realizzato da Etruria Retail in collaborazione con il consorzio Coripet.
L’azienda leader della grande distribuzione organizzata nell’Italia centrale, dove è presente con 321 punti vendita a marchio Carrefour e La Bottega Sapori e Valori, ha iniziato, nel maggio del 2022 l’installazione di eco-compattatori intelligenti Coripet ed oggi sono 19 i negozi che hanno deciso di offrire ai propri clienti questo servizio.

Numeri e geografia degli eco-compattatori
Il primo eco-compattatore della rete di Etruria Retail è stato installato a Grosseto, lo scorso maggio, mentre l’ultimo ad Abbadia San Salvatore, sul Monte Amiata, a fine gennaio.
Nel frattempo sono state inaugurate macchine in molte altre località: Monteroni d’Arbia, Orbetello, Montemurlo, Ponsacco, Pitigliano, Subbiano, Sansepolcro, Loro Ciuffenna, Forcoli, Calcinaia e Manciano.
A Grosseto e Siena sono stati installati tre eco compattatori in altrettanti negozi delle città capoluogo.
La diffusione sempre più capillare si riflette nei numeri del conferimento: il totale delle bottiglie consegnate è di 552.009, con un numero di passaggi pari a 30.556.
Calcolando che ogni bottiglia pesa, in media, 16 grammi, le tonnellate di plastica recuperata si aggirano poco al di sotto della 10 tonnellate.

L’impegno di Coripet
Coripet ha raggiunto nel 2022, con oltre il 51%, la maggioranza delle quote dell’immesso a consumo sul mercato delle bottiglie in PET da parte dei propri soci. In particolare, durante il secondo trimestre 2022 si è registrato un totale di immesso al consumo pari a 120.300 tonnellate, raggiungendo la quota di mercato del 51,4%.

Come funziona bottle to bottle
L’ eco-compattatore intelligente Coripet, macchina sposata da molti negozi di Etruria Retail, è un vantaggio per l’ambiente perché con il bottle to bottle, si dà vita più e più volte al Pet già prodotto riducendo così la produzione di nuova plastica. E’ un vantaggio anche per i clienti, visto che il conferimento delle bottiglie consentirà di accumulare punti e sconti.

Ogni bottiglia, deve aver contenuto liquidi alimentari, vale un punto e 200 punti raccolti danno il diritto a 2 euro di sconto su una spesa minima di 25 euro.
La raccolta punti avviene scaricando l’app gratuita di Coripet o ritirando la Card Coripet nel punto vendita.

Il percorso “bottle to bottle” si sviluppa così: le bottiglie conferite nell’ eco-compattatore in prossimità del negozio, vengono ritirate da Coripet e portate ad un riciclatore dove vengono lavate e sminuzzate in piccoli pezzi.
Il PET così riciclato verrà utilizzato per produrre nuove bottiglie. I tappi sono separati nel corso del lavaggio finale ed anche essi avviati a riciclo.

“Siamo orgogliosi e felici dei numeri – afferma Maurizio Nicolello, direttore commerciale di Etruria Retail – ottenuti in questi primi mesi dal progetto che stiamo portando avanti con Coripet. Etruria da sempre è attenta ai bisogni dei propri clienti e del territorio. Il nostro obiettivo è quello di proporre ai nostri clienti e non solo, la possibilità di riciclare in piena libertà ed autonomia i contenitori di pet che talvolta vengono dimenticati o riciclati in modo errato. Lo spirito con il quale abbiamo deciso di sostenere questo progetto è quello di migliorare l’ambiente con l’aiuto fattivo di tanti clienti. I nostri punti vendita sono inseriti in un territorio dove vivono e coesistono quotidianamente insieme ad una comunità e, nel nostro piccolo, vogliamo dare il nostro contributo. Per noi è un dovere, oltre che un valore profondo, offrire un contributo per l’ambiente, rispondendo così a un sentimento sempre più diffuso, anche nelle nuove generazioni”.

“Come si vede dai numeri la collaborazione con Etruria Retail sta dando ottimi risultati – afferma Monica Pasquarelli, responsabile ecocompattatori CORIPET – e i volumi di materiale recuperato e di conseguenza poi riutilizzato cominciano a farsi molto interessanti. Fa piacere riscontrare un interesse dei clienti, perché in questo modo ne trae vantaggio l’ambiente ma anche il carrello della spesa. Più bottiglie si conferiscono e più si risparmia sulla spesa. Insomma – prosegue Pasquarelli – un vantaggio per l’ambiente e la collettività ma anche per il singolo, che vede premiato il proprio gesto green”.

coripet.it

La Direttiva CSRD: il Rendiconto di Sostenibilità comporta nuove regole per le imprese. Come possono gli imprenditori orientarsi di fronte ai nuovi scenari?
Innanzitutto, devono tutelare la loro attività con strumenti efficaci e predittivi per intercettare preventivamente minacce e opportunità.
La piattaforma Bussola d’Impresa® si propone come la soluzione ideale per tutti gli imprenditori, rispondendo all’esigenza di adeguarsi alle nuove normative.

Dal 2024, il bilancio di sostenibilità sarà obbligatorio per tutte le aziende
Indipendentemente dall’essere quotate in borsa, se hanno più di 250 dipendenti, un bilancio annuo superiore ai 43 milioni di euro e un fatturato superiore ai 50 milioni.
Renato Zanichelli risponde a questi nuovi assetti facendo chiarezza proprio sulla Direttiva n. 2022/2464 riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive CSRD), modificativa della Direttiva 2013/34/UE, concernente l’obbligo di comunicazione di informazioni di carattere non finanziario per imprese di grandi dimensioni e pubblicata il 16 dicembre scorso in Gazzetta Ufficiale dell’UE.

Gli imprenditori che ne valutano l’efficacia possono adeguarsi adottando uno strumento digitale ideato dal Dott. Zanichelli: Bussola d’Impresa®, un sistema integrato composto da tre indispensabili strumenti che costituiscono l’equipaggiamento principale a bordo di ogni buon “navigante”: due soluzioni incloud (il radar e il gps) e un manuale di navigazione (Il Portolano).

Cosa prevede la CSRD e perché è così importante oggi?
Lo spiega il Dott. Zanichelli: “la CSRD introduce il nuovo concetto di “doppia rilevanza” (o “doppia materialità”) in virtù del quale le imprese dovranno fornire informazioni sia in merito all’impatto delle proprie attività sulle persone e sull’ambiente (approccio inside-out), sia riguardo al modo in cui le questioni di sostenibilità incidono su di esse, sui loro risultati e sulla loro situazione (approccio outside-in).
In merito alla tipologia di informazioni da fornire, la Direttiva è intervenuta con modifiche sostanziali, sostituendo anzitutto il termine “informazioni di carattere non finanziario” con l’espressione “informazioni sulla sostenibilità”, al fine accentuare il legame tra le politiche adottate in ambito ambientale, sociale e di governance e l’andamento economico-finanziario della società.”

Nel dettaglio, il nuovo rendiconto di sostenibilità
Sarà parte integrante della relazione sulla gestione nel fascicolo di bilancio della singola azienda, dovrà contenere la descrizione del modello e della strategia aziendale che indichi:
– la gestione dei rischi e delle opportunità connessi alle questioni di sostenibilità;
– i piani dell’impresa, incluse le azioni attuative e i relativi piani finanziari e di investimento volti a garantire la compatibilità del modello e della strategia con la transizione verso un’economia sostenibile;
– le modalità con cui il modello e la strategia tengono conto degli interessi degli stakeholders rilevanti;
– le modalità di attuazione della strategia, nell’ambito della sostenibilità;
– la descrizione degli obiettivi ESG individuati dall’impresa e dei progressi nel loro raggiungimento;
– la descrizione del ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo in relazione alle questioni ESG e informazioni sull’esistenza di sistemi di incentivi connessi alle questioni di sostenibilità;
– la descrizione delle politiche di sostenibilità dell’impresa;
– la descrizione delle procedure di due diligence di sostenibilità;
– la descrizione dei principali impatti negativi, legati alle attività dell’impresa e alla sua catena del valore e delle azioni intraprese per identificare e monitorare tali impatti, nonché per prevenire e mitigarne gli effetti;
– la descrizione dei principali rischi connessi alle questioni di sostenibilità e le modalità di gestione adottate;
– indicatori e KPI per tutte le precedenti informazioni.

Occorre segnalare che per le PMI saranno introdotti degli standard di rendicontazione specifici, in modo da tener conto delle loro esigenze e caratteristiche.

La CSRD, nell’evidenziare la necessità di adottare un quadro coordinato di riferimento per la rendicontazione, ha attribuito all’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) il mandato per la definizione dei nuovi principi di rendicontazione.
Quanto agli ESRS (European Sustainability Reporting Standards), essi dovranno indicare le linee guida per la predisposizione del cosiddetto Report di sostenibilità.
Ad oggi, l’EFRAG ha già trasmesso una prima serie di bozze di Standards alla Commissione Europea, la quale, al termine del processo di consultazione, procederà con la loro adozione in versione definitiva, come atti delegati, entro il 30 giugno 2023.

Da ultimo, tra le novità, si segnala che, al fine di poter assicurare la credibilità delle informazioni fornite, la CSRD ha previsto l’introduzione dell’obbligo di attestazione della rendicontazione di sostenibilità da parte del revisore legale o della società di revisione contabile, che dovrà fornire il proprio parere circa la conformità del Report di sostenibilità alle prescrizioni della Direttiva.

Il calendario di entrata in vigore dei nuovi obblighi
– per gli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2024: grandi imprese di interesse pubblico , con più di 500 dipendenti;
– per gli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2025: a tutte le altre grandi imprese (sono tali quelle che, alla data di chiusura dell’esercizio, superino 2 dei seguenti 3 criteri: € 20 milioni di totale dell’attivo, € 40 milioni di ricavi netti, 250 dipendenti medi annui);
– per gli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2026: alle PMI quotate (escluse le microimprese);
– per gli esercizi aventi inizio dal 1° gennaio 2028: alle società non UE che realizzano un fatturato annuo superiore a € 150 milioni nella UE e che hanno un’impresa figlia o una succursale nella UE, che si qualifica come grande impresa o PMI quotata e/o presenta un fatturato netto superiore a € 40 milioni nell’esercizio precedente.

Il rischio principale se l’imprenditore non si adegua è quello di andare fuori mercato
Le aziende non saranno più valutate, infatti, in base solo alla loro performance economico-finanziaria ma anche a quelle di sostenibilità. E fra i valutatori ci sono i clienti e lo stesso sistema creditizio, due stakholder fondamentali che stanno già privilegiando, nelle loro relazioni, le aziende più virtuose.
La radicazione dei fattori ESG Environmental, Social e Governance all’interno del pensiero economico-aziendale è una realtà concreta. I modelli di business influenzano e sono influenzati da scelte strategiche sempre più orientate alla sostenibilità, e dalle regole di accounting, chiamate a rendicontarne la realizzazione.

Renato Zanichelli è Dottore Commercialista e Trainer in Programmazione Neuro Linguistica. Ideatore della piattaforma digitale Bussola d’Impresa®, utilizzata dalla Scuola di Alta Formazione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, come “piattaforma-scuola” per la gestione degli Adeguati Assetti.
Laureatosi in Economia a 23 anni con 110/110 e lode presso l’Università Luigi Bocconi di Milano, dopo esperienze di studi negli USA e in Inghilterra, come componente della Commissione Informatica del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, in collaborazione con il Ministero delle Finanze, ha contribuito negli anni ’90 al varo del progetto “Entratel” (Fisco Telematico), oggi utilizzato da milioni di contribuenti. Abituato a schematizzare e semplificare i processi, è stato fra i primi in Italia, insieme al collega Andrea Canavesi, a introdurre un sistema di gestione della qualità, uniformato alle norme UNI EN ISO 9001, che permettesse di recepire le best practice operative dell’attività nell’ambito degli studi professionali e tradurle in processi codificati, controllati e misurabili.
Con 30 anni di vasta ed articolata esperienza nel campo del business counselling e del diritto societario e tributario, esercita la libera professione in stretto collegamento con professionisti e reti nazionali e internazionali (fra cui STEP – Advising families across generations), sempre attingendo alla fertilità innovativa del mondo accademico. Dai legami con l’università ne è derivata l’implementazione di un approccio metodologico innovativo alla strategia aziendale imperniato sul “Business Visual Design”. Elemento distintivo della sua carriera professionale: la conoscenza e la pratica della Programmazione Neuro Linguistica e del Business Mind Coaching. Professionista Digitale dell’Anno (Politecnico di Milano – 2018), appassionato di neuroeconomics e di nuove tecnologie, è consulente di aziende e di gruppi societari appartenenti ai più disparati settori dell’economia. Aiutando, da sempre, le persone e le organizzazioni a performare al loro meglio, il suo principale impegno è, oggi, quello di contribuire ad un nuovo Rinascimento italiano, attraverso il rilancio di quegli straordinari valori, qualità ed eccellenze insiti nel DNA degli imprenditori e dei professionisti del nostro Paese.

bussoladimpresa.com

BFWE 2023 BolognaFiere Water&Energy, a Roma il primo Forum Fuels Mobility. Il 10 e 11 maggio BFWE porterà nella capitale, presso l’ex Gazometro Eni, l’intero settore per un confronto sulle nuove tecnologie a disposizione e sulle possibili integrazioni di tutti i vettori energetici, alla luce dei nuovi obiettivi ambientali europei

“Trasporti e mobilità al centro della transizione energetica”
Il mondo della mobilità e dei trasporti si prepara a una due giorni intensa di convegni e tavole rotonde, in cui esponenti politici di rilievo, esperti, imprese e associazioni del settore, organizzazioni pubbliche e private, si confronteranno sulle sfide ed opportunità legate alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del settore.

Il 10 e 11 maggio 2023 si svolgerà infatti, presso il contesto architettonico del Gazometro Ostiense ENI a Roma (Via del Commercio, 9/11), il primo Forum Fuels Mobility, l’evento convegnistico biennale all’insegna dell’innovazione tecnologica che, a partire da quest’anno, si alternerà alla manifestazione fieristica prevista nel 2024 a Bologna.
Il Forum è promosso da BFWE – BolognaFiere Water&Energy, joint venture fondata da BolognaFiere, uno dei principali player italiani del mercato fieristico, e Mirumir, società che, da oltre venti anni, promuove e organizza iniziative espositive e convegnistiche sui temi dell’energia e dell’innovazione tecnologica.
L’evento è realizzato in collaborazione con Assogasliquidi-Federchimica, Assopetroli-Assoenergia e Unem.
Saranno due giorni dedicati alla trasformazione della mobilità e della rete di distribuzione carburanti, in cui l’intero settore si confronterà sulle nuove tecnologie a disposizione e sulle possibili integrazioni di tutti i vettori energetici. Verranno esaminate le normative di riferimento, il contesto geopolitico, le opportunità e le strategie di crescita economica, di tutela ambientale e sociale del settore.

“La mobilità e i trasporti sono fondamentali nel processo di transizione energetica. Il nuovo regolamento Ue vieterà dal 2035 la vendita di auto e furgoni con motori benzina e diesel, con l’obiettivo intermedio di ridurre del 55% le emissioni per le auto e del 50% per i furgoni entro il 2030 fino a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il settore deve gestire questa transizione al meglio, senza pregiudizi, e anzi trasformarla in nuove opportunità tecnologiche, economiche, sociali e lavorative”, commenta Paolo Angelini, Amministratore Delegato BFWE, sottolineando che “ricerca, innovazione, sostenibilità sono le parole chiave del Forum Fuels Mobility”.

Va in questa ottica la scelta della location dell’evento, l’ex Gazometro di Roma, dove Eni sta procedendo al progressivo recupero delle aree industriali e alle opere di bonifica per creare un vero e proprio “Distretto dell’Innovazione” con aree dedicate allo sviluppo e alla sperimentazione per l’innovazione nel campo delle nuove energie, anche con la partecipazione di altre imprese, start up, università e centri di ricerca.

Nella prima giornata sono previsti interventi istituzionali di primo piano sui nuovi scenari energetici e ambientali nell’attuale contesto geopolitico. Sono stati invitati il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. Seguiranno tavole rotonde, con aziende e associazioni del settore carburanti, elettrico e idrogeno, sulla sfida della decarbonizzazione dei trasporti e su come la logistica si adatta e risponde a tale sfida. Per l’apertura del secondo giorno è stato invitato il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Molti i temi trattati da associazioni e aziende durante le tavole rotonde a seguire: si parlerà di “Fuels rinnovabili”, trasporto pubblico e commerciale, tecnologie per la mobilità sostenibile, logistica, costi di approvvigionamento per le aziende e di rifornimento per i consumatori. La due giorni si chiuderà con una tavola rotonda sulla tema della ristrutturazione della rete carburanti, alla quale è stato invitato Massimo Bitonci, Sottosegretario del Ministero dell’Imprese del Made in Italy e coordinatore dell’apposito tavolo interministeriale.

BFWE e le manifestazioni in programma a ottobre
BFWE costituita nel 2021, intende sviluppare un progetto imprenditoriale che contribuisca alla conoscenza e alla condivisione delle tematiche connesse al valore economico e sociale dell’acqua, dell’energia e delle nuove applicazioni tecnologiche. BFWE gestirà, dal 11 al 13 ottobre 2023, sette manifestazioni dedicate alla transizione ecologica che si svolgeranno in contemporanea nel quartiere fieristico di Bologna.

ACCADUEO – manifestazione biennale internazionale dedicata alla filiera del settore idrico (www.accadueo.com);
CH4 – evento nazionale dedicato allo sviluppo della filiera di metano e biometano (www.ch4expo.it);
ConferenzaGNL – evento internazionale dedicato alla filiera del GNL (www.conferenzagnl.com);
Dronitaly – fiera italiana di riferimento per il settore dei droni per uso professionale (www.dronitaly.it);
Fuels Mobility – evento nazionale dedicato alla trasformazione della mobilità e all’evoluzione della rete di distribuzione (www.fuelsmobility.com);
HESE – Hydrogen Energy Summit&Expo – manifestazione nazionale dedicata allo sviluppo della filiera dell’idrogeno (www.hese.it);

Forum della Geotermia – alle manifestazioni già consolidate da quest’anno si aggiunge l’evento convegnistico dedicato alla geotermia, risorsa rinnovabile fondamentale per accelerare il processo di transizione energetica.

– BYinnovation è Media Partner di BFWE

www.bfwe.it

IT’S ALL RETAIL 2023. BRAINZ organizza la nuova edizione della mostra convegno IT’S ALL RETAIL con la partecipazione di 130 Relatori provenienti dal mondo Retail, GDO e Fashion.

Il mondo del Retail sta vivendo una profonda trasformazione e gli investimenti nella tecnologia e nell’innovazione influenzeranno sempre più questi cambiamenti che già oggi il settore sta cercando di affrontare.
IT’S ALL RETAIL rappresenta un’opportunità esclusiva per agevolare l’incontro e il confronto tra Retail, GDO e Fashion con esperti di Soluzioni, Sistemi e Tecnologie.

Che cosa serve a Retail, GDO e Fashion per realizzare l’innovazione?
– Quali sono gli effetti del cambiamento che sta rivoluzionando il mondo del Retail?

– Quali sono i nuovi modelli di business ?
– Quali sono i trend che stanno influenzando l’esperienza dello shopping?
– Quali asset tecnologici sono necessari per innovare?

I partecipanti di IT’S ALL RETAIL sono impegnati professionalmente nei settori GDO – RETAIL – FASHION & LUXURY – ECOMMERCE – CONSUMER GOODS nei ruoli:

TOP MANAGEMENT
Amministratore Delegato – Direttore Generale – Retail Director – Responsabile Strategie – Direttore Vendite – HR Director

MARKETING & CRM
CRM Director – Marketing Director – Loyalty Manager – Ecommerce Director – Chief Digital Officer – Chief Data Officer

IT & TECHNOLOGY
Chief Information Officer – Chief Technology Officer – IT Manager – Chief Security Information Officer

POS & PAYMENT
CFO, Finance Director, Direttore Amministrazione e Finanza, Pos & Payment Director, Treasury Director

LOGISTICA e MAGAZZINO
Supply Chain Director, Logistics Director – Responsabile Logistica – Responsabile Magazzino

UFFICIO TECNICO
Energy Manager – Facility Manager – Technical Director – Layout & Store Design – Visual Merchandising – Security Manager – Real Estate Director – Construction Manager

21 Marzo 2023 – Mi.Co. Milano Congressi

– BYinnovation è Media Partner di IT’S ALL RETAIL

www.its-all-retail.com