Emergenza ambientale rimane in realtà il centro dell’attuale crisi del pianeta e con essa è fondamentale il ruolo degli ecosistemi fondati su boschi e foreste, sia in quanto fonte di biodiversità che come “cura” per combattere non solo cambiamento climatico ma anche le epidemie.
«Che il diffondersi di nuovi virus sia legato al deterioramento degli ecosistemi naturali – spiega Diego Florian, direttore di FSC Italia, la Ong che opera per la gestione forestale responsabile – lo spiega anche un recente Report di WWF Italia, nostro socio. Le foreste infatti sono al servizio della vita sul nostro pianeta e proteggono anche la nostra salute. La loro distruzione o il loro degrado per motivi antropici favoriscono la diffusione di vere e proprie pandemie, come quella che stiamo vivendo. I cambiamenti nell’uso del suolo e la distruzione di habitat naturali come le foreste sono infatti responsabili dell’insorgenza di almeno la metà delle nuove patologie trasmesse dagli animali all’uomo. Lo ha spiegato bene David Quammen nel suo libro profetico Spillover, che ha predetto con 12 anni di anticipo quanto accade in questi mesi: “La` dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie”».
L’appuntamento con l’Earth Day diventa quindi l’occasione per agire da subito, sia come cittadini, che come operatori economici ed istituzioni per tutelare la biodiversità del pianeta, sviluppare filiere sostenibili e combattere la deforestazione. Prevenendo così sia nuove epidemie che il surriscaldamento globale.
«Foreste e biodiversità – sottolinea Florian – sono preziosi per il nostro futuro: ecco perché dobbiamo impegnarci a livello locale, nazionale e internazionale per proteggere e valorizzare questo immenso patrimonio gestendo le foreste in modo sostenibile; ripristinando aree degradate o soggette a deforestazione, salvaguardando i servizi essenziali che riceviamo da alberi e boschi. Serve un cambio di paradigma nel segno della resilienza: come FSC stiamo promuovendo la verifica dei servizi ecologici che i boschi offrono, e l’Italia è stata il primo Paese al mondo non solo a riconoscere questi valori, ma anche a quantificarli e a garantirne la qualità attraverso la buona gestione forestale».
L’approvvigionamento di commodities da filiere sostenibili potrebbe poi far risparmiare quasi mezzo miliardo di tonnellate di CO2 nel prossimo decennio. In questo senso, un segnale positivo arriva dal settore forestale: attualmente il 25-32% dei principali prodotti legnosi tropicali importati nell’UE è accompagnato da certificazione di filiera sostenibile (Ricerca Idh, 2020). «L’industria è chiamata a garantire filiere trasparenti e sicure – conclude Florian – i proprietari e gestori forestali, dal canto loro, devono essere incentivati nell’applicazione di modelli volti alla valorizzazione dei servizi naturali, e premiati per il loro contributo positivo al benessere e alla resilienza dei territori. Le istituzioni pubbliche dovranno infine implementare politiche coraggiose e strategie condivise, in grado di far fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici».
Il Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione non governativa e no-profit che include tra i suoi 900 membri internazionali gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno e la carta, gruppi della grande distribuzione organizzata, ricercatori e tecnici, che operano insieme allo scopo di promuovere in tutto il mondo una gestione responsabile delle foreste.
FSC Italia nasce nel 2001 come associazione no-profit, in armonia con gli obiettivi di FSC International. Il marchio ha assunto un ruolo di primo piano nel mercato dei prodotti forestali quali legno, carta e prodotti non legnosi (come ad esempio il sughero), collocando il nostro Paese al secondo posto nella classifica internazionale di certificazioni FSC della Catena di Custodia (Chain of Custody, CoC).
Il marchio FSC identifica infatti i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. La foresta di origine viene infatti controllata e valutata in maniera indipendente in conformità a questi standard (principi e criteri di buona gestione forestale), stabiliti ed approvati dal Forest Stewardship Council International tramite la partecipazione e il consenso di tutte le parti interessate.
Nel 2019 l’Italia è stato il primo Paese al mondo a verificare scientificamente e certificare gli impatti positivi della gestione responsabile sui servizi naturali forestali, e le ricadute ambientali, sociali ed economiche di tali impatti.