Greenwashing e finanza sostenibile: impegno per contrastarlo. Un nuovo paper del Forum per la Finanza Sostenibile fa luce su un fenomeno insidioso, che rappresenta un ostacolo allo sviluppo sostenibile del mercato. Trasparenza, dialogo, verifica dei dati ESG: sono questi i punti chiave da tenere in considerazione, e tutti gli attori coinvolti (istituzioni, aziende e investitori) devono fare la loro parte
Con la crescita dell’interesse nei confronti della sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG, dall’inglese Environmental, Social and Governance) è aumentato anche il rischio di greenwashing. Con questo termine si fa riferimento a un particolare comportamento che consiste nel presentare i prodotti, gli obiettivi e/o le politiche di un’azienda come rispettosi dell’ambiente (e, più in generale, dei temi ESG), a fronte di azioni in contraddizione con tale immagine.
Il fenomeno può però essere evitato e prevenuto, attraverso una serie di strumenti e comportamenti improntati alla trasparenza.
Sul greenwashing e sugli strumenti per contrastarlo e prevenirlo si concentra il nuovo paper realizzato dal Forum per la Finanza Sostenibile. Il paper è frutto di un gruppo di lavoro, avviato dall’Associazione all’inizio del 2022 con i propri Soci, che ha approfondito il tema del greenwashing e individuato risorse e strategie comuni per prevenire e contrastare il fenomeno.
“Uno degli elementi sostanziali per dispiegare gli effetti della finanza sostenibile è senza dubbio la trasparenza”, commenta Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile. “Per questo motivo abbiamo coinvolto diversi stakeholder, con l’obiettivo di mettere a disposizione gli strumenti idonei per prevenire e contrastare il greenwashing. Un altro aspetto centrale per il Forum è l’engagement: il dialogo trasparente tra investitori e aziende investite è la precondizione per combattere il greenwashing”.
I danni del greenwashing
Come rileva anche l’ESMA, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, il greenwashing danneggia gli investitori che vogliono allocare le proprie risorse in attività economiche sostenibili. In più, si configura come una vera e propria pratica di concorrenza sleale, penalizzando le aziende impegnate in un reale percorso di sostenibilità. Più in generale, a rimetterci è la credibilità del mercato. Sia le società che incorrono nel fenomeno di greenwashing sia gli operatori finanziari che le supportano si espongono a tre categorie di rischio: reputazionale, legale e finanziario.
Come combattere il greenwashing
L’Unione Europea è in prima fila nella lotta contro il greenwashing e sono numerosi gli interventi normativi che vanno nella direzione di incrementare il grado di trasparenza delle aziende, dall’introduzione della tassonomia delle attività economiche ecosostenibili, al regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (SFDR). Un’importante risorsa a disposizione di imprese, investitori e consumatori per prevenire e contrastare il greenwashing è rappresentata poi dalle certificazioni, come EU Ecolabel.
Le linee guida per ridurre il rischio di greenwashing
Il paper individua una serie di linee guida generali a cui attenersi per ridurre il più possibile il rischio di greenwashing. Per sviluppare politiche di sostenibilità efficaci e una comunicazione trasparente, occorre innanzitutto identificare gli obiettivi di sostenibilità e dettagliare il percorso con cui si intende raggiungerli, specificando le metodologie di misurazione dei Key Performance Indicator scelti per monitorarli. Un elemento cruciale è costituito dalla definizione delle modalità di reperimento dei dati ESG e dalla verifica delle informazioni raccolte e dei progressi realizzati. Importante è poi dialogare con gli stakeholder (incluse le aziende investite, tramite l’engagement) e pubblicare rendicontazioni dettagliate sui soggetti coinvolti, sulle modalità di svolgimento del processo di dialogo e sui risultati raggiunti.
Il ruolo degli investitori
Nell’azione di contrasto al greenwashing è essenziale l’impegno sia degli asset owner sia degli asset manager. I primi definiscono le politiche di investimento sostenibile e hanno il compito di guidare e monitorare l’operato dei gestori, che devono garantire la presenza di procedure e controlli sugli aspetti ESG. Gli asset manager sono anche tenuti a progettare, classificare e commercializzare i prodotti finanziari in modo da riflettere fedelmente gli investimenti sottostanti.
Il Forum per la Finanza Sostenibile
Il Forum per la Finanza Sostenibile è un’associazione non profit nata nel 2001. La base associativa è multi-stakeholder: ne fanno parte operatori finanziari e altre organizzazioni interessate all’impatto ambientale e sociale degli investimenti. La missione del Forum è promuovere la conoscenza e la pratica dell’investimento sostenibile, con l’obiettivo di diffondere l’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei prodotti e nei processi finanziari. Il Forum per la Finanza Sostenibile è membro di Eurosif, lo European Sustainable Investment Forum.