European Green Deal non sarà sostenibile finché non sarà anche equo. Il movimento per il commercio equo e solidale accoglie con favore l’iniziativa European Green Deal presentata il 12 dicembre dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ma chiede che i piccoli agricoltori e i lavoratori dei Paesi in via di sviluppo siano inclusi come partner alla pari in un’iniziativa equa e in una transizione inclusiva verso un consumo e una produzione più sostenibili.

“I motori della disuguaglianza e del cambiamento climatico sono intrinsecamente legati, come lo sono le soluzioni,” spiega Sergi Corbalán, Direttore Esecutivo di FTAO (Fair Trade Advocacy Office). “Come il movimento per il commercio equo e solidale ha già rilevato durante le trattative Onu a Madrid, il cambiamento climatico aggrava la povertà e la vulnerabilità dei piccoli agricoltori e dei lavoratori. Le filiere più eque, invece, possono contribuire a raggiungere la sostenibilità sociale, ambientale ed economica. FTAO ha accolto con favore il fatto che l’accordo verde si concentri sul settore tessile e sull’elettronica negli impegni futuri che l’Unione Europea si è assunta per promuovere un’economia circolare, ma ha affermato che deve tenere conto dell’impatto delle catene di approvvigionamento non solo sul pianeta ma anche sulle persone, come raccomandato in uno studio pubblicato dall’European Centre for Development Policy Management (ECDPM).”

“Ci congratuliamo anche per la strategia Farm to Fork (dalla fattoria alla forchetta) per migliorare la posizione degli agricoltori nelle catene del valore”, continua Corbalán. “È deplorevole, tuttavia, che la Commissione riconosca soltanto ad agricoltori e pescatori europei un ruolo chiave per gestire la transizione, ignorando il ruolo importante degli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo che coltivano e riforniscono i prodotti alimentari consumati in Europa. Pagare prezzi equi ai produttori, ovunque essi si trovino, è un prerequisito per un approvvigionamento alimentare sostenibile ed equo”.

“Festeggiamo il Green New Deal Europeo che prevede misure per attuare un inevitabile cambio di rotta delle politiche istituzionali in grado finalmente di affrontare la crisi climatica”, afferma Marco Fazio, presidente di Equogarantito. “È la stessa prospettiva lanciata con convinzione all’ultima assemblea dell’Organizzazione Mondiale Del Commercio Equo e Solidale (WFTO) dove si è sancito che la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico non sono un criterio aggiuntivo ma parte integrante della nostra pratica. Un’economia «pulita e circolare» esiste infatti da decenni: le filiere del Commercio Equo e Solidale, prevalentemente di agricoltura biologica e artigianali, preservano la biodiversità e utilizzano molte fibre naturali e materie prime di riuso e supportano i lavoratori che più direttamente stanno subendo l’impatto della crisi climatica. Per questo con le nostre organizzazioni, cooperative e Botteghe ci uniamo all’appello del movimento internazionale del Commercio Equo e Solidale perché si ricerchi sempre la sostenibilità sociale insieme a quella ambientale”.

Il movimento per il commercio equo e solidale vede nella proposta per il nuovo strumento di cooperazione internazionale Ndici (Neighbourhood, development and international cooperation instrument) un modo per sostenere gli investimenti privati nei paesi in via di sviluppo, un’opportunità per dare priorità ai modelli di impresa volti a conseguire obiettivi sociali e ambientali, come le imprese del commercio equo e solidale e le cooperative, piuttosto che le imprese che valorizzano la massimizzazione del profitto a scapito delle persone e del pianeta.

“I piccoli agricoltori e i lavoratori agricoli dei paesi più poveri sono i primi a subire le conseguenze del cambiamento climatico e del riscaldamento globale”, commenta Giuseppe Di Francesco, presidente di Fairtrade Italia. “Fairtrade da sempre supporta nel contrasto delle conseguenze del cambiamento climatico gli agricoltori e lavoratori coinvolti nel sistema di certificazione Fairtrade, più di un milione e 700 mila in totale, in Asia, Africa e America Latina, ma allo stesso tempo da sempre chiediamo anche alle istituzioni e alle imprese di fare la loro parte. Per questo la buona notizia degli impegni che l’Unione Europea si assumerà con lo European Green Deal va accompagnata con un rafforzamento del partenariato con tutti i soggetti coinvolti, perché la sfida della sostenibilità sociale e ambientale la si vince solo insieme”.

Tra le altre misure annunciate nell’European Green Deal, il movimento per il commercio equo e solidale accoglie con favore l’impegno a promuovere, attraverso misure normative e non regolamentari, i prodotti importati e le catene del valore che non comportano deforestazione e degrado delle foreste, sollecitando la Commissione a includere prezzi equi e redditi dignitosi per gli agricoltori come elementi chiave di queste misure.

“Infine, invitiamo la Commissione ad attuare una strategia coordinata in tutti i settori politici dell’Unione Europea per promuovere non solo gli appalti pubblici verdi, ma anche quelli sostenibili”, conclude Sergi Corbalán.

Fairtrade Italia è il consorzio che dal 1994 rappresenta e promuove il Marchio di Certificazione Fairtrade e i valori del Commercio Equo e Solidale certificato sul territorio italiano. I soci di Fairtrade Italia sono organizzazioni non governative, associazioni, cooperative, consorzi e società che sostengono il Commercio Equo e Solidale, la cooperazione internazionale, l’azione sociale, la finanza etica, il rispetto dell’ambiente e la tutela dei consumatori.

Equo Garantito è l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane. Rappresenta nel Paese, nella società civile, con i media e le istituzioni locali e nazionali le esperienze e la cultura dei suoi Soci: organizzazioni non profit e Botteghe del Mondo che promuovono i prodotti e i principi di un’economia di giustizia fondata sulla cooperazione e su relazioni paritarie tra i soggetti che partecipano alla realizzazione di un bene.
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