Rigenerazione. Transizione ecologica. Comunità. Educazione. Sono le quattro parole chiave evocate da Carlo Petrini, il presidente di Slow Food, e che rappresentano la missione a cui il mondo è chiamato fin da subito, la via da percorrere per giungere al traguardo, lo strumento individuato da Slow Food e l’arma con la quale combattere. Petrini rivendica il lavoro fatto in oltre trent’anni di attività associativa e rilancia, fissando gli obiettivi per il futuro.
“C’è un termine, un concetto, che è destinato a ritornare frequentemente nei prossimi tempi. È il verbo rigenerare” dice Carlo Petrini. Rigenerazione dei suoli e degli ecosistemi, certo, ma non solo: ad aver bisogno di essere rigenerato è l’approccio alla produzione, alla distribuzione e al consumo alimentare. E, in un certo senso, anche il modo in cui intendiamo la vita di ogni giorno: «Viviamo un periodo di passaggio verso un’altra epoca storica, cioè la transizione ecologica. Forse, in Italia, non abbiamo ancora le idee sufficientemente chiare su che cosa sia – ha aggiunto il presidente di Slow Food – Io penso che occorra avere chiarezza sul fatto che significhi cambiare un modello che, a partire dalla rivoluzione industriale, ci sta portando verso l’estinzione dell’homo sapiens sapiens”.
Il modello – che non è solo organizzazione sociale, ma anche produzione economica – proposto da Slow Food è quello delle comunità.
Negli ultimi quattro anni (cioè dal settimo Congresso internazionale di Slow Food, quello di Chengdu, in Cina, del 2017) sono nate Comunità Slow Food in tutto il mondo, di cui 251 soltanto in Italia.
Il nuovo obiettivo, ha spiegato Petrini, dev’essere quello di “aprirci ancora di più, coinvolgendo attivamente chi fa formazione. Non può esserci transizione ecologica senza cultura, per questa ragione dobbiamo far sedere allo stesso tavolo contadini e insegnanti, pastori e professori”.
A questo lavoro sarà chiamato anche il nuovo Comitato Esecutivo di Slow Food, l’organo politico dell’associazione braidese che viene rinnovato proprio nella due giorni del Congresso Nazionale del 2 luglio.
Un mondo nuovo, quello che ci aspetta
Secondo Slow Food deve fondarsi su due princìpi: la sostenibilità e la tutela della biodiversità.
“Non vanno intesi solamente come universo di valori – ha ricordato il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, il cui video di saluti istituzionali è stato proiettato al momento dell’apertura dei lavori – ma come azioni concrete e incisive da attuare lungo tutta la filiera. Occorre tenere a mente che i contadini possono svolgere un ruolo fondamentale nella salvaguardia della terra e nella gestione della biodiversità, essendo una componente chiave dell’economia rurale e nella produzione di un cibo che dev’essere espressione del territorio, delle pratiche tradizionali e dell’identità culturale, elementi da cui ripartire per pensare al futuro in chiave collettiva. Fondamentale è la salvaguardia della biodiversità come orientamento a una distribuzione delle risorse rispettosa delle capacità ambientali, in grado di rimettere al centro stretto rapporto tra l’uomo e l’ambiente”.
Il saluto e l’eredità del Comitato Esecutivo uscente
Atto conclusivo del mandato del Comitato Esecutivo eletto nel 2018 nel corso del IX Congresso nazionale di Slow Food Italia, svoltosi a Montecatini Terme. “È sempre stato con spirito di servizio che abbiamo affrontato il nostro mandato, con la consapevolezza di avere una grande responsabilità nel servire Slow Food, le sue idee e i suoi valori che sono anche i nostri valori, servire la sua rete associativa, ogni singolo socio” ha dichiarato Giorgia Canali, intervenendo a nome dell’interno Comitato Esecutivo. “Sappiamo di essere solo all’inizio di questo percorso di allargamento di quella famiglia che è la rete di Slow Food in Italia e che questo percorso sarà tanto più positivo quanto più energia sapremo investire nel coltivare le relazioni tra le diverse anime che compongono la nostra rete.
La sfida è anche quella della ri-generazione del movimento. Si tratta di prendere coscienza dell’incompiutezza di quel che sappiamo e il bisogno di non smettere mai di formarci e informarci. Formazione e rigenerazione sono concetti che possono alimentarsi l’un l’altro in modo virtuoso”.
E proprio l’impegno nella formazione è stato uno degli obiettivi prioritari nel programma di mandato degli ultimi anni: “Grazie a un bando del ministero del Lavoro abbiamo dato vita al progetto Slow Food in Azione – ha concluso Canali -, un intenso lavoro di ricerca sui territori che ha portato, tra le altre cose, a catalogare 185 nuovi prodotti italiani sull’Arca del Gusto di Slow Food”.
In totale, in Italia, i prodotti catalogati oggi sono 1077.
Un buon proposito per il futuro?
Lo suggerisce Carlo Petrini: “Dietro a ognuno di questi c’è una comunità che lavora, che si adopera per la difesa di un prodotto. Dobbiamo darci come obiettivo quello di rendere Presìdi Slow Food tutti i prodotti dell’Arca”.