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Blue Book servizio idrico integrato italiano (SII). Il volume è strutturato in tre sezioni, ognuna delle quali è dedicata a degli aspetti specifici.

La prima parte analizza l’assetto istituzionale, gestionale e organizzativo del settore idrico, sia a livello nazionale che europeo.
La seconda sezione approfondisce il profilo industriale del comparto, quindi l’organizzazione infrastrutturale, la situazione economico- patrimoniale e finanziaria dei gestori, l’entità degli investimenti pianificati e realizzati, gli aspetti regolatori e gli effetti sulla spesa per il servizio.
La terza sezione è dedicata agli scenari futuri che interesseranno il comparto idrico nel breve e nel medio termine, con focus sull’aspetto della sostenibilità dell’utilizzo della risorsa idrica e sullo sviluppo di strumenti regolatori per incentivare l’innovazione tecnologica nell’ottica di efficientare i servizi.

All’edizione 2022 del Blue Book contribuiscono Istat, con un’analisi sulla valutazione della tutela della risorsa idrica e della qualità percepita e Cassa Depositi e Prestiti, con un approfondimento sulla finanza sostenibile nel settore idrico.

I punti chiave che emergono dall’edizione 2022 del Blue Book
– Disponibilità e consumo della risorsa idrica: l’Italia si attesta come paese a stress idrico medio (indice WEI pari al 16% secondo Eurostat), in linea con la Francia e la Germania; tuttavia, a differenza di questi due paesi, l’Italia è la nazione europea che consuma più acqua con un consumo medio pro-capite di oltre 236 l/ab al giorno nel 2020 nei 109 comuni capoluogo di provincia e città metropolitana (Istat)
– La gestione ottimale della risorsa idrica costituisce un obiettivo imprescindibile anche alla luce degli impatti che il cambiamento climatico ha sull’ambiente.
– La gestione ottimale si realizza anche attraverso l’assetto di governance. Il processo di governance locale del servizio idrico integrato, sebbene sia giunto a completamento in gran parte del territorio nazionale, presenta ancora delle criticità, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, relativamente all’operatività degli Enti di Governo d’Ambito e al superamento della frammentazione gestionale.
Le gestioni in economia (dove il servizio è svolto direttamente dall’ente locale) interessano più di 8 milioni di cittadini (soprattutto al Sud) e in queste gestioni gli investimenti crollano a 8 euro per abitante.
– Gli investimenti crescono: per il 2020-2021 si stima un valore pro capite di 49 euro, un dato in costante crescita seppur ancora distante dalla media europea di 100 euro per abitante. Inoltre la stima per il Sud è pari a 35 euro per abitante, mentre proprio in quest’area le perdite idriche sono superiori (50% al Sud vs 40% media nazionale).
– La sezione curata da Cassa Depositi e Prestiti analizza uno degli elementi essenziali per realizzare gli investimenti, ovvero la disponibilità di risorse finanziarie adeguate. Il ruolo sempre più rilevante della finanza sostenibile può essere un’importante opportunità per il settore idrico, già di per sé caratterizzato da elementi e obiettivi di sostenibilità.
Un servizio idrico integrato ed efficiente contribuisce al risparmio di una risorsa preziosa come l’acqua; un sistema di fognatura e depurazione adeguato rappresenta un elemento imprescindibile di uguaglianza sociale.
– In un contesto nel quale i finanziamenti bancari di tipo tradizionale risultano in riduzione, le utilities hanno aumentato il ricorso alle emissioni obbligazionarie, raggiungendo un valore superiore a € 5 miliardi a fine 2020, pari a circa il 22% del circolante totale. Con riferimento al solo comparto idrico, tra il 2014 e il 2020, sono state emesse 3 tranche di hydrobond obbligazionari.
– Sul fronte della depurazione, le procedure Ue interessano ancora 939 agglomerati urbani per 29,7 milioni di abitanti. Il 73% delle procedure d’infrazione si concentra nel Mezzogiorno, dove in larga parte il servizio è gestito direttamente dai Comuni
– Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina alla Tutela del Territorio e della Risorsa Idrica 4,4 miliardi di euro di investimenti (3,5 miliardi e riguardano le aziende del servizio idrico) per garantire la sicurezza, l’approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo.
– Istat rileva che nel 2020 i gestori hanno complessivamente immesso nelle reti di distribuzione dei 109 comuni capoluogo di provincia e città metropolitana (dove risiede il 30% della popolazione) 2,4 miliardi di metri cubi di acqua (370 litri per abitante al giorno) ed erogato, per usi autorizzati agli utenti finali, 1,5 miliardi di metri cubi (236 litri per abitante al giorno, sia fatturati sia forniti a uso gratuito).
Nel 2018, in Italia, il 73,1% del volume di acqua immessa in rete è soggetto a misurazione; tale percentuale raggiunge il 76,5% nel caso di gestori industriali e scende al 50,0% per i gestori in economia (dati Istat).
– Secondo l’indagine annuale sulle famiglie Aspetti della vita quotidiana, condotta da Istat, le famiglie residenti in Italia che dichiarano di essere allacciate alla rete idrica comunale e che complessivamente si ritengono molto o abbastanza soddisfatte del servizio idrico sono l’86,0% nel 2021, con una lieve riduzione rispetto all’anno precedente (87,4%).
Il livello di soddisfazione varia sul territorio in maniera piuttosto marcata: molto o abbastanza soddisfatte circa il 92% delle famiglie residenti al Nord, l’84,1% nel Centro e l’82,4% nel Sud; mentre nelle Isole la percentuale scende a poco meno del 70%.

www.utilitatis.org

www.istat.it

www.cdp.it

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