Giugno 2023

Finanza Sostenibile avvia confronto con il Governo. Avviare un dialogo costruttivo tra investitori e Stato italiano, inteso come emittente di titoli di debito, e chiedere un riscontro sulle azioni intraprese (e i progressi compiuti) dalle istituzioni pubbliche a sostegno di una transizione ecologica giusta e inclusiva.

Si pone questi obiettivi l’iniziativa di engagement collettivo con lo Stato italiano coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile.
L’engagement può essere annoverato tra le strategie per prevenire il rischio di greenwashing e rappresenta un valido strumento a disposizione degli investitori per orientare positivamente i comportamenti dell’emittente su questioni di sostenibilità e aumentarne il grado di trasparenza.

L’avvio del confronto è stato annunciato da una lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e a diversi Ministeri e firmata da 40 investitori istituzionali tra asset manager, banche, imprese assicuratrici, casse di previdenza e fondi pensione, con il supporto di altre 37 organizzazioni che non investono in titoli di Stato. Capifila dell’iniziativa sono i fondi pensione negoziali Cometa e Pegaso, a cui aderiscono, rispettivamente, i lavoratori dipendenti dell’industria metalmeccanica e i dipendenti delle imprese di servizi di pubblica utilità.

L’operazione rientra nell’ambito di un gruppo di lavoro permanente sull’engagement, che il Forum per la Finanza Sostenibile ha avviato nel 2021 per i propri Soci, con l’obiettivo di valorizzare le esperienze della base associativa e facilitare l’avvio di iniziative comuni.

In questo caso, il dialogo si focalizza sulle politiche dello Stato italiano su alcuni temi ambientali (adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, prevenzione dell’inquinamento e tutela della biodiversità), sociali (giusta transizione, promozione e protezione dei diritti umani, riduzione delle disuguaglianze) e di governance (parità di genere, prevenzione e contrasto alla corruzione), che hanno una rilevanza anche sul piano economico-finanziario. I temi sono stati individuati dal gruppo di lavoro, con il contributo di numerosi Soci non investitori.

Investitori firmatari
Cometa (capofila), Fondo Pegaso (capofila), Arcano Partners, ARCO, Assimoco, Azimut Capital Management SGR S.p.A., Banca Consulia Spa, Banor SIM, BNP Paribas Asset Management, Camperio SIM, Candriam, Cassa Forense, Coopfond, DPAM, ENPACL, Fondaco SGR, Fondazione CON IL SUD, Fondazione di Venezia, Fondo Pensione Previambiente, Fondo Pensioni del Gruppo Banco Popolare, Fondo Perseo Sirio, Fondo Priamo, Fondo Scuola Espero, Solidarietà Veneto – Fondo Pensione, Groupama Asset Management, HDI Assicurazioni, IMPact SGR, Inarcassa, ITAS Mutua, Kairos Partners SGR, Mirova (Gruppo Natixis IM), M&G Investments, Nordea Asset Management, Payden Global SIM SpA, Raiffeisen Capital Management, Reale Mutua, SEFEA IMPACT, Sycomore Asset Management, UBS Asset Management SGR

Soci FFS partecipanti al gruppo di lavoro
Acri, ADVANT Nctm, AIAF, ANASF, Arpinge, Assofondipensione, Avanzi, CDP (ex Carbon Disclosure Project), CFA Society Italy, Comgest, DeA Capital Alternative Funds SGR S.p.A., DeA Capital Real Estate SGR S.p.A., DNV, Doorway, ECCO, EFPA Italia, EY, Fairtrade Italia, Finance & Sustainability S.R.L., First Social Life, Fondazione ANT, Fondazione Donor Italia, Fondazione Sodalitas, Forum Nazionale del Terzo Settore, Global Thinking Foundation, Impronta Etica, Legambiente, MOMentum Alternative Investments, MondoInstitutional, Morningstar Italy, NATIVA, Nummus.Info, Riello Investimenti Partners Sgr, SCS Consulting, UNICEF Italia, WWF Italia.

Si riportano qui di seguito i temi ritenuti prioritari dai Soci del Forum aderenti all’iniziativa.

AMBIENTE

Mitigazione del cambiamento climatico e politiche di adattamento

1.
Gli accordi internazionali impegnano l’Italia al contenimento dell’aumento delle temperature medie globali entro 1,5° a fine secolo rispetto al periodo preindustriale.
La mitigazione del cambiamento climatico è cruciale per lo Stato italiano anche perché l’area del Mediterraneo si sta riscaldando più velocemente rispetto ad altre zone e l’Italia è tra i paesi europei più esposti a eventi climatici avversi (per es. siccità, innalzamento del livello dei mari, inondazioni e alluvioni).
Attualmente a quale scenario di aumento delle temperature medie globali sono allineate le politiche pubbliche italiane?

2.
Qual è la capacità di energia rinnovabile prevista per i prossimi anni e come cambierà il mix energetico italiano?
Saranno introdotte semplificazioni burocratiche per la realizzazione degli impianti?

3.
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti è fondamentale garantire una corretta informazione sui temi ambientali, prevenendo i fenomeni di greenwashing, e incentivare cambiamenti nello stile di vita degli italiani.
Per esempio, la Francia ha approvato diverse misure nel quadro della Legge del 2021 “Climat et résistance” (1) e ha avviato un vasto programma di formazione dei dirigenti pubblici sul cambiamento climatico (2).
In Germania, invece, sono state varate leggi specifiche sul greenwashing e sulla due diligence nella catena del valore (3).
A partire dall’obiettivo europeo di una riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 (4), quali misure intende adottare l’Italia per favorire una corretta informazione sui temi ambientali e per rispettare gli impegni assunti in ottica di mitigazione dei cambiamenti climatici?
Per esempio, è in programma la misurazione e riduzione dell’impronta carbonica di tutti gli immobili e attività detenute o partecipate dallo Stato?

4.
A che punto è la costituzione di un database opensource che renda disponibili ai partecipanti al sistema bancario e finanziario dati granulari e affidabili (almeno per Km2) su tutti i rischi climatici e ambientali, al fine di adempiere agli obblighi imposti ai medesimi dalla legislazione europea?
Si prevedono politiche di supporto alle PMI italiane (soprattutto non quotate) nella raccolta e comunicazione di tali dati?

5.
Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) è al momento privo di coperture finanziarie: in futuro si prevede lo stanziamento di fondi adeguati?
Quali sono le tempistiche di attuazione delle misure indicate nel Piano, tenuto conto che gli eventi climatici avversi stanno già danneggiando gli ecosistemi, l’agricoltura e l’economia italiani?

6.
Per quanto riguarda nello specifico la gestione delle risorse idriche e l’efficientamento della rete idrica nazionale, anche tenuto conto dell’aumento in frequenza e intensità dei periodi di siccità, quali sono le azioni in programma, le coperture finanziarie per realizzarle e le tempistiche previste (5)?

Prevenzione dell’inquinamento e tutela della biodiversità

7.
Lo scorso 7 febbraio l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (European Chemicals Agency – ECHA) ha proposto di limitare l’uso dei PFAS, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e i conseguenti danni alla salute.
L’Italia non figura tra i paesi promotori dell’iniziativa, sebbene l’inquinamento da PFAS sia ampiamente documentato sul territorio italiano (6): il Governo intende supportare la proposta dell’ECHA?

8.
Cosa intende fare il governo a fronte della significativa riduzione della biodiversità nel paese (7) e come intende attuare gli obblighi assunti nella riunione della Convention on Biological Diversity (CBD) del dicembre 2022?
Quali sono gli impegni di bilancio e gli obiettivi prefissati al riguardo?

Finanza sostenibile

9.
Il Governo ha intenzione di emettere nuovi BTP green, anche incentrati sulla riduzione dell’inquinamento, sulla tutela della biodiversità e delle risorse idriche e marine, sull’economia circolare, oltre che sulla riduzione delle emissioni climalteranti?
Il Governo intende allineare i futuri BTP green al Green Bond Standard europeo o, in ogni caso, preciserà la percentuale di risorse allocate in progetti allineati alla Tassonomia europea delle attività economiche ecosostenibili?

SOCIALE

Giusta transizione

10.
La transizione ecologica avrà come conseguenza la perdita di alcuni posti di lavoro nei settori più inquinanti o maggiormente coinvolti dal cambiamento dei modelli produttivi. Al contempo, saranno creati nuovi posti di lavoro nelle attività economiche allineate agli obiettivi ambientali, con un saldo che – secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) – sarà complessivamente positivo (8).
Quali sono le strategie del Governo per guidare il paese nel processo di transizione, garantendo un’equa distribuzione di costi e benefici a livello sociale?
È previsto il finanziamento di politiche attive del lavoro per la riqualificazione delle lavoratrici e dei lavoratori più esposti ai rischi di transizione?

Diritti umani

11.
A fronte degli impegni assunti a livello internazionale nel 1993 (A/RES/48/134), l’Italia non si è ancora dotata di un’Autorità garante per la promozione e la protezione dei diritti umani.
Colmare tale lacuna è tanto più urgente considerato l’incremento delle sentenze di condanna dell’Italia da parte della corte CEDU e in particolare quelle relative alla tortura nelle strutture carcerarie e all’accoglienza dei migranti.
Quando intendete promuovere la costituzione di tale Autorità?
Valutereste con favore l’estensione dell’oggetto dell’intervento dell’Autorità anche alla promozione dello sviluppo sostenibile?

Calo demografico e disuguaglianze generazionali

12.
Come noto, in Italia il calo demografico è preoccupante e mette a rischio la tenuta sociale ed economica del paese.
Negli ultimi vent’anni a un aumento dell’indebitamento è corrisposta una crescita delle disuguaglianze generazionali: nel 2020, la ricchezza netta familiare mediana delle persone under 30 era il 37% di quella degli over 65; nel 1987 era il 61,8% (9).
Sarebbero necessarie ingenti risorse per contrastare la disoccupazione o sottoccupazione giovanile, per supportare la genitorialità e favorire l’integrazione delle persone straniere che potrebbero contribuire attivamente allo sviluppo socioeconomico del paese.
Quali sono le misure in programma per contrastare il calo demografico e per far fronte alle sue ripercussioni in termini economici e sociali?
Qual è la percentuale del PIL allocata per istruzione e ricerca (includendo anche i fondi stanziati per i nidi d’infanzia)?
È previsto un aumento di tale percentuale per allinearsi alla media OCSE (10)?

Ricerca scientifica

13.
La ricerca scientifica è un fattore chiave per l’innovazione e lo sviluppo economico.
Secondo i dati dell’European Reseach Center (ERC), l’Italia ha una bassa attrattività di talenti nella ricerca: ad alti tassi di emigrazione, infatti, si associano bassi tassi di immigrazione (11).
In che modo il Governo intende invertire tale tendenza?

Disuguaglianze socioeconomiche

14.
Le disuguaglianze socioeconomiche sono in aumento a livello globale e rappresentano una minaccia per lo sviluppo economico e la democrazia. In Italia, l’indice di Gini segna un livello di disuguaglianze superiore alla media OCSE (12).
In che modo il Governo intende ridurre tali divari?

Finanza sostenibile

15.
Il Governo ha intenzione di emettere BTP social (social bond)?

16.
Il Governo ha intenzione di favorire gli investimenti sostenibili della previdenza complementare italiana nel nostro Paese anche con l’introduzione di uno strumento di garanzia sui rendimenti?

GOVERNANCE

Parità di genere

17.
Nell’ottobre del 2022 l’occupazione in Italia ha raggiunto il 60,5% (il valore più alto dal 1977); tuttavia, i tassi di occupazione di uomini e donne continuano a restare distanti (rispettivamente, il 69,5% e il 51,4%), con un divario di genere del 18%. Ora, il nuovo Codice degli appalti non contiene alcun riferimento alla certificazione per la parità di genere così come prevista dall’art. 46 bis del Codice delle pari opportunità: in che modo il Governo intende colmare il divario di genere in termini occupazionali (13)?

18.
Nel quadro della strategia europea per la parità di genere 2020-2025 (14), in che modo e con quali risorse il Governo intende contrastare la violenza contro le donne, la violenza domestica e gli stereotipi di genere?

19.
Lo Stato italiano raccoglie e divulga dati sul gender pay gap tra i dipendenti pubblici?
Si prevede la definizione di una strategia con obiettivi misurabili per la sua riduzione?

20.
Tra i dipendenti pubblici, qual è la quota, rispettivamente, di impiegati e dirigenti donne rispetto al totale?

Politiche anticorruzione e antimafia

21.
Tra i fattori che frenano gli investimenti in Italia vi sono la corruzione e le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici.
In che modo il Governo intende far fronte a tali problemi, migliorando il livello di trasparenza percepita dai cittadini e dalle cittadine (15)?
Per esempio, si prevede l’introduzione di specifici provvedimenti per prevenire le infiltrazioni mafiose nel settore delle energie rinnovabili?

Governance delle aziende partecipate

22.
La governance delle aziende partecipate dallo Stato italiano valorizzerà gli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di governance?

(note)———-

(1)– La legge “Climat et résilience” del 22 agosto 2021 sulla lotta al cambiamento climatico e sul rafforzamento della resilienza contro i suoi effetti mira ad accelerare la transizione ecologica della società e dell’economia francesi. Secondo l’art. 1, lo Stato si impegna a rispettare l’obiettivo stabilito nell’aprile del 2021 dall’Unione europea, vale a dire ridurre di almeno il 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il testo è composto da 305 articoli e si incentra sulle seguenti tematiche: consumo; produzione e lavoro; mobilità; settore immobiliare e impermeabilizzazione del suolo; alimentazione.
Tra le misure previste, l’art. 7 ha introdotto il divieto di pubblicizzare le aziende che sfruttano le fonti fossili di energia. La legge proibisce alle aziende di promuovere: combustibili a base di petrolio; energia derivante dalla combustione del carbone; idrogeno ottenuto da fonti fossili senza cattura della CO2. Il gas è esonerato dal divieto fino al 30 giugno 2023. Il divieto si applica da lunedì 22 agosto 2022 in Francia: https://bit.ly/3ZKvYSS
Inoltre, dal 1° gennaio 2023 è vietato pubblicizzare la presunta “neutralità carbonica” dei prodotti senza fornire adeguate prove di tali dichiarazioni con un’analisi del ciclo di vita (art. 12 della legge Clima e resilienza: https://bit.ly/3GhQUJU
L’ art. 145 della legge “Climat et résilience” ha anche introdotto il divieto dei voli aerei interni nei casi in cui ci siano treni ad alta velocità che impiegano meno di due ore e mezza per percorrere la stessa tratta. Giovedì 1° dicembre 2022 la Commissione europea, che ha competenza nel settore della concorrenza e competitività negli Stati membri, ha approvato, con alcune modifiche, il divieto francese, precisando che tale misura non danneggia la concorrenza nel mercato del traffico aereo e che è legittimo sulla base dell’art. 20 del Regolamento europeo n. 1008/2008 sui servizi aerei: decisione n. 2022/2358, https://bit.ly/3GjVYh7
(2)– In Francia i Ministeri della Transizione ecologica e della funzione pubblica hanno introdotto un percorso di formazione obbligatoria sulla transizione ecologica. Entro il 2024 dovranno essere formati tutti i 28.000 dirigenti della pubblica amministrazione ed entro il 2027 tutti i dipendenti pubblici (oltre 5 milioni di persone).
(3)– In merito al greenwashing, in Germania il riferimento è la legge contro la concorrenza sleale del Codice Civile tedesco (Gesetz gegen den unlauteren Wettbewerb o UWG). Questa legge, aggiornata nel 2022, stabilisce che i consumatori che subiscono danni a causa di pratiche commerciali sleali possano richiedere il risarcimento dei danni subiti. Un’azienda agisce in modo sleale, per esempio, se pubblicizza in modo fuorviante la sostenibilità dei suoi prodotti o servizi, cioè fa greenwashing: https://bit.ly/3nORyIF
Un’altra importante misura riguarda il tema della due diligence. Il 1° gennaio 2023 è entrata in vigore la legge tedesca che introduce obblighi di diligenza nelle catene del valore per le imprese tedesche con almeno 3.000 dipendenti, il cd. “Lieferkettengesetz”. La legge stabilisce che le imprese con sede principale o secondaria in Germania e in cui lavorano almeno 3.000 dipendenti hanno l’obbligo di applicare, con riferimento alle proprie catene del valore, la dovuta diligenza al fine di prevenire o minimizzare i rischi di violazione dei diritti umani e garantire la tutela ambientale, nonché di eliminare le conseguenze di eventuali violazioni di tali obblighi: https://bit.ly/3ZF7xpL
(4)– Cfr. EU Effort sharing 2021-2030
(5)– Attualmente gli investimenti destinati alle infrastrutture idriche ammontano a circa €4 miliardi, di cui €2,9 miliardi nel quadro del PNRR.
(6)– Si veda, per esempio, il caso Miteni: https://bit.ly/3UdCXSU
(7)– Cfr. dati Ispra: https://bit.ly/3zz92eD
(8)– Secondo l’ultimo rapporto dell’ILO World Employment and Social Outlook 2018, la transizione verso un’economia verde causerà la perdita di circa 6 milioni di posti di lavoro, ma allo stesso tempo permetterà la creazione di oltre 24 milioni di nuovi green job entro il 2030: https://bit.ly/2wcRMe4
(9)– Fonte: Banca d’Italia 2022, Indagine sui bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2020 https://bit.ly/3zyIj1R
(10)– Nel 2019, i Paesi dell’OCSE hanno speso in media il 4,9% del PIL per finanziare l’istruzione dal livello primario a quello terziario. In Italia, la quota scendeva al 3,8% del PIL per salire leggermente al 3,9% nel 2020. Un altro dato rilevante riguarda il livello di istruzione: tra il 2000 e il 2021 il livello di istruzione italiano è aumentato a un ritmo più̀ lento rispetto alla media dei paesi OCSE. Nel 2021 la quota di persone tra i 25 e i 64 anni con un’istruzione terziaria ha raggiunto il 20% in Italia (meno della metà rispetto alla media dei paesi OCSE, in cui il dato si colloca al 41%). L’Italia resta uno dei 12 paesi OCSE in cui la laurea non è ancora il titolo di studio più diffuso in questa fascia di età: cfr. Education at a Glance 2022 https://bit.ly/3MqZs4W
(11)– Nel decennio 2012-2021 è espatriato dall’Italia oltre 1 milione di residenti, di cui circa un quarto in possesso della laurea. Sono circa 337mila i giovani espatriati di 25-34 anni; di questi, oltre 120 mila al momento della partenza erano in possesso della laurea. Al contrario, i rimpatri di giovani della stessa fascia d’età sono circa 94mila nell’intero periodo 2012-2021, di cui oltre 41mila in possesso della laurea: il saldo tra i rimpatri e gli espatri dei giovani laureati è costantemente negativo e restituisce una perdita complessiva per l’intero periodo di oltre 79mila giovani laureati. Nel 2021 si osserva per la prima volta una battuta d’arresto del flusso dei giovani laureati verso l’estero dovuto al calo generalizzato degli espatri a seguito della pandemia. Fonte: ISTAT 2023, Report migrazioni interne e internazionali della popolazione residente – anno 2021 https://bit.ly/40JQ3tS
Riguardo l’attrattività di talenti, dall’indicatore OCSE Talent Attractiveness emerge che Australia, Svezia, Svizzera, Nuova Zelanda e Canada sono i paesi che più attraggono lavoratori migranti altamente qualificati. L’Italia, invece, è quart’ultima per la povertà complessiva delle alte competenze e precede solo Grecia, Messico e Turchia. Anche nel caso dei potenziali imprenditori provenienti dall’estero, i paesi più attrattivi sono Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, Svezia e Norvegia. L’Italia è, invece, tra le ultime posizioni: https://bit.ly/2Z1pgIX
(12)– Secondo i dati più recenti disponibili, a livello europeo, il dato medio del coefficiente di Gini per il 2019 è 30,7. L’Italia superava tale quota con il coefficiente di Gini pari a 32,8, successivamente sceso leggermente a 32,5 nel 2021 ma risalito nuovamente a quota 32,9 nel 2022. L’Italia, inoltre, rientra tra i paesi europei con maggiori disuguaglianze: https://bit.ly/3m7Apcu
(13)– Fonte: Inapp, Gender Policies Report 2022 https://bit.ly/438xIIh
(14)– Cfr. EU Gender Equality Strategy
(15)– Il Corruption Perception Index 2022 assegna all’Italia un punteggio di 56/100 nella corruzione percepita, al di sotto della media europea (66/100). L’Italia si colloca al 41° posto sui 180 paesi monitorati: https://bit.ly/3md4qYv
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Il Forum per la Finanza Sostenibile (FFS), associazione non profit fondata nel 2001, è il punto di riferimento in Italia per gli investimenti sostenibili.
La base associativa è multi-stakeholder e comprende 148 Soci, inclusi i principali operatori finanziari attivi in Italia (società di gestione del risparmio, banche, imprese assicuratrici, fondi pensione e casse di previdenza), oltre a società di consulenza e rating provider, associazioni di categoria, fondazioni di origine bancaria, sindacati ed enti del terzo settore.
Dal 2015 il Forum ha assunto un ruolo chiave nel dibattito e nella formazione riguardanti l’engagement, inteso come dialogo costruttivo investitori-emittenti su temi di sostenibilità.
Nel 2021 il FFS ha avviato un gruppo di lavoro permanente rivolto ai propri Soci con l’obiettivo di favorire iniziative comuni di engagement.
I Soci del FFS hanno partecipato alle edizioni 2021 e 2022 della Sustainability Week promossa da Borsa Italiana, sottoponendo alle aziende alcuni temi ritenuti prioritari in ambito ambientale, sociale e di governance.

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Energia volano le rinnovabili. 41 miliardi di investimenti pronti al decollo. Lo studio di Althesys sull’industria delle rinnovabili evidenzia che è stato l’anno dell’agrivoltaico, dell’impennata dei costi e dei problemi di autorizzazione: bloccati dalla burocrazia tre progetti su quattro nonostante le semplificazioni.

Il settore delle energie rinnovabili vive un momento straordinario facendo segnare un cambio di passo soprattutto in Italia, sulla scia del PNRR e dei nuovi obiettivi al 2030. Nonostante il quadro macroeconomico ed energetico complicato, gli investimenti previsti si collocano sui 41 miliardi, con un’impennata della potenza che ha toccato la quota record di 38,9 GW, quasi triplicata rispetto ai 15 GW del 2021. Le operazioni sono 958, più del doppio di quelle rilevate nell’anno precedente. È questa la situazione delineata dall’Irex Annual Report 2023, lo studio di Althesys che dal 2008 monitora il settore delle rinnovabili, analizza le strategie e delinea le tendenze future e che non manca di evidenziare, tuttavia, le perduranti difficoltà autorizzative degli impianti, nonostante i decreti di semplificazione: tre pratiche su quattro sono ancora in standby, su 894 totali, ben 673 risultano ancora in corso.

Il report è stato presentato dall’economista Alessandro Marangoni nel corso dell’evento “Voltare pagina, le rinnovabili oltre la crisi” che si è tenuto all’Auditorium del GSE e ha visto la partecipazione – tra gli altri – di Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, di Alessandro Boschi, Head of Renewable Energy Division della BEI e di Francesco La Camera, Direttore generale dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA).

“L’Irex Annual Report 2023 – sottolinea Marangoni, che ha guidato il team di ricerca – segna un giro di boa degli investimenti nelle rinnovabili nel 2022 in Italia, con un incremento straordinario trainato dalla crescita interna. In tutta Europa aumentano sensibilmente gli LCOE che rendono poco attraenti le aste e inducono spesso a preferire il mercato. In questo quadro, diversi scenari di adeguatezza del sistema elettrico italiano si inseriscono nel disegno di una roadmap per la transizione”.

Le tendenze strategiche
Il rapporto evidenzia anzitutto il ritorno della crescita sul mercato domestico: le operazioni si concentrano quasi interamente in Italia, sono il 95% del totale, per 34,8 GW e 34,8 miliardi di euro con appena 17 iniziative all’estero. Tra le possibili cause la complessità del quadro internazionale e le strategie di rifocalizzazione sul mercato nazionale, legate sia ai target 2030 che all’attuazione del PNRR. Nel 2022 la protagonista assoluta tra le tecnologie è stata l’agrivoltaico che con 390 iniziative, 15,8 GW e 12 miliardi arriva a una quota del 41%.
Il solare che preserva l’uso agricolo dei terreni toglie il primato al fotovoltaico, che si ferma al 35% con 11,6 GW per 8,3 miliardi.
L’eolico onshore vale 184 iniziative, 10,6 GW e 14,2 miliardi di euro. Emergono inoltre anche eolico offshore, 63 progetti rilevati nel 2022 e oltre 50 GW di progetti totali (ma solo uno entrato in funzione), ma soprattutto sistemi di accumulo. Questi ultimi sono la vera new entry del 2022 la cui capacità censita è stata di circa 898 MW, +91% rispetto al 2021.
Complessivamente in Italia si contano circa 227 impianti di storage per 1,5 GW e 2,7 GWh, quasi tutti di taglia residenziale. La componente storica dello stoccaggio italiano è composta dai 22 impianti di pompaggio con una potenza massima di circa 7,6 GW in produzione (6,5 GW in pompaggio) e una capacità di 53 GWh, di cui l’84% dai sei impianti maggiori (quattro al Nord e due al Sud).

Tra le tendenze future c’è sicuramente anche quella che fa capo al settore dell’idrogeno verde che ha continuato a porre le basi tecnologiche ed economiche per uno sviluppo della catena del valore. Il panorama italiano al 2022 della filiera dell’idrogeno conta nel complesso 115 iniziative, che coinvolgono oltre 150 player diversi per origine e dimensione. Progetti, studi, accordi di collaborazione, prototipi e test sono indirizzati per il 47% agli usi finali, il 32% alla produzione. Il resto si divide tra iniziative integrate sulla filiera e Hydrogen Valley (9%), elettrolizzatori/altre tecnologie produttive (7%) e trasporto/stoccaggio (5%).

Rinnovabili e investitori
Nel 2022 il valore medio del LCOE (ovvero il costo medio per unità di elettricità generata) per l’eolico onshore in Europa si attesta a 67,8 €/MWh, in salita del 40% rispetto al 2021, soprattutto per la crescita del costo del denaro e della tecnologia, saliti in media del 28% rispetto al 2021 e del 60% in confronto al periodo 2019-2020. Tutti i Paesi segnano netti rialzi, con in testa la Svezia (+50%) e in coda l’Italia (+30%). In termini assoluti spicca però l’Italia con 82 €/MWh, mentre il costo più basso è in Svezia (59,1 €/MWh). Il LCOE medio dell’eolico offshore (taglia 400 MW) è di 78,6 €/MWh e in crescita del 23% rispetto al 2021. La causa di gran parte dell’aumento è il costo del capitale, il cui peso è raddoppiato nel 2022. I costi più elevati si hanno nel Mediterraneo, mentre quelli più contenuti nel Mare del Nord.
Nel fotovoltaico la voce più rilevante del LCOE è la tecnologia (42%), seguita dal costo del capitale (38%) e dall’O&M (20%). Gli impianti commerciali (100 kW) registrano un LCOE di 97,3 €/MWh medio, in crescita del 34% rispetto al 2021: si va dai 75,1 €/MWh della Spagna ai 116,6 €/MWh del Nord Italia. I ricavi hanno un LEOE (ricavo medio per unità di elettricità generata) di 86,2 €/MWh, vicini ai livelli del 2021 (+1,4%). Gli utility scale (1 MW) segnano un LCOE di 73,6 €/MWh (+29% sul 2021), con la Spagna che esprime sempre il dato più basso (57,9 €/MWh), mentre la Polonia quello più elevato (81,5 €/MWh).
Per i ricavi gli utility scale vedono un LEOE in crescita nelle aste rispetto al 2021 (+5,5%) ma non sufficiente a garantire una redditività positiva. Tenendo conto degli andamenti dei costi di materie prime e materiali nel primo trimestre e degli ultimi aumenti del costo del denaro decisi dalla BCE, è atteso per il 2023 un modesto incremento (0-5%) dei costi dell’eolico onshore, mentre gli LCOE dell’offshore dovrebbero rimanere pressoché stabili, grazie ai margini di efficientamento ancora possibili. In calo, invece, i costi di tutte le configurazioni del fotovoltaico, dove la discesa dei prezzi dei moduli dovrebbe compensare la salita del WACC (costo medio ponderato del capitale).

I numeri delle autorizzazioni
Sembra non essere migliorata, invece, la questione autorizzativa, nonostante le ultime misure di semplificazione. Resta sostanzialmente uguale il divario tra impianti autorizzati e da autorizzare: a fronte di 894 nuovi impianti/progetti censiti nel 2022, ben 673 (75%) sono ancora in corso di autorizzazione.
La situazione è ancora peggiore se si considerano le dimensioni delle iniziative, con solo il 12% approvato (in peggioramento rispetto al 18% del 2021).
Nel fotovoltaico, a fronte di 142 impianti autorizzati, quasi il quadruplo è in attesa, ben 527 progetti. Le installazioni fotovoltaiche utility scale in via di autorizzazione in Italia valgono oltre 20,5 GW.
Nell’eolico onshore gli impianti autorizzati sono 28 contro 137 ancora in stand-by burocratico. A livello di MW, su circa 9,5 GW mappati, 7,7 (81%) risultano in attesa di autorizzazione. In sostanza, la forte crescita delle domande ha controbilanciato le norme e gli sforzi di accelerare il permitting.

La roadmap verso la transizione e la riforma del mercato elettrico
In questo quadro, i progressi da compiere per la decarbonizzazione entro il 2030 sono significativi e richiederanno una roadmap stringente che preveda obiettivi su efficienza, rinnovabili e flessibilità. Il sistema elettrico italiano sarà adeguato al 2030 nonostante le dismissioni di parte degli impianti termoelettrici, ma oltre allo sviluppo di rinnovabili, reti e accumuli, serve anche il capacity market, la stabilità delle importazioni e un miglioramento della disponibilità degli impianti termoelettrici. Rinnovabili e accumuli sono oggi ancora a metà del guado, mentre il phase-out del carbone al 2025 (rallentato a causa della crisi del gas) sarebbe economicamente, oltre che ambientalmente vantaggioso.
La proposta UE di riforma del mercato elettrico punta a sviluppare i mercati a termine, i PPA e i Contract for Difference per spingere la transizione energetica. In Italia il TIDE introdurrà diverse novità, con nuove modalità di aggregazione delle unità di produzione e di consumo e nuove forme di condivisione dell’energia, che rimodelleranno il profilo del settore elettrico.

Irex è il think tank italiano di riferimento per l’industria delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica: dal 2008 analizza l’evoluzione dell’industria italiana delle rinnovabili nel contesto internazionale, esaminando le strategie aziendali, individuando i trend dei mercati, valutando le strategie-Paese e formulando proposte ai policy maker.
L’osservatorio monitora il settore delle rinnovabili con il proprio Annual Report e realizza l’Indice Irex, che traccia le small-mid cap pure renewable quotate in Borsa.

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