Nuova Direttiva UE sulle Rinnovabili. Il 12 settembre 2023 il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva RED III, ora spetterà al Consiglio dell’Unione Europea l’approvazione definitiva.

Ricordiamo che oltre all’approvazione del Consiglio dell’UE, la quale potrebbe comportare delle modifiche, essendo una Direttiva non ha effetti immediati ma spetta al singolo Stato membro recepirla e applicarla.

La Direttiva in questione, conosciuta anche come Renewable Energy Directive III, si pone come obiettivo la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili ma anche l’aumento della quota di energia rinnovabile nel mix energetico.

Di seguito, sinteticamente, i punti più salienti.

Autorizzazioni più snelle per gli impianti
Entro 30 giorni, 45 giorni nel caso di impianti ubicati fuori dalle zone di accelerazione, dal ricevimento della domanda di autorizzazione per gli impianti situati nelle zone di accelerazioni per le energie rinnovabili, l’autorità competente dovrà confermare la completezza della domanda o richiedere ulteriori informazioni.
Le procedure per il rilascio delle autorizzazioni nelle zone di accelerazione per le energie rinnovabili non dovranno durare più di 12 mesi.
Sempre in queste zone, le autorizzazioni per la revisione della potenza degli impianti di produzione di energia rinnovabile, per impianti di potenza elettrica inferiore a 150 kW non dureranno più di 6 mesi.
Poi, le nuove domande relative agli impianti di produzione di energia rinnovabile, situati in queste zone e in presenza di determinate condizioni, saranno esonerati dalla Valutazione di Impatto Ambientale.

Ricordiamo che, le cd zone di accelerazione per le energie rinnovabili sono specifici luoghi, sia terresti che marini, adatti all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, diversi dagli impianti di combustione di biomasse, dove non si prevede che l’impiego di una determinata tipologia di energia rinnovabile abbia significativi effetti ambientali.
Inoltre, l’individuazione di queste aree dovrà coincidere con le zone adatte allo sviluppo accelerato di tecnologie per le energie rinnovabili identificate a norma del diritto nazionale.

Nella stessa è stata prevista la possibilità di introdurre procedure alternative di risoluzione delle controversie relative alle procedure di rilascio delle autorizzazioni.
Inoltre, gli Stati membri dovranno provvedere a far sì che i ricorsi amministrativi e giurisdizionali potranno essere soggetti a una procedura amministrativa e giudiziaria più rapida.

Per le autorizzazioni al di fuori delle zone di accelerazione per le energie rinnovabili è stato previsto che le stesse non dovranno durare più di 2 anni.

Successivamente, all’art. 16 quater, nel caso di revisione della potenza non superiore al 15% di un impianto di produzione di energia rinnovabile, le procedure per il rilascio delle autorizzazioni non dovranno durare più di 3 mesi dalla presentazione della domanda.

Nel caso di autorizzazioni per l’installazione di apparecchiature di energia solare e di impianti di stoccaggio dell’energia, compresi quelli integrati negli edifici, in strutture artificiali esistenti o future, non dovranno durare più di 3 mesi.
Inoltre, la durata di un mese per il rilascio delle autorizzazioni è riconosciuta nel caso di impianti con capacità inferiore a 100 kW, anche per gli autoconsumatori di energia rinnovabile e comunità di energia rinnovabile.

Trasporti, idrogeno e biomassa
Nella stessa normativa è stato previsto di incentivare l’utilizzo dell’idrogeno, soprattutto nel campo dell’industria ma anche nel campo dei trasporti.
Infatti, lo scopo è quello di avere una riduzione del 14,5% di emissioni di gas serra entro il 2030 attraverso l’utilizzo di carburanti di origine non biologica.
Infine, è stata inserita la previsione per cui l’elettricità fornita da colonnine verdi elettriche private concorre alle quote per i carburanti verdi dei trasporti, il fine è quello di rispettare il quantitativo di combustibili rinnovabili e di energia elettrica da fonti rinnovabili fissato in capo ai fornitori stessi.
In tal contesto, è stata posta anche attenzione sull’incentivazione e lo sviluppo della biomassa nel rispetto della qualità del suolo e della biodiversità.
L’obiettivo finale è quello di raggiungere entro il 2030 una quota di energia da fonti rinnovabili pari almeno al 42,5%.

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