Crescita aziende italiane riciclo plastiche: prosegue la crescita del fatturato per le aziende attive nel riciclo meccanico della plastica: il trend positivo (+67%), registrato nel 2021, si consolida nel corso del 2022. Il fatturato complessivo del settore nel 2022 ha superato ampiamente il miliardo di euro, attestandosi a quota 1,135 milioni di euro, segnando un incremento pari al 18% rispetto al 2021. Una crescita da ricondurre soprattutto agli aumenti dei prezzi di vendita, necessari per fronteggiare l’impennata delle principali componenti di costo come l’approvvigionamento dei rifiuti, i costi energetici e di trasporto.

È quanto emerge dal rapporto di Assorimap, l’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di materie plastiche, realizzato da Plastic Consult, in cui si fotografa lo stato di salute dell’industria italiana del riciclo meccanico delle materie plastiche nel 2022.

L’aumento del fatturato si rileva nonostante un leggero calo produttivo delle plastiche riciclate meccanicamente
Dopo i numeri incoraggianti del 2021 (+17% su base annua), dovuti alla ripresa dei consumi e delle attività post-pandemia che hanno generato un aumento generale della domanda di plastica riciclata, il 2022 mostra una lieve contrazione (-1,5%) nella produzione di Materie Prime Seconde in plastica (785mila tonnellate) provenienti dal riciclo meccanico dei rifiuti post-consumo.
Il nuovo shock economico ha causato nei mesi successivi pesanti ripercussioni sull’industria del riciclo meccanico, in ragione principalmente del drastico incremento dei costi energetici (gas ed elettricità, quest’ultima a livello nazionale caratterizzata in agosto 2022 da un picco di prezzo del PUN pari a +687% a confronto con i livelli della primavera 2021).

Nell’attività di riciclo delle materie plastiche sono attive, nel complesso, oltre 350 aziende, inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali. Un calcolo dal quale sono invece escluse le società di raccolta rifiuti urbani.
I produttori di Materie Prime Seconde sono circa 200, comprendendo la lavorazione degli scarti industriali e le aziende che producono macinati, così come i trasformatori di plastiche integrati a monte nel processo del riciclo. È nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, che si concentra la maggior parte degli impianti di riciclo meccanico censiti (poco meno del 40% del totale). Segue il Nord Est con poco più del 30%, mentre la percentuale si attesta al 22% nel Sud e nelle isole, e sfiora il 9% nel Centro Italia.

Le fonti per il riciclo meccanico post-consumo sono complessivamente concentrate nella filiera degli imballaggi, in particolare quelli da raccolta urbana (68% del totale). Seguono i rifiuti da imballaggio generati nel canale “commercio e industria” (23%). Il comparto agricolo contribuisce per circa il 5%, così come anche la somma delle altre filiere (RAEE, igiene e arredo urbano, casalinghi e garden, automotive, trasporti). In merito alla provenienza geografica dei rifiuti, i riciclatori meccanici nazionali hanno riciclato manufatti a fine vita raccolti e selezionati sul territorio nazionale (86% circa dei volumi).

La maggior parte dei riciclati prodotti (28% del totale) è il PE flessibile (il polietilene utilizzato principalmente per gli imballaggi flessibili), seguito dal PET (bottiglie e vaschette) con il 24% e dal PE rigido (flaconi), con il 19%. Le quote minoritarie si riferiscono ai misti poliolefinici, al polipropilene e agli altri polimeri. Le principali applicazioni delle Materie Prime Seconde sono diversificate, pur se concentrate per quasi il 40% nel settore imballaggi (rigidi al 29%, flessibili al 10%). Si segnalano inoltre come applicazioni di sbocco dei riciclati i tubi (12%), il settore edilizia e costruzioni (11%), i sacchi per la raccolta rifiuti (10%).

“L’Italia deve tutelare le imprese che hanno investito nel riciclo meccanico della plastica in questi 25 anni. Queste imprese hanno consentito all’Italia di potersi allineare agli obiettivi europei con risultati eccezionali in termini ambientali, economici e sociali. Oggi tali imprese, leader mondiali per qualità delle Materie prime secondarie e per tecnologie finalizzate alla trasformazione, stanno continuando a investire per restare competitive in un settore ad alto dinamismo industriale. Questo coraggio ha garantito al comparto una robusta resilienza, nonostante criticità e ostacoli derivanti dalla complessità dello scenario globale. In particolare hanno inciso la produzione asiatica di polimeri vergini low cost, che hanno invaso il mercato europeo, e i costi di produzione in crescita a causa dei rincari energetici. Il riciclo meccanico della plastica rappresenta quindi un fiore all’occhiello del Made in Italy e il cuore dell’economia circolare: l’auspicio è che venga sostenuto dalla politica, soprattutto in ambito europeo, a partire dalla rimozione di eccessivi lacci burocratici a favore di una maggiore competitività”, commenta Walter Regis, appena riconfermato alla Presidenza Assorimap per il prossimo triennio.

EcoDesign nel Regolamento Imballaggi
“Ecodesign, innovazione tecnologica e riciclo potranno fornire un contributo determinante alla riduzione del consumo di risorse naturali e degli impatti ambientali della produzione e del consumo di beni e servizi. Tale contributo dovrà essere accompagnato da una trasformazione dei modelli di produzione e di consumo”. È la posizione espressa dall’associazione Assorimap che raggruppa le imprese attive nel riciclo meccanico della plastica. “Si tratta infatti di attività che devono rappresentare il nuovo principio ispiratore per i processi produttivi e per i prodotti, con effetti per la sostenibilità ambientale correlata all’ambiente e al sociale. Per questo seguiamo con particolare attenzione le fasi decisive che, nelle prossime settimane, coinvolgeranno il nuovo Regolamento Imballaggi, con votazioni sui principali punti di confronto, in particolar modo sui target per il riutilizzo degli imballaggi.
In particolare, occorre esaminare con cura le disposizioni su Ecodesign e Innovazione Tecnologica, di cui all’articolo 6 del nuovo Regolamento, che prescrive che dal 1° gennaio 2030 tutti gli imballaggi immessi sul mercato dovranno essere riciclabili, con una produzione mirata, dalla progettazione fino alla gestione della raccolta e della selezione”.

Il Presidente di Assorimap, Walter Regis, evidenzia quindi l’impegno dell’associazione “per una maggiore interazione delle imprese associate con i diversi partner per la realizzazione di applicazioni innovative e per la sostenibilità per le plastiche riciclate, in particolare volte a ridurre l’utilizzo di materia prima vergine. All’interno di questo contesto è di grande interesse la collaborazione della nostra associata Foreverplast Spa con Versalis, per la realizzazione del primo bicchiere per i distributori automatici, prodotto con PS vergine – come barriera funzionale esterna – e con polistirene riciclato meccanicamente (R-PS) nello strato interno e, non da meno, la produzione di PET riciclato “R-BFPET” – realizzato dalla nostra B. For Pet Srl (Società Benefit), utilizzato per la produzione di nuove vaschette: una seconda vita per le vaschette riprese dalla raccolta differenziata e riciclate meccanicamente: questa è la Circular Economy. In entrambi i casi – conclude Regis – abbiamo un evidente riduzione dell’impiego della materia prima, mantenendo la riciclabilità su tutto il prodotto”.

ASSORIMAP Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di Materie Plastiche è nata nel 1978 per rappresentare le aziende che riciclano o rigenerano materie plastiche post-consumo.
Oggi il comparto nazionale conta circa 300 imprese, di cui 60 di dimensione industriale, impiega circa 10.000 addetti e dispone di una capacità installata di riciclo pari a 1 milione 800mila tonnellate.
Si stima che le aziende riciclatrici che aderiscono ad ASSORIMAP trattano circa il 90% dell’intera quantità di rifiuti di imballaggi provenienti dalla raccolta differenziata nazionale. Esse producono una Materia Prima Seconda di elevatissima qualità, reimmettendo così nel ciclo produttivo rifiuti, scarti o avanzi di materie plastiche.
ASSORIMAP, al fine di tutelare gli interessi del comparto del riciclo meccanico delle plastiche, si pone come interlocutore, in ambito nazionale e comunitario, nei consessi politico-legislativi, decisionali istituzionali e tecnico-regolamentari.

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