PFAS anche in torrenti e falde toscane. Una nuova indagine di Greenpeace Italia, basata su campionamenti indipendenti effettuati nel gennaio scorso, rivela che la contaminazione da PFAS (composti poli e perfluoroalchilici pericolosi per la salute umana) è largamente diffusa anche in Toscana e interessa numerosi corsi d’acqua inquinati dagli scarichi di diversi distretti industriali.
Se gli impatti dell’industria conciaria, tessile, florovivaistica e del cuoio erano già stati evidenziati dallo studio del 2013 del CNR-IRSA e dai rilievi annuali di ARPAT, le analisi condotte da Greenpeace Italia provano che anche il distretto cartario lucchese contribuisce all’inquinamento da PFAS. Una scoperta che non dovrebbe sorprendere, visto che l’impiego di queste molecole nell’industria della carta è ben noto, ma la questione non era mai stata approfondita dagli enti preposti toscani.
«Il quadro di contaminazione che emerge dalle nostre analisi è tutt’altro che rassicurante. Alcuni casi sono ben documentati da almeno dieci anni, ma la Regione Toscana non ha mai affrontato seriamente il problema: manca infatti un provvedimento sugli scarichi industriali», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «La Regione deve individuare tutte le fonti inquinanti di PFAS e attivare le ASL per avviare al più presto indagini sulle acque potabili, soprattutto nelle aree in cui si registrano elevati livelli di contaminazione».
Nella quasi totalità dei casi i campionamenti sono stati effettuati nei fiumi, a monte e a valle degli impianti di depurazione industriale: il consorzio Torrente Pescia e Aquapur (distretto carta), i depuratori del distretto conciario (depuratore Aquarno) e del cuoio (depuratore Cuoio-Depur, che scarica nel Rio Malucco), i fiumi Ombrone, Bisenzio e Fosso Calicino (distretto tessile) e il torrente Brana (distretto florovivaistico). Le concentrazioni più elevate sono state rilevate nel Rio Malucco, nel Fosso Calicino, nel fiume Ombrone e nel Rio Frizzone a Porcari a valle del depuratore Aquapur. Nel fiume Ombrone la concentrazione a valle del distretto tessile è risultata circa 20 volte superiore rispetto a monte, mentre nel Rio Frizzone a valle del depuratore la presenza di PFAS era di circa 9 volte rispetto a monte.
Oltre a rilevare alcune delle singole molecole di PFAS più utilizzate, le analisi di laboratorio hanno permesso di effettuare anche una stima della presenza di tutti i PAFS – un gruppo di oltre diecimila molecole differenti – rilevando il totale del fluoro organico adsorbibile (AOF). L’applicazione di questa tecnica analitica ha evidenziato le contaminazioni più preoccupanti a valle di uno dei depuratori del distretto tessile a Prato, quello di Calice (4.800 nanogrammi/litro), seguito dal canale Usciana a valle del depuratore Aquarno (4.500 nanogrammi/litro) e nel Rio Frizzone a valle del depuratore Aquapur (3.900 nanogrammi/litro) a Porcari.
«Dopo il Veneto, la Lombardia e il Piemonte, anche in Toscana sono emerse numerose criticità che confermano come l’inquinamento da PFAS sia un’emergenza nazionale fuori controllo. Per quanto tempo ancora il nostro governo continuerà a ignorare il problema condannando interi territori a subire gli effetti dell’inquinamento? Serve subito una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di queste pericolose molecole, non c’è più tempo da perdere», conclude Ungherese.
Greenpeace esiste perché questo fragile Pianeta merita una voce. Servono soluzioni, cambiamenti, azioni. Subito!
Esistiamo grazie a migliaia di cittadini che hanno contribuito a trasformare le nostre battaglie in sfide globali. Siamo un’associazione nonviolenta, che utilizza azioni dirette per denunciare i problemi ambientali e promuovere alternative per un futuro verde e di pace. Siamo indipendenti e non accettiamo fondi da enti pubblici, aziende o partiti politici.
La missione: facciamo campagne per proteggere l’ambiente, promuovere la pace e incoraggiare le persone a cambiare abitudini. Indaghiamo, denunciamo e affrontiamo i crimini ambientali. Vogliamo combattere quei luoghi comuni secondo cui ogni cambiamento è impossibile, che siamo troppo piccoli e troppo deboli. Crediamo che esista una soluzione. Che è radicata nel coraggio, nell’ottimismo e nella creatività. Nessuno cambierà il mondo al posto nostro, per questo dobbiamo iniziare a farlo oggi stesso.
Azioni e non violenza. Siamo i guerrieri della pace. Siamo quelli dei gommoni contro le baleniere, delle scalate sulle grandi ciminiere, delle tante azioni creative di cui ci assumiamo rischi e responsabilità. Ci ispiriamo da sempre ai principi della nonviolenza e dell’indipendenza politica ed economica. La potenza della protesta nonviolenta e il grande rigore delle affermazioni scientifiche ci hanno reso forti in tutto il mondo.
Greenpeace nel mondo. Siamo globali. Abbiamo creato una rete che comprende 26 organizzazioni nazionali e regionali indipendenti in oltre 55 paesi in Europa, in America, in Africa, in Asia e nel Pacifico, oltre a un organismo di coordinamento, Greenpeace International. In Italia siamo presenti dal 1986. Lavoriamo direttamente con le comunità in prima linea per proteggere il Pianeta. Dietro di noi c’è il volto di attivisti, volontari e sostenitori che lottano in tutto il mondo per un futuro migliore.