Reshoring delle aziende in Europa ed in USA. Le grandi aziende europee e statunitensi hanno in programma di investire per la reindustrializzazione 3,4 trilioni di dollari nei prossimi tre anni.
La riconfigurazione delle supply chain e delle capacità produttive globali, finalizzata ad avvicinarle o a farle rientrare nei mercati domestici, è un processo che sta prendendo piede in Europa e negli Stati Uniti.
Secondo il report del Capgemini Research Institute, “The resurgence of manufacturing: reindustrialization strategies in Europe and the US”, il 47% delle grandi organizzazioni europee e statunitensi ha infatti già investito nel reshoring della produzione manifatturiera, mentre il 72% sta attualmente sviluppando una strategia di reindustrializzazione (1) o ne ha già una.
La maggior parte ha avviato queste strategie negli ultimi due anni. La maggioranza dei leader aziendali ritiene inoltre che la reindustrializzazione aiuterà le loro organizzazioni a raggiungere gli obiettivi climatici, con una riduzione delle emissioni di carbonio prevista in media del 13,6% nei prossimi tre anni.
Gli investimenti in “reshoring”, “nearshoring” (2) e produzione domestica, così come la costruzione o l’ammodernamento di impianti produttivi, sono in aumento in Europa e negli Stati Uniti allo scopo di aumentare la resilienza e ridurre al minimo il rischio di gravi interruzioni. La maggior parte di questi finanziamenti è destinata a iniziative sul mercato interno, pari al 54% degli investimenti cumulativi degli ultimi tre anni.
Tuttavia, problematiche quali la carenza di competenze, la scarsità di materie prime e la mancanza di incentivi comporteranno probabilmente un aumento degli investimenti a breve termine al di fuori del mercato nazionale, soprattutto attraverso nearshoring e “friendshoring”. (3)
“Questo studio evidenzia l’entità della mobilitazione e degli investimenti dei leader aziendali per reindustrializzare l’Europa e gli Stati Uniti. La produzione locale e il nearshoring stanno diventando fondamentali per mitigare i molteplici rischi prevalenti nei paesi occidentali e per rafforzare la sovranità economica e la sicurezza”, ha dichiarato Eraldo Federici, Manufacturing, Aerospace & Life Sciences Director di Capgemini in Italia. “I leader aziendali stanno accelerando le iniziative strategiche volte a potenziare la resilienza e la flessibilità della supply chain, a ristabilire la sicurezza nazionale in settori strategici, a raggiungere gli obiettivi climatici e a riconquistare lo status di potenza industriale di cui godevano un tempo l’Europa e il Nord America. Si tratta di un cambiamento strutturale a cui le organizzazioni dovranno adeguarsi”.
I fattori chiave del processo di reindustrializzazione
– Resilienza della supply chain: per quasi il 70% delle organizzazioni intervistate, la necessità di promuovere la resilienza della supply chain e la capacità di adattarsi e rispondere rapidamente alle interruzioni operative è uno dei principali driver della reindustrializzazione.
– Sostenibilità: la maggioranza (55%) delle organizzazioni è ottimista riguardo alla possibilità che la reindustrializzazione possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) Scope 3.
– Tensioni geopolitiche: la maggioranza (63%) delle organizzazioni riconosce alla produzione locale un’importanza strategica per garantire la sicurezza nazionale. Una percentuale simile (62%) si aspetta che la sua importanza in settori strategici come veicoli elettrici, farmaci/vaccini e semiconduttori si rafforzi in futuro.
– Legislazione e incentivi: per quanto le organizzazioni riconoscano che gli incentivi accelerino gli investimenti per la produzione interna, in particolare in aree di importanza strategica nazionale come semiconduttori, batterie ed energie rinnovabili, meno della metà (49%) ritiene che le politiche e i regolamenti governativi siano di supporto ai loro sforzi di reindustrializzazione.
Reindustrializzazione per promuovere la crescita sostenibile e l’innovazione
Il 62% delle organizzazioni sta investendo in tecnologie per migliorare la sostenibilità dei propri processi di reindustrializzazione. Le gigafactory sono considerate un elemento chiave nel percorso verso una reindustrializzazione sostenibile: oltre la metà (54%) dei dirigenti intervistati in ambito automotive, batterie ed energia afferma infatti che la propria organizzazione sta attualmente costruendo una gigafactory o ha in programma di farlo entro i prossimi cinque anni.
La maggioranza degli intervistati (68%) ha espresso fiducia nel potenziale della reindustrializzazione di guidare l’innovazione e il progresso tecnologico, in particolare attraverso 5G ed Edge, AI generativa e Digital Twin nel prossimo triennio.
La reindustrializzazione richiederà una forza lavoro altamente qualificata
La metà dei partecipanti allo studio ritiene che la reindustrializzazione favorirà la crescita dei posti di lavoro a livello nazionale in vari settori. Tuttavia, per soddisfare questa domanda sarà necessaria una forza lavoro manifatturiera qualificata, come riconosciuto dal 72% delle organizzazioni.
Secondo le previsioni, la quota di forza lavoro del settore manifatturiero con competenze digitali avanzate in ambiti quali gestione della supply chain, analisi dei dati, intelligenza artificiale e machine learning passerà dall’attuale 31% al 53% nei prossimi tre anni.
(1) Con il concetto di “reindustrializzazione” intendiamo la riconfigurazione delle catene di fornitura e della capacità produttiva, compreso il “reshoring” e il “nearshoring” della produzione, nonché la diversificazione e gli investimenti nella manifattura e nella produzione nazionale.
(2) Nell’ambito di questo studio, per reshoring si intende il ritorno della produzione nel mercato nazionale o nel paese in cui ha sede l’azienda. Per nearshoring si intende lo spostamento della produzione in un paese vicino o limitrofo.
(3) Il friendshoring è una pratica commerciale in crescita che prevede che i network della supply chain si concentrino su paesi considerati alleati politici ed economici, in modo da ridurre ulteriormente l’esposizione al rischio.
Metodologia di ricerca
Il Capgemini Research Institute ha intervistato 1.300 dirigenti di organizzazioni con un fatturato annuo superiore a 1 miliardo di dollari negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa, tra cui Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Paesi scandinavi e Spagna. Queste organizzazioni operano in 13 settori industriali e manifatturieri chiave. I dirigenti intervistati sono di livello direttivo e hanno lavorato in diverse funzioni aziendali, tecnologiche e produttive. Il sondaggio globale si è svolto nel febbraio 2024.
Capgemini, partner globale per la trasformazione tecnologica e di business delle aziende, supporta i suoi clienti nella loro transizione verso un mondo più digitale e sostenibile, creando impatto positivo per le imprese e la società. Capgemini è un gruppo responsabile e diversificato di 340.000 persone presente in più di 50 paesi nel mondo.
Oltre 55 anni di esperienza rendono Capgemini un partner affidabile per i suoi clienti, in grado di fornire soluzioni innovative per le loro esigenze di business. Capgemini offre servizi e soluzioni end-to-end, dalla strategia e progettazione all’ingegneria, grazie alle sue competenze all’avanguardia in ambito AI, cloud e dati, alla sua esperienza settoriale e al suo ecosistema di partner. Nel 2023 il Gruppo ha registrato ricavi complessivi pari a 22,5 miliardi di euro.
Get The Future You Want
Il Capgemini Research Institute è il think-tank interno di Capgemini dedicato a tutto ciò che è digitale. L’istituto pubblica lavori di ricerca in merito all’impatto delle tecnologie digitali sulle grandi aziende tradizionali. Il team fa leva sul network mondiale di esperti Capgemini e lavora a stretto contatto con partner accademici e tecnologici. L’istituto possiede centri di ricerca dedicati in India, Singapore, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Recentemente, è stato nominato il miglior istituto di ricerca al mondo per la qualità dei suoi lavori da una giuria di analisti indipendenti.
Italian Geothermal Forum 2024 sarà la prima edizione il primo appuntamento annuale dedicato ad esplorare gli sviluppi attuali del settore e promuovere il dibattito internazionale sulle possibilità, le opportunità e i rischi dell’uso dell’energia geotermica in modo professionale e imparziale.
Proponendosi come punto di riferimento per il settore geotermico in Italia, diventerà un’occasione unica per professionisti, aziende e istituzioni di confrontarsi e condividere le ultime novità e tendenze nel campo dell’energia geotermica.
Il Programma
Il programma prevede lo svolgimento di sessioni plenarie focalizzate sul confronto tra Italia ed Europa finalizzate ad approfondire gli scenari di mercato presenti e futuri. Il confronto vedrà anche la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali.
Sono inoltre in programma sessioni tecniche parallele dedicate a bassa, media ed alta entalpia, teleriscaldamento e teleraffrescamento, pompe di calore, calore geotermico per l’industria e minerali strategici dalle brine geotermiche.
Momenti di networking, incontri con i media e la presenza di enti di ricerca e associazioni italiane ed estere arricchiranno l’esperienza dei partecipanti.
L’evento è realizzato in collaborazione con le principali associazioni Italiane del settore. L’Unione Geotermica Italiana (UGI), l’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU), il Consiglio Nazionale Geologi, la Rete Geotermica e l’Associazione Nazionale Impianti Geotermia Heat Pump (ANIG HP).
L’Italian Geothermal Forum offre alle aziende produttrici o distributori lo spazio espositivo per presentare le ultime innovazioni del settore energetico geotermico.
Gli espositori merceologici della manifestazione
1. Energia Geotermica di Superficie
– 1.1 Tecnologie di Trivellazione
– 1.2 Sistemi di Utilizzo
– 1.3 Materiale di Riempimento
– 1.4 Fluido di Trasferimento di Calore
– 1.5 Misurazioni Geofisiche
– 1.6 Pianificazione e Consulenza
– 1.7 Apparecchiature per l’Edilizia e Sistemi di Controllo, Pompa di Calore
– 1.8 Certificazione e Assicurazione
2. Energia Geotermica di Profondità
– 2.1 Tecnologie di Trivellazione
– 2.2 Esplorazione
– 2.3 Impianti di riscaldamento e centrali elettriche
3. Enti e Associazioni
4. Stampa di Settore
In Fieri, realtà di comunicazione che da anni opera nel settore dell’energia, organizza e promuove attraverso Mirumir, azienda specializzata nell’ideazione e nella gestione di eventi congressuali e fieristici per il settore, la prima edizione dell’Italian Geothermal Forum.
11-12 novembre – Roma, Centro Congressi Auditorium della Tecnica
– BYinnovation è Media Partner di Italian Geothermal Forum
Ecolamp recupera oltre 96% dei RAEE gestiti lo scorso anno. Generation Restoration è il tema dell’edizione 2024 della Giornata Mondiale dell’Ambiente, proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare sui temi del ripristino del territorio, della desertificazione e della resilienza alla siccità.
Tematiche attuali legate a doppio filo con quelle del riciclo delle materie prime che iniziano a scarseggiare sul nostro Pianeta. Motivo per il quale Ecolamp – Consorzio Nazionale dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche a fine vita (RAEE) – coglie oggi l’occasione per diffondere i dati relativi al recupero di materie prime ed energia, registrati lo scorso anno per i RAEE delle categorie R4 e R5.
Con R4 si intendono piccoli elettrodomestici ed elettronica di consumo quali ferri da stiro, ventilatori, cellulari, apparecchi elettronici o digitali, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici e molto altro.
Nel 2023, dal corretto trattamento di questi RAEE, Ecolamp ha recuperato oltre il 97,5% di cui l’84,5% in materie prime seconde (ovvero quelle provenienti dai materiali trasformati e non da estrazione diretta) e il 14% in energia.
Con una forte prevalenza di plastica e metalli ferrosi, si può dire che la quasi totalità di questa categoria di prodotti è stata recuperata, limitando lo smaltimento in discarica, non recuperabile, al 2,5%. Per quanto riguarda invece gli R5 – ovvero tutte le sorgenti luminose tra cui tubi fluorescenti, lampade a scarica ad alta intensità, lampade a Led – il recupero è stato del 95%, di cui il 90% per ciò che concerne le materie prime seconde e il 5% di valorizzazione energetica.
Tra i materiali recuperati, il 74% è vetro e il 7% metalli.
“In una giornata simbolica come questa, in cui si celebra la protezione dell’Ambiente a livello globale, è importante ricordare il valore di ogni piccolo contributo per evitare l’esaurimento delle risorse disponibili – commenta Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp – Ecolamp da vent’anni assicura elevati tassi di recupero dai rifiuti elettrici ed elettronici conferiti correttamente, in un’ottica “Zero Waste” che guarda ai rifiuti non come scarti ma come risorse. È il modello dell’economia circolare, che salvaguarda la natura grazie al reinserimento nel ciclo produttivo di quanto viene recuperato dai prodotti a fine vita. Alimentare sempre più e sempre meglio questo circolo virtuoso e contribuire agli sforzi della #GenerationRestoration è tra le priorità anche del consorzio Ecolamp.”
Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche giunte a fine vita (RAEE). Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi riunisce oltre 400 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Dal 2015 Ecolamp è tra i soci fondatori di Eucolight, l’associazione europea nata per dare voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione. Ecolamp porta avanti con impegno numerose attività per sensibilizzare cittadini e operatori del settore, coinvolgendo l’unione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE. Oggi Ecolamp, in un’ottica di economia circolare, garantisce il recupero di oltre il 95% dei materiali di cui questi rifiuti sono composti e il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti, evitando che vengano disperse nell’ambiente.
Politecnico Milano EN-lab laboratorio energia. 6.000 m2, distribuiti su 4 livelli, dedicati alle attività del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano (DENG).
Il nuovo edificio-laboratorio, che fa parte del Campus Bovisa, sorge in Via Lambruschini. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza della Rettrice Donatella Sciuto, del Direttore di Dipartimento Giovanni Lozza, dell’Assessora all’Ambiente e Verde del Comune di Milano Elena Grandi e dell’Assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia Giorgio Maione.
EN:lab è il risultato di una innovativa visione integrata di spazi di lavoro, di ricerca e condivisione ed è inserito nell’ambito della rigenerazione urbana dell’area milanese di Bovisa-Goccia-Villapizzone.
L’aspetto più innovativo di EN:lab è che l’edificio stesso è un laboratorio in quanto progettato con soluzioni innovative per una gestione energetica efficiente ed integrata.
Caratteristiche di EN:lab
L’edificio dispone di una ampia superficie dedicata alla produzione fotovoltaica, con 300 moduli di silicio monocristallino per una potenza di picco di oltre 100 kW. L’energia termica e frigorifera è fornita da due pompe di calore reversibili ad aria ad alte prestazioni e a basso impatto ambientale, con previsione di collegamento alla futura rete di teleriscaldamento del Campus. Non sono presenti sistemi a combustione, quindi è a zero emissioni dirette.
EN:lab, inoltre, minimizza i fabbisogni di energia perché è dotato di superfici vetrate che, oltre ad avere elevate caratteristiche di isolamento termico/acustico e massima protezione passiva dalla radiazione solare, costituiscono la base di un sistema di gestione «attivo e responsive». Infatti, 70 kit di sensori raccolgono ed elaborano i dati ambientali e climatici, consentendo di ottimizzare in tempo reale le performance dell’involucro e degli impianti, creando le migliori condizioni negli ambienti interni per l’efficientamento energetico e per il comfort e il benessere delle persone.
“È all’insegna della sostenibilità che prenderà vita la nuova Bovisa. Qui troveranno spazio infrastrutture che, a partire da EN:lab rappresentano non solo soluzioni innovative dal punto di vista energetico e ambientale, ma soprattutto ambiti di sperimentazione all’avanguardia per la ricerca di frontiera. – Afferma Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano – Abbiamo al nostro fianco le istituzioni e le imprese che credono nella capacità dell’università di apportare un cambiamento significativo su temi di punta che segneranno il futuro del territorio, della città di Milano e del suo indotto.”
“EN:lab è un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa integrarsi con l’efficienza energetica. Le caratteristiche avanzate dell’edificio non solo migliorano le nostre capacità di ricerca con laboratori dedicati alle più recenti tecnologie per la transizione, ma rappresentano anche un modello di gestione ottimizzata dell’energia. A questo proposito, verrà avviato a breve un ‘progetto flagship’ nell’ambito del piano di sostenibilità dell’Ateneo, che prevede che i flussi di energia siano visualizzati in tempo reale e siano accessibili anche per scopo didattico e di disseminazione.” aggiunge Giovanni Lozza, Direttore del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano.
All’interno di EN:lab
7 laboratori sperimentali su tematiche di frontiera che allargano il contesto di ricerca, come i nanomateriali, le batterie elettrochimiche, le celle a combustibile e gli elettrolizzatori, i dispositivi elettrici per le reti intelligenti, per un totale di 1.600 mq:
– NanoLab – Micro and nanostructured materials
– R-SET LAB – Research for a Sustainable Energy Transition
– PEEMS – Power Electronics, Electric Mobility and Safety
– M2EPS – Measurement lab for electrical systems
– Battery Materials Engineering Laboratory
– MRT Fuel Cell & Battery Lab
– Pro-eStorage Lab (Laboratorio interdipartimentale)
All’interno di EN:lab si trovano anche una Sala Conferenze da 150 posti e due Sale polifunzionali da 128 posti totali, destinati alla condivisione delle conoscenze, alla divulgazione, alla didattica avanzata e innovativa, alla vita collegiale del Dipartimento di Energia.
Infine trovano spazio 6 sale riunioni da 76 posti totali e 44 uffici e open space da 168 postazioni di lavoro in logica di sharing.
I Laboratori di EN:lab
NanoLab – Micro and nanostructured materials
Il laboratorio della Sezione Tecnologie e Processi Chimici e Nanotecnologie, attualmente all’edificio 19 del Campus Leonardo, occuperà il piano interrato di EN:lab (?750 m2) ospitando strumentazione avanzata dedicata alla fabbricazione e caratterizzazione di materiali e superfici alla nanoscala, al fine di studiare la relazione tra la struttura e le proprietà funzionali dei materiali:
– Sistemi per la produzione di materiali, film e superfici nanostrutturati
– Microscopi elettronici e a scansione di sonda
– Caratterizzazioni di proprietà strutturali, vibrazionali, elettroniche, ottiche
– Sistemi per lo studio dell’interazione radiazione-materia
Nello specifico, sono presenti:
– Diversi sistemi per la fabbricazione di materiali: Pulsed Laser Deposition (PLD) con impulsi al ns, PLD con impulsi al fs, magnetron sputtering HiPIMS, evaporatore termico
– Forni per trattamenti termici in atmosfera controllata
– Sistemi di microscopia elettronica: SEM Field Emission con modulo per EDX e STEM
– Sistemi di microcopia a scansione: apparato VT-STM /AFM in UHV, apparato AFM/STM a pressione ambiente
– Sistemi di caratterizzazione di proprietà vibrazionali: due spettrometri Raman per misure in-situ ed ex-situ, spettrometro Brillouin
– Apparato per misure elettriche/Hall
– Sistema UHV integrato per deposizione PLD al ns e caratterizzazione in situ mediante STM/AFM, fornito di evaporatore e sistema per LEED/Auger
R-SET LAB – Research for a Sustainable Energy Transition
Il laboratorio della Sezione Elettrica è dedicato allo studio sperimentale e allo sviluppo di sistemi di Power Electronics per Generazione, Accumulo elettrochimico, Power Quality, Custom Power e Load Management, sia per applicazioni industriali specifiche che per l’utilizzo in reti di distribuzione in BT come Smart e Micro Grid.
È attivo nel campo illuminotecnico con l’analisi e lo sviluppo di apparecchi per l’illuminazione in ambiente ATEX realizzati con nuove tecnologie a LED e nel settore della Power Quality attraverso la realizzazione e la verifica di dispositivi elettronici in bassa tensione atti al miglioramento della qualità della forma d’onda della tensione e alla riduzione dei disturbi della corrente. Ulteriori aspetti che vengono studiati sono relativi alla generazione elettrica di piccola taglia (in particolare impianti fotovoltaici), ai sistemi di accumulo e all’utilizzo efficiente dell’energia (applicazioni magnetiche). Le attività svolte hanno permesso il deposito e la successiva cessione di oltre 20 brevetti.
M2EPS – Measurement lab for electrical systems
Il laboratorio della Sezione Elettrica è dedicato alla caratterizzazione dei materiali, la diagnostica non invasiva e il monitoraggio di componenti e sistemi elettrici di potenza. Verranno studiati e sviluppati:
– Sistemi per il monitoraggio della distribuzione elettrica nelle aree urbane e negli edifici
– Sistemi per la caratterizzazione di materiali e componenti elettrici
– Sistemi di prospezione elettrica per la diagnostica non invasiva
PEEMS – Power Electronics, Electric Mobility and Safety
Il laboratorio della Sezione Elettrica ha carattere multidisciplinare e avrà l’obiettivo di svolgere attività di ricerca nell’ambito dei sistemi elettrici di potenza con particolare riguardo a:
– Sistemi Elettrici per la Mobilità
– Sistemi di accumulo dell’energia elettrica
– Convertitori elettronici di potenza
– Sicurezza elettrica
Battery Materials Engineering Laboratory
Il laboratorio della Sezione Tecnologie e Processi Chimici e Nanotecnologie, che ha iniziato le proprie attività nel Gennaio 2020 ed è attualmente operativo presso B18, sarà collocato al primo piano di EN:lab (388 m2) e ospiterà attrezzature per fabbricazione di materiali ed elettrodi per batterie, loro caratterizzazione e studio elettrochimico e spettro-elettrochimico, assemblaggio e prova di celle, utilizzando apparecchiature elettrochimiche avanzate per applicazioni in scienza dei materiali ed elettroanalitica. Strumentazione:
– Sistemi per la produzione di materiali per anodi, catodi ed elettroliti per tecnologie litio e post-litio
– Attrezzatura per la fabbricazione di elettrodi
– Dispositivi per l’assemblaggio di singole celle (coin cell, split cell strumentate, pouch cell, batterie metallo-aria)
– Misure elettrochimiche statiche, dinamiche e fluidodinamiche
– Caratterizzazioni in operando di proprietà strutturali, vibrazionali, ed elettroniche di elettrodi
Pro-e- Storage Lab
È un nuovo laboratorio interdipartimentale supportato da Regione Lombardia per lo sviluppo e la prototipazione di soluzioni innovative per celle a combustibile polimeriche, elettrolizzatori, batterie a flusso, batterie agli ioni-litio. E’ sito al piano terra dell’edificio EN:lab (?150 m2 ).
Le soluzioni innovative comprendono:
– Materiali e catalizzatori
– Architetture e geometrie di celle
– Alimentazione dei reagenti
– Controllo temperatura
– Balance of Plant
– Sensori e diagnostica
I 5 Dipartimenti coinvolti sono: Energia; Meccanica; Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta”; Elettronica, Informazione e Bioingegneria; Scienze e Tecnologie Aerospaziali.
MRT Fuel Cell and Battery Lab
Il laboratorio della Sezione Ingegneria Termica e Tecnologie Ambientali, è situato al primo piano dell’edificio EN:lab (?250 m2 ) ed è dedicato allo sviluppo di dispositivi elettrochimici per la conversione dell’energia. In particolare, sono svolte analisi sperimentali e modellistiche di fenomeni di trasporto al fine di:
– Ampliare la comprensione di fenomeni critici
– Sviluppare tecniche sperimentali innovative
– Ideare e progettare componenti innovativi
– Sviluppare strategie di funzionamento per l’ottimizzazione delle prestazioni e la mitigazione della degradazione
Il laboratorio è dotato di sistemi di misura allo stato dell’arte per la caratterizzazione della prestazione e della degradazione di dispositivi elettrochimici, comprensivi delle più avanzate tecniche elettrochimiche di diagnosi, applicate anche a livello locale (CV, EIS, segmented cell) e in ambiente controllato (camere climatiche).
Le tecnologie maggiormente investigate sono le celle a combustibile polimeriche, le batterie agli ioni di litio e le batterie a flusso.
KEY e Hannover Messe per Salone Idrogeno. Siglato un accordo di collaborazione per l´organizzazione congiunta del Salone all’interno delle prossime edizioni di KEY.
L´idrogeno, soprattutto quello verde derivante da elettrolisi alimentata da energia pulita, risulta fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione: l´Unione Europea prevede di arrivare a 20 milioni di tonnellate entro il 2030, di cui 10 milioni prodotte e l’altra metà importate.
Nell’ottica di valorizzare il ruolo cruciale dell´idrogeno nella riduzione delle emissioni inquinanti e con il fine comune di contribuire ad accelerare lo sviluppo del settore, Italian Exhibition Group e Hannover Fairs International GmbH (HFI), filiale italiana di Deutsche Messe AG, hanno siglato un accordo di collaborazione per l´organizzazione congiunta di un nuovo Salone dell´Idrogeno supported by Hydrogen & Fuel Cells all´interno di KEY – The Energy Transition Expo, l´evento di IEG sulla transizione e l´efficienza energetica, punto di riferimento in Sud Europa, Africa e bacino del Mediterraneo, la cui prossima edizione è in programma alla Fiera di Rimini dal 5 al 7 marzo 2025.
Hydrogen & Fuel Cells EUROPE è organizzata e gestita da Deutsche Messe AG (DMAG), la grande società fieristica tedesca, tra le principali a livello mondiale. Si svolge all´interno di Hannover Messe, la più importante manifestazione europea sull´industria e l´automazione, ed è dedicata all´intero ciclo di vita dell´idrogeno – in particolare di quello verde come sostituto dei combustibili fossili – nell´ambito della trasformazione industriale sostenibile.
Il Salone dell´Idrogeno supported by Hydrogen & Fuel Cells si pone l´obiettivo di diventare, a livello internazionale, il luogo di discussione privilegiato sui temi dell´idrogeno e sulla sua importanza per la transizione energetica, nonché momento di riferimento per i principali player coinvolti, per incontrarsi, confrontarsi e sostenere la nascita di nuovi progetti. Il Salone costituisce la naturale evoluzione e il rafforzamento dell´area espositiva di KEY dedicata all´idrogeno, alle sue applicazioni e alla grande opportunità che questo vettore può offrire per la decarbonizzazione del comparto produttivo industriale hard-to-abate e dei trasporti.
“Abbiamo sempre creduto nelle potenzialità dell’idrogeno e per questo motivo lo abbiamo incluso fin dal primo momento fra le aree espositive di KEY. Oggi, siamo orgogliosi di annunciare una nuova joint venture, con un partner di grande rilevanza ed esperienza come Hannover Fairs International GmbH, che dalla prossima edizione di KEY ci consentirà di rafforzare ulteriormente la presenza dell’idrogeno all’interno della nostra manifestazione, con un Salone interamente dedicato, destinato a diventare un punto di riferimento a livello internazionale” ha commentato Corrado Peraboni, amministratore delegato di IEG.
“Da quasi 30 anni Deutsche Messe AG organizza Hydrogen + Fuel Cells EUROPE, un format di successo in cui tutti gli operatori del mercato possono scambiare idee ogni anno nell´ambito della Hannover Messe. La Germania e l’Italia sono i più importanti partner industriali in Europa e condividono una visione comune dell´idrogeno. Siamo perciò orgogliosi di poter lavorare insieme a IEG per creare sinergie positive ed una piattaforma innovativa ed attraente in Italia” ha dichiarato Andreas Züge, General Manager di Hannover Fairs International GmbH, Sede Italiana.
5-7 marzo 2025 – Expo Centre Fiera di Rimini
Carburanti green per trasporto marittimo: tanti progetti in UE ma zero in Italia. Mentre nell’Unione Europea cresce la produzione pianificata di carburanti verdi, l’Italia non riesce ad attrarre capitali per avviare progetti per la sintesi di questi vettori, necessari alla decarbonizzazione del trasporto marittimo.
È quanto emerge dalla mappatura dei progetti europei per la produzione di idrogeno verde (e carburanti sintetici da esso derivati), realizzata da Transport & Environment, la principale organizzazione ambientalista indipendente in materia di trasporti.
L’analisi mostra che, qualora tutti i progetti maturassero sino alla fase di produzione, quasi il 4% (corrispondente, in termini energetici, a circa 1 Mtep) del trasporto marittimo europeo potrebbe essere alimentato con carburanti verdi entro il 2030, creando nuovi posti di lavoro nel continente e avviando il processo di decarbonizzazione del settore.
L’Italia rischia di essere tagliata fuori
L’Italia fatica ad attrarre investimenti e, se non ci saranno tempestivi stimoli di politica industriale, rischia di rimanere ai margini della nascita di una nuova industria strategica, replicando quanto sta già accadendo nella transizione all’e-mobility.
Carlo Tritto, Policy Officer per Transport & Environment Italia, ha commentato: “La transizione del settore marittimo verso carburanti neutri dal punto di vista climatico offrirà grandi opportunità industriali, economiche e occupazionali. Proprio per questo è preoccupante dover rilevare l’assenza dell’Italia all’appello per lo sviluppo di una nuova industria, che promette di prendere piede in molti stati europei. Il nostro Paese sembra non comprendere fino in fondo il ruolo che questi carburanti avranno. Lo si vede bene dalla proposta di PNIEC sin qui circolata, dove i volumi nazionali di consumo di e-fuels, da qui al 2030, vengono pianificati per il 93% per il trasporto su strada, mentre appena il 7% è riservato ai settori hard to abate come l’aviazione e il marittimo”.
In UE almeno 17 progetti esclusivi per lo shipping, ma solo un terzo sono sicuri
Ad inizio 2024, sono almeno 17 i progetti europei volti alla produzione di carburanti sintetici a base di idrogeno verde – più comunemente chiamati e-fuels – da impiegare nel settore marittimo. Se tutti questi progetti vedessero la luce, contribuirebbero a soddisfare circa il 4% (1.06Mtep) del fabbisogno totale di energia dello shipping europeo al 2030 (28 Mtep circa), avviando il settore verso la decarbonizzazione. Ad oggi, però, sono appena 6 i progetti sicuri di ricevere i finanziamenti necessari alla produzione; i due terzi dei progetti sono ancora in attesa di una decisione in merito. Ci sono ulteriori 44 progetti che potrebbero fornire idrogeno al settore marittimo, portando a 61 i progetti totali mappati da T&E: ma la loro eventuale produzione potrebbe essere contesa da altri settori industriali “affamati” di idrogeno.
Le incognite dei produttori: incertezza riguardo alla domanda e agli investimenti necessari
Se tutti i progetti mappati da T&E raggiungessero la fase di produzione, si conseguirebbe facilmente l’obiettivo introdotto dal FuelEU Maritime – il Regolamento UE che definisce la quota minima di carburanti verdi da impiegare nel settore – pari al 2% al 2034. Tuttavia, la maggior parte dei progetti deve ancora ricevere finanziamenti e nessuno, tra quelli che si prevede riforniranno specificamente il settore navale, è attualmente operativo. I produttori di e-fuels individuano come principali ostacoli il rischio di una domanda troppo bassa (quindi un’incertezza relativa alla capacità del settore marittimo di assorbire la futura produzione) e le incertezze determinate da un quadro regolatorio che non orienta in maniera chiara il futuro energetico del settore, in specie riguardo allo sviluppo di vettori capital intensive. L’incertezza degli scenari mette a rischio, oltre a milioni di tonnellate di combustibili verdi, anche molta potenziale occupazione: si stima che – a livello globale – la transizione energetica del trasporto marittimo potrebbe generare circa 4 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2050.
Danimarca e Spagna in testa alla corsa per gli e-fuels
La sola Danimarca rappresenta più della metà di tutti i volumi di idrogeno previsti per i 61 progetti mappati da T&E. Ma guardando alla produzione di carburanti destinati esclusivamente al trasporto marittimo, la Spagna è il Paese con maggiore potenziale, con un terzo dei volumi previsti. Nonostante la sua natura insulare, il Regno Unito ha pochissimi progetti mentre – oltre all’Italia – anche la Grecia sembra non essere interessata da piani di sviluppo. Eppure si tratta di Paesi con una forte vocazione navale.
L’ammoniaca sintetica sembra avere grande potenziale per il settore marittimo
Nel lungo periodo, i piani di produzione annunciati sembrano premiare l’ammoniaca sintetica come opzione più efficace per sostituire i carburanti fossili. Questo combustibile rappresenta il 77% dei volumi della produzione prevista. A oggi, tuttavia, nessuno di questi progetti poggia su una decisione finale di investimento.
Pericolo stallo. “L’UE intervenga”
Carlo Tritto ha concluso: “Il trasporto marittimo sembra essere di fronte al dilemma dell’uovo e della gallina: da un lato i produttori di carburanti aspettano segnali di domanda più chiari da parte degli operatori navali, prima di effettuare grandi investimenti. Gli operatori marittimi, dal loro canto, aspettano che tali carburanti diventino più diffusi ed economici prima di firmare accordi di fornitura. In questo stallo, l’Unione Europea dovrebbe intervenire fissando obiettivi minimi sia dal lato dell’offerta che della domanda, fornendo così certezza di investimento sia ai produttori di carburante che alle compagnie di navigazione”.
L’appello di T&E agli Stati UE: “Introdurre un sotto-obiettivo di e-fuels di 1,2%”
Nel recepire la Direttiva UE sulle rinnovabili (RED III), T&E raccomanda agli Stati membri di introdurre un sotto-obiettivo di e-fuels nel trasporto marittimo di almeno 1,2%, come suggerito dalla revisione della Direttiva. Questo fornirebbe garanzie non solo agli attuali progetti già finanziati, ma specialmente agli ulteriori progetti in attesa di una decisione finale di investimento. Secondo T&E, sarebbe inoltre auspicabile reinvestire i proventi del mercato del carbonio dell’UE – recentemente esteso anche al trasporto marittimo (ETS) – proprio per sostenere i progetti nascenti, avviando quanto prima il processo di decarbonizzazione del settore.
Transport & Environment’s (T&E) vision is a zero-emission mobility system that is affordable and has minimal impacts on our health, climate and environment.
Since we were created 30 years ago, T&E has shaped some of Europe’s most important environmental laws. We got the EU to set the world’s most ambitious CO2 standards for cars and trucks but also helped uncover the dieselgate scandal; we campaigned successfully to end palm oil diesel; secured a global ban on dirty shipping fuels and the creation of the world’s biggest carbon market for aviation – just to name a few.
Credibility is our key asset. We are a non-profit organisation and politically independent. We combine the power of robust, science-based evidence and a deep understanding of transport with memorable communications and impactful advocacy.
Our staff in Brussels, Rome, Madrid, Berlin, Warsaw and London collaborate with our 63 national member and supporter organisations in 24 countries across Europe. All together our members and supporters represent more than 3.5 million people.
We coordinate the International Coalition for Sustainable Aviation (ICSA), which has observer status at the International Civil Aviation Organisation (ICAO) and are members of the Clean Shipping Coalition (CSC), which has observer status at the International Maritime Organisation (IMO).
We hold a seat on the board of ECOS, and are members of the Green 10 group of European environmental NGOs, Agora Verkehrswende, the Platform for Electromobility, the Coalition for Energy Savings, the Renewable Grids Initiative and the Electrification Alliance.
Multiconsorzio Erion aumenta riciclo RAEE, ma denuncia arretratezza dell’Italia. Nel 2023, Erion – il più importante Sistema multiconsortile di Responsabilità Estesa del Produttore – ha istituito un nuovo consorzio, rafforzato il posizionamento degli altri cinque sistemi collettivi, assunto 8 nuovi professionisti e distribuito valore economico per 126.210.994 €, in crescita del 5% circa rispetto al 2022.
Non solo, Erion ha gestito su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti di cui 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (il 67% del totale nazionale), 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie, 2.896 tonnellate di RAEE Professionali e 11.500 tonnellate di Rifiuti di Imballaggi.
Questo il quadro che emerge dal Bilancio di Sostenibilità 2023 del Sistema che, rispetto all’anno precedente, ha però subito una flessione nelle quantità raccolte di circa il 2% (257.705 tonnellate nel 2022).
“I risultati presentati nel Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion evidenziano la centralità del riciclo dei rifiuti per lo sviluppo dell’economia circolare e l’approvvigionamento di materie prime strategiche necessarie a numerosi comparti industriali. Un processo fondamentale per l’Italia dato soprattutto il momento storico in cui ci troviamo, caratterizzato da una sempre più crescente scarsità di risorse e di dipendenza delle importazioni da Paesi Terzi.
Raccogliere e gestire correttamente RAEE, Rifiuti di Batterie e di Imballaggi e, presto, anche Rifiuti Tessili è un requisito strategico per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Per farlo, abbiamo bisogno di rendere più consapevoli i cittadini, soggetto primario di un modello di economia circolare, attivandoli su una corretta raccolta differenziata, offrendo loro modalità più semplici per consegnare i rifiuti ai sistemi come Erion e favorendo una maggiore collaborazione” ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization. “Ecco perché i dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio affinché la leadership italiana nel settore del riciclo dei rifiuti sia raggiunta anche nelle filiere dei RAEE e delle batterie e, nel prossimo futuro, anche nel tessile.
Per riuscirci abbiamo bisogno di fare rete con le Istituzioni, i media, le organizzazioni, i cittadini, e creare un paradigma in cui il riciclo diventi una consuetudine culturale e sociale, un’abitudine imprescindibile. In quest’ottica Erion continuerà a lavorare sul versante della comunicazione, dell’educazione e della formazione per rafforzare quella cultura della sostenibilità che caratterizza il nostro Sistema fin dal suo primo giorno di lavoro”.
Nel 2023 Erion ha continuato ad appellarsi alle Istituzioni per migliorare la filiera, chiedendo azioni concrete: dalla riduzione e semplificazione della burocrazia a misure di incentivazione, sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di RAEE; da linee di intervento su settori specifici come la raccolta domiciliare e la micro-raccolta, a iniziative di comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori.
Il Sistema multi-consortile ha inoltre seguito direttamente le novità legislative del 2023 come l’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sulle Batterie, di quello che disciplina la responsabilità nella preparazione al riutilizzo dei RAEE e dell’obbligo per i Produttori di Prodotti del Tabacco di partecipare ad un sistema di Responsabilità Estesa del Produttore.
Il 2023 è stato anche l’anno della revisione, tanto attesa, delle Direttiva quadro sui rifiuti e della proposta di Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggi. Passaggi normativi compiuti o ancora in itinere, che Erion ha seguito direttamente contribuendo a informare a 360° i propri stakeholder, grazie a studi, eventi, dibattiti e programmi formativi e informativi.
Danilo Bonato prosegue: “Raccogliere e gestire correttamente RAEE, Rifiuti di Batterie e di Imballaggi e, presto, anche Rifiuti Tessili è un requisito strategico per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Per farlo, abbiamo bisogno di rendere più consapevoli i cittadini, soggetto primario di un modello di economia circolare, attivandoli su una corretta raccolta differenziata, offrendo loro modalità più semplici per consegnare i rifiuti ai sistemi come Erion e favorendo una maggiore collaborazione”
I RAEE domestici
Nel 2023, con un livello di servizio del 99,23%, Erion WEEE ha gestito 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (in calo di quasi il 6% rispetto all’anno precedente). La riduzione è dovuta principalmente ai minori volumi raccolti del Raggruppamento R3 (TV e monitor: 30.933 tonnellate, -31% rispetto al 2022) che ha registrato un calo dopo la crescita elevata degli anni precedenti trainata dall’introduzione del “bonus rottamazione TV”.
La contrazione della raccolta ha coinvolto anche i Raggruppamenti R1 (freddo e clima: 75.100 tonnellate, -3% rispetto al 2022) e R4 (piccoli elettrodomestici e informatica: 17.927 tonnellate, -7% rispetto al 2022).
Crescono, invece, il Raggruppamento R2 (grandi bianchi: 107.805 tonnellate, +3% rispetto al 2022) e il Raggruppamento R5 (sorgenti luminose: 258 tonnellate, + 18% rispetto al 2022).
Si tratta, comunque, di risultati di grande rilievo che evidenziano quanto i RAEE rappresentino un settore strategico per l’economia circolare, ancor più nell’attuale contesto caratterizzato da una forte carenza di materie prime.
Nel dettaglio, con un tasso di riciclo pari al 88% del totale di RAEE Domestici gestiti, sono state recuperate e reimmesse nei cicli produttivi 204.222 tonnellate di Materie Prime Seconde di cui 126.212 tonnellate di ferro, quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel, 29.070 tonnellate di plastica, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 11 milioni di sedie da giardino, 5.685 tonnellate di rame, equivalenti al rivestimento di 62 Statue della Libertà, 5.147 tonnellate di alluminio, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 321 milioni lattine.
Ai risultati operativi si aggiungono i benefici ambientali generati dalla corretta gestione dei RAEE Domestici: nel 2022 è stata evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq (corrispondenti alle emissioni generate da un’auto che percorre circa 177 mila giri intorno all’equatore), con un risparmio di più di 335 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 124 mila famiglie italiane in un anno).
I rifiuti di batterie
Durante il 2023 Erion Energy ha gestito 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie (RB) di cui 4.266 sono Batterie per Veicoli; 1.503 tonnellate Batterie Portatili e le restanti 84 tonnellate Batterie Industriali.
La raccolta complessiva di Rifiuti di Batterie (RB) da parte di Erion Energy ha subito una contrazione del 42% rispetto al 2022, dovuta principalmente alla decrescita del 50% nella gestione dei Rifiuti di Batterie per veicoli rispetto all’anno precedente. Al contrario i Rifiuti di Batterie Industriali gestiti hanno raggiunto un +79% rispetto al 2022, e i Rifiuti di Batterie Portatili hanno registrato un lieve aumento nel 2023 (+3%).
Nel 2023, Erion Energy ha sviluppato, con il supporto della società di consulenza dss+, uno strumento che permette di valutare i benefici della corretta gestione dei RB su tre indicatori ambientali. Dalla corretta gestione dei RB: nel 2023 è stata evitata l’immissione in atmosfera di più di 1.100 di tonnellate di CO2eq (corrispondenti a quelle assorbite in un anno da un bosco grande quanto 168 campi da calcio), con un risparmio di più di 3 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 674 famiglie italiane costituite da 4 persone) e oltre 1 milione di m3 di acqua risparmiata (corrispondenti al volume di 432 piscine olimpioniche).
Il Sistema Erion cresce
Il 2023 ha visto la nascita del sesto Consorzio del Sistema: Erion Textiles, dedicato alla gestione dei Rifiuti di Prodotti Tessili in Italia. Nato nell’aprile del 2023 a seguito della revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti che estenderà al settore tessile il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, il Consorzio ha accolto l’ingresso della proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti dell’Unione Europea, confermando il proprio obiettivo di assicurare la creazione di una legislazione ispirata alle buone pratiche EPR , coerentemente con le aspettative dei Produttori sui futuri scenari di circolarità per il settore tessile.
Per prepararsi al meglio a sostenere la crescita del Sistema Erion, nel 2023 ECO ha promosso il modello “Agile Future” che consiste in un nuovo approccio alla modalità di lavoro per una gestione efficace ed equilibrata del tempo delle persone, sia professionale che personale. Un’innovativa formula contrattuale che consente ai dipendenti di Erion di usufruire dello smart working per tre giorni a settimana e allo stesso tempo elimina il vincolo prefissato di orario di inizio e fine della prestazione lavorativa.
Infine, la survey sulla soddisfazione dei Soci condotta nel 2023 ha confermato l’apprezzamento dei Produttori per la qualità e la competitività dei servizi forniti da ECO. Da questa, infatti, è emerso che il 98% dei partecipanti consiglierebbe Erion ad altri Produttori e che secondo il 96% Erion fornisce un supporto adeguato ai propri Consorziati.
È possibile visionare i dati completi del Bilancio di Sostenibilità 2022 di Erion collegandosi al sito https://erionesseresostenibili.org/it/. Il sito e il Bilancio sono disponibili anche in lingua inglese.
Erion è il più importante Sistema multi-consortile no profit di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici, dei rifiuti di Prodotti del Tabacco e dei Rifiuti Tessili.
Nato nel 2020 rappresenta attualmente 2.500 aziende e ne garantisce l’impegno verso l’ambiente, la sostenibilità, la ricerca e l’innovazione tecnologica.
Il Sistema Erion è composto da Erion WEEE, Erion Professional, Erion Energy, Erion Packaging, Erion Care ed Erion Textiles, sei Consorzi di settore che assicurano ai Produttori i servizi di conformità normativa e il coordinamento delle attività di gestione dei rifiuti.
La piattaforma comune ECO (Erion Compliance Organization) armonizza le strategie operative dei consorzi e coordina le attività comuni al Sistema.