Criticità materie prime ferrose e RAEE. Assofermet ha presentato in Senato il proprio piano per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e lo sfruttamento strategico dei RAEE.
L’Associazione di Categoria che rappresenta il recupero e il riciclo di rottami ferrosi e non ferrosi ha partecipato alle Audizioni presso la Commissione Industria e Agricoltura, dove ha anche presentato la propria posizione sul Piano Minerario presentato dal Ministro Urso.
L’Associazione si è dichiarata favorevole alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, ha messo in luce l’importanza dei RAEE nel raggiungimento degli obiettivi strategici e ha espresso il proprio sostegno all’intenzione annunciata dal Ministro Urso di riaprire alcune miniere italiane, seppur evidenziandone alcune importanti criticità.
Quello delle materie prime critiche è un argomento sempre più centrale nelle scelte strategiche dell’Unione Europea e degli Stati Membri.
In un periodo storico in cui si intrecciano transizione ambientale, trasformazione digitale e contrasti geopolitici, emergono tutte le criticità legate al rifornimento di risorse come litio, bauxite, terre rare e tutte le trenta materie prime critiche individuate dalla Commissione Europea.
La sfida più urgente può essere sintetizzata in un preoccupante squilibrio fra domanda e offerta: a fronte del grande aumento della domanda di materie prime critiche previsto per l’immediato futuro, l’offerta appare sempre più influenzata da rischi e sfide di natura geopolitica, ambientale e sociale.
Alla luce di questo difficile contesto politico ed economico, Assofermet ritiene che il nostro Paese debba diversificare le fonti di approvvigionamento di materie prime critiche quanto più possibile
È necessario diminuire progressivamente la dipendenza da alcuni Paesi da cui si è finora approvvigionata l’Italia e, allo stesso tempo, individuare nuovi Paesi fornitori, oltre a migliorare la capacità di monitoraggio al fine di attenuare i rischi attuali e futuri di nuove perturbazioni sui mercati in fase di approvvigionamento.
Nel proporre misure strutturali sull’approvvigionamento di queste risorse strategiche, vanno tenuti in particolare considerazione i RAEE.
I Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rappresentano una vera e propria “miniera urbana” per il nostro Paese: al loro interno si trovano importanti materie prime critiche e, se correttamente raccolti e recuperati, questi rifiuti possono diventare una fonte strategica di approvvigionamento.
Tra l’altro, per sei delle undici materie prime critiche maggiormente presenti nei RAEE cosiddetti tecnologici (litio, cobalto, gallio, indio, germanio, tantalio, rutenio, disprosio, neodimio, terbio, rame), la Cina è il principale produttore mondiale, con una quota che arriva fino al 97%.
Considerando i dispositivi domestici e aziendali, ad oggi in Italia soltanto il 37% dei RAEE viene effettivamente raccolto, ampiamente al di sotto dell’obiettivo del 65% fissato dall’Unione Europea.
È interessante che il dato della raccolta sia particolarmente basso per i piccoli RAEE come cellulari, tablet, laptop e altri dispositivi tuttora “abbandonati” nelle abitazioni private.
Assofermet ritiene che il sistema di raccolta vigente debba essere analizzato e riveduto con attenzione per rendere più efficace e sostenibile la gestione dei RAEE.
A questo si aggiunge la carenza strutturale, tipica dell’Italia ma anche del resto dell’Unione Europea, di impianti industriali in grado di estrarre Materie Prime Critiche dai singoli componenti dei rifiuti.
Investire maggiormente sulla realizzazione di queste strutture e sulla raccolta e recupero di RAEE significherebbe arrivare ad avere a disposizione un’ulteriore fonte di materie prime critiche.
Si tratta di una direzione strategica che, oltre a ridurre la dipendenza dall’importazione di risorse fondamentali, segnerebbe il passaggio a una vera e propria economia circolare e porterebbe a un decisivo incremento dell’occupazione.
Per quanto riguarda, invece, il cosiddetto “Piano Minerario” annunciato dal Ministro Urso, Assofermet è sostanzialmente d’accordo con l’iniziativa strategica di aprire nuove miniere per il rifornimento di terre rare e materie prime, ma vanno considerati alcuni elementi di rischio.
In primo luogo, la riapertura di qualsiasi miniera dovrà tenere conto delle importanti difficoltà attualmente esistenti: non solo i fattori geologici, i costi del capitale e i rischi correlati, ma anche la lunghezza e l’incertezza delle procedure di autorizzazione, la difficile ricerca di manodopera specializzata e molti altri aspetti organizzativi che potrebbero costituire un deterrente.
Secondo Assofermet, inoltre, andrebbe promossa una mappatura dei siti minerari disponibili per individuare esclusivamente le opportunità concrete di costituire una filiera di imprese che si impegnino nelle attività di estrazione, lavorazione e trasformazione, senza inutili sprechi di energie e risorse. In ogni caso, il tempo che intercorre tra l’avvio di un progetto e la reale disponibilità dei materiali estratti sul mercato può essere molto lungo: per il breve periodo, sarebbe particolarmente rischioso basarsi esclusivamente sulla riapertura delle miniere per affrontare l’emergenza dell’approvvigionamento di materie prime critiche.
Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è che si tratta di attività economiche evidentemente strategiche, molto più di quanto non lo fossero in passato: per questo motivo, potrebbe essere necessario un intervento diretto, forte e prolungato, dello Stato e/o di Cassa Depositi e Prestiti per sostenere un eventuale ricorso alle miniere.
Assofermet è l’Associazione di Categoria che rappresenta a livello nazionale 450 imprese del commercio e della distribuzione in quattro diversi settori: acciai, con aziende attive nel commercio, distribuzione e prelavorazione di prodotti siderurgici; rottami, con impianti che effettuano attività di raccolta, recupero, riciclaggio e commercio di rottami ferrosi; metalli, con le aziende del commercio, distribuzione, prelavorazione e riciclo dei rottami non ferrosi; ferramenta, con imprese del commercio e distribuzione di ferramenta e articoli del fai-da-te. Grazie ad Assofermet le aziende associate possono avere accesso a tutte le più importanti tematiche generali e di dettaglio nel proprio settore di attività, a livello normativo e di mercato. L’associazione è un punto di incontro fondamentale per aziende, media e stakeholder che si occupano di alcuni dei settori più rilevanti per l’economia italiana.
Raccolta dei RAEE Ecolamp 2023, primo semestre. Oltre 1350 tonnellate di rifiuti elettrici riciclati dal Consorzio grazie ai conferimenti di imprese e cittadini.
Nel primo semestre del 2023 Ecolamp ha gestito in tutta Italia 1.359 tonnellate di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Nello specifico il Consorzio, che dal 2004 si occupa del corretto recupero e riciclo dei RAEE, ha ritirato 633 tonnellate tra piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, apparecchi di illuminazione e pannelli fotovoltaici giunti a fine vita (raggruppamento R4), e 726 tonnellate di sorgenti luminose esauste (raggruppamento R5).
Rispetto al primo semestre dello scorso anno i dati si mantengono stabili, con un lieve calo dell’R5 e un incremento dell’R4, trainato dai servizi di raccolta destinati al pubblico professionale che registrano un +14% rispetto al 2022.
Nella raccolta delle sorgenti luminose esauste, raggruppamento storico del Consorzio, tra le Regioni più virtuose c’è la Lombardia con un totale di 157 tonnellate di rifiuti conferiti, seguita dal Veneto e Lazio rispettivamente con 90 e 81 tonnellate avviate a riciclo. l’Emilia-Romagna registra una raccolta di 76, la Toscana ne conta 59, il Piemonte 56. Seguono alcune Regioni del Sud: prima fra tutte la Campania con 30 tonnellate, quindi la Puglia con 29,5. Tra le isole maggiori la Sicilia fa registrare 29 tonnellate di lampadine recuperate e riciclate.
A livello provinciale Latina risulta la più attiva, con 49 tonnellate, seguita due capoluoghi lombardi: Milano (38) e Bergamo (31). Roma, Torino e Pisa hanno raccolto rispettivamente 27, 26,5 e 26 tonnellate di RAEE R5. Prima tra le Province del Sud è Caserta con 14,5 tonnellate conferite, per le Isole Catania con 12 tonnellate.
“La quantità di rifiuti tecnologici gestiti da Ecolamp nel primo semestre del 2023 mostra un andamento complessivamente stabile.” Commenta Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp “L’impegno del Consorzio si conferma quello di contribuire al raggiungimento dei target Europei di raccolta differenziata dei RAEE, grazie all’offerta di servizi accessibili e di qualità, rivolti ai diversi detentori di questi rifiuti. A ciò si aggiungono campagne di informazione e comunicazione per diffondere tra cittadini e imprese, la conoscenza dei comportamenti più corretti e sostenibili in materia.”
Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche giunte a fine vita (RAEE). Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi riunisce oltre 350 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Dal 2015 Ecolamp è tra i soci fondatori di Eucolight, l’associazione europea nata per dare voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione. Ecolamp porta avanti con impegno numerose attività per sensibilizzare cittadini e operatori del settore, coinvolgendo l’unione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE. Oggi Ecolamp, in un’ottica di economia circolare, garantisce il recupero di oltre il 95% dei materiali di cui questi rifiuti sono composti e il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti, evitando che vengano disperse nell’ambiente.
Rimodulati i contributi CONAI per carta, legno e vetro. CONAI, dopo confronto con i Consorzi COMIECO, RILEGNO e COREVE, valutato lo scenario attuale della filiera del riciclo degli imballaggi ha rimodulato nuovamente il contributo ambientale (o CAC) per gli imballaggi in carta, legno e vetro.
Gli imballaggi in carta
Dal 1° ottobre 2023, il contributo per gli imballaggi in carta e cartone passerà da 5 euro/tonnellata a 35 euro/tonnellata.
Tra luglio 2020 e luglio 2022 il contributo per la carta si è progressivamente ridotto da 55 a 5 euro/tonnellata. Ciò grazie all’incremento dei valori della carta riciclata sul mercato e alla condizione delle riserve economiche di COMIECO.
La rimodulazione del contributo, oggi, è dovuta a diversi fattori
Rispetto alle previsioni per il 2023, si sono ridotti i ricavi dalla vendita del materiale. Sono inoltre diminuiti i volumi degli imballaggi immessi al consumo e assoggettati al CAC; questo decremento è dovuto principalmente alla contrazione della produzione industriale nelle principali economie mondiali, per le note congiunture internazionali. Il tutto in un contesto di aumento delle quantità di raccolta in convenzione.
Le riserve patrimoniali di COMIECO si sono quindi ridotte sensibilmente al di sotto della soglia voluta e necessaria per garantire la continuità rispetto agli impegni di raccolta e riciclaggio.
Non cambiano i valori degli extra CAC da applicare agli imballaggi poliaccoppiati a base carta idonei al contenimento di liquidi, a quelli di tipo C (con componente cellulosica superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%) e a quelli di tipo D (con componente cellulosica inferiore al 60% o non esplicitata).
I valori del CAC per la carta saranno i seguenti:
Gli imballaggi in legno
Dal 1° gennaio 2024, il contributo per gli imballaggi in legno passerà da 8 euro/tonnellata a 7 euro/tonnellata.
Il decremento è correlato a diversi fattori, tra cui un aumento dell’immesso al consumo nel 2021 e 2022 che ha determinato una situazione economica positiva.
Gli imballaggi in vetro
Dal 1° ottobre 2023, il contributo per gli imballaggi in vetro passerà da 23 euro/tonnellata a 15 euro/tonnellata.
Una variazione al ribasso che è conseguenza di diverse situazioni congiunturali. La continua crescita dei prezzi del materiale ceduto in asta, che nella prima parte del 2023 si sono mantenuti superiori a quelli già molto alti del 2022. E la riduzione dei costi di gestione legata al diminuire delle quantità conferite al sistema consortile.
Anche per COREVE, inoltre, le riserve patrimoniali si mantengono sufficientemente alte per permettere una diminuzione del CAC.
Le procedure semplificate per l’import
Le rimodulazioni avranno effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate per importazione di imballaggi pieni.
Il contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi (tara) delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà dagli attuali 59 a 70 euro/tonnellata dal 1° ottobre 2023 e a 69 euro/tonnellata dal 1° gennaio 2024.
L’aliquota da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in euro) diminuirà da 0,12 a 0,11% per i prodotti alimentari imballati, a decorrere dal 1° ottobre 2023; resterà invece invariata quella relativa ai prodotti non alimentari imballati (0,6%).
Corretto riciclo dei RAEE: Ecolamp costituisce il punto di riferimento per le imprese, puntando a massimizzare la raccolta non solo grazie alla gestione dei RAEE domestici ma offrendo servizi personalizzati al mondo professionale.
Ecolamp, Consorzio non profit per il recupero dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ogni anno assicura a corretto trattamento oltre 2.500 tonnellate di RAEE. Di questi, circa il 60 per cento arriva dal circuito domestico, grazie ai conferimenti dei privati cittadini presso le isole ecologiche o, con la formula dell’uno contro uno e dell’uno contro zero, presso i punti vendita della distribuzione. Il restante 40 per cento Ecolamp lo raccoglie attraverso i servizi dedicati al mondo professionale, sviluppati nel tempo per soddisfare le esigenze di grandi e piccole imprese e per ogni tipologia di rifiuto elettrico.
Oggi Ecolamp si rivolge al mondo B2B con un’offerta completa e modulabile
È possibile richiedere il ritiro e lo smaltimento di tutte le tipologie di RAEE attraverso una piattaforma digitale ( aladdin.ecolamp.it ) semplice e intuitiva, affiancata da un servizio clienti per un supporto completo.
In particolare, Extralamp è il canale storico del Consorzio, rivolto agli installatori illuminotecnici e a tutte le imprese che devono smaltire tubi neon e altre tipologie di sorgenti luminose;
ExtraPRO è destinato al ritiro e trattamento dei RAEE del raggruppamento R4 come piccoli rifiuti elettrici, plafoniere, cabine elettriche, pannelli fotovoltaici e molto altro;
ExtraRAEE è il canale per il conferimento di grandi bianchi, TV e monitor (RAEE dei raggruppamenti R1, R2, R3), pile, accumulatori e toner. Consente di mettere a confronto l’offerta dei migliori operatori di zona e selezionare la più vantaggiosa.
Infine, per i siti autorizzati allo stoccaggio di sorgenti luminose, la convenzione Waste-in prevede il trasporto ed il trattamento dei RAEE di illuminazione a condizioni preferenziali.
Ecolamp riserva inoltre, per i propri consorziati – Produttori e Importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche – il servizio EcoService, che consente di offrire alla clientela un pacchetto che non solo includa l’acquisto del prodotto nuovo, ma anche il ritiro e lo smaltimento a norma delle apparecchiature sostituite.
Il consorzio Ecolamp si propone quindi, con la gamma dei servizi offerti, come partner strategico per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità sempre più spesso perseguiti dalle imprese in un’ottica ESG ( Environmental, Social, Governance). Una collaborazione che favorisce al contempo l’incremento dei RAEE correttamente riciclati e la realizzazione di un’economia di tipo circolare.
“Le criticità nell’incrementare la raccolta dei rifiuti tecnologici, emerse con maggiore evidenza nell’ultimo anno, richiedono adeguamenti concreti del sistema RAEE. – commenta Fabrizio D’Amico, Direttore Generale di Ecolamp – Sembra chiaro che le attività professionali di installazione, manutenzione e ammodernamento di impianti possano portare alla raccolta di quantità importanti di rifiuti elettrici, anche di natura domestica. Ecolamp, che da oltre quindici anni ha attivato canali dedicati ai conferimenti dei professionisti, oggi è in grado di offrire una gamma di servizi adatti alle diverse esigenze di questi utenti. L’obiettivo è sempre quello di contribuire alla crescita dei RAEE correttamente gestiti e riciclati”.
Ecolamp è il consorzio senza scopo di lucro dedito alla raccolta e al trattamento delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche giunte a fine vita (RAEE). Nato nel 2004 per volontà delle principali aziende nazionali e internazionali del settore illuminotecnico del mercato italiano, oggi riunisce oltre 350 produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Dal 2015 Ecolamp è tra i soci fondatori di Eucolight, l’associazione europea nata per dare voce ai Sistemi Collettivi RAEE specializzati nei rifiuti di illuminazione. Ecolamp porta avanti con impegno numerose attività per sensibilizzare cittadini e operatori del settore, coinvolgendo l’unione pubblica sul tema del corretto riciclo dei RAEE. Oggi Ecolamp, in un’ottica di economia circolare, garantisce il recupero di oltre il 95% dei materiali di cui questi rifiuti sono composti e il corretto smaltimento delle sostanze inquinanti, evitando che vengano disperse nell’ambiente.
Scarto acido fosforico a fertilizzante agricolo, grazie all’innovativo sistema ideato dalla sede bolognese del Gruppo Argos ST.
Argos Lualma, con la collaborazione di fornitori agricoli, ha introdotto una serie di procedure che permettono di trasformare l’acido fosforico, derivante dal trattamento di ossidazione anodica, da prodotto di scarto a fertilizzante ideale per l’agricoltura
Gruppo Argos ST riduce impatto ambientale delle proprie attività industriali
Presso lo stabilimento di Imola è stato messo a punto un procedimento che consente il riutilizzo degli scarti provenienti da uno specifico processo, ossia l’anodizzazione colorata.
Il trattamento di anodizzazione colorata, che protegge le superfici metalliche dalla corrosione, migliorando le proprietà di numerosi oggetti, determina però la produzione di rifiuti chimici, che possono essere nocivi per l’ecosistema.
Per ridurre l’impatto ambientale a favore di una maggiore sostenibilità Argos ST ha investito in ricerca e sviluppo e messo a punto un innovativo sistema in ambito industriale.
Argos Lualma sceglie di trasformare l’acido fosforico in fertilizzante per l’ambito agricolo
L’anodizzazione colorata è resa possibile dall’utilizzo di una combinazione di acidi, tra cui l’acido fosforico. Attraverso procedure specifiche, messe a punto grazie alla collaborazione di fornitori, Argos Lualma riesce a separare l’acido fosforico dalla miscela complessiva utilizzata per la lavorazione dei metalli anodizzati.
In questo modo, l’acido fosforico viene opportunamente trattato e trasformato in fertilizzante ricco di fosforo, dunque in prodotto finito utilizzabile e commercializzabile nel settore agricolo.
“Da anni ci rivolgiamo a fornitori che siano capaci di portare avanti questa soluzione innovativa – commenta Alberto Lelli, Amministratore Delegato di Argos Lualma – Indubbiamente i processi industriali comportano inquinamento e, nel nostro caso, l’ossidazione anodica determina la produzione di rifiuti chimici che possono avere un impatto negativo sull’ambiente. Essere riusciti a adottare questo sistema è davvero una grande soddisfazione: in questo modo riduciamo l’impatto ambientale delle nostre attività e favoriamo il riutilizzo di prodotti di scarto”.
Il riutilizzo dell’acido fosforico in agricoltura: alcuni vantaggi
Riutilizzare l’acido fosforico proveniente dagli scarti delle attività industriali per impiegarlo in agricoltura come fertilizzante offre diversi vantaggi: il fosforo, infatti, è un nutriente essenziale per le piante, poiché contribuisce allo sviluppo delle radici, alla fioritura e alla fruttificazione.
Inoltre, l’uso di questa tipologia di fertilizzante consente agli agricoltori di garantire alle colture un nutrimento adeguato, riducendo la dipendenza da fornitori esterni.
La pratica del recupero e riutilizzo del fosforo è un ulteriore progresso nella gestione degli scarti di produzione: permette di ridurre gli sprechi e trasformafli in un sottoprodotto utile.
“Come Gruppo siamo orgogliosi di aver sviluppato una soluzione che combina innovazione tecnologica, sostenibilità e processi agricoli. Il nostro obiettivo è continuare a investire nella ricerca e a studiare soluzioni che consentano il riutilizzo degli scarti di produzione, all’interno di ogni stabilimento parte di Argos ST. La tutela della sostenibilità ambientale ad oggi è una dimensione imprescindibile per ogni azienda e noi non possiamo che sentire la responsabilità di offrire anche il nostro contributo”. – conclude Alberto Lelli.
Argos Surface Technologies, nato nel 2020 con il fondo di private equity Gradiente II, gestito da Gradiente SGR. Prende vita dall’unione di importanti realtà nel panorama dei trattamenti e dei rivestimenti superficiali, con l’ambizioso intento di creare una leadership nel settore.
Nel 2020 il Gruppo prende avvio con le acquisizioni di Argos, Impreglon Italia e Aalberts ST. Nel 2021 il gruppo acquisisce le emiliane TSM (oggi Argos TSM) e Lualma Anodica (oggi Argos Lualma) e nel 2022 la bergamasca TEC.RI.MET, la mantovana Foresi e la torinese Rotostatic.
Il Gruppo vanta oggi nove stabilimenti: Borgaro Torinese (TO), Origgio (VA), Opera (MI), Cambiago (MI), Calcio (BG), Gonzaga (MN), Monteveglio (BO), Minerbio (BO) e Imola (BO), con oltre 350 dipendenti e un fatturato che supera i 50 milioni di euro.
Da pannelli solari a barattoli. Sogliano Ambiente Spa, azienda leader nel settore del riciclo dei rifiuti, ha trovato una soluzione innovativa per il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici grazie alla collaborazione con Cyrkl, la piattaforma globale dedicata alla compravendita di rifiuti industriali e all’approvvigionamento sostenibile.
L’azienda, da anni impegnata nel riciclo a 360 gradi dei rifiuti, ha recentemente ampliato le sue attività per includere il riciclo dei pannelli fotovoltaici.
Grazie a metodi di lavorazione avanzati, Sogliano Ambiente è in grado di estrarre una percentuale molto elevata dei materiali contenuti nei pannelli fotovoltaici, ottenendo risultati di efficienza senza precedenti.
Infatti, il 99% dei materiali in ingresso viene avviato al riciclo, mentre solo l’1% viene destinato allo smaltimento finale.
Attraverso il loro sistema di trattamento meccanico su linea, Sogliano Ambiente Spa ha raggiunto un importante traguardo: l’End-of-Waste sul vetro dei pannelli fotovoltaici, in conformità con il regolamento (UE) N. 1179 del 10/12/2012.
Questo significa che il vetro recuperato perde la qualifica di rifiuto e diventa una preziosa materia prima seconda, pronta per essere reintrodotta nel ciclo produttivo.
Per valorizzare il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici, Sogliano Ambiente Spa ha collaborato con Cyrkl
Attraverso la piattaforma di Cyrkl, l’azienda ha trovato un partner specializzato nella produzione di vasetti e bottiglie per il settore alimentare, ad esempio per sughi. La connessione facilitata da Cyrkl ha creato un mercato per il vetro dei pannelli fotovoltaici, precedentemente considerato un sottoprodotto di poco valore.
Simone Grasso, country manager italiano di Cyrkl, ha commentato: “Siamo entusiasti di supportare Sogliano Ambiente Spa nel loro impegno per il riciclo dei pannelli fotovoltaici. Questa connessione dimostra come la circolarità possa creare opportunità di business sostenibili, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle attività industriali. Siamo orgogliosi di facilitare tali connessioni e di fornire alle aziende gli strumenti necessari per trasformare i rifiuti in risorse preziose”.
La partnership tra Sogliano Ambiente Spa e il produttore di imballaggi in vetro è solo un esempio delle numerose connessioni di successo che Cyrkl ha facilitato nel settore della gestione dei rifiuti.
La piattaforma di Cyrkl ha già connesso migliaia di aziende in tutto il mondo, offrendo loro l’opportunità di trasformare i propri rifiuti in risorse preziose e contribuire alla transizione verso un’economia circolare.
Sogliano Ambiente Spa continua a essere all’avanguardia nel settore del riciclo dei pannelli fotovoltaici, dimostrando il suo impegno per l’efficienza e la sostenibilità.
Grazie alla collaborazione con Cyrkl, l’azienda è in grado di valorizzare il vetro derivato dai pannelli fotovoltaici, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale di questa importante fonte di energia rinnovabile.
Cyrkl è una startup green-tech la cui missione principale è di applicare i principi dell’economia circolare alla gestione dei rifiuti attraverso tecnologie innovative, analisi dei dati e apprendimento automatico.
Ad oggi Cyrkl aiuta migliaia di aziende a trasformare i rifiuti in risorse, grazie alla più grande piattaforma digitale sugli scarti in Europa dove è possibile caricare annunci virtuali di ogni tipo di scarto o rifiuto.
Grazie a Cyrkl le aziende risparmiano centinaia di migliaia di tonnellate di emissioni di CO2 che verrebbero altrimenti rilasciate nell’atmosfera.
Come parte delle sue attività di consulenza, il team di esperti di rifiuti si occupa inoltre di consulenze specifiche.
Gli esperti si recano presso gli stabilimenti industriali e analizzano tutti i flussi di rifiuti con l’obiettivo di trovare soluzioni alternative in termini di gestione dei rifiuti.
I risultati ottenuti sono analisi di mercato, risparmi ambientali ed economici (15% – 45%) e supporto nell’implementazione di nuove tecnologie di riciclaggio. Il portafoglio clienti include anche grandi aziende come LIDL e Škoda Auto.