Category: Mobilità

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Parco veicoli industriali: rinnovare il circolante fra i più vetusti d’Europa. Le proposte dell’UNRAE per la transizione ecologica e la ripresa economica.

In Italia circolano quasi 430.000 veicoli industriali ante Euro V, contando solo quelli con targa italiana, di cui il 92% con oltre 15 anni di anzianità.
La loro sostituzione, con un piano di rinnovo di durata non superiore al decennio, consentirebbe un abbattimento delle emissioni di CO2 di 87 miliardi di kg, una riduzione dei consumi di carburante del 10%, un risparmio di spesa di 49 miliardi di euro, e una riduzione degli incidenti stradali del 48% (210.000 in meno).
Questi, alcuni dati di uno studio commissionato da UNRAE a GiPA, presentato in occasione della Conferenza Stampa della Sezione Veicoli Industriali, un settore cardine della filiera industriale e commerciale in Italia che, nel complesso, occupa 1,25 milioni di addetti per un fatturato di 344 miliardi, commisurabile al 20% del Pil, contribuendo ogni anno con un gettito fiscale di 76,3 miliardi di euro.
Nel nostro Paese il peso del trasporto su gomma è del 66% sul totale, contro una media dell’80% dei paesi direttamente paragonabili come Germania e Francia, tuttavia l’Italia ha il parco circolante tra i più vetusti e inquinanti, con un’età media di 14 anni.

“Il PNRR apre nuove sfide e nuove opportunità per il rinnovo del sistema logistico e in particolare per il trasporto merci su gomma”, ha affermato Marc Aguettaz, Country Manager Italia di GiPA, nel corso della presentazione dello studio, che indica come con un piano di rinnovo del parco di durata superiore a dieci anni, l’età media dei veicoli non migliorerebbe.

“Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore trasporto merci a lunga distanza e per la logistica urbana, sarà fondamentale il contributo di tutte le tecnologie”, ha aggiunto Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali.

Già oggi, grazie all’evoluzione tecnologica, i veicoli sono sempre meno inquinanti e più sicuri, ma deve essere fatto di più per accelerare il rinnovo del parco. Tra i veicoli industriali circolanti solo il 21,6% è dotato di dispositivi obbligatori come la frenata autonoma d’emergenza e il mantenimento di corsia, il 51,8% è dotato di tachigrafo elettronico e il 6% di tachigrafo intelligente.
Per accompagnare la transizione ecologica, oltre a un “vigoroso piano” al massimo decennale per il rinnovo dei mezzi, l’UNRAE indica una serie di proposte, a partire dalla creazione di un tavolo tecnico con le Istituzioni competenti per l’adeguamento delle norme del Codice della Strada allo sviluppo tecnologico e di business del settore, dando inoltre attuazione alle disposizioni riguardanti la lunghezza massima degli autoarticolati a 18,75 metri, alla revisione dei mezzi ai privati, alla normativa sui trasporti eccezionali.

Sul Codice della Strada è intervenuto il Direttore Generale per la Motorizzazione, Pasquale D’Anzi per ribadire il ruolo della Direzione generale nel recepire le domande e fornire risposte certe al settore dell’autotrasporto in direzione dei cambiamenti auspicati: “Un esempio è la Legge 156/2021 che, tra altre norme di natura tecnica, permette di effettuare le revisioni anche per i mezzi pesanti e rimorchi in officine private autorizzate. Il Decreto attuativo, emanato a novembre, prevede l’istituzione di un registro unico degli ispettori che sarà regolato con decreto dirigenziale atteso entro la fine dell’anno o inizio del prossimo. Con il registro unico si prevede il completo abbattimento dei tempi d’attesa per la revisione e si punta all’obiettivo del 100% dei mezzi revisionati per massimizzare la sicurezza del sistema”.

Per quanto riguarda la categoria degli autisti (in Italia ne mancano attualmente 20 mila e oltre il 45% ha più di 50 anni), il presidente Paolo A. Starace chiede il rilancio del Progetto giovani conducenti e un piano di sostegno alla formazione professionale da sviluppare in collaborazione con il Comitato Centrale dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori.

Enrico Finocchi, Presidente del Comitato Centrale, ha messo l’accento sulla sfida ecologica, che impone al settore impegni concreti per la soluzione dei vincoli ambientali, e sulle sfide riguardanti direttamente i professionisti dell’autotrasporto: “Mancano oggi almeno 20 mila autisti in Italia e occorre trovare soluzioni per riportare i giovani a intraprendere questa professione. Con questo obiettivo sarà convocato a breve un tavolo tecnico con Autoscuole, Case produttrici, Associazioni del mondo del trasporto e Istituzioni, per trovare soluzioni efficaci e sostenibili per colmare questo gap di risorse umane, che non è solo italiano ma globale”.

In tema di transizione ecologica, Starace propone tra l’altro il blocco programmato alla circolazione dei veicoli più inquinanti e meno sicuri, la rimodulazione del bollo e il rimborso di pedaggi e accise in base al criterio ‘chi inquina paga’, la defiscalizzazione dei biocarburanti, oltre allo sviluppo della rete di ricarica dei mezzi elettrici e a idrogeno.

“Infine – conclude Paolo A. Starace – è necessario proseguire e rafforzare le politiche di sostegno al rinnovo del parco circolante, incentivando la rottamazione anche per i rimorchiati, mentre a favore delle imprese è necessario prorogare e ampliare il credito d’imposta estendendolo a tutto il 2024, e rifinanziando senza soluzione di continuità la Legge Nuova Sabatini”.

UNRAE – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, è l’Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano delle autovetture, dei veicoli commerciali, industriali, autobus, dei rimorchi e semirimorchi. L’UNRAE è divenuta uno dei più validi interlocutori delle Istituzioni ed è oggi la principale fonte di informazioni ed analisi del mercato, costituendo un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore. Oggi le 41 Aziende associate – e i loro 58 marchi – fanno parte della filiera della distribuzione e dell’assistenza autorizzata che nel suo complesso fattura oltre 50 miliardi di euro, con un numero di occupati pari a circa 160.000 unità.

ph. © Enrico Rainero

www.unrae.it

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EU finance rules for EVs undermined by support for gas. Electric vehicles (EVs) will be the only cars that can be classified as green investments as of 2026, under new rules cleared by EU governments.

The historic sustainable finance rules will, however, be severely undermined by the European Commission’s labeling of gas as green investments later this month, explains Transport & Environment, which said the Commission is trying to bury the contentious policy.
Last week marked the deadline for EU countries to object to the Commission’s proposed definitions for what counts as green investments under the sustainable finance taxonomy. It’s the first piece of the taxonomy of what can be considered green investments. T&E welcomes the move to support EVs in the first delegated act, but warns that the provisions on forestry, bioenergy, gas buses and cargo ships will lead to greenwashing.

The plans for gas – to be labeled as ‘green’ along with nuclear power in the second delegated act – would completely undermine the value of the EU’s green finance rules, says T&E. The Commission is delaying publishing its proposal until just before Christmas.

Luca Bonaccorsi, director of sustainable finance at T&E. “The classification of EVs as sustainable vehicles is possibly the most advanced green classification in financial markets. But this pales in comparison with the greenwashing in both laws. The Commission is on the verge of labeling gas as ‘green’, thereby destroying the credibility of the EU’s sustainable finance agenda as a whole.”

Transport & Environment’s (T&E) vision is a zero-emission mobility system that is affordable and has minimal impacts on our health, climate and environment.
Since we were created 30 years ago, T&E has shaped some of Europe’s most important environmental laws. We got the EU to set the world’s most ambitious CO2 standards for cars and trucks but also helped uncover the dieselgate scandal; we campaigned successfully to end palm oil diesel; secured a global ban on dirty shipping fuels and the creation of the world’s biggest carbon market for aviation – just to name a few.
Credibility is our key asset. We are a non-profit organisation and politically independent. We combine the power of robust, science-based evidence and a deep understanding of transport with memorable communications and impactful advocacy.
Our staff in Brussels, Rome, Madrid, Berlin, Warsaw and London collaborate with our 63 national member and supporter organisations in 24 countries across Europe. All together our members and supporters represent more than 3.5 million people.
We coordinate the International Coalition for Sustainable Aviation (ICSA), which has observer status at the International Civil Aviation Organisation (ICAO) and are members of the Clean Shipping Coalition (CSC), which has observer status at the International Maritime Organisation (IMO).
We hold a seat on the board of ECOS, and are members of the Green 10 group of European environmental NGOs, Agora Verkehrswende, the Platform for Electromobility, the Coalition for Energy Savings, the Renewable Grids Initiative and the Electrification Alliance.

www.transportenvironment.org

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Voli green: modello cooperazione tra Italia e Cina nell’aviazione civile. Aviazione civile, Italia e Cina vanno verso un modello di cooperazione con progetti coordinati della nuova compagnia di bandiera italiana ITA con la Chinese Eastern Airlines, con lo scopo di aumentare la sostenibilità ambientale del settore.
La partecipazione alla video-conferenza degli Ambasciatori dei rispettivi paesi, Luca Ferrari per l’Italia e Li Junhua per la Cina, è un indice preciso dell’importanza di un rapporto sulle iniziative promosse nel settore dell’aviazione civile per ridurre le emissioni di carbonio nell’atmosfera e salvaguardare l’ambiente.

Il rapporto dal titolo “Ricerca sui percorsi di riduzione delle emissioni di carbonio e prospettive di cooperazione nel settore dell’aviazione civile tra Cina e Italia” mette in risalto il valore delle iniziative promosse nei due paesi in un settore specifico che, secondo i dati del 2019, è responsabile del 10% delle emissioni complessive di carbonio dell’intera industria dei trasporti internazionali, con un incremento del 29% registrato nel periodo 2013-2019. Un tasso di crescita che secondo le previsioni dell’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale (ICAO) è destinato ad arrivare al 2050 ad un picco pari al 25% delle emissioni di carbonio su scala globale, se non saranno prese delle urgenti iniziative di correzione.

L’aviazione civile è responsabile del 10% delle emissioni dell’intera industria dei trasporti internazionali
La cooperazione tra gli enti e le compagnie aeree è una strada obbligata a causa del carattere fortemente transnazionale del settore e del ruolo centrale che l’aviazione civile svolge nello sviluppo dell’economia globale. Il Rapporto presentato a Pechino indica le strade da percorrere, le iniziative concrete già avviate, i nuovi piani approvati in Italia e Cina, piani coerenti con le indicazioni delle principali istituzioni internazionali, a cominciare dal suddetto ICAO.
Esplicito è il riconoscimento, presentato in premessa, al valore che cammino avviato dall’Italia in materia di energie alternative ed ai risultati conseguiti finora: «L’Italia – afferma il documento – in quanto paese occidentale sviluppato e terza maggiore economia dell’Ue, ha ottenuto ottimi risultati nel processo di transizione verso un’economia verde. Se si prende in considerazione la trasformazione del settore energetico, per esempio, nel 2014 la quota nazionale di energia da fonti rinnovabili era pari al 17,1%, ben sei anni in anticipo rispetto all’obiettivo del 17% fissato dall’Ue per il 2020. Inoltre, grazie al supporto di criteri di incentivazione – i requisiti di efficienza energetica, il conto termico e i certificati bianchi promossi dalla pubblica amministrazione – e a una intensa campagna per l’installazione di contatori intelligenti, negli ultimi anni l’Italia ha ottenuto risultati nettamente superiori in termini di efficienza energetica non solo rispetto alla media dell’Ue, ma anche rispetto a Germania e Francia. Dati Eurostat del 2019 mostravano che l’intensità energetica primaria dell’Italia era pari a 97,37 chili equivalenti di petrolio per mille euro di PIL, un dato non solamente molto al di sotto del livello complessivo dell’Ue (pari a 114,21), ma anche nettamente inferiore a Germania (103,07), Francia (112,8) e Spagna (113,03)».

Secondo il Rapporto, l’Italia ha ottenuto ottimi risultati nel processo di transizione verso un’economia verde
Secondo gli esperti cinesi, le “eccezionali prestazioni” raggiunte dall’Italia nel risparmio energetico e nella riduzione delle emissioni nel settore dell’aviazione civile, potrebbero “illuminare il settore dell’aviazione civile cinese” nella ricerca delle strade migliori per i “Duplici obbiettivi del carbonio” fissati al 2030 e 2060 nell’ambito del XIV Piano quinquennale (2021-2025).

Sempre con riferimento all’Italia, il Rapporto italo-cinese illustra in modo approfondito le direttive indicato dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile agli inizi del 2021 per le politiche di sviluppo del trasporto aereo nel quadro delle linee programmatiche per la “Mobilità Sostenibile” poste a base del nuovo Piano Nazionale del Recupero e Resilienza (PNRR, 2021).

«È fondamentale – afferma il ministro Enrico Giovannini – che il trasporto aereo sia perfettamente integrato in una rete di trasporti coerente e armonizzata, in grado di contribuire alla riduzione degli impatti ambientali anche delle relative infrastrutture e di promuovere programmi di decarbonizzazione con l’obiettivo delle zero emissioni. Occorre favorire quindi il rinnovo delle flotte con l’acquisto/sostituzione di aeromobili di nuova generazione, meno inquinanti sia per emissioni nocive (CO2), sia per il rumore. È necessario poi elaborare una nuova strategia per l’utilizzo degli aeroporti minori attualmente non aperti al traffico commerciale, di cui possono essere sviluppate le potenzialità in termini di accessibilità ai territori e di promozione dei flussi turistici».

Una strategia che il PNRR italiano, approvato successivamente dalle autorità europee, ha ulteriormente precisato nella Missione 3 – Componente 2 del piano orientata a potenziare anche l’innovazione digitale applicata al trasporto aereo, elemento essenziale della transizione verde. Il Rapporto evidenzia, ancora, le politiche adottate dalle compagnie aeree italiane in materia di gestione efficiente dei carburanti secondo le buone pratiche raccomandate dalla Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA); la funzione promozionale e innovativa svolta dagli enti tecnici di settore come l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), l’Ente Nazionale Assistenza al Volo (ENAV) – da tempo riconosciuto come un interlocutore di prim’ordine del programma europeo SESAR – e la società Aeroporti di Roma (AdR), che con le iniziative promosse secondo il “Piano di Sostenibilità Ambientale” applicato negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino ha ricevuto il più alto livello di certificazione dal Consiglio Internazionale degli Aeroporti d’Europa (ACI Europe), primi aeroporti a conseguire questo risultato in Europa e terzi nel mondo.

autore Marco Ricceri

www.eurispes.eu

www.leurispes.it

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Trucks’ over pollution, breaking EU’s legal emission limits in on-road tests. Emissions when driving in towns or cities were particularly alarming, with highly toxic nitrogen oxide (NOx) emissions at least double the legal limits, testing undertaken by the Technical University of Graz on behalf of T&E found.
Testing of an IVECO diesel long-haul truck found serious failures to comply with the current, lax ‘Euro VI’ emissions limits. In official tests, the truck exceeded the on-road NOx emission limit by 11% overall.

In one of the city driving tests the NOx emission control system – hardware in the exhaust – malfunctioned, resulting in NOx emissions which were 11 times higher than the current legal limit.

Anna Krajinska, emissions engineer at T&E, said: “These results are a damning indictment of an emission standard that allows trucks to drive the air pollution crisis. To combat asthma, heart disease and cancer, all pollution from diesel trucks needs to be urgently reduced. Alongside a clear strategy for achieving 100% Zero emission sales for most trucks by 2035, we need an ambitious new EU emission standard for heavy-duty vehicles to be implemented by 2025 to replace the outdated Euro VI standard agreed more than a decade ago.”

Toxic pollution from road transport is a serious public health concern, with 50,000 people in Europe dying prematurely every year due to nitrogen dioxide (NO2) pollution alone – a component of NOx. Road transport remains Europe’s largest source of NOx emissions. The testing results come in the wake of new World Health Organisation guidelines for NO2 that are 75% lower than current EU limits.

Heavy-duty vehicles represent just 2.4% of EU road vehicles, but they can contribute up to 40% to total NOx emissions [1]
It is particularly concerning that during testing, the truck had particularly high urban NOx emissions on tests replicating a typical supermarket delivery trip and low speed driving typical in towns and cities, where air pollution is often at its worst.

An ambitious new emission standard for all vehicles could cut total EU NOx emissions by 4.2 million tonnes by 2050 and avoid 35,000 premature deaths. T&E calls for the implementation of four key recommendations:
– Reduce emission limits to the lowest levels technically possible;
– Regulate all pollutants which are harmful to human health and the environment and can be effectively regulated at the tailpipe;
– Improve testing, approval and certification of vehicles to make sure buses and trucks meet emission limits whenever and wherever they are driven;
– Ensure that emission limits are met throughout the lifetime of the vehicle.
The European Commission is expected to publish a proposal for a new Euro VII emission standard for heavy-duty vehicles by the end of 2021. It is currently studying recommendations from independent emissions experts, the Consortium for Ultra Low Vehicle Emissions (CLOVE), which has proposed measures based on what is technically achievable.

Anna Krajinska said: “A new EU emission standard is urgently needed to reduce pollution from trucks and buses. Yet, intense opposition from an automotive industry that puts profit before people, could succeed in getting the European Commission to propose a weak standard which would do little to cut emissions. This would be a disaster for clean air and human health.”

[1] Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council setting CO2 emission performance standards for new heavy duty vehicles

Transport & Environment’s (T&E) vision is a zero-emission mobility system that is affordable and has minimal impacts on our health, climate and environment.
Since we were created 30 years ago, T&E has shaped some of Europe’s most important environmental laws. We got the EU to set the world’s most ambitious CO2 standards for cars and trucks but also helped uncover the dieselgate scandal; we campaigned successfully to end palm oil diesel; secured a global ban on dirty shipping fuels and the creation of the world’s biggest carbon market for aviation – just to name a few.
Credibility is our key asset. We are a non-profit organisation and politically independent. We combine the power of robust, science-based evidence and a deep understanding of transport with memorable communications and impactful advocacy.
Our staff in Brussels, Rome, Madrid, Berlin, Warsaw and London collaborate with our 63 national member and supporter organisations in 24 countries across Europe. All together our members and supporters represent more than 3.5 million people.
We coordinate the International Coalition for Sustainable Aviation (ICSA), which has observer status at the International Civil Aviation Organisation (ICAO) and are members of the Clean Shipping Coalition (CSC), which has observer status at the International Maritime Organisation (IMO).
We hold a seat on the board of ECOS, and are members of the Green 10 group of European environmental NGOs, Agora Verkehrswende, the Platform for Electromobility, the Coalition for Energy Savings, the Renewable Grids Initiative and the Electrification Alliance.

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test results

Evento mobilità, carburanti, logistica. Aprono le manifestazioni di punta italiane per un confronto fra Istituzioni, Associazioni e imprese sui temi della mobilità sostenibile, dei carburanti alternativi e delle moderne tecnologie per la logistica.
E’ possibile iscriversi online e scaricare il biglietto che garantisce l’ingresso giornaliero e gratuito al padiglione 20 di BolognaFiere, area destinata ad ospitare le aziende espositrici di Fuels Mobility, HESE Hydrogen Energy Summit & Expo, ConferenzaGNL e Dronitaly, le manifestazioni ideate e organizzate da Mirumir (In Fieri), in programma dal 6 all’8 ottobre 2021, in contemporanea ad ACCADUEO.

La manifestazione si completa con un ricco programma di convegni nelle sale allestite all’interno del padiglione 15 (partecipazione gratuita previa registrazione) realizzato in collaborazione con le principali associazioni di categoria, centri di ricerca, università e istituzioni internazionali.
Più di 150 relatori provenienti da tutto il mondo interverranno in presenza e da remoto contribuendo a una tre giorni di dibattiti altamente qualificati su energia, mobilità e trasporti.

Massima attenzione sarà rivolta ai protocolli di sicurezza anti-covid, per garantire la più ampia partecipazione di pubblico e di operatori del settore, nel pieno rispetto delle normative vigenti, a tutela della salute di tutti.
L’accesso di visitatori ed espositori avviene con procedure di ingresso, transito, uscita, modalità, percorsi e tempistiche predefinite e differenziate, al fine di ridurre le occasioni di assembramento. All’ingresso il personale addetto al controllo effettuerà il controllo della certificazione verde COVID-19 (green pass), in conformità a quanto previsto dal decreto-legge 23 luglio 2021, n.105, e secondo le procedure previste dalla specifica normativa. Ad ogni ingresso nel quartiere fieristico, verrà effettuato il controllo della temperatura corporea (limite 37,5°C) con sistema igienico tipo contactless.

Le iniziative saranno anticipate, dal 27 settembre al 5 ottobre, dalla Water+Energy Digital Session, l’anteprima digitale della manifestazione, un qualificato servizio di Business Matching internazionale (gratuito per gli espositori) destinato ad aziende e ai key player del settore, in attesa dell’appuntamento in presenza.

Mirumir e In Fieri sono due società italiane che da oltre 20 anni si occupano dell’ideazione e dell’organizzazione di manifestazioni fieristiche e di conferenze di elevato profilo, a livello nazionale e internazionale, nei settori dell’energia, dell’innovazione e della mobilità sostenibile. L’ambito di competenza si estende poi dalla consulenza aziendale nella comunicazione d’impresa e al marketing fino alla pianificazione editoriale, cartacea e digitale.

dal 6 a 8 ottobre – BolognaFiere

–  BYinnovation Media Partner

www.mirumir.it

www.fuelsmobility.com

www.hese.it

www.conferenzagnl.com

www.dronitaly.it

Citytech a Milano CityLife. Si avvicina l’appuntamento con Citytech, evento conference ed exhibition leader in Italia sulla mobilità, promosso dal Comune di Milano e patrocinato dai Ministeri della Transizione Ecologica e delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, da Regione Lombardia, AGID, AMAT e ANCI.

E’ online il programma completo dei convegni che si terranno il 23 e 24 settembre presso la Sala Maestoso del Cinema Anteo di CityLife – accesso dalla Torre Generali al piano superiore dell’innovativo Business e Shopping District nel cuore di Milano.

Durante il primo workshop di Citytech che si terrà giovedì 23 settembre dalle ore 10.00 alle ore 13.30, parleremo di progetti innovativi che puntano ad incentivare la diffusione della mobilità elettrica e lo sviluppo di reti logistiche intelligenti all’interno degli spazi urbani per ridisegnare il nostro modo di muoverci e vivere una smart city.

I posti a sedere disponibili nella Sala Maestoso del Cinema Anteo di CityLife, in cui si terranno le conferenze di Citytech, sono limitati a causa delle restrizioni Covid-19. Pertanto è necessario riservare il proprio posto compilando il modulo dedicato. L’accesso alla manifestazione è garantito solo previa visione di Green Pass o certificato di tampone negativo effettuato nelle 48 ore prima.

23 e 24 settembre presso la Sala Maestoso del Cinema Anteo di CityLife

– BYinnovation è Media Partner di Citytech

www.citytech.eu

programma

iscrizione

Expo Ferroviaria 2021 a Rho Fiera Milano dal 28 al 30 settembre. Un appuntamento giunto alla decima edizione che testimonia l’importanza strategica del settore.

Nell’anno della ripartenza, torna a Rho Fiera Milano EXPO Ferroviaria, l’unica fiera B2B dedicata al settore ferroviario in Italia, che festeggia la decima edizione.
Dal 28 al 30 settembre tutti i settori della tecnologia ferroviaria saranno protagonisti dell’appuntamento a loro dedicato, che quest’anno potrà contare anche sulla nuova “Tunnelling area” dedicata alle aziende specializzate nella costruzione ed equipaggiamento di gallerie e spazi sotterranei.

A inizio luglio si contano già oltre 140 espositori, provenienti da 11 paesi tra cui: Alstom Ferroviaria SpA, Colas Rail SpA, Stadler Rail Management AG, Knorr Bremse Rail System Italia Srl, ABB SpA, Lucchini RS SpA, Wabtec Corporation, Salcef Group SpA, Vossloh Locomotive GmbH, Vossloh Sistemi Srl e Siemens SpA.

L’evento rappresenta un’opportunità per i professionisti del settore ferroviario, oggi più che mai dopo il periodo difficile della pandemia, per condividere nuove tendenze, lanciare nuovi prodotti, favorire attività di marketing aziendale, incontrare personalmente clienti, fornitori e partner commerciali, riuniti tutti sotto lo stesso tetto.

La Fiera si svolgerà nei padiglioni 16 e 20, che vedranno una parte dello spazio espositivo dedicato all’area binari, che metterà in mostra prodotti e attrezzature montati su rotaie e sarà la caratteristica di questa sezione insieme allo spazio dedicato al segmento tunneling, sviluppato in collaborazione con la Società Italiana Gallerie (SIG), un’area che mira a creare maggiori opportunità per gli espositori e una maggiore attrazione per i visitatori professionisti del settore.

Gli show partner di EXPO Ferroviaria 2021 rappresentano sia i settori della fornitura e i leader del servizio ferroviario in Italia. Tra questi troviamo Ferrovie dello Stato Italiane, ASSIFER – Associazione dell’Industria Ferroviaria, ANIAF – Associazione Nazionale Imprese Armamento Ferroviario, DR Ferroviaria Italia e SIG Società Italiana Gallerie. Tra i media partner troviamo FerPress, Railway Gazette, BtoB Rail e LeStrade.

EXPO Ferroviaria, come di consueto, comprenderà un intenso programma di conferenze, seminari, e presentazioni degli espositori, che intensificheranno l’esperienza dei visitatori con dibattiti e opinioni di rilievo sulle tendenze tecnologiche.

L’evento è organizzato da Mack-Brooks Exhibitions che per il settore ferroviario organizza anche Railtex e Infrarail nel Regno Unito a inizio settembre e SIFER in Francia, in programma nell’autunno 2021 per sostenere la ripresa del mercato ferroviario europeo.

dal 28 al 30 settembre – Rho Fiera Milano

– BYinnovation è media Partner di EXPO Ferroviaria

www.expoferroviaria.com

www.mackbrooks.com/about

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Fabbisogni infrastrutturali e logistici: la percezione della business community del settore trasporti e logistica. L’indagine di Uniontrasporti- Format Research conferma la tendenza delle imprese a un maggior ricorso a modalità di trasporto più sostenibili e all’attuazione di processi di economia circolare.

Uniontrasporti, la società consortile in house di Unioncamere e delle Camere di commercio, specializzata su temi inerenti alle infrastrutture di trasporto e logistica, ha realizzato con il supporto Format Research, Istituto di Ricerca operativo dal 1992 in Italia ed Europa, un’indagine nazionale sui fabbisogni e sulle esigenze infrastrutturali e logistiche della business community.
L’indagine nasce dalla necessità delle Camere di commercio italiane di individuare i fabbisogni e le esigenze infrastrutturali e logistiche delle imprese al fine di orientare al meglio le politiche di intervento e investimento a beneficio della comunità economica che rappresenta e fornire servizi mirati alle imprese.

L’indagine, realizzata con sistema Cati (Computer Aided Telephone Interview), è stata svolta su un campione statisticamente rappresentativo di imprese della manifattura e dei trasporti e della logistica che insistono su tutto il territorio nazionale. Nel periodo dal 13 maggio al 14 giugno 2021 sono state raccolte complessivamente 6.404 interviste andate a buon fine.

Di seguito è riportata una sintesi delle interviste fatte alle imprese del comparto trasporti e logistica, in totale 1.648, rimandando a un secondo documento la sintesi dei risultati dell’indagine presso le imprese manifatturiere.
Si evidenzia che, nel corso della raccolta dati, tra le aziende contattate è stata registrata una quota consistente di imprese che, in assenza di ristori, avrebbero rischiato di scomparire già nel primo post-lockdown di maggio 2020. Si tratta delle cosiddette “imprese zombie”, che non sono ancora riuscite a tornare ai livelli pre-pandemici e che rischiano di chiudere.

Organizzazione dell’impresa e mercati di sbocco
In termini di export sul fatturato aziendale dall’indagine si evince che, nel 2019, il 76,1% delle imprese ha effettuato solo trasporti nazionali. Per circa il 7%, invece, l’export prodotto con committenti esteri ha inciso oltre il 50% sul fatturato totale aziendale.
In particolare, a livello regionale il Friuli Venezia Giulia è la regione in cui, più di tutte, l’export ha inciso fino al 10% sul fatturato totale aziendale (18%), mentre all’estremo opposto il Molise è la regione in cui il fatturato aziendale è derivato per il 96,9% da trasporti nazionali e solo un 1,4% da committenti esteri.
Il 38,8% di imprese ha dichiarato che, nell’ultimo biennio, l’area di provenienza delle merci è coincisa con la loro area di localizzazione, situazione analoga se consideriamo la destinazione delle merci (38% nella stessa area di localizzazione degli intervistati). Il 29,4% ha gestito merci provenienti dall’Italia.
In media circa otto imprese su dieci (74,3%) hanno utilizzato in prevalenza il trasporto tutto strada, il 7,6% il trasporto combinato strada-mare e solo il 5% i servizi di autostrada viaggiante. Il container è stata l’unità di carico maggiormente impiegata nel corso dell’ultimo biennio (34,6%), a seguire le rinfuse solide/liquide e la cassa mobile.

Accessibilità del territorio
Oltre il 36% delle imprese ritiene ottima o buona l’accessibilità della propria provincia rispetto alla rete autostradale. Nel dettaglio, se nella Provincia autonoma di Bolzano il 10% degli intervistati ritiene ottima l’accessibilità alla rete stradale e autostradale del proprio territorio, in Calabria ben il 64,6% delle imprese intervistate la ritiene molto carente. In generale è soddisfacente anche il giudizio sugli aeroporti (quasi il 29% ritiene l’accessibilità molto buona e il 39% sufficiente). Da questa indagine, gli interventi ritenuti più urgenti dalle imprese del comparto sono risultati: migliorare l’accessibilità ai centri urbani (39%), completare in tempi rapidi gli interventi in corso (38,5%) e potenziare l’intermodalità ferro-gomma-mare (22,9%).

Digitalizzazione e innovazione
In termini di applicazioni informatiche il 45,8% delle imprese ha dichiarato di utilizzare applicazioni gestionali per la contabilità, la finanza e il controllo di gestione, il 21,7% servizi in cloud, il 18,6% piattaforme di comunicazione e collaborazione.
Il 52,2% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere un sito web: tra queste il 35,1% lo utilizza solo come vetrina, il 17,1% come strumento per interagire con l’esterno. In quest’ottica, le imprese liguri risultano le più virtuose, con la percentuale più elevata di aziende che hanno un sito web utilizzato anche per interagire con l‘esterno (25,4%); all’opposto, l’Abruzzo ha la percentuale più alta di aziende che non possiedono neanche un sito web (75,4%).
Del 17,1% di imprese che hanno un sito web che interagisce con l’esterno, il 40,7% lo utilizza per l’e-commerce, il 37,8% per contatti con fornitori e partner.

Competenze e strumenti digitali
Per quanto riguarda il tema delle competenze in ambito digitale, solo il 26,7% delle imprese ritiene di avere gli strumenti e le capacità necessarie per cogliere le opportunità del digitale: il 30,1% delle imprese intervistate deve ancora dotarsi degli strumenti informatici adatti. In questo ambito, il Piemonte risulta la regione più innovativa in quanto solo il 21,6% delle imprese intervistate ritiene di non avere le competenze e gli strumenti informatici adatti, percentuale che tocca il picco del 63,4% in Basilicata.
In particolare, software gestionali, 4G/5G e fibra ottica sono gli strumenti digitali in cui le imprese pensano di investire nel prossimo triennio. La semplificazione delle procedure burocratiche e amministrative, l’ammodernamento organizzativo e digitale e il completamento dell’infrastruttura di connettività della banda ultralarga sono invece gli interventi ritenuti prioritari dalle imprese del comparto per poter beneficiare della transizione digitale.
La velocizzazione dei rapporti con clienti e fornitori, la semplificazione documentale e normativa, la riduzione dei costi rappresentano i principali benefici che le imprese ritengono di poter trarre dalla digitalizzazione. In particolare, secondo le imprese intervistate, la digitalizzazione applicata alle infrastrutture di trasporto potrebbe migliorare l’interazione tra utente e infrastruttura e ottimizzare la gestione della fase di trasporto.

Sostenibilità e transazione ecologica
Ora più che mai la filiera dei trasporti e della logistica deve puntare alla riduzione dell’impatto ambientale e dell’inquinamento. Dall’indagine di Uniontrasporti-Format Research si evince che le imprese del comparto stanno andando nella direzione giusta in tema di sostenibilità e transizione ecologica: il 41,1% delle imprese intervistate ha acquistato mezzi a minor impatto ambientale, il 18,1% ha cercato di compiere azioni meno inquinanti, il 17% di migliorare la capacità di carico dei veicoli. Tra le regioni che hanno investito maggiormente in termini di sostenibilità spicca il Molise con un’altissima percentuale di imprese che hanno acquistato nuovi mezzi a minor impatto ambientale (66,6%).
Investire in mezzi a basso impatto, ricorrere a fornitori attenti alla sostenibilità e formare i dipendenti per migliorare la sensibilità sulle politiche green sono le strategie che le imprese vogliono adottare in futuro. Beneficiare degli sgravi fiscali, migliorare la propria immagine e il minor impatto sull’attività aziendale (non dovendo subire i divieti di circolazione per i veicoli più inquinanti) sono i principali benefici che l’azienda potrebbe trarre dalla sostenibilità.

“Gli esiti di questa parte dell’indagine sono molto significativi e confermano la tendenza delle nostre imprese a un maggior ricorso a modalità di trasporto più sostenibili e all’attuazione di processi di economia circolare. Già nelle iniziative contro le limitazioni tirolesi al Brennero, portate avanti da Uniontrasporti e dal sistema camerale, era emerso un cambio di mentalità dell’autotrasporto italiano, pronto a rinnovare il proprio parco veicolare a favore di un trasporto e di una logistica ecosostenibili. Se riusciremo ad aumentare l’uso di mezzi più sostenibili e il modal shift a favore della ferrovia, la logistica del nostro Paese potrà diventare ancora più efficiente e competitiva” – ha dichiarato Antonello Fontanili, Direttore Uniontrasporti.

Semplificazione normativa e rapporti con PA
In termini di interventi per semplificare l’applicazione delle norme, le imprese coinvolte ritengono necessari la facilitazione dell’accesso ai fondi e agli incentivi per l’acquisto di mezzi e attrezzature, la maggior chiarezza dell’attività amministrativa/normativa e la semplificazione delle procedure per le autorizzazioni. Quasi nove imprese su dieci sono a conoscenza del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). In particolare, l’Umbria risulta la regione più competente sul tema, con un’alta percentuale di imprese (46,8%) che dichiara di conoscere i contenuti del Piano nel dettaglio.
Dell’85,8% di imprese che sono a conoscenza del PNRR, circa il 59% lo ritiene molto o abbastanza vantaggioso per risanare i danni creati dalla pandemia. Sostegno economico mediante contributi a fondo perduto, assistenza e supporto alle imprese e momenti di informazione e aggiornamento sono, secondo le imprese intervistate, le attività che le Camere di commercio dovrebbero attuare per favorire la transazione digitale.

UNIONTRASPORTI è Società in house del Sistema camerale italiano, specializzata in Trasporti, Logistica e Infrastrutture.
Nata nel 1990, Uniontrasporti è la società consortile in house di Unioncamere e delle Camere di commercio, specializzata su temi inerenti le infrastrutture di trasporto e logistica, la mobilità e lo sviluppo della banda ultra larga.
Una struttura di diritto pubblico al servizio del Sistema camerale, Uniontrasporti sostiene l’azione delle Camere di Commercio per disegnare una più efficace pianificazione degli interventi infrastrutturali (su strade, ferrovie, porti, aeroporti, interporti, banda larga) e una riorganizzazione e qualificazione dei servizi delle imprese che operano in questi settori.
Uniontrasporti fornisce supporto tecnico a Unioncamere e alle Camere di commercio nella promozione della crescita e della competitività territoriale in termini di accessibilità, efficienza logistica, innovazione e Ict.
I soci di Uniontrasporti ad oggi sono: Unioncamere nazionale, 20 Camere di commercio e 4 Unioni regionali.
Uniontrasporti promuove l’innovazione e gli strumenti digitali presso le imprese, attraverso la realizzazione di servizi di accompagnamento alla digitalizzazione e supporto operativo nello sviluppo di nuove reti di infrastrutture a banda ultralarga. La società fornisce assistenza ai soci nella definizione delle proprie strategie di promozione e supporto, investimento e partecipazione, nonché razionalizzazione, in iniziative infrastrutturali (aeroporti, autostrade, fiere, interporti, mercati all’ingrosso), con l’obiettivo di qualificare, valorizzare e conseguire la massima efficienza gestionale.

In particolare la società promuove:
– La digitalizzazione delle imprese e la connettività a banda ultralarga delle aree produttive.
– Il miglioramento e l’efficientamento delle infrastrutture di trasporto e logistica.
– La cooperazione e il dialogo tra tutti i soggetti coinvolti nella pianificazione e nello sviluppo infrastrutturale del Paese.

www.uniontrasporti.it

Fit for 55 fails to right wrongs of EU’s disastrous biofuels policy. The European Commission has backed down on a proposal to shift its ‘green fuels’ law towards non-liquid alternatives like electricity as part of its Fit for 55 package. This is despite 10 years of the Renewable Energy Directive (RED) leading to widespread deforestation, habitat loss and biodiesel emissions greater than the fossil diesel it replaced, as the growth in “green” fuels was met mostly through crop biofuels like palm oil.

Laura Buffet, energy director at T&E, said: “The EU is failing to right the wrongs of a disastrous green fuels policy caused by heavy reliance on crop biofuels. This mistake is compounded by the decision not to bring forward the end date for support to palm oil biofuels, as some member states have done.”

The Commission now allows fuel suppliers to count renewable electricity to meet their targets, either by buying electricity credits or by expanding their own networks of charging stations. But it removed the extra weighting electricity was given towards meeting the targets, which reflected its higher efficiency compared to biofuels.

Laura Buffet: “We welcome the introduction of a system that rewards fuel suppliers for using renewable electricity as a transport fuel, and not only blending biofuels. This change reflects the growing electrification of transport and will help move the EU’s green fuels law away from the exclusive reliance on biofuels. But the EU must ensure it strengthens this system while ending support to crop biofuels.”

The new RED also increases the target for advanced biofuels from wastes and residues
T&E has raised concerns over the high target which could leave oil companies scouring the planet for scarce wastes and residues like palm residues or crude tall oil (from wood pulp). It could lead to market distortions and potential fraud.

High targets for hydrogen and e-fuels which go beyond the demand from aviation and shipping in 2030 also risk promoting hydrogen and e-fuels for road transport where they are far less efficient than electricity. Without a clear framework on how ‘green’ hydrogen and e-fuels will be defined, there is a heightened risk that they could be developed using fossil fuels.

Transport & Environment’s (T&E) vision is a zero-emission mobility system that is affordable and has minimal impacts on our health, climate and environment.
Since we were created 30 years ago, T&E has shaped some of Europe’s most important environmental laws. We got the EU to set the world’s most ambitious CO2 standards for cars and trucks but also helped uncover the dieselgate scandal; we campaigned successfully to end palm oil diesel; secured a global ban on dirty shipping fuels and the creation of the world’s biggest carbon market for aviation – just to name a few.
Credibility is our key asset. We are a non-profit organisation and politically independent. We combine the power of robust, science-based evidence and a deep understanding of transport with memorable communications and impactful advocacy.
Our staff in Brussels, Rome, Madrid, Berlin, Warsaw and London collaborate with our 63 national member and supporter organisations in 24 countries across Europe. All together our members and supporters represent more than 3.5 million people.
We coordinate the International Coalition for Sustainable Aviation (ICSA), which has observer status at the International Civil Aviation Organisation (ICAO) and are members of the Clean Shipping Coalition (CSC), which has observer status at the International Maritime Organisation (IMO).
We hold a seat on the board of ECOS, and are members of the Green 10 group of European environmental NGOs, Agora Verkehrswende, the Platform for Electromobility, the Coalition for Energy Savings, the Renewable Grids Initiative and the Electrification Alliance.

www.transportenvironment.org

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Dibattito sui veicoli elettrici: 8 falsi miti sfatati da Geotab. Dalla sicurezza all’efficienza della batteria, dalla manutenzione allo stile di guida, tutto quello che c’è da sapere per sfruttare al meglio i veicoli elettrici

Il recente piano “Fit for 55” studiato dalla Commissione Europea in tema di sostenibilità, che prevede lo stop della vendita di auto a benzina e diesel entro il 2035, ha portato nuovamente alla ribalta il tema dell’adozione dei veicoli elettrici. Se l’Italia, come dimostrato dagli ultimi dati Acea, risulta tra i Paesi dove veicoli ibridi ed elettrici si stanno diffondendo più velocemente, talvolta gli utenti nutrono ancora alcune incertezze in merito all’utilizzo dei mezzi green.

“Le opportunità offerte da veicoli elettrici e ibridi sono molteplici, sia per le aziende sia per i singoli consumatori. Per abbracciare questo cambiamento di paradigma, tuttavia, è necessario ripensare il tradizionale approccio alla mobilità e all’infrastruttura, e imparare un modo nuovo di gestire i propri mezzi”, spiega Fabio Saiu, Director Geotab Italia e Leasing and Renting European Director di Geotab. “Per favorire davvero la diffusione di un nuovo modello sostenibile, riteniamo importante supportare organizzazioni e consumatori nella transizione all’elettrico, offrendo loro tutte le informazioni necessarie a prendere decisioni consapevoli dal punto di vista sia ambientale, sia economico”.

Per fugare i dubbi più comuni e aprire la strada all’elettrificazione delle flotte aziendali e privati, Geotab – leader globale in ambito IoT, veicoli connessi ed elettrici, ha quindi stilato una lista degli 8 falsi miti sui veicoli elettrici che possono generare confusione tra gli utenti meno esperti.

1. È difficile prevedere i consumi dei veicoli elettrici e gestire l’ansia da autonomia
Come per ogni altro aspetto, la conoscenza è la migliore soluzione per gestire sprechi e preoccupazioni.
Spesso, infatti, i conducenti di veicoli elettrici tendono a essere eccessivamente cauti nell’esaurimento dell’autonomia. Imparare a leggere le stime e a pianificare i percorsi consente di avere sempre una visione chiara su come gestire l’energia rimasta, mentre evitare di ritardare le ricariche rappresenta un valido aiuto per la gestione della cosiddetta “ansia da autonomia”. Si tratta di poche ma semplici abitudini da far entrare nel quotidiano, per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla mobilità elettrica.

2. Le batterie dei veicoli elettrici contengono livelli di energia e sostanze chimiche che li rendono più pericolosi di quelli con motore a combustione interna
I veicoli elettrici non sono semplicemente sicuri, ma possono esserlo anche più di quelli tradizionali.
Oltre a standard di sicurezza elevati volti a evitare la fuoriuscita di sostanze chimiche dalle batterie, i veicoli elettrici offrono importanti vantaggi anche dal punto di vista strutturale. Si pensi, ad esempio, allo spazio solitamente occupato da un motore a combustione: si tratta di un’area che offre una zona di deformazione più ampia, in grado di assorbire energia durante eventuali collisioni e dare quindi maggiore protezione a conducente e passeggeri. Inoltre, il posizionamento del pacco batterie consente di abbassare il baricentro del veicolo e distribuire il peso in modo più uniforme, prevenendo il rischio di ribaltamento del veicolo.

3. Lo stile di guida non influisce sulle performance dei veicoli elettrici
I veicoli elettrici si configurano da tre a quattro volte più efficienti degli equivalenti con motore benzina o diesel nel convertire l’energia in movimento, ma anche in questo caso le abitudini di guida si rivelano determinanti per le performance dell’auto. Analogamente a quanto accade con i veicoli tradizionali, dunque, è fondamentale evitare uno stile di guida aggressivo, riducendo il più possibile accelerazioni e frenate non necessarie, così come l’eccessiva velocità, per contenere i consumi. Anche il carico del veicolo influisce sulle prestazioni della batteria: i carichi più pesanti implicano infatti un maggiore utilizzo di energia da parte del veicolo.

4. Le batterie dei veicoli elettrici devono essere completamente cariche per dare la resa migliore
I veicoli elettrici utilizzano batterie agli ioni di litio di varie forme, con un’elevata densità energetica e, rispetto ad altri tipi di batterie, hanno meno probabilità di perdere la carica quando non utilizzate. Tuttavia, sono naturalmente soggette a un processo di deterioramento nel tempo e la loro capacità di stoccare energia ed erogare potenza diminuisce.
Esistono però alcune accortezze che possono prolungarne la durata: tra queste, il monitoraggio dello Stato di Carica. Contrariamente a quanto comunemente si possa pensare, una carica molto elevata per lunghi periodi di tempo non contribuisce a una vita più lunga della batteria, ma ne aumenta i livelli di stress al pari di uno stato di carica eccessivamente ridotto. È dunque buona norma, soprattutto nei periodi di inutilizzo, evitare di mantenere la batteria completamente carica o scarica.

5. Le condizioni climatiche non influiscono sulla durata della batteria
I sistemi di riscaldamento e raffreddamento sono mantenuti in funzione dalla stessa batteria che alimenta il veicolo: di conseguenza, la distanza percorribile con una sola carica varia considerevolmente in base alla temperatura.
I dati di Geotab hanno dimostrato che la temperatura ideale per il funzionamento di un veicolo elettrico si attesta intorno ai 21,5° C. Se non esiste il modo di controllare il clima, ci sono però alcune accortezze in grado di migliorare l’autonomia: in inverno, ad esempio, sedili e volante riscaldati utilizzano meno energia rispetto al sistema di riscaldamento tradizionale, mentre in estate si può pensare preferibilmente di azionare la sola ventola o di abbassare i finestrini qualora le temperature lo consentano.

6. I veicoli elettrici non possono autoricaricarsi
Al contrario, sono dotati della cosiddetta “frenata rigenerativa”, che invia energia cinetica alla batteria ogni volta che il conducente frena. Decelerando gradualmente, è possibile recuperare la maggior parte dell’energia utilizzata dall’auto per frenare, ottimizzando in questo modo l’efficienza. Un sapiente utilizzo di questa caratteristica permette quindi di non ricaricare subito i veicoli elettrici fino al massimo livello di carica poiché, a differenza di quelli a combustione interna, sono in grado di recuperare energia durante la guida.

7. La manutenzione dei veicoli elettrici è costosa
In realtà, il minor numero di parti mobili e l’assenza di accumulo di particolato riduce i costi di manutenzione dei veicoli elettrici.
Se i veicoli a combustione interna presentano rischi comuni come candele difettose o cinghie dentate danneggiate, infatti, quelli elettrici non dispongono di tali componenti e non vanno quindi incontro ai relativi costi di manutenzione. Anche i freni sono soggetti a minore usura: i sistemi di frenata rigenerativa, che catturano e recuperano l’energia altrimenti persa nell’attrito, sottopongo a uno sforzo notevolmente inferiore le pastiglie.

8. Guidare veicoli elettrici è noioso
Se la rumorosità ridotta può inizialmente disorientare gli appassionati delle quattro ruote, è l’accelerazione veloce e fluida dei veicoli elettrici a conquistarli.
Le auto a combustione interna necessitano infatti di molti giri per raggiungere la coppia massima, mentre le elettriche hanno accesso a gran parte della coppia fin da subito e offrono quindi un’accelerazione più rapida che, oltre a essere fondamentale in casi specifici come l’ingresso in autostrada, rende la guida più divertente. Lo confermano quasi 8 europei su 10, che secondo una recente indagine Nissan, si dichiarano soddisfatti della loro esperienza con l’elettrico e la trovano addirittura migliore delle aspettative.

“I veicoli elettrici rappresentano il futuro della mobilità, ma è necessario conoscerne e comprenderne i punti di forza per rendere la transizione davvero efficace. Per questo, Geotab mette a disposizione soluzioni come EVSA (Electric Vehicle Suitability Assessment), che sfrutta i dati raccolti dalla telematica per analizzare i profili e gli schemi di guida delle flotte, offrendo insight preziosi per valutare e identificare i mezzi più adatti alla sostituzione”, conclude Saiu.

Geotab supporta i clienti nella gestione ottimale delle flotte aziendali fornendo soluzioni per i veicoli connessi, servizi IoT e di big data analytics. Grazie alla piattaforma aperta e al Marketplace di Geotab, che include centinaia di soluzioni di terze parti, le aziende – indipendentemente dalle loro dimensioni – possono automatizzare i propri processi di business integrando i dati dei veicoli con i dati degli altri asset aziendali. Inoltre, come hub IoT, il dispositivo integrato all’interno del veicolo assicura funzionalità aggiuntive attraverso i moduli IOX.
Grazie all’elaborazione di miliardi di data point al giorno Geotab utilizza l’analisi dei dati e machine learning per incrementare la produttività, ottimizzare l’efficienza delle flotte, garantendo la sicurezza dei veicoli e dei conducenti in conformità alle normative. Le soluzioni Geotab sono vendute in tutto il mondo tramite la sua rete di rivenditori autorizzati.

www.geotab.com/it