Category: Mobilità

Trasporto merci sostenibile. Il parco circolante dei veicoli industriali in Italia sfiora i 700.000 veicoli con ptt maggiore di 3,5 tonnellate ed è tra i più vecchi in Europa, con un’età media di 13,4 anni e il 56% dei mezzi rispondenti alle Direttive di emissione ante Euro 4, percentuale che scende al 45,5% per i veicoli pesanti (superiori o uguali a16 t), che presentano un’età media di 11,5 anni.

Anche se le immatricolazioni in 13 anni si sono ridotte di oltre il 40%, passando da 35.442 unità nel 2007 a 20.256 veicoli venduti nel 2020, quello dei veicoli industriali rimane un settore strategico per l’economia nazionale, come evidenziato dall’aumento dei volumi trasportati durante il lockdown pandemico e, come tale, va sostenuto con interventi mirati allo svecchiamento del parco circolante e a rendere più sicuro e sostenibile il trasporto su gomma.

Con questi obiettivi, ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE hanno proposto, in una Conferenza Stampa congiunta, una “Roadmap per il rilancio del trasporto merci”, un programma di interventi per abilitare il settore alla transizione energetica e a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ed efficienza necessari per garantire la salute e la competitività del comparto.

Tra le misure mirate a contribuire alla decarbonizzazione del trasporto merci, le Associazioni chiedono interventi per disincentivare l’utilizzo dei veicoli più inquinanti, per esempio con una maggiorazione del costo per il passaggio di proprietà, e con l’azzeramento del rimborso dei pedaggi stradali e delle accise per i mezzi ante Euro IV, oltre all’entrata in vigore della revisione annuale obbligatoria, anche presso officine private, che attende ormai da tempo l’emanazione dei decreti attuativi.

Sul fronte delle motorizzazioni, è indispensabile continuare a investire sui bio-carburanti e su un parallelo sviluppo delle infrastrutture per le alimentazioni alternative, per procedere verso sistemi di propulsione a emissioni tendenti allo zero, come i veicoli elettrici e quelli a biometano, in attesa della diffusione dell’idrogeno come soluzione di lungo termine e per i trasporti di lungo raggio.

Come già in atto in alcuni Paesi europei, ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE sollecitano anche una norma che autorizzi la libera circolazione degli autoarticolati di lunghezza fino a 18 metri – 1,5 metri in più della lunghezza massima attuale, veicoli attualmente circolanti in Italia solo a livello sperimentale – che, a massa invariata, consente un carico di pallet superiore e, di conseguenza, riduce il numero dei mezzi in circolazione, efficientando i flussi logistici.

Le 6 proposte concrete della filiera sostenute da ANFIA, FEDERAUTO, UNRAE per il futuro di un settore strategico per l’economia del Paese
– Incentivi fiscali e di mercato per gli Euro VI e le alimentazioni alternative per favorire la decarbonizzazione
– Disincentivi per i veicoli ante Euro IV
– Potenziamento rete biocarburanti
– Sviluppo rete di ricarica elettrica e a idrogeno
– Autorizzazioni alla circolazione dei veicoli 18 mt
– Attuazione revisione obbligatoria anche presso officine private

Secondo Luca Sra, Delegato ANFIA per il Trasporto merci “Oltre ad essere indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale del trasporto merci, il rinnovo del parco circolante risponde anche alla necessità di elevare gli standard di sicurezza dei veicoli che ogni giorno viaggiano sulle strade, superando la contraddizione tra gli enormi investimenti dei produttori per adeguarsi alle normative vigenti in materia e l’effettiva dotazione dei mezzi in uso – solo il 21,6% dei veicoli industriali circolanti è dotato dei dispositivi di sicurezza resi obbligatori dal 1° novembre 2015 (AEBS per la frenata autonoma d’emergenza ed LDW per il mantenimento della corsia). Per raggiungere i target di decarbonizzazione stabiliti dall’Europa, sarà importante il contributo di tutte le tecnologie, dal diesel pulito, grazie all’utile e necessario impiego dei biocarburanti, al gas naturale, come tecnologia ponte verso l’idrogeno. Parallelamente, urge lavorare per lo sviluppo infrastrutturale, dalle colonnine ad alto voltaggio per i veicoli commerciali e industriali, alla distribuzione dell’idrogeno, passi fondamentali per supportare la diffusione dei veicoli per il trasporto delle merci a zero emissioni”.

Gianandrea Ferrajoli, Coordinatore Federauto Truck, ha dichiarato: “Il rilancio del trasporto merci è strettamente connesso a una complessa e articolata trasformazione dell’intero comparto in un’ottica sostenibile ed ecologica, che riteniamo possa concretizzarsi anche e soprattutto attraverso forme di disincentivo all’utilizzo di mezzi obsoleti. Un veicolo su tre in Italia è infatti Euro 0, 1 o 2: un dato impressionante considerato che corrisponde al quintuplo della Germania e al triplo rispetto alla Francia. Per il graduale processo di passaggio a soluzioni di trasporto sempre più green, sono molte le proposte di ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE: da varie forme di tassazione energetica, come la rimodulazione del bollo, agli incentivi per l’acquisto di nuovi veicoli. Le idee condivise oggi sono numerose perché non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione offerta dai fondi previsti dal PNRR per una definitiva modernizzazione del comparto trasporti in un’ottica più moderna e rispettosa dell’ambiente”.

Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, ha dichiarato: “La transizione verso un sistema di trasporti completamente sostenibile è l’obiettivo desiderabile per il quale il nostro comparto dedica notevoli sforzi e investimenti, ma la diffusione dei motori elettrici, ibridi, a idrogeno e dei biocarburanti è ancora molto limitata per contribuire efficacemente agli obiettivi di decarbonizzazione. Allo scopo di accelerare la diffusione di queste motorizzazioni, nel breve periodo, è necessario prevedere misure di incentivazione per il ricambio dei mezzi più vetusti, anche con veicoli Euro VI di ultima generazione, in modo da ridurre notevolmente le emissioni di CO2 rispetto all’attuale parco. In quest’ottica chiediamo, tra l’altro, di rifinanziare l’ecobonus sui veicoli commerciali per tutto il 2021, di prevedere agevolazioni anche per il rinnovo del parco dei rimorchi e semirimorchi, di rendere operativo il sistema dei ‘certificati bianchi’ per il rinnovo delle flotte, e la rimodulazione del bollo dei veicoli industriali sulla base del criterio che chi più inquina più paga, con evidenti benefici per l’ambiente e la sicurezza”.

ANFIA – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica
FEDERAUTO – Federazione Italiana Concessionari Auto, Veicoli Commerciali e Industriali
UNRAE – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri

www.anfia.it

www.federauto.eu

www.unrae.it

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Decarbonise EU shipping. 7% of the EU’s shipping fuels need to be green by 2030 for the sector to decarbonise by mid-century [1], a new study shows. Modelling by Transport & Environment (T&E) points to a clear path which involves modest deployments of e-fuels combined with efficiency measures such as wind-assist and speed optimisation.

Faig Abbasov, shipping director at T&E, said: “If EU shipping is to play its part in rapidly cutting global emissions, it should act now. Only a combination of energy efficiency improvements and zero-emission vessels will get us there. Our analysis shows that even modest deployments this decade can put a sector resistant to change on the right track. The EU should mandate 7% electrofuel deployment by 2030 for all EU shipping as an ambitious but realistic way to fully decarbonise by 2050.

Up to a third of emissions could be cut in 2050 through improved efficiency alone. But this will not be enough to decarbonise the sector, said T&E. If the industry is to cut emissions further it will need to transition to e-ammonia and e-hydrogen which are currently the cheapest green fuel options.

Both could reach up to 7% of the EU shipping fuel mix by 2030 which, the study shows, would give producers the kickstart they need to make enough of the fuels in the coming decades. It would take, for example, the equivalent of 120 of the largest container ships [2] to consume that amount of e-ammonia (4.6 million tonnes).
For comparison, the equivalent of at least 130 new natural gas-powered vessels of the same capacity will be deployed in the next three years alone.
The EU should mandate 7% e-fuels by 2030 as part of the forthcoming FuelEU maritime legislation, said T&E.

[1] 7% of fuels in the high energy efficiency measures scenario. Without energy efficiency measures the equivalent amount of green fuels would be 5%.
[2] Calculation based on the average fuel consumption of >14,500 TEU ships in the MRV fleet.

www.transportenvironment.org

Citytech mobilità terzo millennio. Citytech è l’evento B2B dedicato alla mobilità urbana più accreditato d’Italia: la manifestazione raccoglie tutte le innovazioni e le best practice del settore sia a livello nazionale che internazionale, diventando così un momento di incontro e discussione per aziende leader, startup, istituzioni, stakeholder, investitori e media.

L’edizione 2021 affronterà il delicato tema dei più grandi cambiamenti nel contesto economico e sociale dal dopoguerra a oggi, con particolare riferimento alla mobilità, che, nuovamente, si trova ad essere protagonista di un’evoluzione inattesa.

Un palcoscenico adatto ad individuare, presentare e dare ascolto a proposte innovative ed efficaci che possano guidare e plasmare il futuro della mobilità nelle città del terzo millennio.
Il programma conference affronterà tutte le tematiche più trendy del momento: mobilità urbana aerea, guida autonoma, sharing mobility, veicoli elettrici, infrastrutture di ricarica, micromobilità, connettività, big data, blockchain e soluzioni per la sosta.

Grazie collaborazione con Comune di Milano, Citytech si svolgerà il 20 e 21 maggio 2021 nella splendida cornice di Piazza Castello.
Nell’area pedonale sita nel pieno centro di Milano, le aziende potranno esporre i propri prodotti e servizi, realizzare test ride e, durante il ricco programma conference, comunicare la propria visione sul futuro della mobilità non solo alla business community ma anche alla cittadinanza.
L’intera area, sia espositiva che conference, sarà allestita completamente all’aperto. Il nuovo concept sarà ideato nel rispetto delle linee guida regionali e delle norme di distanziamento in vigore in materia di Covid.

20 e 21 maggio 2021 – Milano – Piazza Castello

– BYinnovation è Media Partner di Citytech

www.citytech.eu

Kyoto Club e Transport-Environment: destinare 41 miliardi del Recovery Plan alla mobilità sostenibile. 41,15 miliardi del PNRR per una ripresa sostenibile del settore trasporti italiano. Puntare su mobilità urbana e regionale, elettrificazione dei trasporti e transizione ecologica dell’industria automotive. Queste le proposte di Kyoto Club e Transport Environment illustrate nel nuovo rapporto Un Piano di Ripresa e Resilienza per la mobilità sostenibile che sarà commentato oggi in occasione del convegno annuale di Kyoto Club sull’Accordo di Parigi. Risorse che mettano al centro le città, insieme ad una green and just transition del settore produttivo del comparto trasporti.

Secondo Kyoto Club e Transport Environment, che hanno visionato la bozza del Consiglio dei Ministri del 7 dicembre 2020 del PNRR, il Recovery Plan italiano è troppo sbilanciato sulle grandi opere, che assorbirebbero la maggior parte delle risorse in modo inefficiente sia dal punto di vista della necessaria e rapida decrescita delle emissioni di CO2 che è urgente indurre nel settore, sia dal punto vista sociale ed economico. Per decarbonizzare il settore e rilanciare i trasporti in versione green servirebbero piuttosto: un deciso impulso alle reti per la ciclabilità, la pedonalità e la rigenerazione dello spazio urbano, azioni mirate per l’elettrificazione dei trasporti, il potenziamento del TPL elettrico, della mobilità condivisa e degli hub intermodali nelle stazioni, la logistica delle consegne merci a emissioni zero e un’adeguata rete di ricarica per permettere alla mobilità elettrica di continuare con il trend positivo che ha caratterizzato il 2020.

“L’obiettivo di dedicare risorse e progetti alla mobilità urbana, prevista dai PUMS delle città, diviene “uno dei tanti” obiettivi e non assume quel ruolo centrale che merita per il suo peso e impatto, per migliorare i servizi per cittadine/i e imprese. Nella bozza del testo, invece, si punta ancora una volta a potenziare le grandi opere AV piuttosto che dare priorità al trasporto locale e regionale e al potenziamento delle reti ferroviarie del mezzogiorno. Resta in sospeso il giudizio sui singoli progetti e la loro qualità, dato che sono indicati in modo aggregato e sommario, senza una definizione puntuale delle risorse assegnate. Cosi come andrà verificata la sostenibilità complessiva del PNRR, che non può limitarsi alla parte green del 37%” specifica Anna Donati, coordinatrice del gruppo di lavoro Mobilità sostenibile di Kyoto Club.

Servono inoltre politiche industriali decise per permettere al settore industriale di stare al passo con i tempi e scongiurare il rischio che l’Italia resti tagliata fuori dalla rivoluzione elettrica della mobilità. L’elettrificazione dei trasporti rappresenta una delle più importanti rivoluzioni industriali del secolo odierno e una necessità impellente per il settore, che a fronte di mancanza di innovazione potrebbe trovarsi in gravi difficoltà. Grazie ai fondi stanziati dal PNRR possiamo accelerare la spinta alla riconversione della nostra industria in chiave ecologica e garantire un futuro solido al settore automotive e relativa forza lavoro.

“Questa è la nostra occasione per portare a compimento quella transizione verso un’economia a zero emissioni nette al 2050, realizzando la filosofia che è alla base dell’Accordo di Parigi e del più recente Green Deal Europeo. Tra le varie misure sottolineiamo quelle per una reindustrializzazione Green del nostro comparto dei trasporti in modo da recuperare il ritardo che abbiamo accumulato. L’indicazione di una data, il 2030, oltre la quale si potranno vendere solo auto elettriche rappresenta uno stimolo formidabile per accelerare gli investimenti in questa nuova filiera. È arrivato il momento di dare risposte concrete alla crisi che stanno attraversando cittadini e cittadine.” sostiene il direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini.

In merito alla governance del PNRR le associazioni chiedono inoltre l’istituzione di un Comitato permanente di consultazione delle associazioni ambientali, al fine di assicurare che la quota parte green del fondo (almeno il 37%) sia spesa a favore della transizione ecologica e che il 100% sia stanziato nel rispetto dei criteri della sostenibilità.

Veronica Aneris, Direttrice di T&E per l’Italia aggiunge “Questi soldi li stiamo chiedendo in prestito alle generazione future ed è doveroso assicurare la costruzione di nuove e solide fondamenta per lo sviluppo sostenibile e la transizione ambientale, energetica e sociale di cui abbiamo urgente bisogno. Utilizzare queste risorse per continuare ad alimentare l’economia business as usual, basata sui combustibili fossili, sarebbe non solo un grave errore strategico, ma anche eticamente inaccettabile. Le competenze in materia di ambiente e sostenibilità devono essere al centro del processo del PNRR sia nella fase di pianificazione e selezione dei progetti che in quella attuativa ed operazionale. Per questo chiediamo l’istituzione di un Comitato consultivo di responsabilità ambientale che veda coinvolte anche le associazioni ambientali.”

In Italia, nel 2018 le emissioni di gas serra dai trasporti sono state pari a 108 mln di tonnellate di CO2, equivalenti al 26% delle emissioni totali. Rispetto al 1990, le emissioni nei trasporti invece di ridursi, come prescritto dagli accordi internazionali sul clima, sono aumentate.

Il raggiungimento del nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del blocco UE, recentemente portato per il 2030 dal 40% al 55%, richiede una drastica riduzione delle emissioni del settore trasporti nei prossimi 10 anni.

ph. © Enrico Rainero

www.transportenvironment.org

www.kyotoclub.org

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Ciclabili su ferrovie dismesse in Italia: una grande risorsa per la bicicletta. Le Ferrovie Dismesse rappresentano in Italia un patrimonio di oltre 5.000 km. Il loro recupero è un tema da sempre caro a FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che, già nel 2010, aveva realizzato una prima indagine dal titolo Dalle rotaie alle bici con il duplice obiettivo di classificare quanto già in essere e di stimolare decisori politici e amministratori ad attuare scelte per la riqualificazione dei sedimi ferroviari non più in uso e per la loro riconversione in percorsi dedicati al turismo lento.

A 10 anni di distanza una nuova ricerca di FIAB, coordinata da Antonio Dalla Venezia (coordinatore regionale FIAB Veneto e presidente del comitato tecnico scientifico di Bicitalia.org), restituisce una fotografia aggiornata da cui emerge un complessivo salto in avanti, con un +60% di chilometri di ferrovie dismesse oggi recuperati e trasformati in ciclabili, passando dai precedenti 640 agli oltre 1.000 km.

“Si tratta di un dato positivo – commenta Antonio Dalla Veneziache conferma un interesse sempre maggiore da parte dei nostri amministratori verso una tematica che, fino a dieci anni fa, era sostanzialmente ignorata, a parte qualche eccezione”.

Recuperare una Ferrovia Dismessa significa, di fatto, tenere viva la memoria e la storia di una infrastruttura pre-esistente, dando nuova dignità a un lavoro realizzato magari oltre settant’anni fa. I progetti di riqualificazione includono sempre il recupero di vere e proprie opere d’arte, come gallerie, ponti, viadotti, caselli e stazioni, che sono un importante patrimonio culturale e architettonico del nostro Paese.
Inoltre, indipendentemente dalla nuova destinazione d’uso, riqualificare un tratto di ferrovia consente di evitare il consumo di suolo pubblico vergine: si tratta dunque di interventi nel rispetto dell’ambiente e con un impatto minimo sul territorio.

Secondo l’ultima ricerca di FIAB le tratte di ferrovie dismesse riconvertite in ciclovie sono passate da 42 nel 2010 a 57, coinvolgendo tutte le Regioni tranne la Valle d’Aosta e il Molise che, però, hanno solo pochi tratti dismessi e per giunta soltanto di recente.

Le regioni più virtuose, ovvero che hanno in assoluto più sedimi ferroviari recuperati e convertiti in percorsi ciclabili, sono il Veneto con 165,5 km (tra cui la tratta Treviso-Colzé di 54 km lungo la ciclovia Treviso-Ostiglia e la tratta di 42 km Calalzo-Cimabanche lungo la Calalzo-Cortina-Dobbiaco), seguito dalla Emilia Romagna con 132,2 km e dalla Lombardia con 121,3.

A queste si affiancano regioni che, indipendentemente dal numero di chilometri di ferrovie dismesse riqualificate in ciclovie, hanno dimostrato una dinamicità nel credere fortemente in questo tipo di investimenti. In dieci anni, dal 2010 al 2020, la regione più attiva è stata l’Umbria, da 11 a 73 km con un +564%, seguita dalla Basilicata, da zero tratte recuperate a 41,6 km, ovvero +416%, e dall’Abruzzo (+425%) una volta completato il cantiere in corso lungo la Costa dei Trabocchi.

La tratta ferroviaria con più chilometri recuperati è la Godrano-Ficuzza-San Carlo in Sicilia, 62 km convertiti in ciclovia ma che necessitano una maggiore attenzione in termini di interventi di manutenzione e conservazione; seguita in Friuli dalla tratta Tarvisio-Gemona di 58 km lungo la ciclovia dell’Alpe Adria.

“Osservando i dati che emergono dalla ricerca – commenta Antonio Dalla Venezia – si nota che, accanto all’impegno di alcune regioni principalmente nel Nord Italia che possiamo definire storicamente attive e sensibili alle tematiche di mobilità ciclistica e dove si registrano i maggiori interventi, fanno ben sperare anche esempi al Centro e al Sud. In Basilicata sono ampiamente avviati i lavori di recupero di due ferrovie dismesse, mentre in Umbria sono stati stanziati fondi per il completamento della Spoleto-Norcia (7 km in progettazione avanzata tra Casale Volpetti e Serravalle di Norcia) e sono stati avviati i lavori per il recupero di 50 km tra Monte Corona e Fossati Vico nell’Eugubino. È tuttavia un peccato che regioni come Piemonte, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Calabria, nelle quali esiste un importante patrimonio di ferrovie dismesse da riconvertire, non abbiamo fino ad ora mostrato un attivo interesse per questa tematica”.

I vantaggi diretti e indiretti che il recupero di una tratta di ferrovia dismessa porta con sé sono davvero innumerevoli: valorizzazione di territori minori come paesi di montagna; nuova linfa per una piccola economia locale; supporto concreto al cicloturismo e, perché no, alla mobilità sostenibile quotidiana; incentivo per la ripresa o l’apertura di servizi e attività di accoglienza rivolte ai cicloturisti.

“Una tratta di ferrovia dismessa rinata e convertita il percorso cicloturistico, diventa già da sola un’attrazione verso quel territorio – conferma Antonio Dalla Venezia, che aggiunge – L’appetibilità e il fascino che regala un percorso di questo tipo è ampiamente superiore a una normale ciclovia, perché significa pedalare nella memoria e godere di emozioni diverse”

“Bici e treno sono i mezzi sostenibili per eccellenza, l’una sulle brevi distanze l’altro sulle medie e lunghe. Entrambi hanno una lunga storia alle spalle, ma anche un futuro tutto da sviluppare, come confermato dal Green Deal europeo di Ursula von der Leyen, che punta sui treni veloci al posto degli aerei nelle tratte continentali – dichiara Alessandro Tursi, Presidente FIAB e Vicepresidente di ECF-European Cyclists’ Federation di cui FIAB fa parte, che spiega: – Ben venga allora il trasporto ferroviario, ma quando è reale trasporto, con corse quotidiane affiancate anche da treni turistici. Una linea ferroviaria, rispetto a una ciclabile, richiede costi manutentivi notevoli per la collettività, non sostenibili ne giustificabili per soli viaggi turistici domenicali o addirittura occasionali. Lasciare una linea ferroviaria per i soli treni turistici, quindi per poche corse nell’arco di un intero anno, significa precludere alla collettività il ben maggiore uso che ne deriverebbe dalla conversione in ciclabile, cioè aperta a tutti e tutti i giorni, a ogni ora del giorno. L’uso ciclabile inoltre permette di accedere al territorio, di viverlo e di rivitalizzarlo in modo continuo, metro per metro, mentre i treni turistici lo rendono visitabile in modo discontinuo, nei soli punti delle stazioni”.

Fondata nel 1988, FIAB Onlus-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta è oggi la più forte realtà associativa di ciclisti italiani non sportivi. Con quasi ventimila soci suddivisi in 190 associazioni e sedi in tutto il territorio italiano, FIAB è, prima di tutto, un’organizzazione ambientalista che, come riporta il suo Statuto, promuove la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico in un quadro di riqualificazione dell’ambiente, urbano ed extraurbano. Forte della presenza, tra i suoi soci, di numerosi esperti in campo sanitario, giuridico, urbanistico, ingegneristico e paesaggistico, FIAB è diventata, negli anni, il principale interlocutore di enti e amministrazioni locali sull’importante tema della mobilità sostenibile. FIAB è stata riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente quale associazione di protezione ambientale (Art. 13 Legge n. 349/86) e inserita dal Ministero dei Lavori Pubblici tra gli enti e associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale. Tra le numerose iniziative, FIAB organizza ogni anno Bimbimbici, manifestazione nazionale dedicata a bambini e ragazzi che coinvolge oltre 200 città, e Bicistaffetta, per promuovere il cicloturismo quale volano economico del nostro Paese e sostenere lo sviluppo della rete ciclabile nazionale Bicitalia. Con il progetto ComuniCiclabili FIAB misura e attesta il grado di ciclabilità dei comuni italiani: 136 amministrazioni hanno già ricevuto il riconoscimento con un punteggio (da 1 a 5 bike-smile) apposto sulla bandiera gialla. FIAB aderisce a ECF-European Cyclists’ Federation, la Federazione Europea dei Ciclisti. Da aprile 2019 presidente di FIAB è Alessandro Tursi.

www.fiabitalia.it

Green Logistics Intermodal Forum 2020. La Logistica post Covid-19 “Ritorno al passato” o “resilienza trasformativa”? La Logistica, pur con forti perdite di volumi di traffico, non si è mai fermata durante il lockdown e ha così dimostrato, nei fatti, il suo ruolo di infrastruttura strategica, per il sistema economico e la tenuta sociale.

Green Logistics Intermodal Forum fa il punto con i leader del settore nella prospettiva dei nuovi scenari, degli investimenti e delle politiche per il superamento della crisi. Una giornata di intenso lavoro tra tutte le componenti della logistica e dell’impresa con al centro il tema dell’Intermodalità, snodo decisivo per una logistica efficiente e sostenibile, e la “Carta di Padova”, gli impegni concreti e le richieste vincolanti sottoscritti dalle Associazioni.
Seminari tecnici su temi specifici completano il programma dell’evento. A disposizione un ampio spazio espositivo e di relazione per le aziende.

Giovedì 12 novembre 2020
EVENTO LIVE – PROGRAMMA
La Logistica post Covid-19 “Ritorno al passato” o “resilienza trasformativa”?

ore 9:30 – 13:00
INFRASTRUTTURE PER L’INTERMODALITA’ DEL PROSSIMO DECENNIO
Progetti operativi per il completamento del sistema infrastrutturale italiano
L’Intermodalità è il cardine di una Logistica green. Il suo network di strutture intermodali e interportuali non si è fermata durante il lockdown e ha garantito il sistema del trasporto e delle forniture. Una riflessione concreta con i leader del settore, a partire dai progetti infrastrutturali in corso, dai piani industriali rivisti dopo il lockdown, anche per cogliere l’occasione delle “semplificazioni” e degli strumenti finanziari del Green New Deal e del Next Generation EU.
Invitati rappresentanti del Governo Italiano e dell’Unione Europea.

ore 14:30 – 17:30
LA CARTA DI PADOVA
Insieme, per una logistica sostenibile ed efficiente
In collaborazione con: Assologistica, Interporto Padova e SOS-LOGistica
Già a marzo, tredici tra le associazioni italiane della logistica, della produzione e del consumo si erano date appuntamento a Green Logistics Expo per presentare la “Carta di Padova – Insieme per una logistica sostenibile ed efficiente”. Saltato quell’appuntamento, la presentano ora, riaggiornata alla luce della pandemia, al GREEN LOGISTICS INTERMODAL FORUM.

SEMINARI TECNICI
– Efficienza energetica e mobilità green. GLN, Elettrico, Idrogeno
– l’e-commerce e lo stress da crescita
– Lavorare in sicurezza

Venerdì 13 novembre 2020
EVENTO ONLINE
Una fiera virtuale su una piattaforma di coinvolgimento digitale, sviluppata dalla Fiera di Padova per supportare gli obiettivi delle aziende sui canali digitali. La versione virtuale di Green Logistics Intermodal Forum permetterà di visualizzare le proposte delle singole aziende espositrici (informazioni, immagini, video, brochure, ecc.): la piattaforma permetterà di organizzare meeting room, per gli incontri tra espositori e visitatori, conferenze e workshop.

La sicurezza e la salute dei nostri espositori e visitatori al primo posto: questa la bussola di ogni misura anti-contagio definita nel piano FIERE IN SICUREZZA, messo a punto per la ripartenza delle nostre manifestazioni.
Un insieme di azioni ben definite e codificate, frutto di un intenso lavoro di squadra: nel recepire in toto le linee guida elaborate da AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) e normate nel DPCM del 14 luglio 2020, abbiamo studiato delle modalità di applicazione che consentono di garantire la massima sicurezza sanitaria senza appesantire o rendere più complicata l’esperienza in fiera di espositori e visitatori, ma al contrario cogliendo questa occasione come opportunità per completare alcuni processi di digitalizzazione già avviati.

SPAZI AMPI E DISTANZIAMENTO GARANTITO
I grandi spazi – coperti e scoperti – del nostro quartiere fieristico consentono di garantire in modo agevole il distanziamento in ogni situazione, senza dover stravolgere il disegno degli ambienti o limitare le possibilità di fruizione.

Live Fiera di Padova 12 novembre – Online 13 novembre

– BYinnovation è Media Partner di GREEN LOGISTICS INTERMODAL FORUM

www.greenlogisticsexpo.it

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Luxembourg free public transport from 1st March 2020: the social icing on the cake of the innovative multimodal transport strategy in Luxembourg.

From 1st March 2020, public transport in Luxembourg will be free throughout the country and for all modes of transport – trams, trains and buses. The scheme applies to residents, cross-border commuters and tourists alike.

Deputy Prime Minister François Bausch regards systematic and continuous investment as a conditio sine qua non to promote the attractiveness of public transport. The range, punctuality and quality of the services on offer are crucial to motivating people to change their habits and switch from private cars to public transport.
We will only achieve an improvement in precisely these parameters through a multimodal transport concept: modu2.lu.

Following the planning phase, most projects within this concept are now being implemented: the systematic expansion of capacity in the national rail network, doubling the current number of P+R car parking spaces — especially at the borders so that the 200,000 commuters who come to Luxembourg every day can connect comfortably, real-time passenger information, a complete overhaul of the national network of bus routes and switching the fleet to alternative drive technology by 2030, an increase in the number of charging points for electric cars across the country to 1,600 units by the end of 2020, a cohesive network of cycle routes, the further expansion of regional trams, use of a future third lane on our motorways for car pools and buses… these are all projects that are well advanced and are therefore ingredients in the metaphorical multimodal cake.

“The introduction of free public transport is an important social measure. You could describe it as the social icing on the cake of the global strategy for a multimodal revolution. Apart from this, we want to acknowledge all those people who have already made the choice in favour of public transport,” says François Bausch.

www.mobilitegratuite.lu

www.modu2.lu

Cmove, ridisegnare la Mobilità: tecnologia, modelli e sostenibilità. Si prospettano numeri interessanti per la 1a edizione di Cmove, l’unico appuntamento in Italia che raggruppa dealer, case auto, enti locali, trasporto pubblico e assicurazioni: attesi oltre 200 partecipanti e 55 Speaker, di cui due internazionali e oltre il 60% appartenenti al C-level, nella giornata che raggruppa 3 eventi.

Ideato e organizzato da IKN Italy, forte dell’esperienza maturata negli ultimi 4 anni grazie a InnovAuto, Cmove si articolerà in:
InnoMobilità, con focus sui sistemi di mobilità connessa, sostenibile e condivisa,
InnovAuto, in cui si tratteranno i temi inerenti il cross selling, la fidelizzazione ed experience on borad e si presenteranno le strategie 2020 di carmaker e dealer,
InnoFleet, da fleet manager a mobility manager: sicurezza, sostenibilità e costi di gestione.

Di particolare rilievo, il dibattito che si svolgerà nella sessione InnovAuto dal titolo “I nuovi sistemi di distribuzione nel settore dell’automotive nei prossimi 5 anni” che sarà una occasione per partecipare al confronto tra Francesco Maldarizzi, Presidente Maldarizzi Automotive Group, Stefano Sordelli, Future Mobility Manager Volkswagen Group Italia, Stefano Martinalli, Direttore Generale Autotorino, e Michele D’Ercole, Direttore Qualità, Performance Rete e Distribuzione Groupe PSA.
La tavola rotonda fornirà un approfondimento su diverse tematiche del settore, come le nuove strategie di vendita per affrontare il cambiamento del concetto di mobilità, dalla vendita online al potenziamento di rental service. Inoltre, si analizzerà la crescita esponenziale della presenza dei veicoli elettrici nel mondo, passati da 1,5 milioni nel 2016 agli odierni 5,3 con un focus sul ROI derivato da questo asset. Ci si confronterà sulle strategie comuni per carmaker e dealer, la centralità del cross selling delle Smart application, e , infine, un focus sul mondo dealer dove attualmente ci sono in media 10 esperti di prodotto ogni 70 venditori: ai presenti viene chiesto tra quanto questo rapporto sarà ribaltato.

“Connectivity, Autonomous Driving to Smart Mobility” è l’inspirational speech di apertura della sessione InnoMobilità a cura di Matthieu Lainne, Digital Vehicle Technology Director Nissan. Un Case History internazionale fortemente tech oriented che racconterà alla platea l’esperienza dell’importante casa automobilistica.

Un occhio di riguardo al tema della sostenibilità nella sessione InnoFleet. Il panel “Green Fleet & Sostenibilità: cosa ne pensano i Fleet Manager del motore elettrico e delle nuove forme di mobilità sostenibile?” sarà un’occasione di confronto tra due gruppi di Fleet Manager, favorevoli vs contrari, sull’adozione delle auto elettriche nelle flotte aziendali.

Anche la tavola sul tema complementare “Consumi, Costi, Emissioni: come strutturare un buon modello di TCO per ridurre i costi di gestione della Car Policy” approfondirà le modalità di gestione e le soluzioni delle aziende.

Guidate entrambe da Enrico Rainero, editore di BYinnovation.eu, parteciperanno ai dibattiti: Michela Di Giuseppe, Buying Associate Global Services Valagro; Andrea Bottazzi, Dir. Fleet Management Tper; Annapaola Grea, Fleet Manager The Boston Consulting Group, Federica Bernardi Fleet Manager di Valentino Fashion Group e Aldo Paolo Iacono Direttore Fleet e Mobility Edenred.
Nel rapporto costi-benefici, le voci tipologia di auto, prestazioni, consumi, sicurezza e prestigio hanno da sempre dettato le leggi della scelta dei veicoli aziendali. La legislazione europea sempre più attenta alle emissioni e a nuove forme di mobilità spingono le imprese a valutare nuove tipologie di veicoli sempre più tecnologici ed ecologici.
Gli speaker, si confronteranno sulle seguenti tematiche:
– Carburante alternativo,
– Green Fleet Technology e veicoli ibridi, quale potrebbe essere utile alla flotta aziendale;
– Come incentivare in azienda un guida sicura, economica ed ecologica;
– Veicoli e piani assicurativi: quali servizi sono indispensabili per garantire una guida sicura;
– NLT o proprietà quale la scelta sostenibile sia a livello economico che ambientale;
– Tecnologia digitali, auto connesse e tempi di ricarica: a che punto siamo?
– Come scegliere un veicolo da inserire nella flotta aziendale?
– Benzina, diesel, ibrido, elettrico: cosa conviene oggi utilizzare?

Cmove è colocated con Procurement Forum: l’evento con oltre 80 Top CPO a confronto su eprocurement, robotic process automation, intelligenza artificiale e strategie di fidelizzazione dei fornitori.

Milano, NH Hotel Assago, 19 febbraio, ore 09.00

– BYinnovation è Media Partner di Cmove
– BYinnovation è Media Partner di Procurement Forum

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Container shipping outlook 2020: credit quality stable; threats to seaborne trade volumes remain. The container shipping industry is sailing into less choppy waters in 2020: improved cost structures and greater economies of scale will help larger operators cope with regulatory headwinds, higher capital-expenditure, and slowing economic growth.
However, the gap in credit quality will continue to widen between the largest global operators which make up the three international shipping alliances1 and the rest of the industry. For the full report, please follow this link.

“The credit outlook for the container-shipping sector is stable – which is quite something for an industry which has been buffeted by excess shipping capacity, volatile fuel prices and freight rates in recent years,” says Denis Kuhn, analyst at Scope. “However, downside risks remain. Uncertainty over the credit outlook for 2020 hinges on the continued strength of global trade – the determinant of container-shipping volumes – in the context of slowing economic growth, notably in China where the recent coronavirus outbreak will have at least a short-term impact on imports, exports and economic activity,” (See Scope’s 31 January commentary: China: coronavirus outbreak’s longer-term policy side-effects more important than direct GDP impact).

The danger of a re-escalation of international trade disputes is another threat, notwithstanding the recent US-China agreement in their tariff battle.

Still, Kuhn says several trends are favouring container shipping operators in the year ahead:
– Higher-than-expected scrapping rates as the industry shifts to low-sulphur fuels should improve the problem of over-capacity.
– Spot freight rates will rise, given the uncertainty about shipping capacity, compared with average rates between 2016 and 2019.
– Growing economies of scale and efficiency will benefit the industry leaders as they take advantage of their international alliances.
– The defused US-China trade dispute may limit tariff-related disruptions to global supply chains though residual tensions between the world’s leading trading partners remain a risk.

At the same time, some of the more profound challenges the sector faces have not entirely disappeared, says Kuhn.
– Excess container-shipping capacity continues to weigh down on freight rates.
– Environmental costs are rising: from 1 January, operators have had to fit vessels with scrubbers to continue using high-sulphur fuel to meet new emissions standards or switch to more expensive ultra-low sulphur fuel.
– Operators, particularly smaller companies, will find it difficult to pass on higher, more volatile fuel costs and/or additional regulatory-related capex costs to customers.
“The crucial question for ship owners – regardless of which approach they adopt to meeting the new emissions standards – is to what extent they can pass on the additional cost of technical compliance to the end-customer,

12M (Denmark’s Maersk Line and Swiss-based Mediterranean Shipping Co); Ocean Alliance (China’s COSCO and OOCL, France’s CMA CGM, Taiwan’s Evergreen); THE Alliance (Germany’s Hapag-Lloyd, Japan’s Ocean Network Express, Taiwan’s Yang Ming)

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