Category: Finanza – Istituzioni

Nuova Direttiva UE sulle Rinnovabili. Il 12 settembre 2023 il Parlamento Europeo ha approvato la Direttiva RED III, ora spetterà al Consiglio dell’Unione Europea l’approvazione definitiva.

Ricordiamo che oltre all’approvazione del Consiglio dell’UE, la quale potrebbe comportare delle modifiche, essendo una Direttiva non ha effetti immediati ma spetta al singolo Stato membro recepirla e applicarla.

La Direttiva in questione, conosciuta anche come Renewable Energy Directive III, si pone come obiettivo la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili ma anche l’aumento della quota di energia rinnovabile nel mix energetico.

Di seguito, sinteticamente, i punti più salienti.

Autorizzazioni più snelle per gli impianti
Entro 30 giorni, 45 giorni nel caso di impianti ubicati fuori dalle zone di accelerazione, dal ricevimento della domanda di autorizzazione per gli impianti situati nelle zone di accelerazioni per le energie rinnovabili, l’autorità competente dovrà confermare la completezza della domanda o richiedere ulteriori informazioni.
Le procedure per il rilascio delle autorizzazioni nelle zone di accelerazione per le energie rinnovabili non dovranno durare più di 12 mesi.
Sempre in queste zone, le autorizzazioni per la revisione della potenza degli impianti di produzione di energia rinnovabile, per impianti di potenza elettrica inferiore a 150 kW non dureranno più di 6 mesi.
Poi, le nuove domande relative agli impianti di produzione di energia rinnovabile, situati in queste zone e in presenza di determinate condizioni, saranno esonerati dalla Valutazione di Impatto Ambientale.

Ricordiamo che, le cd zone di accelerazione per le energie rinnovabili sono specifici luoghi, sia terresti che marini, adatti all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, diversi dagli impianti di combustione di biomasse, dove non si prevede che l’impiego di una determinata tipologia di energia rinnovabile abbia significativi effetti ambientali.
Inoltre, l’individuazione di queste aree dovrà coincidere con le zone adatte allo sviluppo accelerato di tecnologie per le energie rinnovabili identificate a norma del diritto nazionale.

Nella stessa è stata prevista la possibilità di introdurre procedure alternative di risoluzione delle controversie relative alle procedure di rilascio delle autorizzazioni.
Inoltre, gli Stati membri dovranno provvedere a far sì che i ricorsi amministrativi e giurisdizionali potranno essere soggetti a una procedura amministrativa e giudiziaria più rapida.

Per le autorizzazioni al di fuori delle zone di accelerazione per le energie rinnovabili è stato previsto che le stesse non dovranno durare più di 2 anni.

Successivamente, all’art. 16 quater, nel caso di revisione della potenza non superiore al 15% di un impianto di produzione di energia rinnovabile, le procedure per il rilascio delle autorizzazioni non dovranno durare più di 3 mesi dalla presentazione della domanda.

Nel caso di autorizzazioni per l’installazione di apparecchiature di energia solare e di impianti di stoccaggio dell’energia, compresi quelli integrati negli edifici, in strutture artificiali esistenti o future, non dovranno durare più di 3 mesi.
Inoltre, la durata di un mese per il rilascio delle autorizzazioni è riconosciuta nel caso di impianti con capacità inferiore a 100 kW, anche per gli autoconsumatori di energia rinnovabile e comunità di energia rinnovabile.

Trasporti, idrogeno e biomassa
Nella stessa normativa è stato previsto di incentivare l’utilizzo dell’idrogeno, soprattutto nel campo dell’industria ma anche nel campo dei trasporti.
Infatti, lo scopo è quello di avere una riduzione del 14,5% di emissioni di gas serra entro il 2030 attraverso l’utilizzo di carburanti di origine non biologica.
Infine, è stata inserita la previsione per cui l’elettricità fornita da colonnine verdi elettriche private concorre alle quote per i carburanti verdi dei trasporti, il fine è quello di rispettare il quantitativo di combustibili rinnovabili e di energia elettrica da fonti rinnovabili fissato in capo ai fornitori stessi.
In tal contesto, è stata posta anche attenzione sull’incentivazione e lo sviluppo della biomassa nel rispetto della qualità del suolo e della biodiversità.
L’obiettivo finale è quello di raggiungere entro il 2030 una quota di energia da fonti rinnovabili pari almeno al 42,5%.

www.italiasolare.eu

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European Net-Zero Academies should accelerate training and address urgent skills shortages. The Renewable Energy Skills partnership has issued a statement of 10 recommendations to the European Commission, on the establishment of Net-Zero Industry Academies, as proposed by the Commission in the Net-Zero Industry Act.

Soon, the partnership will launch a set of training programmes for renewables across the EU.

Arthur Daemers, Policy Advisor at SolarPower Europe (he/him); “The challenge is twofold: we must ensure high-quality skills, while recruiting more solar workers. Stakeholders like the Renewable Energy Skills Partnership must be involved every step of the way, so that we can build up the skilled workforce needed to secure a carbon neutral Europe.”

The Renewable Energy Skills Partnership is urgently calling on the European Commission to take decisive action. European Net-Zero Academies should:

1. Accelerate training programmes across the EU.
2. Address urgent skills shortages.
3. Build on existing sectoral, initiatives.
4. Prioritise net-zero sectors with critical skills shortages.
5. Foster a comprehensive framework, mapping all net-zero skills initiatives.
6. Strengthen synergies across net-zero technologies.
7. Identify emerging topics for trainings.
8. Provide the necessary funding.
9. Strive for cross-border recognition of qualifications, and the harmonisation of certifications.
10. Industry and relevant stakeholders, such as the Renewable Energy Skills Partnership, should be an integral part of the European Net-Zero Academies framework’s governance mechanism.

This statement comes as SolarPower Europe has just published their latest EU Solar Jobs Report 2023, revealing that the solar sector will need 1 million workers in Europe as soon as 2025.

The Renewable Energy Skills Partnership brings together stakeholders from the entire spectrum of the Renewable Energy value chain.
It gathers organisations involved in the identification and analysis of skills needs and solutions in the renewable energy sector; and in the development, implementation, promotion or financing of educational and training programmes, frameworks, and institutions.

SolarPower Europe is the award-winning link between policymakers and the solar PV value chain. Our mission is to ensure solar becomes Europe’s leading energy source by 2030. As the member-led association for the European solar PV sector, SolarPower Europe represents over 300 organisations across the entire solar sector.
With solar sitting on the horizon of unprecedented expansion, we work together with our members to create the necessary regulatory and business environment to take solar to the next level.

www.solarpowereurope.org

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Energy-saving decisions for home renovations. 10 organisations join forces to build a digital platform empowering homeowners.

Increasing energy prices have affected millions of Europeans, causing widespread energy poverty to reach rates never seen before.
Consumers facing this situation are in dire need for support to reduce their energy consumption and costs (1), to make informed decisions, increase their knowledge on where and how to start the renovation process and find the right quality-proof professionals. Renovating residential buildings and installing energy efficiency measures can help consumers save energy – as well as Europe achieve its sustainability targets. The HORIS project will lead a people-centric approach to sustainable home renovation and energy efficiency for the next 30 months. 10 organisations from 4 countries (Italy, The Netherlands, Portugal, Spain) will partner to develop a digital platform aiming to simplify the home renovation process and help consumers identify the best options for their needs.
The transition to a low-carbon society requires us to renovate our buildings and make them more energy-efficient. In the European Union, buildings account for 40% of energy consumption and 36% of C02 emissions (2).
An estimated 75% of EU buildings are energy inefficient; implementing energy-saving measures is essential to achieve climate neutrality (3,4).
Due to multiple barriers impacting market deployment, building renovation is happening well below the rate required to reach climate targets.
For the residential sector alone, we need to double the current rate of building upgrades.
Renovating homes will not only reduce collective carbon emissions but help to alleviate energy poverty.

Breaking down barriers to sustainable home renovation
Homeowners face several barriers when deciding on which home renovation measures to take. In the most recent energy transition barometer survey by KfW, 2 in 5 homeowners in Germany say they can’t afford climate-friendly renovations, with cost concerns being the most important investment hurdle cited by homeowners, followed by the assumption that the investment is not worthwhile and by the lack of availability of craftsmen.
These are exactly the barriers HORIS wants to break by developing a digital one-stop-shop that simplifies the home renovation process. The project will empower homeowners in Italy, Spain, and Portugal to make informed decisions in sustainable renovation. The project funded by the EU LIFE programme will address the connected issues of energy efficiency and energy poverty by helping homeowners navigate the complexities of home renovation while speeding up the process. Project partners in 4 countries will further develop an existing digital platform, the Green Menu, and build upon existing tools to provide homeowners with a customised package of renovation solutions. Making homeowners aware of the benefits of home renovation and the financial support available is a central objective of the platform.

1 European Commission. Press release – Summer 2023 Economic Forecast: Easing growth momentum amid declining inflation and robust labour market https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_23_4408
2 Roscini, A.V.; Rapf, O.; Kockat, J. On the Way to a Climate-Neutral Europe: Contributions from the Building Sector to a Strengthened 2030 Climate Target; Buildings Performance Institute Europe (BPIE), 2020.
3 European Commission. A Renovation Wave for Europe—Greening our Buildings, Creating Jobs, Improving Lives; 14.10.2020, COM (2020) 662 Final; European Commission, 2020.
4 Shnapp, S.; Paci, D.; Bertoldi, P. Untapping Multiple Benefits: Hidden Values in Environmental and Building Policies; Joint Research Centre Technical Report (JRC120683), 2020.

HORIS will create a network of approved home renovation practitioners to help homeowners make necessary upgrades. By developing a user-friendly and engaging one-stop shop where they can access customised home renovation packages and connect with renovation practitioners, homeowners can be confident they are making the right choice for their properties.
HORIS will engage and collaborate with homeowners, renovation professionals, local and regional public authorities, and non-profit organisations to maximise the environmental, social, and economic benefits.
– Environmental Benefits: create sustainable communities by reducing energy demand, waste generation, and greenhouse gas emissions.
– Social Benefits: reduce energy poverty by helping consumers make energy saving decisions.
– Economic Benefits: stimulate the local economy and create green jobs.
HORIS project partners include 3 consumer organisations to bring energy-saving measures into the heart of citizens’ homes.
Co-funded by the European Union under project number 101120497. Views and opinions expressed are however those of the author(s) only and do not necessarily reflect those of the European Union or CINEA. Neither the European Union nor the granting authority can be held responsible for them.

– BYinnovation is Media Partner of IEECP

ieecp.org

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Concretezza per riqualificazione energetica immobili. Le proposte del Coordinamento FREE per promuovere la riqualificazione edilizia degli immobili sono finalizzate a dare continuità al mercato delle ristrutturazioni edilizie e della riqualificazione energetica degli immobili.
Il fine è di avere edifici più sicuri, resistenti, confortevoli, a basso impatto energetico, carbonico e ambientale, ed edifici anche economici in relazione alle spese di gestione, evitando che un settore fondamentale per l’economia nazionale vada in crisi insieme al superbonus 110%.

«Non è nostro compito entrare nel merito se sia stato corretto o meno intervenire sulla rimodulazione del Superbonus 110% e l’interruzione della Cessione del Credito ma è invece utile richiamare velocemente quelli che, a nostro parere, sono stati gli aspetti positivi e negativi dovuti al Superbonus 110% abbinato alla Cessione del Credito per avere bene in mente ciò che va possibilmente salvaguardato e ciò a cui invece bisogna fare attenzione con l’introduzione di misure alternative e con una prospettiva di lungo periodo, per salvaguardare sia le imprese sia il processo di decarbonizzazione », afferma il presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli.

Aspetti positivi prodotti dal Superbonus 110% + Cessione del Credito
– stimolo e rilancio dell’economia in un periodo di crisi post covid, soprattutto per PMI;
– grande attenzione e stimolo alla riqualificazione energetica degli immobili;
– sviluppo della filiera a 360°: crescita della capacità di progettazione e messa a punto di soluzioni tecniche di efficientamento energetico, crescita delle competenze per la realizzazione e installazione delle soluzioni di efficientamento, sviluppo di una solida filiera nazionale di produzione di componenti per l’efficientamento energetico;
– facilità di accesso all’utilizzo dei fondi disponibili perché non richiesto alcun impegno finanziario (o impegno molto basso) da parte dei beneficiari delle misure.

Aspetti negativi prodotti dal Superbonus 110% + Cessione del Credito
– spesa per lo Stato oltre le previsioni;
– aumento generalizzato dei prezzi di mercato degli interventi;
– misura sentita come temporanea e quindi maggiore attenzione alla velocità di esecuzione, in alcuni casi a scapito della qualità;
– poca attenzione a premiare le soluzioni più efficienti dal punto di vista energetico e ambientale (es. interventi di riqualificazione energetica ammessi alle stesse condizioni anche sulle seconde case, con distrazione di fondi da interventi che avrebbero potuto portare maggiori benefici di riduzione delle emissioni, attenzione al solo salto di classe energetica senza maggior premio per raggiungimento delle classi più alte).

«Purtroppo la rimodulazione del Superbonus insieme alla eliminazione del meccanismo di Cessione del Credito e il contestuale aumento dei tassi di interesse lascia presagire uno scenario di drastica riduzione degli interventi attesi già a partire dal 2024, con il serio rischio di generare un forte contraccolpo a tutte le imprese, soprattutto PMI, oggi attive nella filiera delle costruzioni e ristrutturazioni. Oltre agli effetti economici, questo impedirebbe il rinnovamento di cui i nostri immobili necessitano per risultare più sicuri, resistenti (sisma ed eventi climatici estremi), confortevoli ed economici nella gestione e avrebbe un forte contraccolpo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Le Proposte del Coordinamento FREE mirano a dare continuità agli interventi di riqualificazione, rendendoli più efficaci e meno costosi, attraverso la rimodulazione degli incentivi esistenti e l’introduzione di un fondo di garanzia e conto interessi per facilitare l’accesso ai capitali privati», ha detto Dario di Santo direttore di FIRE.

Per far fronte a tali preoccupazioni, il Coordinamento FREE ha messo a punto una serie di proposte volte a mitigare tutti i possibili effetti negativi richiamati in precedenza, con l’obiettivo di facilitare l’accesso agli interventi, superare, quando necessario, le barriere finanziarie che scoraggiano molti soggetti, dare degli strumenti di lungo respiro che diano stabilità nel tempo ai settori coinvolti, senza però trascurare l’esigenza prioritaria di ridurre la spesa per lo stato a parità di interventi eseguiti.

I punti fondamentali della proposta sono:
1- Associare misure di incentivazione, come le detrazioni fiscali e il conto termico, a misure volte a superare la barriera finanziaria del dovere anticipare tutte le spese legate all’intervento di riqualificazione, rese più onerose dall’aumento dei tassi di interesse.
2- Fare in modo che le politiche di supporto si rivolgano a tutte le fasce di utenza, a partire dalla classe media fino ad arrivare a chi versa in condizioni di ristrettezze economiche.
3- Le politiche devono essere introdotte con un piano di medio lungo periodo, perlomeno fino al 2030, in modo da favorire un positivo e sano rafforzamento della filiera delle costruzioni, e prevedere meccanismi di valutazione e integrazione che favoriscano la loro efficacia.
4- Occorre sfruttare entrambi gli schemi di incentivazione esistenti per rispondere in modo efficace alle diverse esigenze (in termini di supporto economico, barriere da affrontare, tipologia di interventi, priorità, etc.) collegate a famiglie, case popolari, immobili pubblici, imprese, etc.
5- Prevedere la rimodulazione delle detrazioni fiscali affinché premino le soluzioni più efficaci ed impattanti in termini energetico-ambientali, con un intervallo di detrazioni fra il 55% e l’80%.
6- Prevedere l’ampliamento del conto termico affinché copra anche il settore privato in merito agli interventi di riqualificazione energetica e possa essere impiegato dai soggetti che non sono ammessi alle detrazioni fiscali (per incapienza, regime impositivo, etc.).
7- Introdurre una misura specifica, basata sul conto termico, per i soggetti in condizioni di disagio economico, in modo che possano beneficiare della riqualificazione a costo zero con l’investimento anticipato da imprese opportunamente qualificate.
8- Affiancare un fondo di garanzia e un fondo in conto interessi agli incentivi, in modo da superare la barriera finanziaria (ossia la necessità di anticipare tutta la spesa dell’investimento) rendendo più agevole e meno costoso l’accesso ai finanziamenti e favorendo il coinvolgimento di capitali privati. Si potrebbe anche fare uso di cessione del credito e sconto in fattura per alcuni ambiti di intervento.
9- Si ritiene utile in collegamento al punto precedente un accordo con ABI per introdurre “mutui verdi” dedicati alla riqualificazione edilizia slegata dall’acquisto dell’unità immobiliare.
10– Prevedere la raccolta di dati semplificati sui consumi energetici pre e post intervento in modo da consentire una valutazione più affidabile dell’impatto delle misure proposte e consentire l’individuazione delle soluzioni più efficienti ed efficaci dal punto di vista energetico e ambientale.
11– Valutare la possibilità di usare emissioni di Titoli di Stato dedicati alla copertura della spesa pubblica collegata alle misure di supporto per la riqualificazione dell’edilizia.

————————-DETTAGLIO DELLE PROPOSTE CONCRETIZZABILI———————————–

Proposte del Coordinamento FREE per promuovere la riqualificazione energetica degli immobili

Riqualificare il parco immobiliare pubblico e privato è una grande opportunità per il nostro Paese:
– consente di rendere gli immobili – ossia il luogo dove passiamo la maggior parte del nostro tempo – più resistenti (sisma, cambiamenti climatici), salubri, confortevoli, sicuri e meno impattanti (emissioni, consumi di energia e acqua, costi di gestione);
– smuove una filiera fondamentale per l’Italia, quella delle costruzioni e dell’impiantistica, con le relative ricadute in termini di PIL, occupazione ed effetti indotti;
– permette di ridurre le emissioni di gas serra (43% a livello europeo) e contribuisce in modo decisivo al raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari per l’energia e il clima;
– contrasta i disagi per chi vive in condizioni di fuel poverty, ossia non può permettersi per ragioni economiche un livello di climatizzazione invernale e/o estiva adeguato alle sue necessità.

Si tratta peraltro di una sfida, in ragione dell’elevato numero di immobili con caratteristiche molto differenti (anno di costruzione, tipologia, zona climatica, ubicazione, etc.), della proprietà diffusa e dell’impatto economico rilevante, sia in ottica di spesa capitale, sia di tempi di ritorno dell’investimento lunghi per interventi integrati edificio-impianti.
Per incrementare il tasso di riqualificazione annuo è dunque necessario contare su un sostegno pubblico – quali, per esempio, le detrazioni fiscali e il conto termico – volti a ridurre la spesa capitale per l’investitore e renderla sostenibile (barriera economica).
Questo però non è sufficiente perché gli schemi in vigore prevedono che il sostegno venga erogato nel corso di alcuni anni, e ciò richiede che l’investitore stesso anticipi tutta la somma necessaria.
La barriera economica, in altre parole, non viene superata dagli attuali schemi di incentivazione.

Per ovviare a questo sono stati introdotti in passato, prima per l’ecobonus, poi per il superbonus, i meccanismi della cessione del credito e dello sconto in fattura.
Senza creare debiti agli utenti finali, queste misure hanno generato un forte stimolo agli investimenti. In assenza di tali opzioni, diversi soggetti avrebbero necessità di ricorrere ad un finanziamento per potere coprire la spesa richiesta, o perché non hanno a disposizione risparmi a sufficienza per l’investimento, o perché hanno necessità di conservare i risparmi a disposizione per altre priorità.
Ci troviamo quindi di fronte anche a una barriera finanziaria agli investimenti. Entrambe le barriere risultano particolarmente impattanti per gli incapienti e le famiglie in fuel poverty.

Ecco perché si ritiene fondamentale affiancare agli incentivi la cessione del credito abbinata allo sconto in fattura che, con adeguati aggiustamenti, a nostro parere può continuare a rappresentare uno strumento di sicura efficacia.
In alternativa, qualora si ritenesse non opportuno ricorrere nuovamente alla cessione del credito abbinata allo sconto in fattura o si optasse per limitarlo a casi specifici, un fondo di garanzia abbinato a un meccanismo di incentivazione esplicita, quale il conto termico o l’ecobonus, opportunamente revisionati come suggerito nel seguito.
Il fondo permetterebbe di superare la barriera finanziaria, mobilitando prevalentemente capitali privati.

Di seguito vengono indicate le principali caratteristiche degli strumenti di supporto che il Coordinamento FREE ritiene utili per promuovere la riqualificazione del parco immobiliare.

Detrazioni Fiscali e Conto Termico
Si ritiene importante mantenere sia le detrazioni fiscali sia il conto termico, in ragione delle differenze fra i due strumenti e della possibilità di risultare efficaci con diverse tipologie di utenti finali e di interventi.
Le risorse necessarie potrebbero essere raccolte anche attraverso l’emissione annuale di Titoli di Stato ad hoc, al fine di mobilitare parte dei risparmi fermi sui conti correnti di famiglie e imprese.
Alcuni elementi base:
– Gli schemi devono nascere con un’ottica di lungo periodo, in modo da favorire una progressiva strutturazione e crescita della filiera ed evitare l’insorgenza di fenomeni speculativi.
La nostra proposta è di definire le politiche con un orizzonte almeno fino al 2030, in collegamento con il PNIEC.
– È importante che gli interventi di riqualificazione mettano insieme le varie dimensioni dell’abitare, ossia comfort, salubrità, sicurezza, resistenza agli eventi climatici estremi, riduzione delle emissioni ed efficientamento nell’uso dell’energia e delle altre risorse.
Questo comporta che alle misure di riqualificazione energetica le politiche affianchino, come obbligo o come maggiore stimolo economico, quelle relative alle altre dimensioni.
– In merito alle detrazioni fiscali, si ritiene importante armonizzare i diversi schemi oggi esistenti (superbonus, sismabonus, ecobonus, bonus casa, etc.) sia per razionalizzare gli stessi, sia per renderli più efficaci ed efficienti.
Le soluzioni in grado di portare a un salto di classe energetica superiore e a una maggiore decarbonizzazione vanno premiate maggiormente, pur nell’ambito di un ragionevole rapporto costo-efficacia.
Ciò potrebbe essere conseguito prevedendo aliquote di incentivazione differenziate in funzione della classe energetica raggiunta e dell’entità del salto di classe energetica (criteri di accesso mutuati dal superbonus), mantenendo lo schema di premialità per classe energetica e numero di salti di classe per gli edifici.
Proponiamo le seguenti aliquote:
— 80% classe A o maggiore e salto di almeno 3 classi energetiche;
— 70% classe B con salto di almeno 3 classi energetiche;
— 65% per gli altri interventi che portino l’edificio almeno in classe D e per gli interventi di elettrificazione dei servizi di riscaldamento e climatizzazione accoppiati all’adozione di fonti rinnovabili elettriche e sistemi di accumulo;
— 55% per gli altri interventi di riqualificazione energetica considerati ammissibili dal MASE;

Si propone inoltre di differenziare il recupero delle detrazioni su due livelli: 10 anni, anche per chi vuole accedere al Fondo descritto successivamente, e 5 anni per chi, avendo capienza per recuperare in tempi più rapidi le spese sostenute, non ha necessità di accedere alle risorse del Fondo e preferisce accelerare il recupero delle detrazioni.
• Gli immobili appartenenti a categorie come le case popolari, le scuole, etc. richiedono un supporto maggiore e dedicato.
A tal fine si propone o il mantenimento del superbonus 110% con sconto in fattura e cessione del credito, oppure una misura dedicata a valere sul conto termico con copertura del 100% delle spese sostenute in aggiunta al Fondo di garanzia descritto più avanti, in modo che non sia necessaria capienza fiscale da parte del contribuente.
• In merito al conto termico, si ritiene importante estendere anche al privato la possibilità di supportare interventi di efficientamento energetico per coprire le categorie di utenti finali che hanno più difficoltà a beneficiare delle detrazioni fiscali o che non intendono sopportare direttamente oneri finanziari o non hanno la capacità di organizzazione e interfaccia per gestire gli interventi stessi.
A tale proposito si propone di introdurre una linea per la riqualificazione integrata degli edifici con criteri analoghi a quelli indicati per le detrazioni fiscali in termini di percentuali di copertura dell’investimento e con requisiti di accesso identici, al fine di semplificare i processi di valutazione e il lavoro dei professionisti e delle ditte di settore.
In generale si suggerisce di prevedere la possibilità di allargare il campo di applicazione del conto termico anche agli interventi oggi incentivati con le detrazioni per favorire l’esecuzione dei lavori anche attraverso ESCO, utility e altri soggetti che permettano di evitare oneri finanziari e organizzativi ai clienti finali.
A tal proposito, per i soggetti incapienti/a basso reddito o con problemi di accesso al credito, si potrebbero prevedere incentivi espliciti a copertura vicina al 100% del costo di investimento, da erogare in funzione di stati di avanzamento lavori.
Tramite GSE o altro ente ritenuto idoneo potrebbero essere identificati soggetti qualificati, che agiscano a prezzi convenzionati e si presentino come aggregatori degli interventi a favore dei soggetti incapienti che ne facciano richiesta.

Nell’ottica di alleviare la barriera finanziaria, si propone di portare da Euro 5.000 a Euro 25.000 la soglia entro cui è prevista l’erogazione dell’incentivo in un’unica rata.
Si propone inoltre di introdurre la possibilità di coprire le spese di fattibilità degli interventi con una misura ad hoc esclusivamente dedicata agli incapienti, al fine di stimolare la domanda delle famiglie a basso reddito (la selezione potrebbe avvenire introducendo un limite sull’ISEE), a prescindere dalla realizzazione effettiva dell’intervento.

Per finire si ritiene essenziale rimodulare il contributo economico dei vari interventi tenendo conto dell’evoluzione dei prezzi di mercato.
– Per incentivare i proprietari degli edifici a supportare l’esecuzione degli interventi negli edifici locati si potrebbe poi prevedere la possibilità di sconti sull’imposta sugli immobili in funzione della classe energetica dell’edificio, o esenzioni da tale imposta per un certo numero di anni a seguito dell’esecuzione degli interventi.
– Ai fini del monitoraggio dell’efficacia degli interventi realizzati e non dell’erogazione degli incentivi, va assicurata la raccolta di dati semplificati sui consumi energetici pre e post intervento per gli interventi di riqualificazione integrata dell’edificio per consentire alle Agenzie la costituzione di una banca dati utile come sistema di monitoraggio e funzionale all’ individuazione di eventuali correttivi da apportare alle misure in vigore.
A tal fine si può fare uso dei dati raccolti attraverso le bollette dell’energia.

Proposte per fondo di garanzia
Al fine di superare la barriera finanziaria si propone di costituire un fondo apposito, che vada a sostituire la cessione del credito. A tale proposito sono due le misure che si ritiene possano apportare un contributo positivo, collegate in modo esclusivo alle detrazioni fiscali a dieci anni e al conto termico nell’ottica della riqualificazione integrata degli edifici o di interventi realizzati da soggetti a basso reddito:
– un fondo di garanzia per consentire di accedere a finanziamenti anche da parte di soggetti con merito creditizio non adeguato o per erogare il credito a condizioni più convenienti in termini di tasso di interesse e/o di percentuale di copertura della spesa complessiva (per natura rotativo, quindi in grado di rimettere a disposizione le somme inizialmente impegnate);
– un fondo in conto interessi per permettere di accedere a finanziamenti a tasso agevolato, misura utile in un contesto di rialzo dei tassi di interesse (non rotativo, ma caratterizzato da un alto effetto leva, in quanto le risorse vanno a coprire la differenza sugli interessi).
Entrambe le misure avrebbero lo scopo di facilitare l’accesso a finanziamenti bancari, sia rendendo più semplice l’accensione di finanziamenti, sia riducendo il costo del prestito di denaro. Sarebbe anche possibile potenziare l’efficacia di tali strumenti tramite un accordo con ABI finalizzato a mettere a disposizione delle famiglie dei finanziamenti per la ristrutturazione a condizioni migliorate rispetto ai finanziamenti tradizionali.

Tecnicamente un fondo che già mette a disposizione sia la parte di garanzia che quella in conto interessi in questo settore esiste già ed è il Fondo nazionale per l’efficienza energetica.
Si tratta di una misura che si è dimostrata purtroppo assolutamente inefficace, sia per problemi di disegno della stessa, sia per come è stata gestita.
Al di là di questo, si potrebbe prendere spunto da esso per definire un nuovo fondo con capitalizzazione decisamente maggiore (parliamo di 10-20 volte almeno), individuando l’Agenzia più idonea a gestirlo.
Un’altra opzione cui ispirarsi, vicina per l’entità dei finanziamenti da mobilitare nel corso degli anni, è il Fondo per le PMI gestito da Mediocredito Centrale.

Si ritiene a tale proposito che il modus operandi del Fondo per le PMI, che prevede che il soggetto richiedente si rivolga direttamente alla banca, sia il più idoneo nell’ottica della semplificazione.
L’erogazione del fondo dovrebbe essere molto snella, avvenire in tempi rapidi e sarebbe collegata all’ammissione alle detrazioni fiscali o al conto termico.

Da una prima valutazione approssimativa, che ci riserviamo di verificare con maggiore livello di approfondimento, riteniamo che per mobilitare interventi di efficientamento per complessivi 30 – 50 miliardi di euro all’anno (progressione a crescere negli anni 2024 – 2030) servirebbe una dotazione annua minima per il fondo di garanzia di circa 5 miliardi di euro per il primo anno, con una dotazione a crescere di almeno 1 – 1,5 miliardi all’anno fino al 2030.
L’incremento della dotazione annua serve per sostenere la crescita prevista degli interventi nel corso degli anni.
Per il fondo a copertura degli interessi invece stimiamo una disponibilità di almeno 1 miliardo all’anno che serva ad azzerare o quasi gli interessi sui finanziamenti ricevuti.
(Roma, 14 settembre 2023)

Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) è un’Associazione che raccoglie attualmente, in qualità di Soci, 26 Associazioni in toto o in parte attive in tali settori, oltre ad un ampio ventaglio di Enti e Associazioni che hanno chiesto di partecipare come Aderenti (senza ruoli decisionali) ed è pertanto la più grande Associazione del settore presente in Italia. Il Coordinamento FREE ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro di un modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazione dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando un’azione più coesa delle Associazioni e degli Enti che ne fanno parte anche nei confronti di tutte le Istituzioni.

FIRE (Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia), fondata nel 1987, è un’associazione senza scopo di lucro riconosciuta giuridicamente e attiva nel settore energetico e ambientale, che ha come obiettivi principali della sua attività:
– la promozione di un uso esteso di buone pratiche per l’efficienza energetica, l’impiego fonti rinnovabili e la sostenibilità;
– l’analisi e lo studio delle diverse tematiche legate all’impiego e alla generazione di energia attraverso un approccio concreto, multidisciplinare e non discriminatorio;
– il supporto agli energy manager, agli operatori di settore e a tutti gli stakeholder del settore energetico con attività di informazione, diffusione, formazione, indagine e studio, sviluppo di nuovi strumenti per l’energy management;
– la partecipazione a progetti internazionali mirati a un uso efficiente delle risorse energetiche e ambientali;
– la qualificazione degli energy manager, degli esperti in gestione dell’energia, delle ESCO e degli altri operatori legati all’energy management.

www.free-energia.it/

fire-italia.org/

ESG adoption in EU construction and real estate. The new report by the CPEA ESG Working Group provides a snapshot of where different European players within the construction and the real estate industry currently stand in relation to ESG strategy development, implementation and related disclosures, looking at drivers, risks and challenges and potential solutions.

Against a background of a rapid rise in construction and real estate market engagement with ESG related topics and discourses and an equally growing number of ESG initiatives, this new report by the CPEA ESG Working Group provides a snapshot of where different European players within the construction and the real estate industry currently stand in relation to ESG strategy development, implementation and related disclosures, looking at drivers, risks and challenges and potential solutions.

Need for a multi-dimensional ESG approach
According to the findings of the report most of the industry’s ESG engagement and reporting is limited to environmental issues and even here the majority of market participants focus on energy and climate issues and to a much lesser extent on wider environmental aspects such as circularity, biodiversity, pollution or water management.

By mapping the interlinkages and interdependencies between all ESG components, i.e. environmental, social and governance ESG impact areas and associated criteria, Working Group industry experts illustrate that sector stakeholders need to take a wider view if they want to avoid risks of perceptions of ESG-washing in the future. For example, there are direct links between decarbonisation targets and social outcomes which in turn also have a bearing on an organisation’s governance performance.

Contrary to general belief within the industry that governance issues only relate to the organisational level, Working Group also members demonstrate that the corporate level governance structure strongly influences the policy and strategy framework for implementation at the building or site level and, that in turn, data and documentation from the latter help inform strategy development, proof of compliance and support delivery of top-level policies and commitments.

Recommendations
Based on Working Group members’ expertise and practical examples, the report features a series of recommendations for both policy makers and market participants. On the policy side, Working Group members call for the development of an “all in one” Sustainable Buildings Directive based on Level(s), the aggregation and prioritisation of policy initiatives and the introduction of digital building logbooks to overcome existing data barriers. In terms of market practice, recommendations include the creation of a new market rule book with the obligation to prove the case “ESG compliant” on the basis of third-party verified data with penalties for greenwashing and the setting of macro-objectives with ongoing monitoring and regular reviews as part of a longer-term perspective ESG roadmap.

www.bpie.eu

www.cpea.eu

Sustainability Week 2023 engagement collettivo proposto dal Forum per la Finanza Sostenibile. Come nelle edizioni 2021 e 2022, anche quest’anno i Soci del Forum hanno individuato una serie di temi ritenuti prioritari in ambito ambientale, sociale e di governance, che potrebbero essere sollevati con le società presenti all’Euronext Sustainability Week 2023 per verificare le strategie di sostenibilità adottate e i progressi compiuti.

Proseguire il dialogo costruttivo investitori-imprese su temi di sostenibilità
Si pone questo obiettivo l’iniziativa di engagement collettivo che il Forum per la Finanza Sostenibile ripropone in occasione dell’Euronext Sustainability Week 2023, promossa da Borsa Italiana – Euronext, in programma dal 4 all’8 settembre.

L’iniziativa rientra nelle attività di un gruppo di lavoro permanente avviato dal Forum nel 2021 e rivolto alla base associativa con l’obiettivo di favorire iniziative comuni di engagement.

I temi individuati
Per la parte ambientale,
l’allineamento alla tassonomia europea delle attività economiche ecosostenibili, la divulgazione di dati sugli aspetti ambientali tramite le rilevazioni di CDP (ex Carbon Disclosure Project), l’allineamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti agli standard della Science Based Targets initiative (SBTi), l’introduzione di politiche aziendali per la gestione sostenibile delle risorse idriche e per la tutela della biodiversità.

Nella sfera sociale, i temi condivisi dal gruppo di lavoro si incentrano su: la transizione giusta (Just Transition), la sicurezza sul lavoro, la sostenibilità nella catena del valore, l’interazione con le comunità locali, la parità generazionale e la stabilità della forza lavoro.

Per quanto riguarda la governance, i temi identificati per il 2023 riguardano: l’approvazione del piano di transizione climatica da parte degli azionisti, la parità di genere, le politiche di remunerazione, le politiche fiscali e di lobby.

I Soci del Forum hanno inviato una lettera alle società presenti all’Euronext Sustainability Week 2023 per annunciare l’iniziativa e informare le aziende che potrebbero essere coinvolte in azioni di engagement su questi temi. La lettera è firmata da 32 organizzazioni tra asset manager, casse di previdenza, fondi pensione, banche e imprese assicuratrici, con il supporto di altri 16 soggetti non investitori (ONG, società di consulenza, fondazioni e associazioni di categoria).

“L’engagement rimane tra le strategie più efficaci per prevenire il rischio di greenwashing e rappresenta un valido strumento a disposizione degli investitori per sollecitare le aziende a migliorare sempre di più le loro performance ESG, fissando tempistiche e obiettivi chiari. La dimensione collettiva dell’iniziativa di engagement coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile permette di potenziare il ruolo propulsivo degli investitori, con l’obiettivo di portare avanti il dialogo con le aziende investite nel solco dello sviluppo sostenibile e della trasparenza”, ha dichiarato Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile.

Il Forum per la Finanza Sostenibile (FFS), associazione non profit fondata nel 2001, è il punto di riferimento in Italia per gli investimenti sostenibili. La base associativa è multi-stakeholder e comprende 151 Soci, inclusi i principali asset owner e asset manager che operano in Italia oltre a banche, imprese assicuratrici, società di consulenza e rating provider, associazioni di categoria, fondazioni di origine bancaria, sindacati ed enti del terzo settore.
Dal 2015 il Forum ha assunto un ruolo chiave nel dibattito e nella formazione riguardanti l’engagement, inteso come dialogo costruttivo investitori-emittenti su temi di sostenibilità. Nel 2021 il FFS ha avviato un gruppo di lavoro permanente rivolto ai propri Soci con l’obiettivo di favorire iniziative comuni di engagement. I Soci del FFS hanno partecipato alle edizioni 2021 e 2022 della Sustainability Week promossa da Borsa Italiana, sottoponendo alle aziende alcuni temi ritenuti prioritari in ambito ambientale, sociale e di governance.
Anche per l’edizione 2023 della Sustainability Week i Soci del Forum hanno individuato argomenti di interesse comune che potrebbero essere sollevati negli incontri tra investitori (azionisti e/o obbligazionisti) e imprese. Poiché le società presenti alla Sustainability Week potrebbero essere coinvolte in azioni di engagement da parte dei soci FFS su questi temi, si è scelto di condividerli in anteprima con le aziende, dando così l’opportunità di approfondirli e di raccogliere le informazioni necessarie.

Investitori firmatari
Anima SGR, Arcano Partners, Azimut Capital Management SGR S.p.A., BancoPosta Fondi SGR, Banor SIM, Camperio SIM, Cometa, Coopfond, Ersel, Etica Sgr, Finint Private Bank, Fondaco SGR, Fondo Pegaso, Fondo Perseo Sirio, Fondo Priamo, Fondo Scuola Espero, Fondoposte, Solidarietà Veneto – Fondo Pensione, Groupama Asset Management, IMPact SGR, ITAS Mutua, Kairos Partners SGR, Nordea Asset Management, Raiffeisen Capital Management, Sella SGR, Zurich Italia

Si ringraziano tutti i Soci FFS partecipanti al Gruppo di Lavoro
ADVANT Nctm, ANASF, Arpinge, Assofondipensione, CFA Society Italy, DeA Capital Alternative Funds SGR S.p.A., ECCO, Finance & Sustainability SRL, Fondazione Sodalitas, Impronta Etica, Legambiente, NATIVA, Nummus.Info, Riello Investimenti Partners Sgr, WWF Italia.

Finanzasostenibile.it

Settimanesri.it

Investiresponsabilmente.it

Consip per il PNRR alle P.A. Le gare realizzate da Consip al 30 giugno 2023 sono 59 (valore bandito pari a 19,4 mld/€) per supportare i progetti PNRR delle PA. A fronte delle gare sono già stati attivati contratti “pronti all’uso” su 45 iniziative (e un totale di 171 lotti), per un valore complessivo di 14,6 mld/euro.

Sono tutte iniziative che recepiscono nella documentazione di gara o nella fase post gara i requisiti DNSH (Do No Significant Harm – in materia di impatto ambientale) e quelli previsti dall’art.47 del DL 77/2021 (tutela della parità di genere).

Per quanto riguarda i settori, 40 iniziative (su 59 totali) si concentrano nel settore ICT (servizi per l’adozione del cloud, per la sanità digitale, ma anche hardware e software), 13 sono realizzate in ambito Sanità (per il rinnovo del parco apparecchiature di diagnostica), 6 riguardano il settore Mobility (autobus e veicoli a basso impatto ambientale).

A seguito di queste gare, sono già stati attivati 45 contratti per un valore di 14,6 mld/€ (e un totale di 171 lotti). Il valore residuo dei contratti attualmente disponibile è di oltre 8 mld/€.

In ambito PNRR, oltre a mettere a disposizione delle PA contratti di acquisto “pronti all’uso” e strumenti di negoziazione per effettuare in modo rapido le acquisizioni funzionali ai progetti, Consip è impegnata su due ulteriori linee di azione:
– formazione e tutoraggio dei buyer pubblici per l’utilizzo degli strumenti digitali di acquisto. Al 30 giugno 2023 sono stati formati 22.894 buyer attraverso 324 webinar ed è stata svolto tutoraggio per la conclusione di 621 transazioni attraverso gli strumenti di e-procurement.
– progetti per l’evoluzione del sistema nazionale di e-procurement. Al 30 giugno 2023, prosegue l’implementazione dello Smart Procurement (estensione del perimetro di digitalizzazione degli strumenti di acquisto) e dell’interoperabilità fra sistemi gestionali (ANAC, RGS, Infocamere).

www.consip.it