Category: Finanza – Istituzioni

Ecodesign Circular Economy. Major success for sustainable products and the environment. Good news for consumers: members of the European Parliament took an important step to make sustainable products the norm.

Following an ambitious report from the Parliament’s environment committee agreed upon in June, today’s plenary vote has finalised the Parliaments position on the Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR).

The ESPR represents an important milestone in Green Deal legislation and will become the cornerstone of Europe’s product policy. It will replace the existing Ecodesign Directive, which is one of the EU’s most effective climate policies to date, ticking all the boxes: it substantially contributes to energy savings, cuts consumer electricity bills, while creating thousands of jobs and making products more repairable. Simultaneously, it advances a level playing field for industry. The proposal adopted today broadens the scope of ecodesign beyond energy products to anything from textiles, toys and furniture as well as intermediaries like steel. It also introduces new policy options such as introducing a product passport.

The EEB praises the Parliament’s vote today which confirmed a number of improvements on the Commission’s original proposal.
Key additions made by the Parliament include:
– Identifying high impact product groups to be prioritised in secondary legislation
– Strengthening the approach for tracking and restricting substances of concern found in products
– Introducing an outright ban on the destruction of unsold electronics and textiles
– Providing clearer measures to support a right to repair products and prevent early obsolescence

A blind eye on non-compliant online imports
The parliament failed to respond to calls from campaigners and industry to address the risk of non-compliant products entering the European market through online sales. On this point, the Parliament further reduced already weak responsibilities for online marketplaces. Effectively a green light to continue to flood the market with unsustainable products. Online marketplaces and retailers based outside the EU commonly sell products that do not meet European sustainability and safety requirements.

Campaigners also regretted that the Parliament’s position left open the possibility for weak voluntary initiatives to substitute legal requirements, and social sustainability and due diligence remained out of the scope.

Jean-Pierre Schweitzer, Policy Manager for Circular Economy at the EEB said: “On an important day for environmental policy making, the European Parliament’s vote on ecodesign introduces a much needed toolkit to drastically reduce the impact of our everyday products. Building on the success of ecodesign and energy labeling the new regulation should save emissions and consumer expenditure. It is regrettable, however, that lawmakers continue to ignore the risk of non-compliant products entering the market from online sales – creating unfair competition for European industry and undermining the effectiveness of future requirements.”

The Commission’s proposal on ESPR was published in March 2022. In May 2023 the European Council agreed upon a general approach. Now that the three institutions have defined their positions the legislation will be finalised in trilogues. Trilogues are hoped to commence quickly under the Spanish presidency.

The European Environmental Bureau (EEB) is Europe’s largest network of environmental citizens’ organisations, standing for environmental justice, sustainable development and participatory democracy. Our experts work on climate change, biodiversity, circular economy, air, water, soil, chemical pollution, as well as policies on industry, energy, agriculture, product design and waste prevention. We are also active on overarching issues such as sustainable development, good governance, participatory democracy and the rule of law in Europe and beyond.
We have over 180 members in over 38 countries.

eeb.org

EEB letter asking for an immediate ban on the destruction of unsold goods

Spiagge per disabili, Udicon: “Azioni concrete per rendere le spiagge italiane più accessibili”. Le persone con disabilità affrontano ancora numerose difficoltà nell’accedere alle spiagge in modo inclusivo.

Difficoltà che implicano mancanza di accessi adeguati, presenza di barriere architettoniche, servizi limitati e un livello di conoscenza basso per quanto riguarda l’offerta proposta dagli stabilimenti di balneazione.
Tra le regioni più accessibili la Puglia risulta al primo posto, seguita da Marche, Lazio e Sicilia.
Maglia nera per la Calabria, la regione che ha registrato più barriere architettoniche.
È quanto emerge dall’indagine Udicon sull’accessibilità alle spiagge realizzata in alcune regioni italiane, grazie al supporto delle sedi territoriali dell’Associazione, con l’obiettivo di fornire una panoramica dettagliata della situazione attuale.

Meno di un intervistato su due (46,1%) ha evidenziato la presenza di accessi adeguati in spiaggia per persone con disabilità, mentre un cittadino su quattro (24,7%) ha segnalato ancora la presenza di barriere architettoniche.
Tra i servizi più comuni offerti dagli stabilimenti balneari ai disabili, la passerella per la discesa in spiaggia è risultato essere quello più offerto (61,7%), seguito dal parcheggio accessibile (54,8%) e dai servizi igienici per la cura della persona (46,5%).
Sul lato rincari è interessante notare che la maggioranza dei partecipanti (58,3%) ha notato un aumento significativo dei costi di affitto o accesso agli stabilimenti balneari rispetto agli anni precedenti.
Un ulteriore 22,6% ha registrato un incremento lieve, mentre soltanto il 2,2% ha affermato che i costi sono rimasti stabili e inalterati.

“È evidente che molti stabilimenti non offrono ancora un’esperienza adeguatamente inclusiva. Molte persone con disabilità si trovano ad affrontare diversi ostacoli che limitano la loro capacità di godere appieno dell’esperienza in spiaggia. Dai dati raccolti, emerge chiaramente la necessità di intraprendere azioni concrete. Per prima cosa è fondamentale migliorare l’informazione e la consapevolezza del pubblico attraverso campagne informative rivolte all’opinione pubblica, che possono contribuire a incrementare la conoscenza del problema. Inoltre, è necessario promuovere la collaborazione tra le parti interessate, che includa condivisione di risorse, formazione del personale e scambio di buone pratiche. È cruciale coinvolgere le persone con disabilità nel processo decisionale e nella pianificazione delle iniziative volte a migliorare i servizi dedicati. Ascoltare le loro esigenze può aiutare a ideare soluzioni più efficaci e orientate ai reali bisogni di cui necessitano. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo realizzare una società inclusiva e accessibile per tutti”, così in una nota il Presidente Nazionale di Udicon Martina Donini.

www.udicon.org

documento

Finanza Sostenibile avvia confronto con il Governo. Avviare un dialogo costruttivo tra investitori e Stato italiano, inteso come emittente di titoli di debito, e chiedere un riscontro sulle azioni intraprese (e i progressi compiuti) dalle istituzioni pubbliche a sostegno di una transizione ecologica giusta e inclusiva.

Si pone questi obiettivi l’iniziativa di engagement collettivo con lo Stato italiano coordinata dal Forum per la Finanza Sostenibile.
L’engagement può essere annoverato tra le strategie per prevenire il rischio di greenwashing e rappresenta un valido strumento a disposizione degli investitori per orientare positivamente i comportamenti dell’emittente su questioni di sostenibilità e aumentarne il grado di trasparenza.

L’avvio del confronto è stato annunciato da una lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri e a diversi Ministeri e firmata da 40 investitori istituzionali tra asset manager, banche, imprese assicuratrici, casse di previdenza e fondi pensione, con il supporto di altre 37 organizzazioni che non investono in titoli di Stato. Capifila dell’iniziativa sono i fondi pensione negoziali Cometa e Pegaso, a cui aderiscono, rispettivamente, i lavoratori dipendenti dell’industria metalmeccanica e i dipendenti delle imprese di servizi di pubblica utilità.

L’operazione rientra nell’ambito di un gruppo di lavoro permanente sull’engagement, che il Forum per la Finanza Sostenibile ha avviato nel 2021 per i propri Soci, con l’obiettivo di valorizzare le esperienze della base associativa e facilitare l’avvio di iniziative comuni.

In questo caso, il dialogo si focalizza sulle politiche dello Stato italiano su alcuni temi ambientali (adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, prevenzione dell’inquinamento e tutela della biodiversità), sociali (giusta transizione, promozione e protezione dei diritti umani, riduzione delle disuguaglianze) e di governance (parità di genere, prevenzione e contrasto alla corruzione), che hanno una rilevanza anche sul piano economico-finanziario. I temi sono stati individuati dal gruppo di lavoro, con il contributo di numerosi Soci non investitori.

Investitori firmatari
Cometa (capofila), Fondo Pegaso (capofila), Arcano Partners, ARCO, Assimoco, Azimut Capital Management SGR S.p.A., Banca Consulia Spa, Banor SIM, BNP Paribas Asset Management, Camperio SIM, Candriam, Cassa Forense, Coopfond, DPAM, ENPACL, Fondaco SGR, Fondazione CON IL SUD, Fondazione di Venezia, Fondo Pensione Previambiente, Fondo Pensioni del Gruppo Banco Popolare, Fondo Perseo Sirio, Fondo Priamo, Fondo Scuola Espero, Solidarietà Veneto – Fondo Pensione, Groupama Asset Management, HDI Assicurazioni, IMPact SGR, Inarcassa, ITAS Mutua, Kairos Partners SGR, Mirova (Gruppo Natixis IM), M&G Investments, Nordea Asset Management, Payden Global SIM SpA, Raiffeisen Capital Management, Reale Mutua, SEFEA IMPACT, Sycomore Asset Management, UBS Asset Management SGR

Soci FFS partecipanti al gruppo di lavoro
Acri, ADVANT Nctm, AIAF, ANASF, Arpinge, Assofondipensione, Avanzi, CDP (ex Carbon Disclosure Project), CFA Society Italy, Comgest, DeA Capital Alternative Funds SGR S.p.A., DeA Capital Real Estate SGR S.p.A., DNV, Doorway, ECCO, EFPA Italia, EY, Fairtrade Italia, Finance & Sustainability S.R.L., First Social Life, Fondazione ANT, Fondazione Donor Italia, Fondazione Sodalitas, Forum Nazionale del Terzo Settore, Global Thinking Foundation, Impronta Etica, Legambiente, MOMentum Alternative Investments, MondoInstitutional, Morningstar Italy, NATIVA, Nummus.Info, Riello Investimenti Partners Sgr, SCS Consulting, UNICEF Italia, WWF Italia.

Si riportano qui di seguito i temi ritenuti prioritari dai Soci del Forum aderenti all’iniziativa.

AMBIENTE

Mitigazione del cambiamento climatico e politiche di adattamento

1.
Gli accordi internazionali impegnano l’Italia al contenimento dell’aumento delle temperature medie globali entro 1,5° a fine secolo rispetto al periodo preindustriale.
La mitigazione del cambiamento climatico è cruciale per lo Stato italiano anche perché l’area del Mediterraneo si sta riscaldando più velocemente rispetto ad altre zone e l’Italia è tra i paesi europei più esposti a eventi climatici avversi (per es. siccità, innalzamento del livello dei mari, inondazioni e alluvioni).
Attualmente a quale scenario di aumento delle temperature medie globali sono allineate le politiche pubbliche italiane?

2.
Qual è la capacità di energia rinnovabile prevista per i prossimi anni e come cambierà il mix energetico italiano?
Saranno introdotte semplificazioni burocratiche per la realizzazione degli impianti?

3.
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti è fondamentale garantire una corretta informazione sui temi ambientali, prevenendo i fenomeni di greenwashing, e incentivare cambiamenti nello stile di vita degli italiani.
Per esempio, la Francia ha approvato diverse misure nel quadro della Legge del 2021 “Climat et résistance” (1) e ha avviato un vasto programma di formazione dei dirigenti pubblici sul cambiamento climatico (2).
In Germania, invece, sono state varate leggi specifiche sul greenwashing e sulla due diligence nella catena del valore (3).
A partire dall’obiettivo europeo di una riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 (4), quali misure intende adottare l’Italia per favorire una corretta informazione sui temi ambientali e per rispettare gli impegni assunti in ottica di mitigazione dei cambiamenti climatici?
Per esempio, è in programma la misurazione e riduzione dell’impronta carbonica di tutti gli immobili e attività detenute o partecipate dallo Stato?

4.
A che punto è la costituzione di un database opensource che renda disponibili ai partecipanti al sistema bancario e finanziario dati granulari e affidabili (almeno per Km2) su tutti i rischi climatici e ambientali, al fine di adempiere agli obblighi imposti ai medesimi dalla legislazione europea?
Si prevedono politiche di supporto alle PMI italiane (soprattutto non quotate) nella raccolta e comunicazione di tali dati?

5.
Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) è al momento privo di coperture finanziarie: in futuro si prevede lo stanziamento di fondi adeguati?
Quali sono le tempistiche di attuazione delle misure indicate nel Piano, tenuto conto che gli eventi climatici avversi stanno già danneggiando gli ecosistemi, l’agricoltura e l’economia italiani?

6.
Per quanto riguarda nello specifico la gestione delle risorse idriche e l’efficientamento della rete idrica nazionale, anche tenuto conto dell’aumento in frequenza e intensità dei periodi di siccità, quali sono le azioni in programma, le coperture finanziarie per realizzarle e le tempistiche previste (5)?

Prevenzione dell’inquinamento e tutela della biodiversità

7.
Lo scorso 7 febbraio l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (European Chemicals Agency – ECHA) ha proposto di limitare l’uso dei PFAS, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e i conseguenti danni alla salute.
L’Italia non figura tra i paesi promotori dell’iniziativa, sebbene l’inquinamento da PFAS sia ampiamente documentato sul territorio italiano (6): il Governo intende supportare la proposta dell’ECHA?

8.
Cosa intende fare il governo a fronte della significativa riduzione della biodiversità nel paese (7) e come intende attuare gli obblighi assunti nella riunione della Convention on Biological Diversity (CBD) del dicembre 2022?
Quali sono gli impegni di bilancio e gli obiettivi prefissati al riguardo?

Finanza sostenibile

9.
Il Governo ha intenzione di emettere nuovi BTP green, anche incentrati sulla riduzione dell’inquinamento, sulla tutela della biodiversità e delle risorse idriche e marine, sull’economia circolare, oltre che sulla riduzione delle emissioni climalteranti?
Il Governo intende allineare i futuri BTP green al Green Bond Standard europeo o, in ogni caso, preciserà la percentuale di risorse allocate in progetti allineati alla Tassonomia europea delle attività economiche ecosostenibili?

SOCIALE

Giusta transizione

10.
La transizione ecologica avrà come conseguenza la perdita di alcuni posti di lavoro nei settori più inquinanti o maggiormente coinvolti dal cambiamento dei modelli produttivi. Al contempo, saranno creati nuovi posti di lavoro nelle attività economiche allineate agli obiettivi ambientali, con un saldo che – secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) – sarà complessivamente positivo (8).
Quali sono le strategie del Governo per guidare il paese nel processo di transizione, garantendo un’equa distribuzione di costi e benefici a livello sociale?
È previsto il finanziamento di politiche attive del lavoro per la riqualificazione delle lavoratrici e dei lavoratori più esposti ai rischi di transizione?

Diritti umani

11.
A fronte degli impegni assunti a livello internazionale nel 1993 (A/RES/48/134), l’Italia non si è ancora dotata di un’Autorità garante per la promozione e la protezione dei diritti umani.
Colmare tale lacuna è tanto più urgente considerato l’incremento delle sentenze di condanna dell’Italia da parte della corte CEDU e in particolare quelle relative alla tortura nelle strutture carcerarie e all’accoglienza dei migranti.
Quando intendete promuovere la costituzione di tale Autorità?
Valutereste con favore l’estensione dell’oggetto dell’intervento dell’Autorità anche alla promozione dello sviluppo sostenibile?

Calo demografico e disuguaglianze generazionali

12.
Come noto, in Italia il calo demografico è preoccupante e mette a rischio la tenuta sociale ed economica del paese.
Negli ultimi vent’anni a un aumento dell’indebitamento è corrisposta una crescita delle disuguaglianze generazionali: nel 2020, la ricchezza netta familiare mediana delle persone under 30 era il 37% di quella degli over 65; nel 1987 era il 61,8% (9).
Sarebbero necessarie ingenti risorse per contrastare la disoccupazione o sottoccupazione giovanile, per supportare la genitorialità e favorire l’integrazione delle persone straniere che potrebbero contribuire attivamente allo sviluppo socioeconomico del paese.
Quali sono le misure in programma per contrastare il calo demografico e per far fronte alle sue ripercussioni in termini economici e sociali?
Qual è la percentuale del PIL allocata per istruzione e ricerca (includendo anche i fondi stanziati per i nidi d’infanzia)?
È previsto un aumento di tale percentuale per allinearsi alla media OCSE (10)?

Ricerca scientifica

13.
La ricerca scientifica è un fattore chiave per l’innovazione e lo sviluppo economico.
Secondo i dati dell’European Reseach Center (ERC), l’Italia ha una bassa attrattività di talenti nella ricerca: ad alti tassi di emigrazione, infatti, si associano bassi tassi di immigrazione (11).
In che modo il Governo intende invertire tale tendenza?

Disuguaglianze socioeconomiche

14.
Le disuguaglianze socioeconomiche sono in aumento a livello globale e rappresentano una minaccia per lo sviluppo economico e la democrazia. In Italia, l’indice di Gini segna un livello di disuguaglianze superiore alla media OCSE (12).
In che modo il Governo intende ridurre tali divari?

Finanza sostenibile

15.
Il Governo ha intenzione di emettere BTP social (social bond)?

16.
Il Governo ha intenzione di favorire gli investimenti sostenibili della previdenza complementare italiana nel nostro Paese anche con l’introduzione di uno strumento di garanzia sui rendimenti?

GOVERNANCE

Parità di genere

17.
Nell’ottobre del 2022 l’occupazione in Italia ha raggiunto il 60,5% (il valore più alto dal 1977); tuttavia, i tassi di occupazione di uomini e donne continuano a restare distanti (rispettivamente, il 69,5% e il 51,4%), con un divario di genere del 18%. Ora, il nuovo Codice degli appalti non contiene alcun riferimento alla certificazione per la parità di genere così come prevista dall’art. 46 bis del Codice delle pari opportunità: in che modo il Governo intende colmare il divario di genere in termini occupazionali (13)?

18.
Nel quadro della strategia europea per la parità di genere 2020-2025 (14), in che modo e con quali risorse il Governo intende contrastare la violenza contro le donne, la violenza domestica e gli stereotipi di genere?

19.
Lo Stato italiano raccoglie e divulga dati sul gender pay gap tra i dipendenti pubblici?
Si prevede la definizione di una strategia con obiettivi misurabili per la sua riduzione?

20.
Tra i dipendenti pubblici, qual è la quota, rispettivamente, di impiegati e dirigenti donne rispetto al totale?

Politiche anticorruzione e antimafia

21.
Tra i fattori che frenano gli investimenti in Italia vi sono la corruzione e le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici.
In che modo il Governo intende far fronte a tali problemi, migliorando il livello di trasparenza percepita dai cittadini e dalle cittadine (15)?
Per esempio, si prevede l’introduzione di specifici provvedimenti per prevenire le infiltrazioni mafiose nel settore delle energie rinnovabili?

Governance delle aziende partecipate

22.
La governance delle aziende partecipate dallo Stato italiano valorizzerà gli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di governance?

(note)———-

(1)– La legge “Climat et résilience” del 22 agosto 2021 sulla lotta al cambiamento climatico e sul rafforzamento della resilienza contro i suoi effetti mira ad accelerare la transizione ecologica della società e dell’economia francesi. Secondo l’art. 1, lo Stato si impegna a rispettare l’obiettivo stabilito nell’aprile del 2021 dall’Unione europea, vale a dire ridurre di almeno il 55% le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Il testo è composto da 305 articoli e si incentra sulle seguenti tematiche: consumo; produzione e lavoro; mobilità; settore immobiliare e impermeabilizzazione del suolo; alimentazione.
Tra le misure previste, l’art. 7 ha introdotto il divieto di pubblicizzare le aziende che sfruttano le fonti fossili di energia. La legge proibisce alle aziende di promuovere: combustibili a base di petrolio; energia derivante dalla combustione del carbone; idrogeno ottenuto da fonti fossili senza cattura della CO2. Il gas è esonerato dal divieto fino al 30 giugno 2023. Il divieto si applica da lunedì 22 agosto 2022 in Francia: https://bit.ly/3ZKvYSS
Inoltre, dal 1° gennaio 2023 è vietato pubblicizzare la presunta “neutralità carbonica” dei prodotti senza fornire adeguate prove di tali dichiarazioni con un’analisi del ciclo di vita (art. 12 della legge Clima e resilienza: https://bit.ly/3GhQUJU
L’ art. 145 della legge “Climat et résilience” ha anche introdotto il divieto dei voli aerei interni nei casi in cui ci siano treni ad alta velocità che impiegano meno di due ore e mezza per percorrere la stessa tratta. Giovedì 1° dicembre 2022 la Commissione europea, che ha competenza nel settore della concorrenza e competitività negli Stati membri, ha approvato, con alcune modifiche, il divieto francese, precisando che tale misura non danneggia la concorrenza nel mercato del traffico aereo e che è legittimo sulla base dell’art. 20 del Regolamento europeo n. 1008/2008 sui servizi aerei: decisione n. 2022/2358, https://bit.ly/3GjVYh7
(2)– In Francia i Ministeri della Transizione ecologica e della funzione pubblica hanno introdotto un percorso di formazione obbligatoria sulla transizione ecologica. Entro il 2024 dovranno essere formati tutti i 28.000 dirigenti della pubblica amministrazione ed entro il 2027 tutti i dipendenti pubblici (oltre 5 milioni di persone).
(3)– In merito al greenwashing, in Germania il riferimento è la legge contro la concorrenza sleale del Codice Civile tedesco (Gesetz gegen den unlauteren Wettbewerb o UWG). Questa legge, aggiornata nel 2022, stabilisce che i consumatori che subiscono danni a causa di pratiche commerciali sleali possano richiedere il risarcimento dei danni subiti. Un’azienda agisce in modo sleale, per esempio, se pubblicizza in modo fuorviante la sostenibilità dei suoi prodotti o servizi, cioè fa greenwashing: https://bit.ly/3nORyIF
Un’altra importante misura riguarda il tema della due diligence. Il 1° gennaio 2023 è entrata in vigore la legge tedesca che introduce obblighi di diligenza nelle catene del valore per le imprese tedesche con almeno 3.000 dipendenti, il cd. “Lieferkettengesetz”. La legge stabilisce che le imprese con sede principale o secondaria in Germania e in cui lavorano almeno 3.000 dipendenti hanno l’obbligo di applicare, con riferimento alle proprie catene del valore, la dovuta diligenza al fine di prevenire o minimizzare i rischi di violazione dei diritti umani e garantire la tutela ambientale, nonché di eliminare le conseguenze di eventuali violazioni di tali obblighi: https://bit.ly/3ZF7xpL
(4)– Cfr. EU Effort sharing 2021-2030
(5)– Attualmente gli investimenti destinati alle infrastrutture idriche ammontano a circa €4 miliardi, di cui €2,9 miliardi nel quadro del PNRR.
(6)– Si veda, per esempio, il caso Miteni: https://bit.ly/3UdCXSU
(7)– Cfr. dati Ispra: https://bit.ly/3zz92eD
(8)– Secondo l’ultimo rapporto dell’ILO World Employment and Social Outlook 2018, la transizione verso un’economia verde causerà la perdita di circa 6 milioni di posti di lavoro, ma allo stesso tempo permetterà la creazione di oltre 24 milioni di nuovi green job entro il 2030: https://bit.ly/2wcRMe4
(9)– Fonte: Banca d’Italia 2022, Indagine sui bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2020 https://bit.ly/3zyIj1R
(10)– Nel 2019, i Paesi dell’OCSE hanno speso in media il 4,9% del PIL per finanziare l’istruzione dal livello primario a quello terziario. In Italia, la quota scendeva al 3,8% del PIL per salire leggermente al 3,9% nel 2020. Un altro dato rilevante riguarda il livello di istruzione: tra il 2000 e il 2021 il livello di istruzione italiano è aumentato a un ritmo più̀ lento rispetto alla media dei paesi OCSE. Nel 2021 la quota di persone tra i 25 e i 64 anni con un’istruzione terziaria ha raggiunto il 20% in Italia (meno della metà rispetto alla media dei paesi OCSE, in cui il dato si colloca al 41%). L’Italia resta uno dei 12 paesi OCSE in cui la laurea non è ancora il titolo di studio più diffuso in questa fascia di età: cfr. Education at a Glance 2022 https://bit.ly/3MqZs4W
(11)– Nel decennio 2012-2021 è espatriato dall’Italia oltre 1 milione di residenti, di cui circa un quarto in possesso della laurea. Sono circa 337mila i giovani espatriati di 25-34 anni; di questi, oltre 120 mila al momento della partenza erano in possesso della laurea. Al contrario, i rimpatri di giovani della stessa fascia d’età sono circa 94mila nell’intero periodo 2012-2021, di cui oltre 41mila in possesso della laurea: il saldo tra i rimpatri e gli espatri dei giovani laureati è costantemente negativo e restituisce una perdita complessiva per l’intero periodo di oltre 79mila giovani laureati. Nel 2021 si osserva per la prima volta una battuta d’arresto del flusso dei giovani laureati verso l’estero dovuto al calo generalizzato degli espatri a seguito della pandemia. Fonte: ISTAT 2023, Report migrazioni interne e internazionali della popolazione residente – anno 2021 https://bit.ly/40JQ3tS
Riguardo l’attrattività di talenti, dall’indicatore OCSE Talent Attractiveness emerge che Australia, Svezia, Svizzera, Nuova Zelanda e Canada sono i paesi che più attraggono lavoratori migranti altamente qualificati. L’Italia, invece, è quart’ultima per la povertà complessiva delle alte competenze e precede solo Grecia, Messico e Turchia. Anche nel caso dei potenziali imprenditori provenienti dall’estero, i paesi più attrattivi sono Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, Svezia e Norvegia. L’Italia è, invece, tra le ultime posizioni: https://bit.ly/2Z1pgIX
(12)– Secondo i dati più recenti disponibili, a livello europeo, il dato medio del coefficiente di Gini per il 2019 è 30,7. L’Italia superava tale quota con il coefficiente di Gini pari a 32,8, successivamente sceso leggermente a 32,5 nel 2021 ma risalito nuovamente a quota 32,9 nel 2022. L’Italia, inoltre, rientra tra i paesi europei con maggiori disuguaglianze: https://bit.ly/3m7Apcu
(13)– Fonte: Inapp, Gender Policies Report 2022 https://bit.ly/438xIIh
(14)– Cfr. EU Gender Equality Strategy
(15)– Il Corruption Perception Index 2022 assegna all’Italia un punteggio di 56/100 nella corruzione percepita, al di sotto della media europea (66/100). L’Italia si colloca al 41° posto sui 180 paesi monitorati: https://bit.ly/3md4qYv
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Il Forum per la Finanza Sostenibile (FFS), associazione non profit fondata nel 2001, è il punto di riferimento in Italia per gli investimenti sostenibili.
La base associativa è multi-stakeholder e comprende 148 Soci, inclusi i principali operatori finanziari attivi in Italia (società di gestione del risparmio, banche, imprese assicuratrici, fondi pensione e casse di previdenza), oltre a società di consulenza e rating provider, associazioni di categoria, fondazioni di origine bancaria, sindacati ed enti del terzo settore.
Dal 2015 il Forum ha assunto un ruolo chiave nel dibattito e nella formazione riguardanti l’engagement, inteso come dialogo costruttivo investitori-emittenti su temi di sostenibilità.
Nel 2021 il FFS ha avviato un gruppo di lavoro permanente rivolto ai propri Soci con l’obiettivo di favorire iniziative comuni di engagement.
I Soci del FFS hanno partecipato alle edizioni 2021 e 2022 della Sustainability Week promossa da Borsa Italiana, sottoponendo alle aziende alcuni temi ritenuti prioritari in ambito ambientale, sociale e di governance.

finanzasostenibile.it

settimanesri.it

investiresponsabilmente.it

www.eurosif.org

Comuni Sostenibili 2030: l’Italia è in ritardo sugli Obiettivi dell’Agenda. I Comuni devono essere protagonisti concreti e base del cambiamento.

Marco Filippeschi, coordinatore del comitato scientifico della Rete dei Comuni Sostenibili, è intervenuto all’evento “Mettere a terra la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. Il sistema multilivello di strategie regionali e agende locali”, organizzato a Milano da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023.

“Bisogna alzare la testa. L’allarme lanciato dal segretario generale dell’Onu Guterres è inquietante. L’Agenda 2030 si sta attuando molto parzialmente e le resistenze sono fortissime. L’Italia, purtroppo, è fra i paesi in grave ritardo e con un governo che si oppone alle politiche più coraggiose dell’Unione europea, come nel caso della mobilità elettrica e della decarbonizzazione energetica. Servono una spinta politica di denuncia dei ritardi e una mobilitazione sulle azioni grandi e piccole per raggiungere gli obiettivi.
Il monitoraggio rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 può dare una forte spinta dal basso. L’azione dei comuni è fondamentale. Spesso troviamo una sensibilità che è trasversale alle appartenenze politiche e dobbiamo farla esprimere appieno. La nostra sperimentazione, quella della Rete dei Comuni Sostenibili, punta a dare trasparenza all’azione amministrativa e ad affermare la pratica del monitoraggio volontario come impulso per realizzare agende locali impegnative tramite percorsi partecipativi.
È un metodo che ricerca il rapporto diretto con i comuni, senza automatismi, e che implica azioni concrete nei territori, con effetti misurabili anno per anno. Può integrarsi con altri sistemi di monitoraggio, sempre che si punti a produrre azioni concrete” ha dichiarato Marco Filippeschi.

La Rete dei Comuni Sostenibili è un’associazione nazionale senza scopo di lucro aperta all’adesione di tutti i comuni italiani e unioni di comuni, a prescindere dalla dimensione, collocazione geografica e colore politico dell’amministrazione comunale.
L’associazione promuove politiche per la sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica, con un progetto innovativo e concreto, valorizzando le buone pratiche e accompagnando le amministrazioni locali alla territorializzazione e al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
È nata nel 2021 su iniziativa dell’Associazione delle Autonomie Locali Italiane (ALI), Città del Bio e Leganet, in collaborazione con ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile e in sinergia con il Joint Research Center della Commissione europea.
Nel primo anno e mezzo di attività hanno aderito quasi 80 comuni e città ed è in costante espansione con oltre 300 manifestazioni d’interesse.

www.comunisostenibili.eu

ESG valore finanza: un nuovo studio di Bain & Company ed EcoVadis dimostra il miglioramento. Le attività ESG, che riguardano la sostenibilità, la diversità e la soddisfazione dei dipendenti, sono correlate a una maggiore crescita e redditività per le aziende: lo ha rivelato uno studio congiunto di Bain & Company ed EcoVadis.

Lo studio, intitolato “L’impegno in ambito ESG crea valore?” ha valutato qual è stato l’impatto delle attività e dei risultati ESG su 100.000 aziende, l’80% delle quali private. La ricerca fornisce nuove prospettive sui vantaggi delle prestazioni ESG per le società private e sottolinea l’importanza per le società di private equity di considerare i fattori ESG nel loro approccio.

“I nostri risultati forniscono un’ottica che prima mancava nel dibattito sulla correlazione tra attività ESG e performance finanziaria”, ha dichiarato Axel Seemann, advisory partner di Bain & Company. “I nuovi dati dimostrano che risultati ESG positivi sono una caratteristica delle aziende di successo. Ciò dovrebbe incoraggiare le società private e gli investitori a raddoppiare con fiducia l’impegno in ambito ESG. Ci aspettiamo solo che questa correlazione si rafforzi man mano che i dati ESG diventeranno più ricchi e variegati”.

La ricerca ha evidenziato come i vari aspetti delle attività ESG rilevati nelle schede di valutazione EcoVadis, tra cui l’implementazione di pratiche per ridurre le emissioni di carbonio e migliorare l’approccio DEI, l’integrazione della sostenibilità nei processi di gestione e l’approvvigionamento sostenibile, sono correlati sia ai risultati ESG che alle prestazioni finanziarie. I risultati mostrano che, oltre a portare benefici al pianeta e alla società, le attività ESG sono associate a una maggiore crescita del fatturato e a margini EBITDA più elevati.

Quattro correlazioni tra attività ESG e risultati aziendali
-1. Le aziende con maggiore presenza femminile nel team esecutivo ottengono risultati finanziari migliori. Le aziende che si collocano nel primo 25% del proprio settore in termini di diversità di genere nei team dirigenziali registrano una crescita annua del fatturato di circa 2 punti percentuali superiore a quella delle aziende del quartile più basso. E i loro margini di profitto EBITDA sono superiori di 3 punti percentuali rispetto allo stesso gruppo.
-2. L’utilizzo di energia rinnovabile è correlato a margini EBITDA più elevati nei settori ad alta intensità di carbonio. Nei settori delle risorse naturali, dei trasporti e dei beni industriali, le aziende che utilizzano più energia rinnovabile hanno margini EBITDA più elevati.
-3. Le aziende che si concentrano su pratiche etiche, ambientali e lavorative all’interno delle loro catene di fornitura sono più redditizie. Queste aziende hanno margini da 3 a 4 punti percentuali superiori a quelle che non si preoccupano delle credenziali ESG dei propri fornitori.
-4. I leader in ambito ESG hanno dipendenti più soddisfatti; le aziende con i dipendenti più soddisfatti crescono più velocemente e sono più redditizie. In tre anni registrano una crescita di fatturato fino a 5 punti percentuali in più rispetto a quelle con dipendenti meno soddisfatti e margini di 6 punti percentuali superiori rispetto alle aziende che sono indietro. Oltre ai principi fondamentali di una retribuzione equa e alla garanzia di un ambiente di lavoro sicuro, i benefici possono includere la formazione professionale, la salute mentale e fisica, l’assistenza all’infanzia e le opportunità di istruzione, tutti fattori che aumentano la soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, la produttività e la fidelizzazione.

Questi risultati sottolineano i vantaggi che le aziende private possono ottenere intensificando i propri sforzi in ambito ESG, visto che attualmente sono in ritardo rispetto alle società pubbliche. Secondo la ricerca, solo il 35% delle grandi aziende private ottiene il massimo punteggio per la gestione delle emissioni di carbonio, rispetto al 53% delle grandi aziende pubbliche.

“Questi risultati dovrebbero motivare le aziende indipendentemente dal livello di maturità ESG a raddoppiare i propri investimenti per accelerare il percorso verso la sostenibilità”, ha dichiarato Sylvain Guyoton, Chief Rating Officer di EcoVadis. “Per le aziende ancora agli inizi, ciò significa sviluppare sistemi di gestione della sostenibilità con politiche, piani d’azione e reporting. Le aziende in una fase matura possono perseguire funzionalità più avanzate come la gestione rigenerativa delle risorse e la circolarità dei prodotti. In ultima analisi, l’inserimento a cascata di queste pratiche nelle rispettive catene del valore può supportare, ad esempio, le iniziative di decarbonizzazione e circolarità di Scope 3 e mettere questi partner commerciali sullo stesso percorso verso la creazione di valore. La nostra ricerca dimostra che ne varrà la pena”.

EcoVadis è un’azienda guidata da uno scopo, la cui missione è fornire valutazioni di sostenibilità aziendale affidabili a livello globale. Aziende di tutte le dimensioni si affidano a EcoVadis per monitorare e migliorare le prestazioni di sostenibilità delle loro attività e dei loro partner commerciali e aziendali. Le scorecard, i benchmark, gli strumenti per agire sul carbonio e gli insight di EcoVadis guidano un percorso di miglioramento delle pratiche ambientali, sociali ed etiche in 200 categorie industriali e 175 Paesi. Leader di settore come Ferrero, Lavazza, Rete Ferroviaria Italiana, BASF, Bridgestone, Johnson & Johnson, L’Oréal, LVMH, Unilever e JPMorgan sono tra le 100.000 aziende che collaborano con EcoVadis per guidare la resilienza, la crescita sostenibile e l’impatto positivo in tutto il mondo.

Bain & Company è una società di consulenza globale che aiuta gli artefici del cambiamento più ambiziosi a definire il futuro. In 64 città e 39 paesi, lavoriamo al fianco dei nostri clienti come un unico team con l’obiettivo condiviso di ottenere risultati straordinari, superare la concorrenza e ridefinire i settori. Completiamo la nostra esperienza personalizzata e integrata con un vivace ecosistema di innovatori digitali per offrire risultati migliori, più rapidi e più duraturi. Il nostro impegno decennale di investire più di 1 miliardo di dollari in servizi pro bono porta il nostro talento, la nostra esperienza e le nostre conoscenze alle organizzazioni che affrontano le sfide urgenti di oggi in materia di istruzione, equità etnica, giustizia sociale, sviluppo economico e ambiente. Sin dalla nostra fondazione nel 1973, misuriamo il nostro successo in base a quello dei nostri clienti e manteniamo con orgoglio il più alto livello di tutela dei clienti di tutto il settore.

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Aziende e solidarietà. Anche dirigenti e manager possono servire in mensa, accogliere, ascoltare e accompagnare chi ne ha più bisogno.

L’indice del rischio di povertà in Italia è ancora molto alto, 16,8%, nonostante la ripresa dopo il periodo più difficile della pandemia (25,3% nel 2020, 25,4% nel 2021). Se a livello nazionale le stime migliorano grazie agli effetti dei principali interventi sui redditi familiari adottati nel 2022 che sono stati inclusi nel calcolo dall’Istat, nelle principali città italiane la forbice delle diseguaglianze sociali continua ad aprirsi.

Opera San Francesco per i Poveri, OSF, è la realtà fondata dai Frati Cappuccini di viale Piave a Milano, che dal 1959 si impegna ad assicurare ai poveri assistenza gratuita e accoglienza così come recita il suo Statuto ufficiale.
Soddisfa bisogni primari come quello di avere un pasto caldo, di potersi fare una doccia e indossare abiti puliti, ma garantisce anche il diritto alla salute con visite mediche e medicinali gratuiti.
Offre inoltre supporto a coloro che si trovano in difficoltà per la ricerca di una casa, di un’occupazione e per la gestione delle relazioni interpersonali.
Questi servizi ai poveri sono garantiti quotidianamente grazie al lavoro dei volontari, colonna portante di Opera San Francesco e alle generose donazioni dei suoi sostenitori, privati e aziende.

Sono sempre di più le aziende che sposano strategie di responsabilità sociale concedendo ai loro dipendenti la possibilità di dedicare ore o giorni a servizi socialmente utili. In Opera San Francesco è possibile fare un’esperienza di volontariato a favore delle persone in difficoltà nei servizi di Mensa, Docce e Guardaroba e nel Centro Raccolta. Il volontariato aziendale è un modo per sensibilizzare e coinvolgere i lavoratori, ma è anche un modo per migliorare l’affiatamento nel team e far crescere il senso di orgoglio e di appartenenza verso l’azienda.

“Sono grata di aver avuto l’opportunità di prestare il mio aiuto alla mensa dei poveri presso Opera San Francesco di Milano – racconta Content Strategist di Softec -. È stata un’esperienza toccante, grazie alla quale ho potuto constatare di persona come l’impegno dei volontari sia encomiabile e quanto sia importante lavorare insieme per costruire una società più giusta e solidale. Partecipare a questo tipo di attività è un’esperienza che consiglio a tutti. La solidarietà è un valore che va coltivato e praticato ogni giorno, e OSF è un esempio concreto di come si possa fare la differenza nella vita di tante persone”.

“Prestare volontariato presso Opera San Francesco – spiega Mattia Stabile, Key Account Manager di Softec – oltre che rappresentare un momento di employer branding, è stata un’esperienza edificante e di alfabetizzazione emotiva in grado di poter suggellare quanto sia importante donare. Quando si riesce a poter offrire in modo libero, si riesce ad ottenere in cambio molto di più di quanto si immagini. La cifra che ne deriva dovrebbe essere una costante presente da rispettare e canalizzare nella nostra quotidianità”.

La Mensa è il servizio storico di OSF, il primo a essere nato, ed è un luogo dove chi vive in difficoltà può trovare gratuitamente un pasto nutriente, equilibrato e completo sia a pranzo che a cena. Dal 1959, data in cui venne inaugurata la prima Mensa, ciò che viene offerto agli ospiti in un ambiente riservato e accogliente, grazie alla disponibilità dei volontari, è sempre lo stesso: pasti caldi, ascolto e conforto. Il servizio negli anni si è modernizzato ed esteso, ora le Mense sono due, e oggi OSF è capace di servire pasti a oltre 2.000 persone al giorno.

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