Category: Real Estate – City

Bioedilizia accessibile e familiare. Nella piccola cittadina di Noventa, ultimo paese della Riviera del Brenta, sorge un piccolo gioiello di bioedilizia, una casa dalla personalità complessa che coniuga modernità della visione architettonica con la bellezza e la storia del luogo adorno di meravigliose ville cinque, sei e settecentesche e percorso dell’antico alveo naturale dell’omonimo fiume dove i nobili del posto, nel ‘700, per raggiungere le loro dimore sulla terraferma, utilizzavano i cd. burchielli, eleganti imbarcazioni veneziane in legno.

I diversi volumi dell’edificio richiamano gli antichi cascinali veneti, nell’alto arco sopra l’ingresso per esempio, che serviva a favorire l’ingresso del carro per scaricare il fieno nella parte della struttura destinata a contenere gli ambienti di lavoro, o nella barchessa, deposito di grano e fieno, che divideva il corpo centrale dell’abitazione occupata dai proprietari, da quello riservato ai contadini e che qui invece è collocata all’estremità opposta, rivisitata ribassandone la forma rispetto alla struttura principale con una modanatura di sottogronda più importante e preservando i tradizionali mattoni a vista.

Anche nell’organizzazione degli spazi interni è stata conservata la logica delle case rurali tradizionali, con gli ambienti più vissuti della casa che si affacciano a sud e sull’ampio giardino e, alle loro spalle, i locali destinati ai servizi, con aperture più piccole per non fare entrare il freddo. Tutti gli ambienti abitabili sono stati pensati perché si affacciassero sul verde, qui rigoglioso e fertile.

Il piano superiore della casa raccoglie gli spazi personali dei singoli componenti della famiglia – Elisa e Stefano con le loro due bambine e una ragazza au pair – in ambienti dove il legno fa da padrone con tonalità più calde e morbide e nodosità che tessono disegni imprevedibili rispetto allo sbiancato del piano terra.

La combinazione tra contemporaneità e tradizione è evidente anche nell’utilizzo da parte di Rubner Haus di un antico metodo di costruzione in legno stratificato che prevede l’utilizzo di legno massiccio senza colle né parti metalliche e che già nel XII secolo veniva impiegato nell’architettura di certe chiese nei paesi scandinavi. Ne deriva un capolavoro di bioedilizia, in grado di garantire uno straordinario livello di salubrità e un’elevatissima qualità abitativa.

Le strutture in legno Rubner Haus infatti sono indeformabili, in caso di sollecitazioni sismiche, sono caratterizzate da resistenza meccanica, stabilità, ritenzione del calore, e per le loro proprietà termo-equilibranti sono particolarmente indicate in zone umide come questa.

Rubner Haus è la società del Gruppo Rubner specializzata in case mono e bifamiliari. La sostenibilità e la responsabilità ambientale sono una caratteristica del brand, intimamente connessa alla sua materia prima: il legno, materiale naturale ed ecosostenibile al 100%. Il legno è un incredibile immagazzinatore di carbonio e consente un’economia circolare che non produce rifiuti. Inoltre, è un materiale organico che non rilascia sostanze dannose alla salute umana nell’ambiente indoor. Ogni metro cubo di legno impiegato in edilizia, corrisponde a quasi una tonnellata di CO2 stoccata per tutto il ciclo di vita del manufatto. Questo dato è di fondamentale importanza se si pensa che un’auto di medie dimensioni rilascia circa 3,2 tonnellate di CO2 in un anno; 2.000 litri di olio combustibile, bruciando, ne emettono circa 5,2 tonnellate mentre il riscaldamento a metano di un appartamento medio emette ben 2 tonnellate di CO2 in un anno. Il legno Rubner, in particolare, proviene da zone alpine a deforestazione controllata che si estendono per 150km nei dintorni della segheria del gruppo in Austria. A ora, Rubner Haus ha realizzato più di 25.000 edifici.

Gruppo Rubner, nato a Chienes, in provincia di Bolzano, da una segheria ad acqua, oggi impiega circa 1300 persone, conta oltre 20 società, ha stabilimenti in Italia, Austria, Germania e Francia e il 55% dei ricavi lo sviluppa oltre i confini nazionali. I prodotti spaziano da case e porte sino alla progettazione e realizzazione di grandi opere strutturali realizzate in legno lamellare come edifici multipiano, scuole, capannoni, stabilimenti industriali e uffici, centri commerciali, centri congressi, palestre, stadi, depositi e magazzini, hotel. Le aziende del Gruppo Rubner coprono tutta la filiera produttiva: dall’industria del legno in cui sono attive RHI (Rubner Holzindustrie RHI), realtà specializzata nella produzione di segati e semilavorati in abete; NORDPAN che produce e commercializza pannelli in legno massiccio di elevata qualità, monostrato e multistrato e nelle più vaste dimensioni e qualità; alle strutture in legno dove RUBNER HOLZBAU rappresenta il settore più dinamico e tecnologicamente avanzato del gruppo dedicato alla realizzazione di grandi costruzioni in legno lamellare dalle caratteristiche innovative o particolarmente sofisticate; dai grandi progetti ‘chiavi in mano’ in cui RUBNER OBJEKTBAU è il General Contractor del Gruppo a cui viene affidata la progettazione e la costruzione di commesse complesse; alle case in legno dove RUBNER HAUS ha realizzato più di 25.000 edifici e oggi è l’unica azienda europea capace di offrire 3 differenti soluzioni costruttive: Blockhaus per case in legno massiccio, Telaio, sistema costruttivo ad intelaiatura di legno, Casablanca per case in legno massiccio intonacato; e alle case in puro legno grazie alla tecnica brevettata da holzius che consente di realizzare pareti e solai in legno senza l’impiego di colla e parti metalliche. Infine, le porte in legno in cui RUBNER PORTE si è guadagnata la fama di specialista nella produzione di porte di grande pregio per interni ed esterni ‘su misura’ e le finestre di RUBNER FENSTER, specializzata nella progettazione e costruzione di serramenti in legno massiccio e legno-alluminio.

www.rubner.com

WC pulizia a risparmio idrico. Villeroy & Boch presenta il nuovo sistema di scarico effetto vortice TwistFlush, che garantisce massima pulizia e risparmio idrico, ed è disponibile per il wc della nuovissima collezione Subway 3.0. L’efficacia della tecnologia TwistFlush – consiste in un potente vortice d’acqua a flusso controllato in grado di pulire a fondo l’interno del wc, risparmiando acqua preziosa ad ogni azionamento.

Efficace e rispettoso dell’ambiente
Condurre uno stile di vita sostenibile significa anche utilizzare le risorse in modo consapevole. Basta anche solo un piccolo gesto, come risparmiare acqua ogni volta che si utilizza un wc con una tecnologia evoluta come TwistFlush. Grazie al suo scarico di soli 3 / 4.5 lt. e alla potenza dello sciacquo (che nella maggior parte dei casi rende necessario premere lo sciacquone una sola volta), si possono risparmiare fino a 19.700* litri d’acqua all’anno. Inoltre, la tecnologia di Villeroy & Boch supera di gran lunga i requisiti standard previsti dalla norme**: questo perché all’interno del vaso a forma conica si crea un risucchio fortissimo capace di raggiungere qualsiasi punto in modo efficace e portare con sé lo sporco e i residui.

Potente contro sporco e germi e facile da pulire
Sulle pareti estremamente verticali ed extra lisce del wc a forma conica è alquanto difficile che aderisca lo sporco. E al resto ci pensa la potenza dello sciacquo! Senza contare che il design a brida aperta, abbinato alle smaltature optional CeramicPlus e AntiBac, agevola la pulizia e riduce la proliferazione batterica.

Silenzioso e praticamente senza schizzi
Con TwistFlush ogni singola goccia viene utilizzata nello sciacquo, senza schizzare fuori dal WC**. Questo perché grazie al flusso controllato, la potenza dello sciacquo si genera solo dove serve, garantendo tra l’altro uno sciacquo particolarmente silenzioso rispetto ai normali wc.

www.villeroy-boch.it

EU Gov. keep fueling dirty heating. Ahead of ‘Fit for 55’, a new analysis shows that 16 out of 27 member states are still financing fossil fuel heating, despite calls to phase out gas boilers by 2025 to achieve EU climate neutrality goals.
These dirty subsidies cripple the deployment of clean heating technologies such as heat pumps and solar thermal devices.

This year, only 7 countries, Croatia, Estonia, Ireland, Lithuania, Luxembourg, Malta and the Netherlands, have cut off public funding to gas, coal and oil heating, as the latest analysis by the European Environmental Bureau (EEB) on behalf of Coolproducts campaign shows.
Findings reveal that 16 EU governments still incentivise the purchase and/or installation of new gas boilers through various tax reductions, loans and grants, which range between €200 and €2,500 and are supposedly aimed at greening our homes. Moreover, 9 are still promoting oil heating and there are still 2 of them where coal heating can still be subsidised.

Time is running out for the European Union to decarbonise the heating sector, which is the easiest and the most urgent to decarbonise as it is responsible for half of the EU’s annual energy consumption and a third of its CO2 emissions.

A month ago, the International Energy Agency endorsed one of the main claims of Coolproducts: we will not reach climate neutrality by 2050 if we do not ban fossil fuel boilers by 2025. The European Parliament just voted for pushing EU member states to end fossil fuel subsidies by 2025.

A recent report of ECOS for the coolproducts campaign showed fossil heating technologies face bans only in a few member states and concludes that this process can only gain momentum if the European institutions speed up the decarbonisation process.

Even major EU energy groups recently called on the European Union to favour decarbonisation through electrification of heating over fossil fuel solutions, arguing that heat pumps can be deployed on a large scale in Europe without jeopardising electric grid stability, a false argument that the gas lobby has been spreading.

Despite these winds of change over the sector, boosted by the launch of the ‘Fit for 55’ package, EU governments are not doing their part in the decarbonisation of heating. The slow uptake of clean heating at national level, namely the huge amounts of fossil fuel subsidies reducing the cost of gas heating, and the slow insulation rates in some countries are hindering the huge potential of renewables.

Coolproducts campaigners call on EU to:
– Urgently rescale energy label of heating technologies to only promote renewable, non-emitting heating and phase out fossil technologies by 2025.
– Strengthen the provisions in the RED III on renewable heating, requiring a high share of renewable to promote the least emitting sources.
and remarkably, in the Fit For 55 package:
– Strengthen the provisions in the RED II on renewable heating, requiring a high share of renewable to promote the least emitting sources
– Improve measures on the public support for the phase out of fossil fuel in the Energy Efficiency Directive

Facts and figures
– 16 out 27 member states today still finance gas boilers, 8 oil boilers and 2 still fund coal boilers.14 EU governments finance hybrid solutions that combine both fossil and renewable heating.
– In all member states, analyses show ground-source heat pumps working on electricity from the grid largely decrease CO2 emissions.
– At EU level, a standard family switching from a gas boiler to a heat pump or to solar thermal heating can save more than 60% of the CO2 emissions
– The final purchase cost of fossil technology is still lower than renewable heating technology due to fossil incentives and poor subsidy schemes for renewables in all EU countries.
– Germany, Ireland, Spain and Finland are the countries where heat pump installation is more affordable but still more than twice as expensive as fossil boilers.
– Renewable schemes are very different from country to country and often difficult to get or time-limited, thus creating disproportionate gaps in treatments of households willing to embrace renewables
– Heat pumps with low Global Warming Potential refrigerants perform better on CO2 emissions and are to be preferred over those working on climate-harming refrigerants

Davide Sabbadin, a Policy Officer at the European Environmental Bureau (EEB), said: “At the eve of ‘For 55’, it’s scandalous that Member States continue to pour public money into fossil fuels in the sector that should be the first to decarbonise, as it is the one where technology has been there for years and the market is more than ready. The uneven landscape of renewable energy subsidies creates a broken EU, where families least positioned, generally in coal-dependent countries, are left behind in the transition to clean heating.”

Nerea Ruiz Fuente, Policy Director at ECOS – Environmental Coalition on Standards, said: “Boilers are long-lasting devices, often in service for 25 years or more. The maths is simple: to be climate neutral by 2050, we need to stop installing fossil fuel boilers by 2025. Alternatives such as heat pumps are already available and cost-effective, so it is unacceptable that public money is channelled into keeping us locked in polluting technologies. The Commission has powerful tools, such as ecodesign, at its disposal. We cannot afford for ‘Fit For 55’ to be a missed opportunity.”

www.eeb.org

www.coolproducts.eu

full report

Calo investimenti efficienza energetica nell’industria, investimenti a -20% nel 2020. Presentato il Digital Energy Efficiency Report 2021, undicesima edizione di Energy&Strategy Group, School of Management Politecnico di Milano

Nel 2020 in Italia gli investimenti per l’efficienza energetica nel comparto industriale (poco più di 2 miliardi di euro, di cui il 90% in tecnologie hardware e solo l’8% in software per il monitoraggio dei cicli produttivi) sono diminuiti del 19,6% rispetto all’anno precedente, ma non è tutta colpa del Covid. Già nel 2018-2019 era in atto una frenata, dopo la crescita del triennio 2015-2017, le cui cause sono da ricercare in un quadro normativo incerto (in particolare per i Certificati Bianchi) e volto in direzioni opposte a quelle segnalate dagli operatori come necessarie per riprendere la crescita. È alle ragioni profonde di questa crisi, e alle soluzioni per uscirne, che è dedicato il Digital Energy Efficiency Report 2021, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano e presentato oggi.

“Il 2021 ha portato in dote un’ulteriore riforma dei Certificati Bianchi, ma la direzione è ancora quella sbagliata, perché non ha tenuto conto di nessuna delle proposte avanzate dalle imprese del settore – commenta Davide Chiaroni, Vicedirettore dell’E&S Group -. Un intervento incompleto che si traduce in un rischio per il comparto industriale legato all’efficienza energetica, come investitore o come fornitore di tecnologie o servizi. L’approvazione da parte dell’Unione Europea del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è certamente una buona notizia, perché le risorse destinate al Piano Transizione 4.0 potrebbero, secondo le nostre stime, annullare entro il 2023 l’effetto negativo del Covid. Ma non basta: per risolvere i problemi del comparto è necessario andare oltre il PNRR e riprendere in mano seriamente il tema dei Certificati Bianchi. Ci sono lo spazio e il tempo per farlo, le idee e anche la fiducia degli operatori e delle imprese, che guardano agli investimenti in efficienza energetica come a un patrimonio su cui fare leva per l’effettiva ripartenza”.

Entrando nel dettaglio, quasi il 20% degli investimenti in soluzioni hardware ha riguardato interventi sul processo produttivo (373 milioni di euro), il 18% gli impianti di cogenerazione (350 milioni) e il 15% i sistemi di combustione efficienti (circa 300 milioni), il 12% l’illuminazione (240 milioni); in coda sistemi HVAC, motori elettrici, inverter e sistemi di aria compressa (tra il 7% e il 10% degli investimenti totali).
I 168 milioni di euro investiti in soluzioni software, invece, si sono concentrati su monitoraggio e sensoristica di base (oltre il 65% del totale). È indubbio che la pandemia abbia pesato, portando un rallentamento nelle soluzioni digitali e di flessibilità nell’anno in cui invece ci si aspettava un loro balzo in avanti. Tuttavia, il calo degli investimenti in efficienza energetica nel comparto industriale in Italia è stato solo accelerato dal Covid.

Alla ricerca delle cause della crisi: la riforma dei Certificati Bianchi
Nonostante l’introduzione, negli anni, di vari Decreti relativi ai Certificati Bianchi e al loro rilancio, il mercato ha continuato il trend di contrazione: nel 2020 sono stati riconosciuti 1.720.903 Certificati, circa 1.180.000 in meno rispetto al 2019 (-41%, contro il -24% dell’anno precedente).
In buona sostanza, negli ultimi 2 anni il numero di Certificati Bianchi riconosciuti è più che dimezzato e questo ha comportato uno squilibrio sul mercato, con gravi conseguenze verso i soggetti obbligati che hanno riscontrato sempre più difficoltà nell’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa. Facendo un confronto dal 2013, nel 2019 la percentuale di copertura è stata significativamente minore (-20%) ed equivalente al minimo previsto per legge.
Il solo calo degli investimenti non giustifica questo andamento del mercato, ma la connessione con la diminuzione della richiesta dei Certificati Bianchi ha prodotto un circolo vizioso: meno concessioni hanno portato a meno domande, e viceversa. Nel 2020, infatti, il 90% delle richieste si è concluso negativamente, ben oltre la soglia che ci si attenderebbe da un processo di valutazione efficiente condotto dal GSE.
Il 31 maggio 2021 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’ennesima riforma dei Certificati Bianchi, ma è apparso subito evidente come le proposte avanzate dagli operatori del settore non fossero state accolte, destando grandi perplessità.
Particolarmente sensibile il meccanismo di valorizzazione dei Certificati Bianchi: se si combinano la normativa che regola le Aste, i Certificati Bianchi virtuali e la mancanza di un floor, ossia un meccanismo di minimo valore per la definizione del prezzo, è assai difficile che si possa concretizzare una situazione di mercato favorevole.

Il PNRR e l’uscita dalla crisi. Ma si potrebbe fare di più
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede uno stanziamento di 29,44 miliardi di euro per l’efficienza energetica nel comparto industriale e dei servizi, permettendo di stimare una crescita anno su anno del 17% e di arrivare al 2023 a quasi 3 miliardi di euro di investimenti, cancellando i danni della pandemia. E tuttavia si può aspirare anche a fare meglio: nello scenario “policy driven” disegnato dall’E&S Group, dove accanto al PNRR ci fosse una riforma vera dei Certificati Bianchi, si potrebbe raggiungere al 2023 un livello di investimenti di oltre 3,1 miliardi, pari al 120% di quanto registrato nel 2019.
Al contrario, in assenza di questi strumenti di stimolo lo scenario attuale “as is” avrebbe portato a una crescita lieve degli investimenti nel 2021 (+2% sul 2020), in linea con il 2018-2019, e a una più sostenuta nel 2022-2023, comunque limitata al 5% anno su anno, superando i 2,3 miliardi nel 2023 (il 90% di quelli nel 2019), mentre senza il Covid lo scenario “tendenziale” avrebbe portato gli investimenti a circa 2,9 miliardi.

Focus sulla digital energy: data valorization e data monetization nell’energia
Il Digital Energy Efficiency Report 2021 ha analizzato anche la diffusione in azienda di soluzioni di sfruttamento (valorizzazione o monetizzazione) dei dati energetici. Con data valorization si intende la rielaborazione e il successivo utilizzo dei dati raccolti dalle tecnologie software a supporto di decisioni interne (ad esempio per la negoziazione dei prezzi dell’energia, l’ottimizzazione dei consumi energetici o degli impianti produttivi, la riduzione delle emissioni).
Con data monetization si intende invece la vendita di quegli stessi dati.
Il 67% delle imprese analizzate applica la data valorization (il 78% di esse ha sviluppato la soluzione internamente) e nel 90% dei casi usa i dati raccolti per individuare misure di efficienza energetica e ottimizzare i consumi, nel 60% per negoziare il prezzo dell’energia elettrica con il proprio fornitore.
Meno diffuso (52%) l’utilizzo di dati per l’ottimizzazione degli impianti produttivi e il monitoraggio delle emissioni.
Del 33% che non applica il paradigma, il 70% dichiara che non lo farà nemmeno in futuro.
Molto meno confortanti i dati relativi alla monetizzazione delle informazioni energetiche: ben il 98% del campione dichiara di non applicarla e in larghissima parte di non avere intenzione di farlo nemmeno in futuro (90%).

La survey 2021: il “sentiment” degli energy manager e lo stato di salute delle ESCo
In questa undicesima edizione del DEER, le consuete survey – la prima condotta tra 300 energy manager negli otto settori industriali più “energivori” e la seconda tra oltre 350 ESCo e Utility con servizi di efficienza energetica attive nel mercato italiano – riguardano il tipo di investimenti effettuati nel 2020 e lo “stato di salute” del comparto.
Il 65% degli intervistati dichiara di avere investito in soluzioni hardware per l’efficienza energetica (-4,5% rispetto al 2019), percentuale che sale al 79% per le grandi aziende (-1% sul 2019) e cala al 45% (-11%) per le PMI, da sempre meno propense a questo tipo di interventi.
Infatti, se nel 2018 le percentuali erano simili (88% grandi aziende vs 83% PMI), a partire dal 2019 si è assistito a un netto calo degli investimenti nelle PMI (-27%, contro il -8% delle grandi aziende). Solo il 38% del campione, invece, dichiara di aver investito in soluzioni software nel 2020 (-6% sul 2019), egualmente distribuito tra PMI (35%) e grandi aziende (39%).
Le barriere più rilevanti agli investimenti in efficienza energetica si confermano quelle relative agli eccessivi tempi di ritorno, all’incertezza del quadro normativo e all’interazione critica con il processo produttivo, seppur in flessione rispetto agli anni precedenti.
La pandemia, nonostante i pesanti effetti negativi dal punto di vista economico, si colloca solo al quarto posto.

Nel 2020 le ESCo certificate sono aumentate dell’1,6% rispetto al 2019, in continuità con il trend registrato tra 2019 e 2018 (+1%). Il numero dei dipendenti (in media 27) è invece sostanzialmente stabile, dopo il leggero calo tra 2019 e 2018. I ricavi, principalmente a causa degli effetti della pandemia e della contrazione del mercato dei Certificati Bianchi, sono diminuiti di 3,5 miliardi di euro (-3,8%) sul 2019: il fatturato medio si è attestato a 9,4 milioni di euro e l’Ebitda complessivo è sceso a 336 milioni (con un rapporto sul fatturato pari al 9,3% contro il 9,5% del 2019), a conferma delle ricadute del Covid sull’economia e della maturità raggiunta dal mercato, che limita la marginalità degli operatori.
Confrontando però le aspettative per l’anno in corso rispetto ai dati del 2020, il 31% dei rispondenti ritiene che il proprio fatturato crescerà fino al 10%, il 13,4% fino al 20% e quasi il 18% addirittura oltre il 20%. Solo 1 su 5, invece, si aspetta un trend negativo, a testimonianza di un certo ottimismo tra gli operatori, confermato dal 25% che prevede di aumentare il numero dei dipendenti anche del 10% (per il 40% degli intervistati resterà invariato) e dal 30% che si aspetta un Ebitda in crescita fino al 10%.
Tuttavia, gran parte della crescita del fatturato è legata a interventi nel settore civile, che grazie al Superbonus è visto come una sorta di salvagente dalle ESCo, in particolare da quelle in crisi: uno spostamento così netto di focus potrebbe distogliere le competenze delle ESCo dalla costruzione di un futuro nel comparto industriale e arenarsi quando la spinta data dal Superbonus si esaurirà.

www.som.polimi.it

Carbon performance complement to energy performance: EU buildings’ policy should address the carbon footprint of construction, says BPIE.

The EU’s forthcoming revision of legislation for buildings and construction is a critical opportunity to create policy and investment certainty on how energy performance requirements will be supported by carbon performance rules, says BPIE. New research from the think tank shows that while some EU Member States have introduced comprehensive policy action to reduce the carbon footprint of buildings and construction, this should now be coordinated and regulated at European level.

The European Union aims to be climate-neutral by 2050, requiring a fundamental transformation of the construction and building sectors. Direct building CO2 emissions need to more than halve by 2030 to get on track for a net-zero carbon building stock by 2050. In its Renovation Wave strategy, which addresses decarbonisation of the building stock, the European Commission announced its intention to introduce a ‘2050 whole life-cycle performance roadmap’ to reduce carbon emissions from buildings’ by 2023.

“For new buildings built to the highest energy efficiency standards, thelow operational energy demandmeansthat embodied carbon becomes the most significant sourceof carbon emissions over the building’s lifetime,” says Oliver Rapf, Executive Director of BPIE.

Embodied carbon emissions are associated with energy consumption and chemical processes during raw material extraction, manufacture, transportation, assembly, replacement, construction, demolition and disposal of buildings, accounting for approximately 10-20% of EU buildings’ CO2 footprint. To address this ‘hidden’ carbon footprint, BPIE suggests a common European approach to whole-life carbon (WLC) emissions of the building stock, which should yield additional benefits in terms of greater transparency, comparability, and monitoring of progress across borders and industries.

Achieving a common EU approach requires intensified coordination across policy measures addressing and affecting the different stages of the construction value chain. However, BPIE finds that the introduction of a ‘2050 whole life-cycle performance roadmap’ scheduled for 2023 is out of sync with the current legislative review process.

The ongoing review of the Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) and the Energy Efficiency Directive (EED) provides a significant opportunity for the EU to begin consistently integrating WLC thinking and principles in the regulatory framework.

“Whole-life carbon in buildings and construction should be carefully considered now in 2021. Policy action taken by a number of Member States demonstrate that whole-life carbon policies are possible and desirable. The European Commission should reflect this in its forthcoming proposals to make sure that we don’t lose time in the fight against climate change.” Rapf concludes.

BPIE (Buildings Performance Institute Europe) is a leading independent centre of expertise on energy performance of buildings, providing data-driven and actionable policy analysis, advice, and implementation support to decision-makers in the public, private, and non-profit sectors.
Founded in 2010, BPIE combines expertise on energy efficiency, renewable energy technologies, and health and indoor environment with a deep understanding of EU policies and processes. A not-for-profit think-tank based in Brussels and Berlin, our mission is to make an affordable, climate-neutral built environment a reality in Europe and globally.

– BYinnovation is Media Partner of BPIE

www.bpie.eu

report

Laminato in zinco titanio della veneziana Zintek scelto da Renzo Piano e da EMERGENCY per le coperture dell’ospedale africano di Entebbe. Un libro-monografia per celebrare l’opera e la passione dell’azienda.

È operativo l’ospedale di chirurgia pediatrica costruito nella città di Entebbe, in Uganda, avveniristica struttura di EMERGENCY progettata dall’architetto Renzo Piano, assieme al suo Studio RPBW, in collaborazione con lo Studio TAMassociati e la Building division di EMERGENCY, le cui coperture sono state interamente realizzate da Zintek.

Zintek, azienda veneziana con sede a Porto Marghera, è l’unico produttore italiano del laminato in zinco-titanio a marchio “zintek” per l’architettura. Si tratta di un laminato di pregio fatto con una particolare lega di zinco, titanio e rame con cui vengono realizzate coperture, facciate e lattonerie per ogni tipo di progetto architettonico.
Lo zintek dà forma a tutti i desiderata di architetti e progettisti e imprime nuove fisionomie agli edifici. È un materiale altamente sostenibile: è riciclabile al 100%, incombustibile, non viene influenzato dalle variazioni di temperatura, ha una grande resistenza alla corrosione e una lunga durata nel tempo (fino a 100 anni in ambiente rurale). Nel tempo forma uno strato autoprotettivo che lo rende esente da manutenzione. Le sue qualità di malleabilità e adattabilità, il suo colore naturalmente grigio, ne fanno uno strumento funzionale, innovativo ed elegante. Per tutti questi motivi, è stato scelto per il progetto di Renzo Piano in Uganda.

“Zintek ha partecipato al progetto di EMERGENCY con grande passione, spirito di solidarietà e compartecipazione – ha detto Gianni Schiavon, amministratore unico di Zintek -. Abbiamo subito accettato questa sfida, estremamente particolare, data la collocazione e i requisiti ambientali e fisici a cui doveva rispondere. L’abbiamo fatto non solo per il prestigio dell’operazione, ma soprattutto perché il progetto sposava appieno la mission e i valori di Zintek: la promozione di una architettura etica che metta al centro le persone e il loro benessere. Siamo felici di aver dato vita ad un edificio che fonde in sé etica e bellezza”.

La realizzazione delle coperture dell’ospedale di EMERGENCY rappresenta un’ulteriore importante tappa per l’azienda veneziana, conquistata sulla strada dell’eccellenza. Zintek, infatti, da tempo collabora con i più importanti architetti internazionali prendendo parte ai loro progetti: dall’Unicredit Pavilion, firmato dall’architetto Michele De Lucchi, al quartiere trentino Le Albere, progettato da Renzo Piano; dal Davines Village a Parma, su disegno degli architetti Matteo Thun e Luca Colombo, alla Vatican Chapel firmata Sean Godsell, costruita interamente in zintek all’interno del Padiglione del Vaticano della Biennale di Venezia 2018, al Prysmian Headquarters a Milano, su progetto di Maurizio Varratta.
Grazie all’apertura verso il mercato internazionale, Zintek ha registrato nel 2020, in controtendenza rispetto al settore in cui opera, uno dei migliori incrementi di ricavi degli ultimi anni. Le vendite sono aumentate del 25% rispetto al dato complessivo del 2019, mentre il fatturato registrato, comprensivo della produzione metallurgica, che include, oltre ai semilavorati in zinco, anche il rame, è stato di quasi 200 milioni di euro. A segnare l’anno positivo sono state le scelte di business e gli investimenti sempre più orientati verso l’architettura sostenibile.

“I nostri due showroom, ad Amsterdam e a Shanghai, stanno lavorando molto bene – ha spiegato Gianni Schiavon -. In particolare in Cina, dove abbiamo messo in atto una massiccia azione di divulgazione del brand attraverso la creazione di una rete commerciale con un partner cinese, abbiamo molte aspettative per i prossimi anni”.

Copertura funzionale e sostenibile: le caratteristiche tecniche
L’ospedale chirurgico pediatrico di Entebbe, sulle rive del Lago Vittoria, è una struttura solida e leggera allo stesso tempo. Sorge su un terreno di 120mila metri quadri messo a disposizione dal governo ugandese. Dispone di 50 letti di degenza, 16 letti di terapia sub-intensiva, 6 di terapia intensiva, 3 sale operatorie, laboratorio, banca del sangue, farmacia, mensa e lavanderia. È una struttura a “U” circondata da un grande parco con 350 alberi, da un’area gioco esterna e da una guest house con 42 letti per pazienti e familiari. La struttura generale dell’ospedale è in muratura, è larga 60 centimetri ed è realizzata in terra cruda e materiali che ne aumentano la resistenza meccanica (tecnica del pisé). La solidità e la concretezza delle pareti in terra cruda, ancorate a terra, convivono con la leggerezza della struttura in vetro e acciaio che regge la copertura in acciaio e zinco-titanio.
L’involucro di copertura è costituito da due elementi funzionali sovrapposti che operano in sinergia: il primo ha funzione di chiusura termica, acustica, di tenuta all’acqua e all’aria ed è rivestito in zintek® pre-patinato; il secondo, una specie di ombrello, ha invece la funzione di proteggere l’edificio dalla radiazione solare ed è interamente rivestito da 2.670 pannelli fotovoltaici che soddisfano gran parte del fabbisogno energetico. Zintek ha installato 2.670 metri quadri di coperture in zinco-titanio, più di 800 metri di canali di gronda, 380 metri di pluviali, 40 lucernai con raccordi in zintek, 75 corpi emergenti, 56 metri quadri di controsoffitti interni, 4.210 metri quadri di manto metallico di supporto.

Una monografia per celebrare la bellezza del progetto
Per celebrare e far conoscere ciò che ha realizzato in Uganda, Zintek ha deciso di pubblicare una monografia che descrive minuziosamente ogni fase del progetto di Entebbe. Si tratta di una pubblicazione ricca di fotografie, grafici e testi esplicativi, realizzata con carta sostenibile e con una particolarissima copertina rigida che richiama, al tatto, la terra rossa africana. Più di 240 pagine non solo per raccontare, a scopo divulgativo, le tecniche di costruzione dell’edificio, ma anche per trasmettere il senso etico dell’opera, i valori fondanti che hanno spinto Zintek ad accettare di partecipare pro bono al progetto di EMERGENCY. Nel testo, infatti, che si intitola “CHILDREN’S SURGICAL HOSPITAL. ENTEBBE, UGANDA”, redatto in italiano e inglese, oltre agli interventi di Gino Strada e di Renzo Piano, troviamo anche il contributo di Fulvio Irace, storico dell’architettura e docente al Politecnico di Milano, e quello di Marco Imperadori, professore ordinario di architettura al Politecnico di Milano. Il fulcro dell’opera resta comunque la parte di divulgazione del progetto costruttivo elaborato da Zintek, con tuti i particolari della posa in opera di cantiere. Elemento fondante di ogni pubblicazione di alto valore tecnico-scientifico edita dall’azienda.

“Non è la prima volta per noi – ancora l’amministratore unico Gianni Schiavon – monografie simili sono state fatte in occasione di altri nostri più importanti lavori, come Le Albere di Trento, l’Unicredit Pavilion di Milano, il Davines Village a Parma e il Prysmian Headquarters a Milano. Crediamo che trasmettere la bellezza, l’autenticità, il nostro know-how e l’innovazione di ciò che facciamo sia un modo per valorizzare non solo il nostro lavoro ma anche quello di tutti i nostri partner. In Zintek ci prodighiamo da sempre perché la creatività, l’artigianalità e la sostenibilità delle aziende del made in Italy venga conosciuta e riconosciuta in tutto il mondo, anche attraverso questo tipo di pubblicazioni, specchio del nostro stile e dei nostri valori. Con la monografia dedicata all’ospedale di Entebbe vogliamo promuovere la cultura d’impresa, cioè il racconto di come nasce e si evolve un progetto, quanta passione e quanto sforzo c’è dietro ogni opera”.

Zintek Srl produce e commercializza il laminato in zinco-titanio zintek. Fa parte del Gruppo Cordifin, holding veneta attiva nei settori industriale, finanziario e immobiliare. L’azienda è punto di riferimento per la realizzazione di coperture, facciate e lattonerie in zinco-titanio zintek adatte a qualsiasi contesto, dai nuovi progetti al restauro conservativo. Ha uno stabilimento di produzione situato a Porto Marghera su un’area di 86mila metri quadri, attivo dal 1936, che conta su circa 100 dipendenti e dà vita ad una filiera unica: dalla fusione dello zinco alla laminazione, fino alla produzione, commercializzazione e applicazione dello zintek. Nell’ambito del restauro conservativo, Zintek ha realizzato a Venezia, tra le altre, le coperture dell’Hilton Hotel Molino Stucky, dei Giardini Reali di San Marco, de Le conterie di Murano; del Palazzo delle Poste a Trieste; del Sacrario di Castel Dante a Rovereto.

www.zintek.it

monografia ospedale Emergency

The 2050 road to climate-neutrality: are national long-term renovation strategies fit for 2050? This analysis, representing over 50% of the EU population (covering seven EU Member States and one region, Flanders, Belgium), reveals that Member States’ long-term renovation strategies (LTRS) are largely not compliant with the Energy Performance of Buildings Directive (EPBD) objectives towards achieving a highly energy efficiency and decarbonised building stock by mid-century.
Beyond this, the objectives of the LTRS are now misaligned with the EU’s strengthened 2030 Climate Target and 2050 climate-neutrality objective.

Half of the analysed strategies include an objective at or above 90% GHG emissions reduction, which is in line with the legal requirement of the EPBD. However, none of the eight strategies targets 100% decarbonisation of the building stock.
This means that the substantial increase in renovation activity that is required – a deep renovation rate of 3% annually by 2030, is unlikely to be achieved.

The analysis ultimately reveals that even full compliance with the EPBD, as it currently stands, is not enough to achieve 2050 climate-neutrality. Member States should now be seeking to achieve 100% decarbonisation of their building stock and developing long-term renovation strategies to deliver the climate-neutrality objective. The revision process of the EPBD, within the context of the Fit for 55 package in 2021, offers the opportunity to ensure a much stronger place for buildings in Member States’ decarbonisation plans, who should implement the efficiency first principle.

A full revision of the EPBD is therefore strongly suggested in order to ensure that Europe achieve its strengthened 2030 climate target and its aim of climate-neutrality by 2050.

BPIE is a non-profit policy research institute, located in Brussels, with additional offices in Berlin, Bucharest and Warsaw, dedicated to improving the energy performance of buildings across Europe.
We focus on knowledge creation and dissemination for evidence-based policy making and implementation at national level.

– BYinnovation is Media Partner of BPIE

www.bpie.eu

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Monitoraggio consumi elettrici Leader Price Italia. SMARTEFFICIENCY per MONITORAGGIO. L’azienda è oggi interamente italiana di proprietà di CRAI, gruppo cooperativo con una società centrale, Crai Secom, e diversi cedi distributivi con esclusività di zona. La conoscenza approfondita del territorio ha permesso di sviluppare una rete di punti vendita di varie dimensioni per soddisfare al meglio il consumatore.

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RE ITALY 20 gennaio 2021 Winter Forum. Si terrà la 13ma edizione, come tradizione fisicamente in Borsa Italiana a Milano, a partire dalle 9,30, con possibilità di collegamento in streaming per gli abbonati accreditati. I lavori della giornata saranno poi resi disponibili in podcast. La scelta di proseguire con gli eventi in presenza, sempre nei rigidi limiti di sicurezza imposti dalla normativa, pur se con partecipazione fisica limitata è dettata dal nostro convincimento che gli eventi online abbiano mostrato tutti i propri limiti. Se giustificati in una prima fase di quarantena, ormai risulta evidente come solo l’incontro fisico tra operatori riesca ad attivare il circolo virtuoso dello scambio di esperienze che porta al nascere di nuove attività lavorative. Se addirittura il mondo della scuola chiede a gran voce il ritorno alle lezioni in presenza appena possibile, significa che l’esperienza della videocomunicazione come unico strumento di contatto non può funzionare. E visto che lo scopo di Monitorimmobiliare e delle sue attività, tra le quali RE ITALY, è proprio di agevolare i contatti tra operatori le nostre manifestazioni si svolgeranno sempre in forma fisica, ovviamente col supporto della tecnologia.
Ma vista come supporto alle attività, non come protagonista scenografica.

Ore 12,00: Le strategie delle SGR
– Giovanna Della Posta, Amministratore Delegato Invimit Sgr
– Giampiero Schiavo, Amministratore Delegato Castello Sgr
– Michele Stella, Amministratore Delegato Torre Sgr
– Paolo Rella, Amministratore Delegato Blue Sgr
– Luca Turco Amministratore Delegato Quinta Capital Sgr
– Emanuele Caniggia, Amministratore Delegato Dea Capital Real Estate Sgr (in video)
Coordina i lavori:
– Francesco Lombardo, Partner Freshfields Bruckhaus Deringer

Ore 14,00: NPL, le novità del mercato
– Massimo Giacobbo, Managing Director NPL Prelios
– Katia Mariotti, Responsabile Direzione Centrale NPL Banca Ifis
– Giovanni Gilli, Presidente di Intrum
Coordina i lavori:
– Federico Sutti, Italy Managing Partner Dentons

15,15 Il nuovo ruolo degli Advisor
– Giuseppe Amitrano, Amministratore Delegato Gva Redilco Sigest
– Roberto Nicosia, Amministratore Delegato Colliers International Italia
– Alessandro Pasquarelli, Amministratore Delegato Yard Reaas
Coordina i lavori
– Maurizio Cannone, Direttore Responsabile Monitorimmobiliare

16,00 Investimenti e Progetti
– Edoardo De Albertis, CEO di Borio Mangiarotti Spa
– Igor De Biasio, Amministratore Delegato Arexpo
– Alexei Dal Pastro, Amministratore Delegato Italia Covivio (in video)
– Benedetto Giustiani, Head of Southern Europe Region Generali Real Estate
– Federico Soffietti, Director Investments Hines Italy
Coordina i lavori:
– Guido Inzaghi, Socio Belvedere Inzaghi e Partners

17,30 La nuova intermediazione immobiliare
– Gian Battista Baccarini, Presidente Fiaip
– Santino Taverna, Presidente Fimaa
– Dario Castiglia, Presidente Re/Max Italia
– Luigi Sada, Amministratore Delegato Tecnocasa Franchsing SpA
– Angelo Musco, Amministratore Delegato Compagnia immobiliare Italiana

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