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Commissione Europea: inquinamento auto. GEAR 2030: un futuro competitivo e sostenibile per l’industria automobilistica. Il gruppo di alto livello “GEAR 2030” ha presentato una relazione per un settore automobilistico competitivo su scala internazionale e oggetto di una crescita sostenibile, in cui i rappresentanti del settore pubblico e privato riuniti dalla Commissione Europea raccomandano all’industria automobilistica di investire in veicoli puliti e a emissioni zero e nella guida connessa e automatizzata.

La Commissaria per l’Industria Elzbieta Bienkowska, esprimendo il proprio apprezzamento per la relazione ha dichiarato: “L’industria automobilistica è ad una svolta. Lo scandalo delle emissioni ne ha gravemente danneggiato la reputazione e la credibilità. Sono in gioco la sanità pubblica e l’ambiente, le aspettative sociali stanno cambiando e la concorrenza mondiale è dura. Questa relazione è una buona base per un (nuovo)inizio e mi compiaccio che sia ampiamente sostenuta sia dai governi che dall’industria. Grazie ad una stretta collaborazione, possiamo senza dubbio raggiungere i nostri obiettivi.”

La Commissione rifletterà sulle raccomandazioni ed esaminerà le opzioni strategiche per attuarle. Una serie di iniziative è già in preparazione, come l’imminente secondo pacchetto sulla mobilità, che prevede norme più severe sulle emissioni di CO2, e l’iniziativa per lo sviluppo e la produzione delle batterie in Europa, e l’industria automobilistica ha un ruolo cardine nella strategia di politica industriale della Commissione annunciata dal Presidente Juncker nel discorso sullo stato dell’Unione.

Quali sono i rischi connessi alle emissioni dei veicoli?
Le emissioni di inquinanti atmosferici sono la principale causa ambientale di morte prematura nell’UE e danno luogo a malattie respiratorie, elevate spese sanitarie e giornate di lavoro perse. I dati più recenti indicano che tre inquinanti atmosferici (PM2,5, NO2 e O3) sono da soli responsabili di 400 000 morti premature ogni anno nell’UE, di cui 70 000 direttamente collegate al biossido di azoto (NO2). Al superamento dei limiti di inquinamento atmosferico in numerose aree urbane contribuisce anche il trasporto urbano.

Come sono regolamentate a livello dell’UE le emissioni inquinanti dei veicoli?
Negli ultimi decenni la Commissione ha guidato gli sforzi dell’UE volti a ridurre progressivamente le emissioni di inquinanti atmosferici prodotte dai veicoli stradali migliorando la qualità dei carburanti e fissando limiti di emissione sempre più rigorosi per i nuovi veicoli.

Per quanto riguarda le emissioni di NOx in particolare, la Commissione ha imposto limiti massimi più rigidi per i veicoli diesel in diverse occasioni:
– gennaio 2000: 500 mg/km (Euro 3)
– gennaio 2005: 250 mg/km (Euro 4)
– settembre 2009: 180 mg/km (Euro 5)
– settembre 2014: 80 mg/km (Euro 6)

Ciò non è però sufficiente.
Il recente scandalo delle emissioni ha dimostrato che alcuni veicoli attualmente in circolazione non rispettano tali valori in condizioni reali di guida, il che significa che nell’aria che respiriamo sono immessi più inquinanti.
L’introduzione della procedura di prova delle emissioni reali di guida sta rendendo le norme ancor più rigorose poiché tale procedura di prova controllerà le emissioni di NOx e di particelle ultrafini (Particle Number, PN) dei veicoli su strada e ridurrà notevolmente l’attuale discrepanza tra le emissioni misurate in condizioni di guida reali e quelle misurate in laboratorio.
La Commissione continua inoltre a sollecitare la piena applicazione dei vigenti obiettivi in materia di qualità dell’aria in tutta l’UE e sta elaborando iniziative ambiziose volte a promuovere i veicoli a basse emissioni.

Come vengono misurate le emissioni dei veicoli?
Prima di poter essere immesso sul mercato, un veicolo deve essere “omologato”: l’autorità nazionale deve certificare che i prototipi del modello soddisfano tutte le prescrizioni dell’UE in materia di sicurezza, ambiente e conformità della produzione prima di autorizzare la vendita di un tipo di veicolo nell’UE.
Per misurare l’emissione di inquinanti atmosferici di un veicolo vengono attualmente utilizzate solo prove di laboratorio. Per inquinanti quali particelle ultrafini e NOx, le emissioni di alcuni veicoli misurate su strada in condizioni reali superano tuttavia ampiamente le emissioni misurate durante il ciclo di prove di laboratorio attualmente applicabile (Nuovo ciclo di guida europeo, New European Drive Cycle, NEDC).
Per porre rimedio a questa situazione, già prima dello scandalo sulle emissioni del settembre 2015 la Commissione aveva proposto di misurare le emissioni in condizioni di guida reali.

Cos’è la prova delle emissioni reali di guida?
Nella procedura di prova delle emissioni reali di guida (Real Driving Emissions, RDE) le emissioni di inquinanti, tra i quali ossidi di azoto (NOx) e particolato, sono misurate da sistemi portatili di misurazione delle emissioni (Portable Emission Measuring Systems, PEMS) che sono collegati al veicolo durante la guida in condizioni reali su strada.
Ciò significa che il veicolo verrà guidato all’esterno e su strade reali con variazioni casuali di parametri quali l’accelerazione, la decelerazione, la temperatura ambientale e i carichi utili.
La procedura RDE non sostituisce, bensì integra le prove di laboratorio, che sono state a loro volta migliorate per riflettere meglio le condizioni di guida reali, e in particolare per fornire dati più realistici sulle emissioni di CO2 e sul consumo di carburante.

Quali sono i diversi atti dell’RDE?
L’RDE è stata sviluppata in quattro distinti atti normativi.
– RDE atto 1: il primo passo è stato definire l’effettiva procedura di prova, sulla quale gli Stati membri, riuniti in seno al Comitato tecnico – Veicoli a motore (CTVM), si sono espressi con voto favorevole nel maggio 2015; la procedura è entrata in vigore nel 2016. Nella fase iniziale, avviata all’inizio del 2016, le prove RDE sono state eseguite solo a fini di monitoraggio, senza conseguenze sull’effettiva omologazione, che ha continuato ad essere verificata sulla base di misurazioni in laboratorio.
– RDE atto 2: il secondo passo è consistito nell’inserimento graduale delle prove RDE fra i test aventi effettiva incidenza sulle omologazioni rilasciate dalle autorità nazionali. il 28 ottobre 2015 gli Stati membri, riuniti in seno al Comitato tecnico – Veicoli a motore, hanno concordato che le misurazioni RDE di NOx avrebbero dovuto essere obbligatorie per i nuovi modelli di veicoli dal settembre 2017 e per tutti i nuovi veicoli dal settembre 2019.
– RDE atto 3: il terzo passo ha avuto luogo il 20 dicembre 2016 quando gli Stati membri, riuniti in seno al CTVM, hanno adottato la proposta della Commissione di estendere le prove RDE alle emissioni di particelle ultrafini (PN) per tutti i nuovi tipi di veicoli entro settembre 2017 e per tutti i nuovi veicoli entro settembre 2018.
Tali particelle, molto piccole ma cancerogene, sono emesse dai veicoli diesel e dai veicoli a benzina con tecnologia ad iniezione diretta. Nell’ambito dell’atto 3 dell’RDE la Commissione ha messo a punto i metodi di prova affinché tengano in considerazione il fatto che i brevi tragitti urbani che iniziano con l’avviamento a freddo del motore causano la maggior parte dell’inquinamento delle città. Al fine di contemplare una gamma più ampia di condizioni, da ora innanzi saranno inclusi anche gli avviamenti a motore caldo.
L’atto 3 prevede altresì che le prestazioni in materia di emissioni reali di guida di ogni veicolo siano chiaramente indicate dal costruttore nel certificato di conformità, di modo che tali informazioni siano trasparenti e disponibili per tutti i cittadini e le autorità pubbliche.
– RDE atto 4: nei prossimi mesi la Commissione intende anche presentare una proposta volta a rafforzare la normativa RDE introducendo la possibilità di prove indipendenti eseguite da terzi per il controllo dei veicoli già in circolazione (prova di controllo della “conformità in servizio”) e nuovi metodi più rappresentativi per le prove sui veicoli ibridi, e adattando le disposizioni per determinati tipi di veicoli speciali.

Cos’è il fattore di conformità nella procedura delle prove delle emissioni reali di guida (RDE)?
Diversamente da quanto accade nei cicli predefiniti di prove di laboratorio, le caratteristiche intrinseche dell’attrezzatura per le misurazioni PEMS nelle prove RDE causano una maggiore variazione e una più ampia gamma di risultati quantitativi delle emissioni fra i diversi tragitti RDE. Se le incertezze tecniche e statistiche delle misurazioni RDE non sono debitamente prese in considerazione, potrebbe accadere che veicoli in realtà conformi non superino una prova singola RDE o che veicoli effettivamente non conformi la superino.
Il concetto di fattore di conformità (FC) aiuta a ovviare a questo problema.
Con un fattore di conformità, l’attenzione si sposta sulla conformità media del veicolo con i limiti delle emissioni. Ad esempio, si potrebbero superare i limiti normativi delle emissioni durante un percorso in salita in forte pendenza, per poi compensare con emissioni al di sotto dei limiti normativi in condizioni diverse, come durante una guida moderata in città, cosicché le emissioni medie, dopo che tali condizioni sono state bilanciate in base alla loro ricorrenza statistica, alla fine non superano i limiti.
Considerata la recente introduzione delle misurazioni delle prove delle emissioni reali di guida e i limiti tecnici al miglioramento a breve termine delle prestazioni in materia di emissioni reali di guida dei veicoli diesel attualmente in produzione, nell’ottobre 2015 gli Stati membri hanno concordato un periodo di riduzione graduale della discrepanza tra il limite normativo misurato in condizioni di laboratorio e i valori della procedura delle emissioni reali di guida.

L’accordo prevede un approccio a due fasi:
– nella prima fase, al fine di consentire l’adattamento alle nuove prescrizioni, i costruttori dovranno ridurre la discrepanza fino a un fattore di conformità massimo di 2,1 (vale a dire 168 mg/km di NOx invece di 80 mg/km) per i nuovi modelli entro settembre 2017 (per tutti i nuovi veicoli entro settembre 2019);
– nella seconda fase, la discrepanza sarà ulteriormente ridotta fino a un fattore di 1,5 (vale a dire 120 mg/km di NOx invece di 80 mg/km), considerati i margini tecnici di errore, entro gennaio 2020 per tutti i nuovi modelli (entro gennaio 2021 per tutti i nuovi veicoli). Per tenere conto dei futuri miglioramenti della tecnologia di misurazione, tale fattore sarà oggetto di riesami annuali a partire dal 2017 e, di pari passo con i miglioramenti della tecnologia, sarà ulteriormente ridotto con l’obiettivo di portarlo a 1 il prima possibile, e al più tardi entro il 2023.

I costruttori di automobili dovrebbero quindi già iniziare a progettare veicoli che rispettino un fattore di conformità vicino a 1 (pari a 80 mg/km di NOx).

E le prove delle emissioni di CO2?
La Commissione ha inoltre introdotto una procedura di prova di laboratorio nuova e più realistica per la misurazione delle emissioni di CO2 e del consumo di carburante di automobili e furgoni, la nuova procedura di prova armonizzata a livello mondiale per i veicoli leggeri (World Harmonised Light Vehicle Test Procedure, WLTP). La WLTP è una procedura di prova armonizzata a livello mondiale sviluppata in seno alla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) con il sostegno della Commissione europea.
La WLTP sostituisce il “Nuovo ciclo di guida europeo” (New European Drive Cycle, NEDC) che non rispecchia più le attuali condizioni di marcia o le tecnologie dei veicoli. La WLTP fornirà valori relativi a emissioni di CO2 e consumo di carburante più rappresentativi delle condizioni reali di guida, a vantaggio dei consumatori e dei regolatori sia a livello nazionale che dell’UE. Essa costituirà un maggiore incentivo allo sviluppo di tecnologie per la mobilità efficienti in termini di consumi e a basse emissioni di carbonio.
La nuova prova WLTP è stata adottata dalla Commissione il 1° giugno 2017 e sarà obbligatoria per tutti i nuovi modelli di veicoli da settembre 2017 e per tutti i nuovi veicoli da settembre 2018.

Cos’altro sta facendo la Commissione per rafforzare il sistema di omologazione?
Le nuove procedure di prova renderanno le misurazioni delle emissioni più realistiche e precise, e in larga misura ridurranno il rischio di frodi mediante dispositivi di manipolazione, ma è necessaria una più profonda revisione del sistema di omologazione vigente.
Per questo motivo nel gennaio 2016 la Commissione ha proposto un nuovo regolamento al fine di rivedere il sistema di omologazione vigente. La proposta mira a: rafforzare la qualità e l’indipendenza dei servizi tecnici incaricati di effettuare le prove e l’ispezione della conformità dei veicoli alle prescrizioni dell’UE in materia di omologazione; introdurre un efficace sistema di vigilanza del mercato per verificare la conformità dei veicoli già in circolazione; e introdurre una maggiore sorveglianza europea.

Ciò comprende la possibilità per la Commissione di sospendere, limitare o ritirare la designazione di servizi tecnici scarsamente efficienti e troppo negligenti nell’applicazione delle norme. La Commissione sarebbe inoltre in grado di effettuare prove di verifica ex post (tramite il Centro comune di ricerca) e, se necessario, avviare procedure di richiamo.
Potrebbe altresì imporre sanzioni pecuniarie volte a dissuadere i costruttori poco corretti e i servizi tecnici scarsamente efficienti dall’immettere o ammettere sul mercato veicoli non conformi.
Nella proposta della Commissione l’attuale divieto d’uso di dispositivi di manipolazione, che le autorità nazionali hanno l’obbligo di monitorare e far rispettare, viene non solo perpetuato, ma inasprito ulteriormente. In base al progetto di regolamento, il costruttore dovrà fornire l’accesso ai protocolli software del veicolo.
Questa misura integra il pacchetto sulle emissioni reali di guida, che ostacolerà l’elusione delle prescrizioni in tema di emissioni e prevede l’obbligo per i costruttori di rendere pubblica la propria strategia di riduzione delle emissioni, come avviene negli Stati Uniti.
La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio a concludere rapidamente i negoziati sulla proposta.

Cosa sta facendo la Commissione riguardo i veicoli diesel già in circolazione che inquinano troppo?
Nel dicembre 2016 e nel maggio 2017 la Commissione ha già avviato procedure di infrazione nei confronti di otto Stati membri per violazione della legislazione dell’UE in materia di omologazione, e continua a monitorare che la pertinente normativa UE sia correttamente applicata. La Commissione farà inoltre sì che siano rispettate le norme sulla concorrenza e continuerà ad adoperarsi per garantire condizioni eque ai consumatori.
Più recentemente la Commissione ha invitato tutti gli Stati membri ad adottare le misure necessarie a garantire che i veicoli non conformi siano resi conformi o ritirati dalla circolazione. È fondamentale che qualsiasi riparazione proposta dai costruttori di automobili sia approvata dalle autorità nazionali affinché i veicoli siano pienamente conformi, senza effetti negativi su prestazioni, durata e consumo di carburante.
Ciò dovrebbe essere fatto quanto prima per ridurre rapidamente le emissioni di NOx causate dai veicoli diesel già circolanti in Europa.

La Commissione prende atto dei recenti sforzi di alcuni Stati membri e costruttori di automobili per far fronte alla situazione attuale e attende di ricevere informazioni complete circa le misure adottate a livello nazionale. La Commissione esaminerà in particolare se le misure proposte siano sufficienti a ridurre le emissioni di NOx conformemente agli obblighi di legge e quindi contribuiscano al miglioramento della qualità dell’aria.
La Commissione è anche pronta ad agevolare lo scambio di tali informazioni tra gli Stati membri nell’interesse della coerenza e dell’efficacia.

Cosa sta facendo la Commissione per migliorare la qualità dell’aria?
Le norme dell’UE non sono rivolte solo a limitare le emissioni dei veicoli ma fissano anche obiettivi di qualità dell’aria, che sono costantemente attuati e monitorati. Le norme locali in materia di qualità dell’aria (che fissano limiti e/o valori obiettivo che non possono essere superati per una serie di inquinanti atmosferici) sono stabilite nelle direttive sulla qualità dell’aria ambiente.
Per quanto riguarda in particolare l’NO2, gran parte degli Stati membri e più di 130 città in essi situate non hanno rispettato i valori limite in maniera costante e sistematica per diversi anni, e per questo motivo sono urgentemente necessarie misure efficaci.

Nel dicembre 2013 la Commissione ha inoltre adottato un pacchetto aria pulita che comprende:
– nuovi obiettivi strategici di qualità dell’aria per il periodo fino al 2030;
– la revisione della direttiva sui limiti nazionali di emissione (direttiva 2016/2284/UE), con limiti nazionali di emissione più severi per i cinque principali inquinanti: biossido di zolfo (SO2), NOx, composti organici volatili non metanici (COVNM), NH3 e particolato fine (PM2,5). L’applicazione della nuova direttiva ridurrà entro il 2030 di circa la metà le 400 000 morti premature causate ogni anno nell’UE dall’inquinamento atmosferico;
– una nuova direttiva (direttiva 2015/2193/UE) intesa a ridurre l’inquinamento causato da impianti di combustione di medie dimensioni.
La Commissione si adopererà per aiutare tutti gli Stati membri ad attuare efficacemente la normativa, coinvolgendo anche le autorità locali e regionali, affinché si possano produrre i benefici auspicati da oggi al 2030.

La Commissione promuove i veicoli a basse emissioni e a zero emissioni? Come?
Come sottolineato nelle comunicazioni della Commissione “Strategia europea per una mobilità a basse emissioni”, del luglio 2016, e “L’Europa in movimento”, del maggio 2017, l’UE deve accelerare la transizione verso la mobilità a zero emissioni rendendo il settore dei trasporti decarbonizzato ed efficiente dal punto di vista energetico.
Nell’ambito del primo pacchetto sulla mobilità, la Commissione ha rivisto la direttiva sull'”eurobollo” al fine di promuovere tariffe basate sulle prestazioni in termini di emissioni, tra le altre cose.

Nell’ambito del secondo pacchetto sulla mobilità, la Commissione sta attualmente lavorando a una serie di iniziative che saranno presentate prima della fine dell’anno. In questo contesto la Commissione si sta attualmente occupando delle norme dell’UE in materia di CO2 per automobili e furgoni al fine di contribuire a spianare la strada ai veicoli a basse emissioni e a zero emissioni in maniera tecnologicamente neutra. È attualmente in corso una valutazione d’impatto e si stanno esaminando diverse proposte.
La Commissione sta anche rivedendo la direttiva sui veicoli puliti per promuovere la diffusione di veicoli più puliti mediante appalti pubblici.

La Commissione prevede inoltre di presentare una valutazione dei quadri strategici degli Stati membri per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi e della relativa infrastruttura. Tale relazione darà seguito alla disposizione di cui alla direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi che impone agli Stati membri di notificare alla Commissione, entro il 18 novembre 2016, i rispettivi quadri strategici nazionali per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi, ivi compresa la realizzazione della necessaria infrastruttura.

La relazione comprenderà un piano d’azione che metterà in evidenza azioni concrete e fisserà una serie di raccomandazioni chiare per gli Stati membri per colmare le lacune esistenti e rispondere alle esigenze individuate, nonché per definire azioni al fine di mobilitare finanziamenti.

Il meccanismo per collegare l’Europa (MCE), inoltre, sostiene già l’attuazione di una strategia in materia di combustibili alternativi mediante lo stimolo dell’efficienza energetica, l’introduzione di sistemi di propulsione alternativi, compresi sistemi di fornitura di elettricità, e la realizzazione delle corrispondenti infrastrutture. Per il periodo 2014-2020 il MCE trasporti dispone di una dotazione di 24 miliardi di EUR.

I veicoli a zero emissioni sono anche una priorità specifica del gruppo ad alto livello GEAR 2030, formato da esperti del settore e guidato dalla commissaria Bienkowska. Una relazione finale del gruppo, attesa per questo autunno, dovrebbe contenere raccomandazioni strategiche per la promozione della competitività dell’industria automobilistica dell’UE, in particolare per quanto riguarda i veicoli a zero emissioni e automatizzati. Sulla base della relazione la Commissione presenterà proposte concrete applicabili da qui al 2030.

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