Rating ESG e performance di mercato: l’SRI conviene. Esiste una correlazione positiva tra sostenibilità e rendimenti dei titoli: questo il risultato di una ricerca di Banor SIM presentata al seminario del Forum per la Finanza Sostenibile

Primo appuntamento dopo la pausa estiva con gli SRI Breakfast del Forum per la Finanza Sostenibile: obiettivo del seminario, promosso da Banor SIM e ospitato come di consueto presso la sede del Forum a Milano, era approfondire la relazione tra rating di sostenibilità delle imprese e performance dei titoli, analizzando implicazioni e conseguenze per gli investitori SRI (da Sustainable and Responsible Investment).

La discussione si è articolata a partire dai risultati di un recente studio realizzato da Banor SIM in collaborazione con il Politecnico di Milano; i dati sono relativi a 882 titoli dell’indice Stoxx Europe 600 nel periodo 2012-2017. Lo studio ha dimostrato che le imprese con elevato rating ESG (da Environmental, Social and Governance) presentano performance migliori, sia in termini di risultati di bilancio, sia nell’andamento dei titoli, che pertanto risultano più redditizi per gli investitori.
L’incontro ha offerto l’occasione per condividere i risultati dello studio con la comunità SRI e per analizzare le aspettative degli investitori nel processo di valutazione dei titoli secondo i criteri di sostenibilità.

Sono intervenuti: Matteo Bonaventura (PhD, CFA Financial Analyst di Banor SIM); Arianna De Leo (Responsabile Filantropia Strategica di UNICEF Italia); Alessandra Franzosi (Head of Pension Funds and Asset Owners di Borsa Italiana) e Giancarlo Giudici (Docente della School of Management del Politecnico di Milano). La tavola rotonda è stata moderata dal Segretario Generale del Forum Francesco Bicciato.

Illustrando lo studio, Bonaventura ha richiamato l’attenzione sull’importanza di un’efficace e completa rendicontazione da parte delle aziende delle informazioni di sostenibilità, considerate tra gli elementi necessari che consentono all’investitore di formulare le proprie scelte d’investimento, secondo il principio di “materialità”: “Nel contesto attuale il concetto di materialità è già molto diffuso, ma viene implementato in modalità differenti e talvolta discordanti – ha osservato l’esperto. – Applicando gli standard SASB al contesto Europeo abbiamo preso come riferimento il concetto legale di materialità sviluppato dalla SEC, la cui definizione è incentrata sull’investitore. Alla base della nostra ricerca, quindi, ci sono i driver fondamentali di creazione di valore per le società, che sono anche gli stessi fattori fondamentali che un investitore vorrebbe avere a disposizione per decidere al meglio su come allocare il capitale”.

Franzosi ha commentato: “Borsa Italiana è da tempo impegnata affinché cresca la consapevolezza presso le nostre imprese emittenti dell’importanza strategica della comunicazione ESG al mercato e del dialogo ESG con gli investitori, come fattori di successo per la crescita dei business e per lo sviluppo di mercati dei capitali sostenibili”.

Giudici si è quindi soffermato sui vantaggi per imprese e investitori che derivano dall’adozione di pratiche ESG: “Come dimostra la ricerca, integrare criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di attenzione verso tutti gli stakeholder con i modelli tradizionali di analisi finanziaria value-based può dare vantaggi ai gestori e agli investitori. Sono sempre di più le imprese che investono nelle buone pratiche ESG, nella convinzione che questo possa rappresentare un vantaggio competitivo di medio-lungo termine”.

De Leo ha osservato che l’integrazione dei fattori ESG può aiutare le imprese a identificare gli impatti negativi, a rafforzare i comportamenti virtuosi e a migliorare le proprie performance. “A oggi l’integrazione degli elementi di sostenibilità ha visto gli aspetti ambientali e di governance preponderanti nelle analisi e nei report, mentre la dimensione sociale sta iniziando solo ora a ricevere maggiore attenzione. L’UNICEF ritiene che includere nei criteri di selezione degli investimenti indicatori con un chiaro riferimento ai diritti umani e ai diritti dei bambini possa rafforzare le strategie di sostenibilità delle imprese e produrre benefici a lungo termine sia per le aziende stesse, sia per le comunità all’interno delle quali operano”.

Infine, Bicciato ha inquadrato la rilevanza dello studio in funzione di una virata sempre più decisa e generalizzata dei mercati finanziari verso principi e strategie propri dell’SRI: “L’investimento sostenibile rappresenta sempre più spesso una soluzione efficace alla ricerca di un miglior rapporto rischio-rendimento nel medio-lungo periodo. La pubblicazione e la diffusione di studi come quello che presentiamo oggi contribuiscono a rinforzare la consapevolezza degli investitori che integrare i temi ESG nelle strategie di investimento consente di minimizzare i rischi e cogliere nuove opportunità con effetti positivi sul piano sociale e ambientale”.

ll Forum per la Finanza Sostenibile è nato nel 2001. E` un’associazione non profit multistakeholder: ne fanno parte operatori del mondo finanziario e altri soggetti interessati dagli effetti ambientali e sociali dell’attività finanziaria. La missione del Forum è promuovere la conoscenza e la pratica dell’investimento sostenibile, con l’obiettivo di diffondere l’integrazione dei criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nei prodotti e nei processi finanziari. Il Forum per la Finanza Sostenibile è parte di Eurosif, l’European Sustainable Investment Forum.

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