Gennaio 2022

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EU finance rules for EVs undermined by support for gas. Electric vehicles (EVs) will be the only cars that can be classified as green investments as of 2026, under new rules cleared by EU governments.

The historic sustainable finance rules will, however, be severely undermined by the European Commission’s labeling of gas as green investments later this month, explains Transport & Environment, which said the Commission is trying to bury the contentious policy.
Last week marked the deadline for EU countries to object to the Commission’s proposed definitions for what counts as green investments under the sustainable finance taxonomy. It’s the first piece of the taxonomy of what can be considered green investments. T&E welcomes the move to support EVs in the first delegated act, but warns that the provisions on forestry, bioenergy, gas buses and cargo ships will lead to greenwashing.

The plans for gas – to be labeled as ‘green’ along with nuclear power in the second delegated act – would completely undermine the value of the EU’s green finance rules, says T&E. The Commission is delaying publishing its proposal until just before Christmas.

Luca Bonaccorsi, director of sustainable finance at T&E. “The classification of EVs as sustainable vehicles is possibly the most advanced green classification in financial markets. But this pales in comparison with the greenwashing in both laws. The Commission is on the verge of labeling gas as ‘green’, thereby destroying the credibility of the EU’s sustainable finance agenda as a whole.”

Transport & Environment’s (T&E) vision is a zero-emission mobility system that is affordable and has minimal impacts on our health, climate and environment.
Since we were created 30 years ago, T&E has shaped some of Europe’s most important environmental laws. We got the EU to set the world’s most ambitious CO2 standards for cars and trucks but also helped uncover the dieselgate scandal; we campaigned successfully to end palm oil diesel; secured a global ban on dirty shipping fuels and the creation of the world’s biggest carbon market for aviation – just to name a few.
Credibility is our key asset. We are a non-profit organisation and politically independent. We combine the power of robust, science-based evidence and a deep understanding of transport with memorable communications and impactful advocacy.
Our staff in Brussels, Rome, Madrid, Berlin, Warsaw and London collaborate with our 63 national member and supporter organisations in 24 countries across Europe. All together our members and supporters represent more than 3.5 million people.
We coordinate the International Coalition for Sustainable Aviation (ICSA), which has observer status at the International Civil Aviation Organisation (ICAO) and are members of the Clean Shipping Coalition (CSC), which has observer status at the International Maritime Organisation (IMO).
We hold a seat on the board of ECOS, and are members of the Green 10 group of European environmental NGOs, Agora Verkehrswende, the Platform for Electromobility, the Coalition for Energy Savings, the Renewable Grids Initiative and the Electrification Alliance.

www.transportenvironment.org

Reporting the business model. ​​The European Lab Project Task Force on the reporting of non-financial risks and opportunities and the linkage to the business model (PTF-RNFRO) organised a webinar to give insights into the findings of its report Towards Sustainable Businesses: Good Practices in Business Model, Risks and Opportunities Reporting in the EU, including user and preparer perspectives on its usefulness.

Jean-Paul Gauzès, EFRAG Board President and European Lab Steering Group Chair, provided the introduction and Saskia Slomp, EFRAG CEO guided the webinar and provided the final remarks.

Key-note speakers of the webinar included Pascal Durand, EP rapporteur on the CSRD, and Alain Deckers, head of EC DG FISMA unit Corporate Reporting, Audit & Credit Rating Agencies and European Lab Vice-Chair, who set the scene for the webinar discussion.

Nancy Kamp-Roelands, European Lab Steering Group member and Professor of non-financial information, integrated reporting, and assurance at the University of Groningen, moderated the panel discussion with the following PTF-RNFRO members:
– Emilie Beral, PTF-RNFRO Member, Executive Director – Methods, Innovation, Quality at Vigeo Eiris (VE)
– Gloria Mazzocco, PTF-RNFRO Member, Group Accounting Advisory at Enel Group
– Dawn Slevin, Co-chair of the PTF-RNFRO, Managing Director of ELS Europe
– Saskia Slomp concluded the webinar by emphasising the key objective of the PTFRNFRO report to identify good practices and subsequently stimulating enhanced reporting by companies. She noted the report findings could be one of the inputs for the Project Task Force on European Sustainability Reporting Standards (PTF-ESRS).

The summary report, that provides an overview of the event, has been prepared for the convenience of European constituents.

www.efrag.org

summary report

Sostenibilità 60% delle imprese. Secondo l’International Business Report (IBR) – che il network di consulenza internazionale Grant Thornton effettua periodicamente a livello globale sui dirigenti di oltre 2500 imprese del mid-market – più di sei aziende su dieci (62%) ritengono oggi che la sostenibilità sia altrettanto importante o più importante del successo finanziario. L’Italia, con il 67%, batte la media globale e quella europea, che si collocano entrambe al 62%.

I criteri ESG (Ambientali, Sociali e di Governance) sono infatti visti come un vantaggio competitivo da gran parte delle aziende di fascia media e questo si riflette in particolare nelle aspettative della loro clientela di base.

Tra le imprese che stanno ponendo una maggiore attenzione alla sostenibilità, la motivazione più comune che le spinge a tale cambiamento è quella di migliorare l’efficienza e ridurre i costi (42%), un fattore che sottolinea i reali benefici economici e commerciali che, secondo le aziende intervistate, derivano dall’investire in tale direzione.

Dall’inizio della pandemia ad oggi è inoltre cresciuta la consapevolezza delle aziende rispetto agli investimenti sostenibili: la loro percezione come priorità strategica di business è diventata infatti più importante per il 61% delle aziende italiane (vs 71% a livello globale e vs 63% media UE).

Per quanto riguarda le azioni specifiche che le aziende hanno intrapreso per condurre il proprio business in modo più sostenibile, su scala globale, il 43% delle aziende ha riportato di aver sviluppato una strategia di sostenibilità, che è stata formalizzata dal 38% delle imprese europee e 35% di quelle italiane.

Tuttavia, una sfida chiave per molti sta nel comprendere realmente quali processi e strategie implementare per ottenere il massimo impatto nel passaggio a pratiche commerciali più sostenibili, in particolare in questa fase nella quale risorse già limitate sono state ulteriormente ridotte a causa della pandemia.

“Le medie aziende – afferma Lorenzo Carminati, Partner di Grant Thornton – sono per loro natura e struttura agili, adattabili, pronte al cambiamento per restare sempre al passo con i tempi. Conseguentemente, investimenti in chiave sostenibile assumono un particolare rilievo nelle loro strategie di crescita. Tuttavia, quando ci riferiamo più nello specifico ad alcuni obiettivi concreti che la sostenibilità impone, come ad esempio la riduzione dell’utilizzo dei combustibili tradizionali, la diversity o l’inclusione, molte imprese sono ostacolate da modelli di business ancora tradizionali e da requisiti normativi spesso complicati, incontrando quindi delle difficoltà nel comprendere a cosa dare realmente priorità”.

Dall’analisi condotta da Grant Thornton i primi tre ostacoli a rallentare la crescita degli investimenti in sostenibilità sono:
1. l’ancora troppo oneroso impegno a gestire questioni e problematiche legate alle conseguenze della pandemia (31%);
2. la mancanza di chiarezza su nuovi regolamenti/requisiti (31%);
3. le preoccupazioni per i costi relativi alle attività annesse a questo processo (30%).

“Una consulenza specialistica – precisa, infine, Carminati – può essere molto preziosa per aiutare le aziende ad orientarsi in una materia nuova e complessa e per definire la strategia da perseguire, identificando con maggiore precisione priorità ed opportunità. Certamente il ruolo dei governi e delle autorità di regolamentazione resta prioritario per fornire il primo supporto e indirizzo, nonché per stabilire dei percorsi chiari per la rendicontazione delle migliori performance in materia di sostenibilità. Tuttavia, la strada verso un futuro delle aziende più sostenibile non riguarda solo la rendicontazione, che indubbiamente è molto importante ed è destinata ad assumere un ruolo chiave nei rapporti con gli stakeholders, ma attiene soprattutto alla capacità di riuscire a creare una visione, un obiettivo e una struttura di valori di medio-lungo termine. È tale nuova visione che, innestandosi sull’attuale insieme di valori delle medie aziende, può consentire alle stesse di superare – anche di fronte alle difficoltà del breve periodo – questa fondamentale transizione”.

Grant Thornton è la member firm italiana di Grant Thornton International Ltd, network globale che opera da oltre 100 anni, con 58.000 professionisti e in oltre 130 Paesi, fornendo servizi di consulenza in area Audit, Tax e Advisory.
Con oltre 500 persone che operano in 17 sedi situate nelle principali città, Grant Thornton in Italia garantisce ai clienti una presenza costante su tutto il territorio, per un migliore e più efficace servizio.
Tra i clienti rientrano piccole e medie imprese, società multinazionali, nonché società quotate e imprese familiari, operanti nei principali settori del panorama economico attuale.

www.grantthornton.com

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Mail Boxes packaging green. Grazie al nuovo accordo con RAJA Italia, distributore multi-specialista di articoli per l’imballaggio e la protezione dei prodotti, i Centri Mail Boxes Etc. (MBE) hanno la possibilità di adottare imballaggi ancora più sostenibili.

Per Mail Boxes Etc. (“MBE”), azienda italiana specializzata nei servizi di spedizione, logistica, soluzioni per e-commerce, stampa e marketing con oltre 570 Centri Servizi in Italia, l’imballaggio è uno dei cardini dell’offerta ai clienti. Fondamentale quindi è poter contare su soluzioni affidabili e innovative che garantiscano la sicurezza della merce durante il trasporto.
In linea con questo impegno, MBE ha siglato per l’Italia un Accordo Quadro con RAJA Italia, filiale italiana del Gruppo francese RAJA. RAJA Italia è un distributore multi-specialista di oltre 5.000 prodotti per imballare, proteggere e spedire, presente sul territorio nazionale con un magazzino di oltre 12.000 m2 in provincia di Piacenza.

L’Accordo tra MBE e RAJA Italia sottolinea l’importanza e il ruolo strategico del packaging lungo tutta la catena del valore, sia per il cliente consumer che per le aziende, che lo considerano uno strumento con cui raccontare al cliente i propri valori e trasferire la qualità del servizio e la cura dei dettagli. Tutto questo non fa riferimento solo all’estetica dell’imballaggio ma soprattutto alla capacità di quest’ultimo di proteggere il contenuto in modo adeguato. E ancora di più adesso, con il mercato e-commerce in continua crescita, presentarsi al cliente finale con un biglietto da visita efficace è un’occasione di engagement preziosa per ogni brand.

La qualità dell’imballaggio passa anche dalla sostenibilità
Con questa consapevolezza oggi MBE ha trovato in RAJA Italia un partner ideale per portare avanti cinque buone abitudini in materia di imballaggio, definite le «5-R»:
– Ridurre il consumo di materiali da imballo
– Riutilizzare gli imballaggi
– Ripensare gli imballaggi per un minor impatto ambientale
– Rinnovare utilizzando imballaggi bio-based realizzati da materiali naturali rinnovabili
– Riciclare gli imballaggi dandogli una seconda vita

I clienti che acquistano imballaggi ecologici sono in continuo aumento
Un’analisi sui dati dell’imballaggio green, condotta da RAJA Italia con MBE, ha evidenziato un aumento esponenziale dei quantitativi di prodotti sostenibili venduti rispetto al 2020. Le famiglie più rappresentative di questa categoria hanno visto crescere le quantità vendute rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare, il nastro adesivo in carta (+47%), le buste in cartone (+53%) e gli imballaggi protettivi e per il riempimento (+89%). Il Flo-pak, in tutte le sue versioni green (biodegradabile, in polistirolo riciclato e natural), quest’anno ha superato le vendite del Flo-pak tradizionale. Per l’e-commerce una curiosità interessante riguarda l’aumento dell’utilizzo di imballaggi ecologici per il trasporto di alimenti.

Il packaging per l’e-commerce
E’ opportuno sottolineare come l’apertura della scatola sia diventata un momento fondamentale nella customer experience del cliente. L’unboxing – moda e tendenza a cui youtuber e influencer ci hanno abituato nelle loro dirette social – costituisce a tutti gli effetti un’occasione di comunicazione e di diffusione del brand. Considerata l’attenzione delle nuove generazioni al tema dell’ambiente, trasmettere un messaggio green diventa un elemento sempre più strategico.

MBE Worldwide S.p.A. (“MBE”), azienda italiana con Headquarters a Milano, offre a privati ed imprenditori una piattaforma di soluzioni, integrate digitalmente, per spedizioni, logistica, servizi per e-commerce, stampa e marketing. I Centri MBE, in gran parte gestiti da imprenditori indipendenti, facilitano le attività di professionisti, aziende e privati attraverso una piattaforma distributiva di facile accesso che fornisce servizi e prodotti personalizzati con un livello distintivo e unico di attenzione al cliente. MBE opera sotto diversi marchi: Mail Boxes Etc. (tranne che in USA e Canada), AlphaGraphics, PostNet, Spedingo.com, Print Speak, PACK & SEND, Multicopy e PrestaShop. La sua piattaforma per il commercio globale conta attualmente più di 2.800 Centri Servizi in 53 paesi che in totale soddisfano le necessità di 1 milione di clienti business con 12.000+ addetti e hanno generato nel 2020 un fatturato aggregato pari a €879 milioni ($1.004 milioni).

www.mbecorporate.com

www.mbe.it

Premio Transazione Energetica. La startup Zero3 ha ricevuto il “Premio innovazione Amica dell’Ambiente 2021 nella categoria Transazione energetica per il proprio brevetto “Gas Stabilizer”.

La startup romagnola Zero3 nella prestigiosa cornice del Design Museum ADI di Milano ha ricevuto il “Premio innovazione amica dell’ambiente 2021”, nella categoria Transazione energetica, l’ambito riconoscimento di Legambiente conferito alle innovazioni di prodotto, di processo, di servizio, tecnologiche, gestionali e sociali, che dimostrano di contribuire a significative riduzioni degli impatti ambientali (sei le categorie previste con 1 solo vincitore per categoria a livello nazionale).

Zero3 è stata premiata per “Gas stabilizer”, il proprio brevetto di un sistema innovativo di automazione della captazione del biogas, che ottimizza le prestazioni dei sistemi tradizionali incrementando: l’efficienza di estrazione, il recupero energetico, l’eliminazione dei cattivi odori, la riduzione dell’inquinamento ambientale, la prevenzione rischio incendio/esplosione.
Un sistema modulare e scomponibile, che permette il monitoraggio e il controllo in continuo e da remoto (allo stato attuale sono praticamente tutte operazioni che vengono svolte direttamente sugli impianti da un operatore) e in tempo reale, che può essere applicato a qualunque tipologia d’impianto collettore biogas, sia nuovo sia già esistente, e può essere installato in tutti gli impianti in cui avviene la produzione di biogas da più fonti, come ad esempio nelle discariche, negli impianti di trattamento anaerobico secco e semisecco, nei depuratori.

Alla premiazione sono intervenuti, tra gli altri, Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente ed esponenti del Politenico e dell’Università degli Studi di Milano, istituzioni tra i membri del comitato scientifico di valutazione del Premio. Assuntela Messina, Sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, non potendo partecipare di persona ha inviato un video messaggio.

Hanno ritirato il Premio Marco Antonini e Francesca Sandrini, co-founder di Zero3, ingegneri con alle spalle oltre 20 anni d’esperienza, che hanno dichiarato: «Siamo contenti di questo importante riconoscimento perché crediamo nel nostro lavoro e crediamo che sia possibile e necessario salvaguardare il nostro pianeta e migliorane le condizioni per le generazioni che verranno. È molto gratificante che la più importante associazione ambientalista in Italia abbia riconosciuto la qualità e l’importanza del nostro lavoro! I rifiuti a matrice organica depositati oggi in discarica produrranno biogas almeno fino al 2050. Il biogas è una fonte di energia rinnovabile ma anche un gas GHG che contribuisce all’intensificazione dell’effetto serra. Pertanto più ne riusciamo a “catturare” e a mandare a recupero energetico, più sosteniamo l’ambiente. L’installazione di Gas Stabilizer presso una discarica italiana, rispetto ai tradizionali sistemi di captazione biogas ha realizzato un incremento medio complessivo dei volumi di biogas captato pari al 31,98% e permette di ridurre il Carbon Footprint di oltre 7.800 tonnellate in termini di CO2 equivalente ogni anno per ogni impianto da 1.000 kW di produzione di energia elettrica».

Inoltre, Zero3 ha ricevuto anche un premio speciale dal main partner Groupama Assicurazioni «per il significativo potenziale in termini di impatto ambientale che sposa il concetto di responsabilità sociale e ambientale in cui la nostra compagnia crede fermamente».

Zero3 è una startup innovativa nata nel 2018 in Romagna (la sede legale è a Faenza – RA e quella operativa a Cesena – FC) con l’obiettivo di progettare, realizzare, fornire e gestire impianti per il massimo recupero energetico e la massimizzazione dell’efficienza nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Zero3 è licenziataria di brevetti che realizzano soluzioni tecniche e tecnologiche innovative e all’avanguardia in campo ambientale ed energetico.

Il “Premio innovazione amica dell’ambiente” è rivolto a start up e spin off, universitari o aziendali, e alle PMI innovative.
L’edizione 2021 ha voluto intercettare iniziative, interventi, piani, progetti che si muovano nella direzione del Sustainable Development Goal in accordo con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

www.zero3.cloud

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Voli green: modello cooperazione tra Italia e Cina nell’aviazione civile. Aviazione civile, Italia e Cina vanno verso un modello di cooperazione con progetti coordinati della nuova compagnia di bandiera italiana ITA con la Chinese Eastern Airlines, con lo scopo di aumentare la sostenibilità ambientale del settore.
La partecipazione alla video-conferenza degli Ambasciatori dei rispettivi paesi, Luca Ferrari per l’Italia e Li Junhua per la Cina, è un indice preciso dell’importanza di un rapporto sulle iniziative promosse nel settore dell’aviazione civile per ridurre le emissioni di carbonio nell’atmosfera e salvaguardare l’ambiente.

Il rapporto dal titolo “Ricerca sui percorsi di riduzione delle emissioni di carbonio e prospettive di cooperazione nel settore dell’aviazione civile tra Cina e Italia” mette in risalto il valore delle iniziative promosse nei due paesi in un settore specifico che, secondo i dati del 2019, è responsabile del 10% delle emissioni complessive di carbonio dell’intera industria dei trasporti internazionali, con un incremento del 29% registrato nel periodo 2013-2019. Un tasso di crescita che secondo le previsioni dell’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale (ICAO) è destinato ad arrivare al 2050 ad un picco pari al 25% delle emissioni di carbonio su scala globale, se non saranno prese delle urgenti iniziative di correzione.

L’aviazione civile è responsabile del 10% delle emissioni dell’intera industria dei trasporti internazionali
La cooperazione tra gli enti e le compagnie aeree è una strada obbligata a causa del carattere fortemente transnazionale del settore e del ruolo centrale che l’aviazione civile svolge nello sviluppo dell’economia globale. Il Rapporto presentato a Pechino indica le strade da percorrere, le iniziative concrete già avviate, i nuovi piani approvati in Italia e Cina, piani coerenti con le indicazioni delle principali istituzioni internazionali, a cominciare dal suddetto ICAO.
Esplicito è il riconoscimento, presentato in premessa, al valore che cammino avviato dall’Italia in materia di energie alternative ed ai risultati conseguiti finora: «L’Italia – afferma il documento – in quanto paese occidentale sviluppato e terza maggiore economia dell’Ue, ha ottenuto ottimi risultati nel processo di transizione verso un’economia verde. Se si prende in considerazione la trasformazione del settore energetico, per esempio, nel 2014 la quota nazionale di energia da fonti rinnovabili era pari al 17,1%, ben sei anni in anticipo rispetto all’obiettivo del 17% fissato dall’Ue per il 2020. Inoltre, grazie al supporto di criteri di incentivazione – i requisiti di efficienza energetica, il conto termico e i certificati bianchi promossi dalla pubblica amministrazione – e a una intensa campagna per l’installazione di contatori intelligenti, negli ultimi anni l’Italia ha ottenuto risultati nettamente superiori in termini di efficienza energetica non solo rispetto alla media dell’Ue, ma anche rispetto a Germania e Francia. Dati Eurostat del 2019 mostravano che l’intensità energetica primaria dell’Italia era pari a 97,37 chili equivalenti di petrolio per mille euro di PIL, un dato non solamente molto al di sotto del livello complessivo dell’Ue (pari a 114,21), ma anche nettamente inferiore a Germania (103,07), Francia (112,8) e Spagna (113,03)».

Secondo il Rapporto, l’Italia ha ottenuto ottimi risultati nel processo di transizione verso un’economia verde
Secondo gli esperti cinesi, le “eccezionali prestazioni” raggiunte dall’Italia nel risparmio energetico e nella riduzione delle emissioni nel settore dell’aviazione civile, potrebbero “illuminare il settore dell’aviazione civile cinese” nella ricerca delle strade migliori per i “Duplici obbiettivi del carbonio” fissati al 2030 e 2060 nell’ambito del XIV Piano quinquennale (2021-2025).

Sempre con riferimento all’Italia, il Rapporto italo-cinese illustra in modo approfondito le direttive indicato dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile agli inizi del 2021 per le politiche di sviluppo del trasporto aereo nel quadro delle linee programmatiche per la “Mobilità Sostenibile” poste a base del nuovo Piano Nazionale del Recupero e Resilienza (PNRR, 2021).

«È fondamentale – afferma il ministro Enrico Giovannini – che il trasporto aereo sia perfettamente integrato in una rete di trasporti coerente e armonizzata, in grado di contribuire alla riduzione degli impatti ambientali anche delle relative infrastrutture e di promuovere programmi di decarbonizzazione con l’obiettivo delle zero emissioni. Occorre favorire quindi il rinnovo delle flotte con l’acquisto/sostituzione di aeromobili di nuova generazione, meno inquinanti sia per emissioni nocive (CO2), sia per il rumore. È necessario poi elaborare una nuova strategia per l’utilizzo degli aeroporti minori attualmente non aperti al traffico commerciale, di cui possono essere sviluppate le potenzialità in termini di accessibilità ai territori e di promozione dei flussi turistici».

Una strategia che il PNRR italiano, approvato successivamente dalle autorità europee, ha ulteriormente precisato nella Missione 3 – Componente 2 del piano orientata a potenziare anche l’innovazione digitale applicata al trasporto aereo, elemento essenziale della transizione verde. Il Rapporto evidenzia, ancora, le politiche adottate dalle compagnie aeree italiane in materia di gestione efficiente dei carburanti secondo le buone pratiche raccomandate dalla Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA); la funzione promozionale e innovativa svolta dagli enti tecnici di settore come l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), l’Ente Nazionale Assistenza al Volo (ENAV) – da tempo riconosciuto come un interlocutore di prim’ordine del programma europeo SESAR – e la società Aeroporti di Roma (AdR), che con le iniziative promosse secondo il “Piano di Sostenibilità Ambientale” applicato negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino ha ricevuto il più alto livello di certificazione dal Consiglio Internazionale degli Aeroporti d’Europa (ACI Europe), primi aeroporti a conseguire questo risultato in Europa e terzi nel mondo.

autore Marco Ricceri

www.eurispes.eu

www.leurispes.it

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Non-replaceable batteries are bad news for the environment and consumers, new research finds. In the growing market for rechargeable electronics, a growing number of devices contain non-replaceable or non-repairable lithium ion batteries.
Smartphones, laptops, headphones and e-bikes are amongst the products affected by early failure due to poor battery design. Close to 100% of tablet and smartphone batteries are glued in place.

At a time where Europe claims to be a leader on climate and sustainability, most rechargeable batteries in consumer electronics and e-bikes or scooters are either non-replaceable or non-repairable, resulting in shorter product lifetimes, increased electronic waste, loss of rare materials, and unnecessary expenditure for consumers.
These are some of the findings of a report released today by the European Environmental Bureau, the Right to Repair campaign and researchers at the University of Lund.

Rechargeable lithium ion batteries can be found in most of today’s devices, from smartphones, laptops and tablets to electric bikes and scooters, and estimates show that the demand will continue to grow in the next decade: up to 60% for batteries in consumer electronics and 15% for electric bikes and scooters by 2030.

Battery failure is one of the most common problems for many consumer electronics and often the first component to fail in e-bikes and scooters. 42% of smartphones and 27% of laptops repairs are related to battery replacement.
Yet, between inaccessible design, the use of adhesives, software locks, lack of replacement parts, tools and repair information, many batteries are destined never to be replaced, repaired or recycled.

Chloé Mikolajczak, campaigner at the Right to Repair, said: “This is extremely worrying as the average battery life for these products is around 3 years and the majority of repairers we talked to said that the risk of damaging a device while removing the battery has increased. This suggests that a significant number of devices are being prematurely discarded due to battery failure.”

Meanwhile, ensuring that all new phones and tablets sold in the EU in 2030 have easily removable and replaceable batteries could cut the annual emissions of these devices by 30% compared to business as usual, reduce the loss of critical raw materials like cobalt and indium, and save European consumers €19.8 billion.
On top of the report, a coalition of electronic and battery repairers, the recycling industry and environmental NGOs representing at least 500 organisations published a joint statement today calling on the European Commission to take action for more removable, replaceable and repairable batteries in the forthcoming battery regulation.

Jean-Pierre Schweitzer, Policy Officer for product policy at the EEB, said: “While there are many companies working to replace, repair and recycle batteries from electronics like smartphones and e-bikes, poor product design and software are making this increasingly challenging or impossible. Manufacturers are wasting precious resources and forcing consumers to replace devices before they need to. The European Council and Parliament now negotiating the European Batteries Regulation have the power to address all of these issues.”

The European Commission proposed a “Battery regulation” that aims to tackle the whole lifecycle of batteries from the supply chain to disposal, and is currently in the hands of the European Parliament and Council.
The proposal addresses the removability of batteries but overlooks key issues such as light electric vehicles, spare part availability, and software which prevents battery repair.

The Right to Repair European campaign is a coalition of more than 80 organisations from 18 European countries fighting for longer-lasting and more repairable products.

The European Environmental Bureau (EEB) is Europe’s largest network of environmental citizens’ organisations, standing for environmental justice, sustainable development and participatory democracy. Our experts work on climate change, biodiversity, circular economy, air, water, soil, chemical pollution, as well as policies on industry, energy, agriculture, product design and waste prevention. We are also active on overarching issues as sustainable development, good governance, participatory democracy and the rule of law in Europe and beyond.
We have over 160 members in over 35 countries.

www.eeb.org

report

EU proposal

Future City ESG Innovation Index. Where will be the “Sustainability Valley”? With the newly developed index DEEP Ecosystems provides a thorough analysis of the capabilities of cities and their innovation ecosystems to capture the immense economic opportunity from the future demand for solutions in the ESG sectors worldwide.

The report reveals a total of $60bn being invested in ESG focused startups across over 100 cities since 2018.
Included are ESG solutions that will likely see a surge in demand in the future, when the transition to a more green and sustainable economy accelerates.
It includes solutions for ecology, waste management and clean energy in the environment sector, health and education solutions in the social ESG sector and e-government, public transport and smart city solutions in the governance related ESG sector.

With such economic growth potential, cities are eager to win the race to become the new innovation champion. The report elaborates on city-level strategies for ESG innovation with many examples. It shows that first-movers have an advantage.
For example, Stockholm, that was one of the first European cities to embrace a green economy as a strategy ranks 2nd for ESG investments with >$7bn raised since 2018.
Another hidden champion, Copenhagen scores high due to its government support for ESG solutions.
And the city of Moscow boasts a strong knowledge base as well as the highest share of EdTech startups, that is considered under the Social Dimension of ESG.

The report analyses the potential of innovation hubs to support sustainable innovation in the ESG fields based on 4 sub-indexes with 8 compound metrics and 29 individual indicators.
These cover the Community of ESG Entrepreneurs, their Entrepreneurship Support Network for ESG Solutions, the Societal Backing for ESG solutions as well as the Governance by local authorities.
Next to the rankings, the publication features 8 in-depth case studies on London, Moscow, Berlin, Tel Aviv, Paris, Stockholm, Copenhagen and Madrid. Last but not least it lists the top 70 startups based on investments raised.

The Future City ESG Innovation Index di DEEP Ecosystems

Startup Heatmap classifica 57 città europee per la loro disponibilità a far crescere l’innovazione sostenibile, tenendo conto delle azioni del governo come l’elettrificazione delle flotte di autobus, nonché delle metriche di innovazione del settore privato come la crescita della scena delle startup ESG.

Milano è al 10° posto nel Future Cities ESG Innovation Index
– Numero molto alto di studenti STEM: 55.660 (rank 5) e sviluppatori: 5.191 (rango 11), Ancora una buona percentuale di studentesse del 55%
– Rete di supporto all’imprenditorialità:
—- Buon numero di acceleratori per le startup (46, rank 5)
—- Ma basso livello di investimenti, in particolare in ESG: 41° posto per livelli di investimenti e specializzazione
– Forte azione del governo verso la mobilità sostenibile a Milano:
—- 3° più alto numero di autobus elettrici (375)
—- 4° più alto numero di auto in condivisione (7.079)
—- 9° rete metropolitana più grande d’Europa (97km)
—- Tranne che per: 23° posto nelle piste ciclabili (253km) e 47° posto per numero di auto pro capite (620 per mille)
– Investimenti crescenti nell’innovazione
—- 2° posto per gli investimenti privati in R&S in Europa con 55,7 miliardi di euro
—- Crescente appetito per l’acquisto di startup con 4 acquisizioni di startup ESG da parte di aziende milanesi negli ultimi 3 anni. 12° posto
– Complessivamente una buona accettazione di ESG nella popolazione
—- Densità della comunità e della rete al 8° posto (sulla base di una combinazione di indicatori che misurano progetti dal basso come campagne di crowdfunding, ecc.)

Roma segue al 13° posto, Palermo (46°), Torino (48°), Bologna (53°), Firenze (55°), Napoli (56°) finiscono nella parte bassa della classifica.

Accanto alle classifiche, la pubblicazione presenta 8 casi di studio approfonditi su Londra, Mosca, Berlino, Tel Aviv, Parigi, Stoccolma, Copenhagen e Madrid. Infine, ma non meno importante, elenca le 70 migliori startup in base agli investimenti raccolti.

www.deep-ecosystems.com